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Autore: Albascura_    03/01/2014    2 recensioni
Un pomeriggio plumbeo e scuro come gli altri, direttamente dalla triste cittadina di Forks, Edward e Bella Cullen presero l’intelligentissima decisione di concedersi una vacanza.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Losers' Holiday

Un pomeriggio plumbeo e scuro come gli altri, direttamente dalla triste cittadina di Forks, Edward e Bella Cullen presero l’intelligentissima decisione di concedersi una vacanza.

Non sarebbe stato necessario portarsi appresso anche Renesmee (quella piccola peste diventava più sgradevole ogni giorno che passava), la loro cara figlioletta sarebbe tranquillamente potuta rimanere con quell’allupato di Jacob per il weekend, tanto ormai era cresciuta, - aveva ben sei anni e tre quarti, accidenti! – ed era ora che cominciasse a rendersi indipendente. Doveva capire che i suoi genitori avevano altre priorità nella vita, come cacciare teneri cerbiatti e accoppiarsi selvaggiamente (ovviamente, Bella era solita perdere i sensi e dedurre l’accaduto dall’arredamento Ikea perennemente distrutto della loro stanza da letto).

Così, l’indomani, caricarono qualche carcassa di scorta sulla Ferrari/BMW/Lotus/ Mercedes del momento e partirono alla volta di un simpatico e suggestivo paese noto con il nome di Mystic Falls.

 

Quando arrivarono nella ridente cittadina, era ancora giorno. Edward abbassò curiosamente il finestrino oscurato della Ferrari/BMW/Lotus/ Mercedes, ma quando vide l’abitacolo riempirsi di brillantini come se al tettuccio fosse appesa una palla da discoteca, si affrettò a tirarlo su, e decise che per il momento si sarebbero rintanati come ladri nel bosco, sotto l’ombra di una grande quercia, in attesa che calasse il sole. A quel punto sarebbero potuti andare a comprare i circa 310 litri di protezione 50 che servivano loro e infine, sarebbero potuti approdare al loro lussuoso hotel.

Ovviamente il cielo era azzurro e terso, e non passò una nuvola neanche a morire fino al tramonto. I due “giovani” ingannarono l’attesa giocando a rubamazzo, gioco in Bella era naturalmente negata, ed era solita vincere solo per pietà. Avevano preso in considerazione anche l’idea di farsi una scopatina, così, per ammazzare il tempo. Ma poi avrebbero dovuto rottamare l’auto, e appurarono che non era il caso.

 

Quando finalmente calò il sole, prima passarono al supermercato per sbrigare certe delicate commissioni, poi decisero di fare un giro in quello che sembrava l’unico bar della città.

Edward non vedeva l’ora di varcare la soglia con il suo incedere magniloquente, di far svenire decine di ragazzine adoranti, di leggere nel pensiero di tutte quanto il suo sorriso fosse mozzafiato e il suo fisico identico a quello di una statua greca. Un po’ gli mancavano quei piccoli vizi, gli mancava essere il protagonista assoluto e assolutamente figo della situazione. Ma ahimè, i tempi cambiano per tutti.

Bella invece, non vedeva l’ora di varcare la soglia leggiadra, di inciampare, cadere e rompersi il suo indistruttibile femore, con centinaia di ragazzi adoranti pronti a soccorrerla, a insidiarla e a giurargli eterno amore. Ahhh, bei tempi erano quelli! Così eccitanti! La vita matrimoniale era una tale noiosa routine!

Ma rimasero molto delusi. Entrarono sorridendo, lui aggrottando la fronte, lei sventolando la folta criniera… Ma niente. Il loro ingresso passò completamente inosservato, nemmeno una testa si voltò a guardarli. Rimasero interdetti qualche istante, poi andarono a cercare un tavolino con la coda tra le gambe con i canini piantati nelle gengive.

“Sento un buon profumo di vampiro” proruppe ad un certo punto Edward.

Nel medesimo instante, infatti, Damon Salvatore e la sua scorta di sangue sottoforma di giornalista tv entrarono nel locale.

Molta gente si girò a guardarli, naturalmente attratta dal fascino magnetico del vampiro.

Edward si sentì profondamente ferito da quell’ingiustizia. Perfino sua moglie aveva posato gli occhi su di lui più del necessario. 

Il vampiro sconosciuto lasciò la ragazza al bar e si avviò nella loro direzione ad ampie falcate. Doveva averli riconosciuti! Voleva un autografo! O un morso celebrativo! Oh, finalmente un po’ di notorietà!

Damon si fermò davanti a loro, con uno sguardo duro e la mascella contratta.

“Chi diavolo siete?!” Gli sputò addosso.

Bella a stento trattenne le lacrime, Edward si sentì mancare. “Come… C-come chi siamo!”

“Riformulo? Cosa cazzo ci fate nel mio territorio?” domandò, le braccia incrociate contro il petto.

“Siamo solo in vacanza!” Si difese lei, con una vocetta stridula sull’orlo della crisi isterica.

“Vampiri in vacanza a Mystic Falls? Vampiri che per di più puzzano? Proprio quello di cui avevamo bisogno!” sbottò, portando le mani al cielo.

“Ehi, noi non puzziamo. E siamo Edward e Bella Cullen!” Esclamò il marito, calcando il proprio cognome come se avesse una qualche importanza.

Damon si portò una mano sotto il mento, fingendo di pensare intensamente. “Cullen, Cullen… No! Non mi dice niente.” Scrollò le spalle. “Ora fuori dalla mia città.”

“Ma, ma! Noi siamo quelli di Twilight! Non ci puoi cacciare!”

Damon ripensò a dove poteva aver già sentito quel nome. Ah, ecco si! Quella merda che gli aveva propinato Caroline! Sospirò. Aveva decisamente bisogno di rinforzi.

“Mhn. Ok, allora… Io non sono un vostro fan. Trattenetevi poco, non toccate niente e fatevi i cazzi vostri. Altrimenti vi uccido.” Spiegò rapido e chiaro. Poi si voltò e tornò dalla sua ragazza.

I Cullen erano rimasti impietriti, senza parole. Nessuno li aveva mai trattati con tanta stizza prima d’ora. Non fecero neanche in tempo a riprendersi dal primo shock, che altre tre persone sospette entrarono nel locale.

Erano una vampira bionda e figa, un vampiro dall’aria preoccupata e una ragazza mora incredibilmente bella e senza particolari lesioni mentali. Insomma, tutto il contrario di com’era Bella quando era nella sua situazione!

Ma com’era possibile?! Com’era possibile che quella ragazza non passasse le notti a urlare come una poco normale o a cercare di farsi trasformare per sfinimento?!  Com’era possibile che non fosse una disadattata?!  E come diavolo faceva ad avere più di un’espressione facciale?! Doveva avere un qualche dono magico! E soprattutto, come mai non sembrava sessualmente frustrata?!?!?

Questi erano i pensieri che si affollavano nella testolina bacata di Bella Cullen, riflettendosi sul suo viso, che sembrava preso da una sorta di conato di vomito.

Subito il vampiro figo e affascinante si avvicinò ai suoi amici, e lanciando un’occhiataccia nella loro direzione, li rese partecipi delle novità della serata.

La bionda fu l’unica che sembrò entusiasta della loro presenza.

I Cullen gonfiarono tronfi il petto, pronti ad essere sommersi da adorazione e complimenti. Com’era giusto che fosse.

I tre si avvicinarono sospettosi, ad eccezione della bionda che aveva un gran bel sorriso stampato sul volto, e si fermarono a un metro da loro.

I Cullen scattarono in piedi come se avessero avuto una molla sotto al sedere e si cimentarono in imbarazzanti moine, quali mezzi sorrisi (smorfie) e occhiate ammiccanti (da strabici).

Il ragazzo allungò la mano verso Edward e si presentò. “Stefan Salvatore” pronunciò gioviale.

Edward non disse niente perché, insomma, era Edward Cullen! Tutti conoscono Edward Cullen!

Così i due rimasero con le mani strette a mezz’aria per tipo i secondi più lunghi delle loro immortali vite, poi Stefan ritirò la sua, pulendosela contro i pantaloni.

Bella decise che doveva fare qualcosa, allora squittì un “Io sono Bella Swan, ehm, sì. Cioè, Cullen.” Si corresse allo sguardo d’odio rivoltole dal marito.

Caroline si presentò e li baciò entrambi due volte sulle guance, poi iniziò a raccontare animatamente di come aveva letto tutta la saga di Twilight e di come aveva accompagnato la sua adolescenza da barbie sfigata.

Elena aveva imparato negli ultimi tempi a diffidare degli sconosciuti, così si limitò a stringere le mani a entrambi. Scoprendo quanto quelle fossero gelate, non riuscì proprio a trattenersi e sbottò: “Non avete mai sentito parlare del caffè per scaldarvi?” Stringendosi nelle spalle.

Edward la guardò come se avesse appena scoperto l’America, Bella si difese affermando che lei era una vampira solo da sette anni! Non conosceva ancora tutti questi trucchetti!

Le due ragazze si guardarono in cagnesco per un po’, poi Elena capì che Bella non la stava guardando male, era proprio la sua faccia ad essere così. Solo allora si raddolcì.

Una mezz’oretta dopo, i Cullen stavano letteralmente affogando nelle domande di Caroline, che sembrava voler fare un reportage completo delle loro vite. L’unica pecca, era che la vampira sembrava infinitamente delusa ad ogni risposta banale e scontata che davano ai suoi interrogativi. Dopo poco, se ne andò sconsolata, confessando al vento che le era appena morto un mito.

“Damon mi ha detto che voi al sole brillate.” Affermò Stefan incredulo, sperando di venire contraddetto.

Edward sorrise soddisfatto. “Più che brillare, sbrilluccichiamo!” Lo corresse.

Stefan non riuscì a trattenere una risata. “Ok… Devo dire che noi al sole veniamo inceneriti, ma la vostra maledizione è veramente ridicola!” esclamò sghignazzando. “Oddio, non ce la faccio!” disse, prima di nascondere il viso tra i gomiti e ridere via l’anima.

Edward rimase sconcertato dall’inutilità della propria esistenza per la seconda volta nel corso della serata. Prese a dondolare la testa avanti indietro, si appiattì il ciuffo su un lato del viso e diede inizio alla fase emo della sua immortalità.

 

Mentre gli uomini parlavano, Bella colse al volo l’occasione di fare qualche domanda ad Elena: moriva dalla voglia di chiederle quella cosa da quando si erano incontrate.

Avvicinò la sedia alla sua, sporgendosi verso di lei. Le chiese all’orecchio: “Ma tu e Stefan… Si dai hai capito.” Ma vedendo che la ragazza non accennava a rispondere, aggiunse: “Ma fate sesso?”  Confermandosi la ninfomane famelica dipinta nei libri della Meyer.

Elena la guardò con tanto d’occhi. “Beh, si!” Rispose sinceramente. Però la straniera la inquietava.

Bella diventò tutta rossa in viso, respirando velocemente e rumorosamente. Sembrava stesse per sputare fuoco.

“TU!” Strillò, puntando l’indice verso il marito. “TU! Brutto… Sciocchino!”

A sentire quell’insulto, Stefan quasi rotolò giù dalla sedia dal ridere.

“LORO SCOPANO! PERCHE’, EH, PERCHE’ TU NON MI HAI VOLUTA SCOPARE!?” Gridò come un ossessa.

Tutti i presenti si voltarono verso quella fonte di ilarità, anche Elena aveva messo da parte la vergogna per ridere a crepapelle con Stefan.

“Tesoro, per l’amor dei Volturi, abbassa la voce! Ci stanno guardando tutti!”

“Ma che guardino! Che guardino! Che vedano che razza di frigido impotente inutile pezzo di Swarovski  ho sposato!” Sbatté a terra la seggiola ed uscì dal locale ad ampie falcate. Inciampò un paio di volte, rotolò per qualche metro ma si rialzò sempre con estrema serietà e risolutezza e scardinò la porta del locale chiudendosela alle spalle.

Edward la seguì mesto, gridando a vuoto “Aspetta Bella! Aspetta amore mio! Mio agnello! Mio amor!”.

La  ritrovò seduta sul sedile del passeggero della loro auto, imbronciata come non l’aveva mai vista. Neanche quando Renesmee le aveva chiesto un preservativo e lei  le aveva dovuto spiegare che era praticamente impossibile che una mezza vampira potesse farsi mettere incinta da un licantropo. L’ingrata le aveva risposto che voleva essere sicura di non finire come lei.

Edward si sedette al suo posto e infilò le chiavi nella toppa.

“Torniamo a casa?” le domandò dolcemente.

“Questa me la lego al dito, Edward. Per l’eternità!” Rispose seccata.

 

   
 
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