Ora che ho scritto anche in questo fandom posso dichiarare completa la mia vita. Enjoy! 
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Eppure sorrideva

La pioggia quasi non arrivava, in quel vicolo sporco e nascosto, da dove lui la osservava.
La luce della sua camera era accesa, le finestre chiuse, ma le tende tirate gli permettevano di vederla bene.
Sentì la rabbia montare lentamente, alla vista della ragazza stupenda che si muoveva al di là del vetro, e l'accolse come un'amica: ne aveva bisogno, per ciò che stava per fare.
Lei era bella, ricca, popolare. Cosa poteva pretendere di più?
E lui la voleva, la voleva disperatamente. Era come una droga, non riusciva più a farne a meno, la sognava ogni notte, la seguiva ovunque, si nutriva delle sue risate e della sua voce come fosse ambrosia. Non sapeva da quando aveva cominciato a desiderarla, sapeva solo che era arrivato ad una semplice quando definitiva scelta: o sua o di nessun altro.
La ragazza si avvicinò alla finestra, e lui si seppellì ancora di più nell'ombra; vide gli occhi di lei saettare nella sua direzione, indugiare sulla sua figura.
Non poteva averlo visto: era riparato dalla pioggia e dal buio, e il bavero del cappotto alzato quasi fino al naso lo rendeva praticamente irriconoscibile.
L'aveva visto, invece, sì, lo stava guardando.
E sorrideva. Che sapesse cosa voleva fare?
Strinse la presa sul manico del coltello nascosto nella giacca; non importava che lei avesse capito.
Presto non avrebbe più sorriso.

Lei era lì, stesa di fronte a lui, le gambe piegate in una posa innaturale, in capo appena reclinato sulla spalla destra, un rivolo di sangue le colava da un lato del labbro, fino al pavimento, macchiando la moquette scura.
Era senza maglia, e così i lunghi squarci che le attraversavano l'addome spiccavano nitidi contro la pelle chiara. I lunghi capelli biondi erano sporchi di rosso, gli occhi spalancati e vuoti, fissi sul soffitto.
Ma gli angoli delle labbra... erano piegate all'insù.
Kowalski osservó a lungo Doris, il coltello dalla lama imbrattata della linfa vitale della ragazza che gli penzolava inerte dalla mano destra, la presa delle dita si stava allentando, facendosi incerta.
La vita non animava più il corpo giovane di Doris, nessuno avrebbe più sentito la sua voce, le sue risate, non avrebbe più cantato o ballato con i suoi amici il sabato sera.
Eppure sorrideva.
Sorrideva anche mentre lui infieriva ancora su di lei, per sfogare la sua ira, contro di lei e contro se stesso; il coltello si conficcò nel petto della ragazza.
Doris era sporca del suo stesso sangue, seminuda, morta, stesa sul pavimento della sua camera circondata da un'aura rossa che impregnava la moquette.
Eppure sorrideva.


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Look at me!
*posizione Urlo di Munch*
Ok, cos'è questa... cosa?
Non lo so neppure io, sinceramente. Un tentativo di scrivere una Dowalski. Tentativo finito male. Molto male. Soprattutto per la nostra cara Doris. Ehe ~
Parlando di Kowalski che sclera e si dispera per Doris... Un tocco - o anche di più - di thriller, sangue e angst... Et voilà! Più sclerato e disperao di così... Ma ammettiamolo: chiunque si sarebbe immaginato che prima o poi il povero scienziato sarebbe andato fuori di testa. ...Solo io? Davvero? Oook...
Che senso a questa fanfiction, chiedete? ...Ah, dovrebbe anche avere senso? Sinceramente bo', questo qualcosa è - appunto - un qualcosa che il mio cervello intrecciato ha partorito all'una di notte. (è per questo tipo di cose che ho ordinato del sonnifero)
Ora avrete capito perché temo ritorsioni se dedico codesta schifezza a Syugi. 
La mia entrata nel fandom non poteva essere peggiore. Chiedo scusa se insozzo il web con tali obbrobriosità (?). 
Spero comunque che lascerete un commentino-ino-ino. 

Baci,
D.
P.S. Ogni volta che non recensite, Skipper respinge Hans e il suo amore D: