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Autore: the_werewolf    04/01/2014    3 recensioni
Percy e Annabeth si sono lasciati, e ora lui è fidanzato con Rachel, che ha infranto il giuramento di Apollo.
Ma Percy si rende conto che Annabeth era il suo vero amore.
{Perchabet mancata/MOOOOLTO deprimente/songfic/ispirata dalla bellissima canzone di Neffa "Dove sei"}
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove sei?
(tratto dall’omonima canzone di Neffa e Ghemon)
 
Non riesco a non pensare a te 
anche quando non vorrei 
Una via di uscita anche se c'è 
sembra sia introvabile 
Ai miei amici che continuano 
a dirmi che non fai per me 
Rispondo che non voglio più
star male perché non sei tu.

 
Annabeth.Annabeth.Annabeth.
Una voce nella testa mi dice di non pensarti,ma io non ci riesco.
Non riesco a non rievocare il tuo viso,la tua furbizia,i tuoi occhi grigi.
Ricordo tutte le avventure passate insieme,ai tuoi baci,e a quel litigio che ci ha rovinato.
Credevi che Rachel avesse rotto il giuramento dell’Oracolo per me, ma non era vero.
Forse posso smettere di piangere e dimenticarti.Non ci riesco.
Grover, Juniper,Thalia, Nico, perfino Clarisse, mi danno pacche sulle spalle e cercano di consolarmi, dicendo che in fondo è meglio che ci siamo lasciati, eravamo troppo diversi, non eri quella giusta.
Io rispondo loro che a ogni bacio, abbraccio, bacio di Rachel vedo te al posto suo.
Dico che non voglio star male perche’ non sei tu, ma non provo neanche a rialzarmi.
 
 
Ma la notte tardi vieni qui 
e mi prendi le mani 
il tuo sguardo si fa serio e poi 
mi parli e dici 
questa volta io ritorno 
per restare per sempre 
Ma finisce che era un sogno 
e al mio risveglio io ti cerco 
e non so dove sei 



 
La notte era calata da un pezzo.Forse erano le due passate, e io non riuscivo a dormire.
Ero solo a casa, mamma era fuori per lavoro, e io ero in piedi in pigiama a smangiucchiarmi dei biscotti.
Quando ho sentito bussare, mi sono allarmato, ho sfoderato Vortice e, aprendo la porta, mi sono preparato a colpire, ma eri tu.
Hai riso e hai detto che dovevo odiarti proprio tanto, ma io non ti risposi e ti abbracciai.
Non ho dovuto neanche chiederti cosa ci facessi alle due di notte a casa mia, che tu mi hai annunciato che eri tornata dall’ennesima missione come ingegnere nell’Esercito.
Poi mi ha fatto sedere e il tuo sorriso è svanito, facendo tornare il tuo volto una maschera di ghiaccio.
E mi hai detto che questa era l’ultima missione.Che saresti rimasta con me per sempre.
Io ti ho baciato, felice come non lo ero mai stato.
Mi ritrovo nel mio letto, a due piazze, perche’ ogni tanto Rachel dormiva con me,mi guardo intorno, ma non c’è nessuno affianco a me, mi sfioro le labbra, dove il tuo bacio era rimasto sospeso.
Poi sento una lacrima bagnarmi la guancia.
Dove sei,Annabeth?



Mentre sembra che il mio mondo stia crollando su di me 
Tu adesso dove sei 
Mentre io continuo a dire il nome di chi ormai non c'è 
mi chiedo dove sei 
mentre vedo le mie mani muoversi nel buio su di lei 
mentre ballo con il tuo fantasma dimmi dove sei 



 
Il mondo mi sta crollando addosso.Mi sento di nuovo al cospetto di Crono, nella sala dei troni, sull’Olimpo, quando tutto andava in pezzi.E piango chiedendomi dove tu sia in questo momento.
Annabeth, Annabeth, Annabeth.Continuo a ripetere il tuo nome, come un robot, meccanicamente.
Ma il suono si perde nell’aria insime al mio dolore, e affido la mia domanda al vento, sapendo che arriverà a te ma tu non mi risponderai.Dove sei?
Accarezzo la pelle morbida e pallida di Rachel, le passo le mani sui fianci nudi, al buio.
Ogni tanto danno alla radio quella canzone che ti piaceva tanto, che mi avevi fatto imparare a memoria, e danzo con l’aria,facendo finta che ci sia tu tra le mie braccia come un tempo.
Ma la solita lacrimuccia ribelle sfugge al mi controllo, e te lo chiedo ancora, sussurando.
Dove sei?
 
 
I tuoi occhi non li scorderò 
finché avrò da vivere 
stai sicura che li troverei 
fra altri mille intorno a me 
la tua voce nella testa 
suona dolce musica però 
quando ti sento e metto giù 
mi dico di non farlo più 



Il tempo passa, e i ricordi si affievoliscono pian piano.
Ma c’è una cosa che non potrei dimenticare neanche tra migliaia di anni.
I tuoi occhi.Li ho guardati così tanto da poterne rievocare ogni sfumatura grigio tempesta.
Ma non mi basta.Vorrei poterli scrutare ancora, ancora e ancora.
Li riconoscerei ovunque, tra altri dieci, cento, mille e più, perche’ i tuoi sono inconfondibili.
Non mi dimenticherò nemmeno la tua voce, come quando mi descrivevi i tuoi progetti.
Non capivo nemmeno un quindicesimo di quello che dicevi, ma non mi azzardavo a interromperti.
Perche?Semplicemente, eri così perfetta che mi sembrava sbagliato.
La tua voce era musica per me, ma, quando torna in testa, mi impongo di dimenticarla.
Ma una sicurezza in questa vita c’è l’ho:non ce la faccio.
 
 
e a che serve stare su whatsapp 
per dirci le stesse 
vecchie cose che sappiamo già 
per ore e ore 
tanto ormai lo so che i baci che tu chiedi 
non sono i miei 
il rumore dei tuoi passi è già lontano 
io ti sto chiamando dove sei? 

 
 
Ricordo quanto tempo abbiamo passato a litigare con dei messaggi, e io ti domandai a cosa servisse parlare di cose vecchi, passate, per ore e ore. Ti scrissi che lo sapevamo già entrambi come sarebbe finita.
E tu non mi risposi mai più, e partisti, senza neanche salutarmi, con i soldati.
E ora magari sei lì, con la giacca della mimetica sudicia e uno zaino in spalla, mentre ridi, insieme al tuo nuovo ragazzo, chiedendogli un bacio.
E piango mentre lo vedo che posa il fucile, si abbassa e ti cattura le labbra, un tempo così mie.
Mi sembra di sentirvi marciare, i piedi pieni di calli delle reclute dentro gli scarponi pesatissimi, e il rumore del risucchio del fango che rende ancor più dura la camminata.
E intanto urlo.
Dove sei?
  
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