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Autore: Stria93    09/01/2014    8 recensioni
Udito, olfatto, vista, tatto, gusto.
Tutti noi conosciamo i cinque sensi. Essi giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita... così come nell'amore.
In questa raccolta saranno presentati cinque momenti RumBelle ambientati nella Foresta Incantata, ciascuno dei quali dedicato ad uno dei cinque sensi.
#1. Udito: Sing sweet nightingale
#2. Olfatto: Love potion
#3. Vista: Reflections
#4. Tatto: A gentle touch
#5. Gusto: Strawberry dreams (1° classificata al "Robert Carlyle's characters" contest di B e l l e)
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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udito

Rumpelstiltskin congedò Regina e rientrò nella sala dell'arcolaio soddisfatto e compiaciuto.
Ancora una volta tutto era andato per il verso giusto, esattamente com'era nei suoi piani, e la donna si era finalmente convinta ad abbandonare ogni speranza di redenzione, accogliendo a braccia aperte il suo lato più oscuro e lasciandosi definitivamente alle spalle la persona buona e gentile che era stata in passato.
Ormai i tempi erano quasi maturi per mettere in atto la parte finale del suo piano e far scagliare a Regina il Sortilegio Oscuro da lui creato, che lo avrebbe portato nel mondo senza magia in cui si trovava Bae; a quel punto avrebbe dovuto attendere altri ventotto anni prima dell'arrivo della Salvatrice che avrebbe spezzato l'incantesimo, ma non gli importava: aveva aspettato per oltre due secoli, qualche anno in più non avrebbe fatto alcuna differenza.
Si sedette all'arcolaio e cominciò a filare, cercando di immaginare il momento tanto anelato, e che avvertiva ormai prossimo, in cui si sarebbe finalmente ricongiunto con suo figlio.
Bramava e allo stesso tempo temeva quell'incontro: avrebbe ascoltato taglienti e fredde parole di risentimento e rancore? Non che non se le meritasse. Oppure Baelfire l'avrebbe capito ancora una volta e sarebbe stato disposto a perdonare suo padre per averlo abbandonato, condannandolo a crescere solo e smarrito in un mondo sconosciuto?

La vecchia ruota compiva pigramente il suo giro ormai da mezz'ora, proprio come aveva fatto ogni sera per tanti e tanti anni.
Il folletto era abituato a sentirla scricchiolare e cigolare, quasi come se stesse protestando, reclamando un po' di meritato riposo dopo tanto lavoro, ma ciò non lo turbava; accoglieva quei rumori come dei vecchi amici, erano famigliari, rassicuranti e gli ricordavano la vita che si era lasciato alle spalle molto tempo prima, l'uomo che era stato e soprattutto le persone che aveva perso.
Tuttavia, quando la ruota cominciava a girare, il Signore Oscuro si perdeva nel suo lento movimento e allora riusciva quasi ad estraniarsi dal mondo, a dimenticare ogni cosa, e così il fardello della sua vita pareva farsi meno pesante, almeno per qualche ora.
Sì, quel misero arcolaio era probabilmente l'unico amico che egli avesse mai avuto e che riuscisse a confortarlo.
Quella sera però, Rumpelstiltskin udì un inconsueto suono, sommesso e ovattato, provenire da una delle stanze vicine e unirsi al lamento della ruota di legno e al crepitio del fuoco nel camino.
Il Signore Oscuro smise di filare e tese le orecchie, concentrandosi: ciò che percepì fu una specie di cantilena, dolce e ipnotica allo stesso tempo, come una ninnananna confusa, di cui non riusciva a distinguere le parole.
Incuriosito, si alzò dallo sgabello e prese a dirigersi dove il canto misterioso diveniva più forte.
Seguì quella voce come un viandante segue la luce di una lanterna nella notte scura, sempre più desideroso di scoprirne la fonte.
Percorse un breve corridoio e arrivò infine ad una porta socchiusa: il suono proveniva da dentro quella stanza, non c'erano dubbi.
Sbirciò all'interno attraverso la piccola fessura e scorse Belle, nel suo vestito celeste, inginocchiata sul pavimento, intenta a strofinare con uno straccio la lucida superficie di marmo bianco.
Accanto a lei c'era un vecchio mastello di legno dal quale si levavano piccole bolle di sapone colorate ogni volta che la ragazza v'immergeva lo strofinaccio.
Una di quelle, un po' più grande rispetto alle altre, fluttuò nell'aria per un po'; la giovane sorrise e la fece posare sul dorso della sua mano con grazia e delicatezza, osservando il proprio riflesso deformato nel piccolo globo iridescente, fino a quando questo non scomparve all'improvviso.
E intanto che lavorava, intonava quella melodia delicata come un bocciolo di rosa o come la lieve carezza del vento sulla pelle in una giornata di primavera:


Oh, sing sweet nightingale
Sing sweet nightingale, high above me
Oh, sing sweet nightingale


Rumpelstiltskin si sentì improvvisamente a disagio; sapeva che probabilmente Belle avrebbe preferito non essere ascoltata, inoltre spiare di nascosto una fanciulla in quel modo era sconveniente perfino per il Signore Oscuro in persona.
Forse avrebbe dovuto semplicemente girare sui tacchi e tornarsene a filare, tuttavia non si mosse di un solo passo: una forza misteriosa gli bloccava le gambe, impedendogli di allontanarsi. Sembrava come paralizzato dal canto soave della ragazza, che gli ricordò davvero un dolce usignolo come quello di cui parlava il testo della canzone.
Voleva ascoltarla ancora, ancora e ancora, fino a perdersi completamente in quel melodioso oblio.
Lentamente e stando ben attento a non fare il minimo rumore, si appoggiò allo stipite della porta e incrociò le braccia al petto.
Non aveva mai sentito la sua domestica cantare prima d'ora, ma doveva ammettere che era davvero molto intonata: la sua voce era colma di una dolcezza che pareva avesse il potere di scaldargli l'anima e si accompagnava alle note della canzone in un perfetto accordo di musicalità e parole. Neanche un'intera orchestra sarebbe stata in grado di produrre una sinfonia tanto divina e i migliori suonatori e cantori di tutti i reami avrebbero sfigurato se paragonati a lei.
Tutto intorno regnava una quiete sovrannaturale; perfino fuori dalla finestra il vento aveva riposto la frusta con la quale sferzava i rami degli alberi e aveva messo a tacere i suoi acuti ululati.
Sembrava davvero che ogni cosa, animata e inanimata, fosse in ascolto di quella melodia celestiale in assoluto silenzio. Lo stesso Rumpelstiltskin ridusse il proprio respiro al minimo.
La ragazza, che dava le spalle alla porta, non si accorse della presenza del Signore Oscuro dietro di lei, così continuò a cantare tranquillamente:


High above
Oh, sing sweet nightingale
Sing sweet nightingale, high


Rumpelstiltskin chiuse gli occhi e lasciò che la sua voce calda e rasserenante lo cullasse.
In un attimo sentì svanire i pensieri negativi e il suo cuore si fece misteriosamente più leggero, meno oppresso dalla fitta coltre di tenebre che lo avvolgeva in ogni momento del giorno e della notte. Nemmeno il lavoro all'arcolaio riusciva a rapirlo in quel modo e a donargli tanta tranquillità.
Mai, in oltre due secoli di vita, aveva udito qualcosa di altrettanto angelico e idilliaco.
Era come una cascata di acqua purificatrice che lavava via ogni macchia, ogni errore del passato, ogni ricordo doloroso e guariva ogni cicatrice del suo cuore.
Gli pareva che al mondo non esistesse più nulla al di fuori di quel suono incantevole; avrebbe voluto fermare il tempo e godersi quella sensazione per l'eternità.
Purtroppo però, proprio in quel momento, la vecchia porta di legno si mosse a tradimento sui cardini e cigolò sonoramente, quasi avesse deciso deliberatamente di fare un dispetto al Signore Oscuro.
Quel piccolo rumore stridente durò un decimo di secondo, ma fu più che sufficiente per spezzare l'incantesimo.
Belle smise bruscamente di cantare. Si voltò e si alzò di scatto, in bilico tra lo spavento e la sorpresa, quando si accorse del Signore Oscuro sulla soglia che la fissava.
Il folletto venne colto in flagrante e, dal canto suo, cercò di assumere un'aria impassibile, pensando in fretta ad una scusa che fosse abbastanza credibile da giustificare la sua presenza dietro la porta socchiusa mentre osservava di nascosto la sua domestica.
D'altra parte anche Belle si sentì tremendamente imbarazzata e avvampò all'istante: - Mi dispiace, credevo di essere sola. Non immaginavo che foste qui. -
Rumpelstiltskin scosse la testa: - Non devi scusarti, dearie. Cantare mentre sbrighi le faccende è un tuo diritto. Non ti punirò certo per questo. -
Lei arrossì ancora di più e iniziò a torcere e tormentare nervosamente lo straccio umido che teneva tra le mani: - Quindi...ehm...mi avete sentita? -
Lui annuì e un silenzio denso e carico di disagio calò nella stanza.
Nessuno dei due riusciva a sostenere lo sguardo dell'altro: entrambi erano stati colti di sorpresa in un momento intimo e delicato che, a loro insaputa, stavano condividendo.
Alla fine Rumpelstiltskin si schiarì la voce: - Ehm...è...una bella canzone. -
Si diede dello stupido un attimo dopo aver pronunciato quelle parole, decisamente indegne della sua reputazione: come diavolo gli erano venute in mente?!
Belle, tuttavia, sembrò riprendersi un po' dall'imbarazzo e abbozzò un sorriso, piacevolmente sorpresa da quello che, considerando il pessimo carattere del Signore Oscuro, era di fatto un complimento. - Vi ringrazio. Era la mia preferita durante le lezioni di canto, a palazzo. Sapete, mio padre insisteva molto perché imparassi le arti in cui una brava principessa dovrebbe eccellere, come la musica. Ma temo di non essere mai stata molto brava...come *Lady Tremaine era così gentile da ricordarmi ogni volta. - Aggiunse con ironia, storcendo il naso in una smorfia di disappunto al ricordo della sua insegnante: una donna arcigna, torva, severa e per nulla incline ai complimenti.
Rumpelstiltskin avrebbe voluto dirle quanto invece fosse riuscita ad incantarlo e a farlo sentire straordinariamente bene, avrebbe voluto dirle che la sua voce avrebbe potuto degnamente rivaleggiare con quella delle sirene ammaliatrici che vivevano nel grande oceano blu e profondo, proprio come quello in cui si perdeva ogni volta che la osservava negli occhi; invece non pronunciò una sola parola, limitandosi a schiarirsi di nuovo la voce, decisamente impacciato.
Seguì un altro istante di silenzio che, con grande sollievo di lui, fu rotto dalla ragazza: - Volevate dirmi qualcosa? -
Il folletto colse al volo l'occasione per cambiare argomento e riportare la situazione il più possibile alla normalità: - Sì, dearie. Ero venuto a dirti che si è fatto tardi ed è ora che tu vada a letto. Finirai di lavare il pavimento domani mattina. -
La ragazza annuì e gli diede la buonanotte, congedandosi con un sorriso e una riverenza, poi la sua esile figura scomparve giù per le scale, inghiottita dall'oscurità della notte.

Rumpelstiltskin tornò alla sala dell'arcolaio e filò ancora per un paio d'ore, dopodiché si coricò e, con suo grande stupore, prese sonno all'istante, cullato dalla voce di velluto della sua domestica, la cui eco ancora risuonava tra i suoi pensieri.
In cuor suo sperava davvero che Belle avrebbe continuato a cantare durante le faccende, allora lui avrebbe fatto finta di nulla e le avrebbe lasciato credere di essere concentrato nella filatura o in altre attività, ma avrebbe mantenuto l'orecchio ben teso a cogliere tutta la dolcezza e la tranquillità che il suo canto riusciva magicamente ad infondergli.

Le sue speranze non vennero deluse, perché da quel giorno la ragazza prese a cantare molto spesso, senza più curarsi di essere ascoltata da lui, o forse iniziò a farlo proprio perché in fondo sperava gli facesse piacere.
Cambiava spesso canzone a seconda del suo stato d'animo. Ne sapeva davvero molte: il suo repertorio spaziava dalle vecchie canzoni popolari del regno di Avonlea, a ballate d'amore malinconiche e dalla bellezza struggente, fino alle lodi dei bardi che cantavano le epiche gesta di cavalieri ed eroi; ma la preferita del Signore Oscuro rimase sempre quella che Belle stava intonando quella sera, quando l'aveva sentita cantare per la prima volta.





Da Stria93: Bentrovati dearies! :)
Due parole su questo nuovo progetto: appurato che le long non sono decisamente il mio forte, ho pensato di cimentarmi in una raccolta di storie a sé (più o meno brevi) ma legate da un unico filo conduttore, i cinque sensi, appunto.
L'idea è nata anche grazie all'ispirazione giuntami dalla raccolta Everyday Life's Special Essences della bravissima Julie_Julia. Fiondatevi a leggerla se non l'avete ancora fatto! Merita davvero! ;)
Questo primo capitolo, incentrato sul senso dell'udito, è chiaramente ispirato a “Cenerentola” e alla famosa scena in cui la poverina si ritrova a lavare il pavimento, giocando con le bolle di sapone e intonando la canzone che le sue sorellastre usano per esercitarsi (decisamente senza ottenere grandi risultati).
*Ho anche immaginato la perfida Lady Tremaine nei panni dell'insegnante di canto di Belle, quando ancora viveva ad Avonlea come principessa, e invidiosa del fatto che la ragazza avesse una bellissima voce mentre le sue figlie sembravano un paio di cornacchie col mal di pancia. xD
Spero davvero che questa breve raccolta vi piaccia!
Come al solito ringrazio di cuore tutti i lettori e chi sarà così gentile da lasciarmi il suo prezioso parere e, perché no, magari anche qualche consiglio per migliorare.
Grazie dell'affetto e della fiducia che mi dimostrate sempre!
Al prossimo capitolo, dolcezze! Baci! <3 :*

  
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