Note: dedico questa breve Fanfiction a Ester, che grazie a questo video (http://www.youtube.com/watch?v=Dn-VulOahko&feature=share ) mi ha fatta ripredere a scrivere. Spero ti piaccia!
I know that you loved him.
“Non potevi sapere cosa sarebbe successo Stiles.”
Peter continua a parlare al vuoto, ma il ragazzo
non lo ascolta.
Nella sua mente sono impresse le immagini della
notte
precedente.
Gli istanti in cui ha visto Derek cadere nel vuoto.
Senza più riemergerne.
“Darai loro la
caccia?”
chiese Scott all’alpha. Il branco di Alpha doveva essere
sconfitto al più
presto, e Derek aveva in mente un piano.
“Si, e tu ci aiuterai.” Rispose l’uomo.
La testa di Stiles scatto all’armata verso il licantropo, il
battito cardiaco
accelerato.
“Aspetta un secondo…”
“So che lo amavi, esattamente
così come so che lui ti
ricambiava. Ha dimostrato più di una volta di
amarti.”
A quelle parole la mente del ragazzo corre a quei
momenti in
cui l’alpha gli aveva salvato la vita: la prima volta accadde
nell’ospedale, quando
davano la caccia a Peter; poi ci fu la volta in cui fermò un
Isaac che in preda
alla pazzia del plenilunio tentava di ucciderlo; poi lo
salvò dal Kanima, dopo
che lui stesso aveva sorretto il lupo paralizzato per ore in una
piscina.
Stiles si gira verso l’uomo con gli
occhi pieni di lacrime.
“Non sono riuscito a salvarlo. Era a
pochi passi da me e non
sono riuscito a raggiungerlo.”
Stiles si
rialzò da
terra solo per vedere il corpo di Derek procedere inesorabilmente verso
il
bordo, portandosi dietro uno degli alpha. Incespicando nei propri
passi, il
ragazzo si rialzò e corse dietro loro. Ma ormai era troppo
tardi. In un battito
i due licantropi spiccarono un salto, dirigendosi verso il vuoto.
“L’ho
visto
precipitare, ho visto la sua mano protesa verso di me ed i suoi occhi
fissi nei
miei. L’ho visto toccare il suolo.” Continua
l’umano.
Il corpo di Derek
toccò il suolo con un tonfo. Le braccia aperte, le gambe in
una posizione
innaturale, ed il volto proteso verso l’umano, gli occhi
spalancati e la bocca socchiusa.
“L’ho visto disteso
lì, immobile. Non riesco a togliermi
dalla testa il suo sguardo Peter.” Conclude il ragazzo,
affondando il viso nelle
lacrime.
“E’ morto Stiles, e non puoi
farci nulla. Non rifugiarti nei
ricordi, non sprecare il tuo tempo, le tue energie tentando di
ricordare coloro
che non ci sono più. Non morire anche tu, fattelo dire da
chi è morto già una
volta.” Gli risponde il mannaro, alzandosi ed uscendo da
quella che fino a
poche ore prima era la casa del nipote.
Stiles alza la testa, e lentamente raggiunge la
camera da
letto di Derek, e le parole della notte precedente lo assalgono.
“Non
fare questo, non andare. E se questo finissi
per farti uccidere?” Disse Stiles andando incontro al lupo,
seduto sul letto.
“Perché sei così preoccupato per
me?” gli chiese l’alpha, il tono incerto.
“Perché ti amo.” Rispose Stiles. Era la
prima volta che glielo diceva, la prima
volta che si apriva completamente con il mannaro.
Gli si sedette accanto, prendendogli la mano.
“Per favore Derek, non farlo.”
“Non ho altra scelta Stiles. Devo.” Rispose
l’alpha, dando una piccola stretta
alla mano del ragazzo, per poi lasciarla completamente e dirigersi
verso la
porta.
“Verrò con voi.” Esclamò il
ragazzo.
Derek si fermò un istante, il tempo di fare un cenno
affermativo , per poi
riprendere a camminare.
La seta delle lenzuola scorre veloce sotto le dita
del
ragazzo. Stiles si sdraia sotto le coperte ed appoggia la testa sul
cuscino, le
narici piene dell’odore del lupo.
Lacrime silenziose iniziano a scorrere sulle sue guance, e senza
rendersene
conto ha iniziato a singhiozzare, stringendosi le braccia al petto ed
affondando la testa nel cuscino.
E’ in questo stato che Scott lo trova la
mattina seguente.
“Stiles…” prova a
svegliarlo il lupo, ma l’umano è già
sveglio.
“Non saremmo dovuti andare, nessuno di
noi. Lo sapevo che
non saremmo dovuti andare.” Dice l’umano, il
cuscino stretto al petto.
“Dovevamo, c’è
più sicurezza nei numeri.”
“Si, ma c’è anche
morte nei numeri ok? E si chiama massacro.”
Ribatte Stiles, scalciando le coperte e mettendosi a sedere.
“Se fossimo rimasti qui e avessimo
pensato a qualche altro
piano, Derek sarebbe ancora vivo! Se avessimo fatto come avevo
suggerito ora
non dovrei ricorrere a questo.” Continua il ragazzo, facendo
emergere dalle
lenzuola un vecchio libro e porgendolo all’amico.
“Cos’è
questo?” chiede confuso il licantropo.
“Ci deve essere qualcos’altro
ok? Abbiamo sempre un piano B…
e quello è il mio.”
“Derek è morto
Stiles…”
“Si, lo so. Ma questo… Io ho
bisogno di lui Scott. Quel
libro… dice che è possibile invocare un demone in
grado di riportare in vita i
morti.” Dice Stiles, indicando
il libro.
“Vuoi fare un patto con un
demone?”
“Se è l’unico modo
per riaverlo…” risponde il ragazzo.
***
Trovare gli ingredienti necessari per invocare lo
spirito
non è stato difficile, così ora Stiles si ritrova
davanti a casa Hale, dentro
la quale giace il corpo senza vita di Derek.
Sotterra la scatoletta contenente
l’incantesimo, e recita le
parole in latino.
Tutto a un tratto il vento si alza, e le foglie
iniziano a
vorticare intorno all’umano.
“Tu devi essere Stiles.”
Esclama una donna, apparsa dal
nulla.
All’apparenza
sembra
un essere umano, ma appena le foglie ricadono a terra e questa si
avvicina,
Stiles scorge i suoi occhi: sono totalmente rossi, ma non come quelli
di un
alpha, ma come quelli di un demone.
“Si, io voglio-“
“Fare un patto. E’ quello che
vogliono tutti, dopotutto.” Lo
interrompe la donna.
“Lo farai?” chiede il ragazzo,
avvicinandosi.
“Beh, dipende da quello che mi
offri.” Risponde la creatura
sorridendo.
“Io non ho molto da offrire.”
“Sai bene quello che voglio, piccolo
umano. La tua anima,
per il ritorno del licantropo. Quando morirai la tua anima
sarà mia.”
“Va bene.” Risponde
velocemente l’umano. Non gli importa di
ciò che gli succederà dopo la morte: se questo
è l’unico per riavere Derek
allora ne vale la pena.
“Non essere troppo precipitoso, dovresti
pensarci bene e-“
“Per favore.” La interrompe
Stiles.
“Va bene. Lo farò.”
Afferma la donna, per poi sparire nel
nulla.
Intanto nel cielo la luna, piena, splende luminosa
nel cielo
ed un raggio illumina, attraverso la finestra frontale,
l’interno di casa Hale.
Il rumore del legno spezzato attira
l’attenzione dell’umano,
che si precipita all’interno dell’abitazione.
Nel centro dell’atrio vi è un
buco nel pavimento, proprio
dove termina il raggio lunare ed il ragazzo si affaccia, per vedere il
corpo di
Derek , sporco di terra, immobile.
Il tempo sembra fermarsi, e Stiles trattiene il
fiato, lo
trattiene finchè non sente la testa girare.
Quando inizia a pensare di essere stato preso in
giro, il
mannaro apre gli occhi, che si accendono di un rosso cremisi, e si
posano sull’umano.
“Stiles…” sussurra
l’uomo, ed alza una mano per sfiorare il
volto del ragazzo, rigato di lacrime.
“Derek…” risponde
Stiles sorridendo, e prende la mano del
licantropo.
E questa volta non se la lascerà scappare per nulla al mondo.