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Autore: Mitsuki91    13/01/2014    4 recensioni
[Partecipa al "Contest dei desideri" indetto da @orny@ sul forum di EFP]
“Fred ti raccontava del negozio e della sua famiglia.
E a volte faceva discorsi un po’ strani.
Ti chiedeva qualcosa su Draco e allora andavi in confusione, perché Draco era il nome con cui Fred si faceva chiamare a casa e in pubblico.
Ti chiedeva del giorno del matrimonio e tu gli raccontavi l’amore che avevi provato, e la stranezza di esserti svegliata ad un certo punto nelle stanze degli Elfi con le lacrime agli occhi.
Una volta ti chiese pure di tuo padre e tu scoppiasti a piangere, continuando a ripetere: “Mi spiace, è stata colpa mia, diceva che non eri degno, io so che è stato lui, mi spiace…”
Poi non ha chiesto più.”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Fred Weasley | Coppie: Astoria/Fred, Draco/Astoria
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Storia partecipante al “Contest dei desideri” indetto da @rny@ sul forum di EFP.

Nick: Mitsuki91
Desiderio scelto: BessieB - Fred/Asteria, angst senza happy ending, ambientata dopo il matrimonio di Asteria e Draco (conseguente what if, Fred vivo) [+ NO rating rosso per questioni di età]
Titolo: Polvere di un sole morente
Personaggi: Asteria Greengrass, un po’ di Fred Weasley, marginalmente Draco Malfoy, e proprio un accenno di Scorpius alla fine.
Genere: introspettivo, angst, sentimentale (non esiste un genere per la pazzia…?)
Rating: giallo o arancio, boh
Introduzione: “Fred ti raccontava del negozio e della sua famiglia.
E a volte faceva discorsi un po’ strani.
Ti chiedeva qualcosa su Draco e allora andavi in confusione, perché Draco era il nome con cui Fred si faceva chiamare a casa e in pubblico.
Ti chiedeva del giorno del matrimonio e tu gli raccontavi l’amore che avevi provato, e la stranezza di esserti svegliata ad un certo punto nelle stanze degli Elfi con le lacrime agli occhi.
Una volta ti chiese pure di tuo padre e tu scoppiasti a piangere, continuando a ripetere: “Mi spiace, è stata colpa mia, diceva che non eri degno, io so che è stato lui, mi spiace…”
Poi non ha chiesto più.”
Nda: ho due cose da dirti… La prima è che il punto di vista è principalmente quello di Asteria, ma mi sono esternata in qualche punto per far capire meglio il tutto. La seconda è che ho usato uno stile particolare abbinato alla seconda persona; un po’ evocativo e sfuggente, a parer mio, che dovrebbe accordarsi alla storia. Questo solo per puntualizzare, ma poi sarai tu a valutare. Ah! Molte frasi iniziano con la “e” o con il “ma” e li trovi anche dopo le virgole… E’ una scelta stilistica. Magari alcuni sono errori, eh, non lo nego, ma spero si capisca quando ho fatto apposta per rifarmi allo stile un po’ sognante e drammatico, per così dire.
(PS per Bessie ma anche per la giudiciA, sempre in merito allo stile: ho cercato un po’ di rispecchiare le tue storie, anche se credo di essere stata più diretta. Non è esattamente nelle mie corde questo modo di scrivere, ma trovo che metta molta più poesia nell’insieme, e dato l’argomento trattato… Inoltre, avevo provato a sperimentarlo già altrove e i risultati mi avevano lasciata abbastanza soddisfatta, anche se ancora non ho pubblicato tutte le storie perché partecipano a contest non ancora scaduti. Va beh, ora chiudo o le note si fanno lunghissime; in sostanza tutto per dirti che adoro il tuo modo di scrivere e che vorrei essere capace anch’io di scrivere almeno un po’ come scrivi tu! XD)
Ah, sì, ultimissima cosa. E’ una OS, anche se può sembrare una raccolta di drabble/flash, perciò va letta per intero. Anche questo fa parte dello stile sperimentale che ho adottato, sebbene l’abbia già usato per altre storie.
Ecco, no, ne ho un’altra. Ed è che mi sono rifatta agli escamotage dei matrimoni combinati fra Purosangue, pure se è un cliché. Sorry… La mia idea iniziale era un’altra, ma quella storia proprio non voleva essere scritta è.é Quanto a ciò che pensa Draco e, in parte, a ciò che pensa Fred, mi divertirò a vedere le conclusioni che hai tratto nella valutazione, non dicendoti nulla ma seminando indizi nel testo u.u


Polvere di un sole morente

È riemerso dopo una settimana da coma.
Hai mangiato polvere sotto il sole morente, Asteria, per tutto il tempo della sua incoscienza.
“Devi smetterla con gli amori di bambina. È giunto il momento di andare oltre.”
Senti quelle parole scavare dentro di te e sai, sai che è stato lui.
Che la maledizione che l’ha colpito proveniva dalla sua bacchetta.
“Farai ciò che la tua famiglia si aspetta da te.”
E ridi, ridi di sollievo e di angoscia; ridi di pazzia.
Mentre Fred ti urla che non puoi abbandonarlo così dopo l’incidente, che sei una vigliacca e che avrebbe preferito morire che rendersi conto di che razza di persona ha avuto al suo fianco per tutto questo tempo; mentre lo osservi con uno sguardo di ghiaccio mentre gli dici addio, ecco, sai che ti prepari ad essere la sposa di Draco Malfoy.
Non senti niente.

***

Il giorno del matrimonio l’hai passato veleggiando sopra un sogno. Vedevi Fred aspettarti all’altare – hai scelto di sposarti al tramonto, in un punto strategico del giardino, solo perché il sole lo colpisse alle spalle donandogli sfumature ramate sui capelli.
E hai sorriso, Asteria, mentre avanzavi verso quella muta promessa.
Avevi gli occhi pieni di lui. E se i suoi, di occhi, erano ghiaccio e non cielo, era solo uno scherzo della luce.
Hai confuso la verità con la menzogna e sei riuscita a dire sì.
Lui ti ha baciato a fior di labbra, rigido come te, forse scontento come saresti stata tu se non ti stessi sposando con il tuo bellissimo Fred.
Hai preteso che tutte le foto con lui venissero fatte prima della notte, sotto il sole morente. Almeno quello te l’hanno dovuto concedere.
Solo alla fine dei festeggiamenti, quando ti eri ormai allontanata da tempo da Draco – l’illusione è durata troppo poco, il sole è morto e tu hai dovuto adattarti, ritornando ad essere ghiaccio – hai visto tuo padre sorridere compiaciuto a Lucius.
I tuoi occhi si sono spenti, mentre hai ricacciato nel petto l’angoscia e la paura.
E ti sei vista di nuovo al capezzale del tuo amore, mentre lo lasciavi solo, ormai fuori pericolo, e lui ti urlava le peggio cose, dopo averti implorato di non andartene.
Sei dovuta scappare. Non hai potuto contenere i tuoi ricordi in quel vuoto.
Ti sei rintanata in soffitta, nei giacigli degli Elfi, che in quel momento erano tutti di sotto a servire tramezzini e vino, e hai pianto come non avevi mai fatto.
Poi ti sei rimessa in piedi e hai sistemato la faccia con la bacchetta. L’illusione ha preso di nuovo il sopravvento ti sei chiesta cosa ci facessi lì, in mezzo alla polvere e alle coperte sudice, mentre sotto si svolgeva la tua festa.
Mentre sotto il tuo Fred ti attendeva entusiasta.

***

Hai vagato mesi fra la depressione e il sogno, rintanandoti nel tuo mondo la maggior parte del tempo.
Poi l’hai visto.
Eri andata a passeggiare in un parco; un parco Babbano dove ti portava sempre il tuo Fred. In questi mesi ti sei chiesta perché non ti ci abbia più portato, in effetti, ma non era poi così importante, se ti bastava tornare a casa per trovarlo nel tuo letto la sera, pronto a fare l’amore con te.
E te lo sei trovata davanti.
Seduto su una panchina, con un caffè fra le mani e lo sguardo perso.
Ti sei avvicinata e gli hai buttato le braccia al collo, e non importava neppure che fossi stata troppo impetuosa, che avessi disatteso le perfette maniere che ti hanno inculcato fin da bambina.
Il sogno è sembrato sparire e ridefinirsi, avvicinandosi a una pericolosa definizione di realtà, mentre la depressione lasciava il posto alle farfalle nello stomaco. Per un secondo, ti sei sentita in grado di raggiungere il paradiso.
“Cosa…?” aveva boccheggiato lui, per un momento, prima di allontanarti bruscamente.
“Ti aspettavo solo stasera a casa, mi avevi detto di avere una riunione importante al lavoro…” avevi iniziato a dire, incurante della situazione, avvicinandoti di nuovo e stringendolo a te; praticamente sedendoti in braccio a lui. Rannicchiandoti al suo petto come una bambina, per aspirarne l’odore meraviglioso che a casa sembrava sempre un po’ guasto, un po’ diverso.
“Asteria…” aveva iniziato lui, titubante, a metà fra la passione che ancora provava per te e la furia per come l’avevi scaricato per un altro. Ma tu non riuscivi a comprenderlo, Asteria, perché eri sempre rimasta al suo fianco.
E allora avevi continuato a parlare, aggrappandoti con forza a quel sogno diventato reale, e parlavi di cose poco importanti, di scene quotidiane e di sciocchezze.
Fred aveva sempre amato sentirti chiacchierare, questo lo sapevi.
E Fred, che stavolta era davvero il tuo Fred, aveva compreso e aveva deciso di capire, e quindi ti aveva stretto ancora un po’.

***

Vi vedevate tre volte a settimana, nel solito parco, all’ombra di un grosso pino. Lui ti stringeva e ti sussurrava parole d’amore; a volte ti convinceva a usare un incantesimo di disillusione e silenziante per fare l’amore con te, lì, davanti a tutti. Diceva che era più eccitante e tu, pudica fanciulla cresciuta con il mito della verginità e della vergogna, non esitavi ad accontentarlo.
D’altronde eravate sposati, no? E nessuno vi avrebbe visto davvero, no?
Fred ti raccontava del negozio e della sua famiglia.
E a volte faceva discorsi un po’ strani.
Ti chiedeva qualcosa su Draco e allora andavi in confusione, perché Draco era il nome con cui Fred si faceva chiamare a casa e in pubblico.
Ti chiedeva del giorno del matrimonio e tu gli raccontavi l’amore che avevi provato, e la stranezza di esserti svegliata ad un certo punto nelle stanze degli Elfi con le lacrime agli occhi.
Una volta ti chiese pure di tuo padre e tu scoppiasti a piangere, continuando a ripetere: “Mi spiace, è stata colpa mia, diceva che non eri degno, io so che è stato lui, mi spiace…”
Poi non ha chiesto più.
Si è limitato a passare quei pomeriggi e a far l’amore con te e a sorridere e a farti il solletico. A volte ti portava da qualche parte, come in un luna park Babbano, e tu rimanevi incantata per la meraviglia.
Solo quando tornavi a casa e ti ritrovavi nel letto con tuo marito sentivi una lieve interferenza, come un errore di fondo. E ti chiedevi che fine avesse fatto il tuo Fred in quei gesti meccanici di possessione, rispondendoti che amavi più il Fred del parco che il Fred che si faceva chiamare Draco.

***

Tornasti in te circa un anno dopo esserti sposata, perché Fred aveva detto che non potevate incontrarvi al parco per due settimane, per via di alcuni affari del negozio. Allora, come non ti capitava ormai da mesi, la realtà si schiuse di nuovo davanti ai tuoi occhi e tu compresi.
Tuo marito era Draco Malfoy; l’avevi sposato per volere di tuo padre, che aveva ferito Fred circa una vita prima come “avvertimento”. Avevi lasciato Fred con una scusa per non dover più temere per la sua vita, e ti eri rassegnata al tuo destino.
Svegliandoti da un sogno, hai appreso la verità.
Sei rimasta a letto sette giorni, mangiando appena, finché non è tornato il momento di andare nel parco.
Ancora non avevi compreso la sottile differenza fra le bugie che avevi vissuto e quel limbo che ti era sembrato così reale… Ti sei aggrappata alla speranza che almeno quello non fosse un sogno.
E l’hai visto.
Fred, il tuo Fred in carne ed ossa, che ti ha accolto con un sorriso smagliante.
E allora tu ti sei buttata fra le sue braccia piangendo e gli hai raccontato tutto, gli hai detto che sei stata costretta a farlo, che era stato tuo padre a ferirlo e a minacciarlo.
Lui ti ha stretta a sé baciandoti i capelli e cullandoti. Poi ti ha chiesto di scappare insieme, di andare lontano per non dover più temere nessuno.
Il viso di tuo padre si è fatto strada nella tua mente, bloccandoti il respiro. L’hai osservato con puro terrore e poi i tuoi occhi si sono svuotati, lasciandoti un istante senza parole.
Quando hai rialzato lo sguardo, sorridevi serena.
“Perché dovremmo andarcene? Hai così tanti affari qui, so che sei impegnato, poi abbiamo appuntamento con i tuoi per una cena settimana prossima…”
Fred ha stretto le labbra, ma tu non l’hai notato.

***

Ogni volta ti risvegli nella realtà e corri da lui piangendo, salvo poi tornare a vivere di sogni quando Fred ti propone la fuga.
L’ombra di tuo padre è il vero peso che hai sul cuore; il terrore di ciò che potrebbe succedere al tuo amato ti impedisce di prendere una decisione. Sai che soffriresti infinitamente di più a vederlo morto che a saperlo lontano da te, e per questo non sei in grado di rimanere ferma sulla realtà.
Le volte che ti svegli consapevole, ci metti ore per andare da lui. Pensi che tuo padre ti segua, che quello che fai mini tutto quello che hai fatto, che non puoi permetterti di avere per amante l’uomo che ami. Pensi che tuo padre lo ucciderà e questo ti fa mancare il fiato, e ti risvegli tempo dopo nella soffitta degli Elfi, che ti scuotono piano e cercano di calmarti, comprensivi come al solito e preoccupati.
Poi decidi di correre il rischio perché devi avvertire Fred del pericolo, perché quello ha la precedenza su tutto.
E ti ritrovi di nuovo a sognare fra le sue braccia, ad abbandonarti a chiacchiere e giochi e a fare l’amore cullata dal suo respiro.

***

Alla fine è stato lui a spezzare l’incantesimo, quando la tua pancia è diventata più evidente.
Ti ha guardato con gli occhi adombrati, terribilmente serio in viso.
“Dobbiamo smettere di vederci.”
La terra ti è crollata sotto i piedi per un attimo, mentre parte di te sentiva che in qualche modo era la scelta giusta.
Giusto e sbagliato potevano coesistere insieme, come sensazione?
E che voleva dire Fred, il tuo Fred, il Fred del parco che ami più di te stessa, così diverso dal Fred che si fa chiamare Draco a casa?
Non può divorziare da te, non può ripudiarti come moglie. La legge magica non glielo permette, se non in rarissimi casi, e tu sei stata brava, no?
“Asteria… Ascoltami. Svegliati da qualsiasi sogno tu stia vivendo e ascoltami.”
Ha atteso. Ha atteso che la consapevolezza si facesse strada sul tuo volto, mentre sapeva che neppure nel suo sogno più proibito quel bambino poteva essere suo, perché era stato così attento… Così attento, con una donna sposata…
E con un sussulto tu sei riemersa, hai visto Fred, il tuo Fred, il vero e solo unico Fred.
Hai visto Fred dirti addio.
Il mondo si è spezzato sotto i tuoi piedi e hai perso la presa, deviando il tuo equilibrio in occhi spenti.
“Ti avevo chiesto di fuggire con me, e tu non sembravi in grado di reagire. Ora sei incinta, e io so che non è mio. Mi chiedo se per tutto questo tempo mi hai preso in giro, se non sia stata tutta una messa in scena per poter stare ancora con me nonostante tutto, per ‘tenere il piede in due scarpe’, come dicono i Babbani…”
E allora tutto è diventato troppo doloroso, e tu ti sei divincolata mentre le lacrime iniziavano a scorrere sul tuo viso, perché non avresti mai voluto farti vedere piangere da Fred. Non l’avevi fatto neanche quando l’avevi lasciato per il suo bene, e non ti sembrava il caso di iniziare ora.
Ma le sue parole facevano così male…
Prima di smaterializzarti, hai fatto a tempo a sentire un’ultima cosa.
“Non tornerò più, Asteria.”

***

Ti sei svegliata piangendo nelle coperte degli Elfi e, ancora una volta, non sei stata in grado di ricordare.
Hai di nuovo cominciato a sognare e ti sei chiesta perché Fred, il Fred così distante a casa che si fa chiamare Draco, non ti porti più nel parco. Una volta gliel’hai chiesto e lui ti ha guardata in modo così freddo che ti ha spezzato il cuore due volte, anche se l’hai avvertito solo come un eco.
Come se avessi già il cuore spezzato e non lo ricordassi.
Hai capito che l’argomento è un tabù e non hai più proferito parola, vivendo solo nei sogni notturni i ricordi di quell’amore immerso nel verde, dove tu e Fred rotolavate nell’erba come due adolescenti affamati l’uno del corpo dell’altro, celati agli altri solo da un semplice incantesimo.
Hai continuato a vivere la tua illusione per mesi, mentre la tua pancia diventava sempre più grande, svegliandoti solo talvolta in lacrime nella soffitta degli Elfi, in mezzo alla polvere.

***

La realtà è tornata nel dolore del parto, dove tutto si è rimesso a fuoco e tu hai compreso davvero le parole di Fred – di quello vero, oh, del tuo Fred del parco, l’unico che tu abbia mai amato.
E mentre stringi la mano a Draco, che non è Fred che si fa chiamare Draco, ma è Draco Malfoy, tuo marito, il mondo si è rotto sotto le tue spinte e grazie al vagito di un bambino.
Non lo vuoi vedere.
Passi i giorni a piangere e i medici dicono che a volte è normale, per una partoriente.
Draco annuisce, severo. Non ha detto a nessuno che a volte con la testa scompari, di questo ne sei sicura.
E il terzo giorno di singhiozzi ininterrotti, esce dalla vostra camera sbattendo la porta e non vi fa più ritorno.

***

Sei a metà fra due mondi, dove il sogno ha il sapore del sole e la realtà quello della terra.
Le poche volte che incroci tuo figlio, tenuto rigorosamente lontano da te, come prima cosa pensi che dovrebbe avere capelli più rossi e occhi più azzurri. Gli chiedi come mai non assomigli a suo padre e lui, dall’innocenza dei suoi prima tre, poi quattro, poi dieci anni e seguenti, ti risponde sempre che tutti invece gli dicono che è la sua copia. E allora ti svegli piangente nella soffitta degli Elfi, mentre uno dei tanti cerca di riportarti al tuo sogno, dove vivere non fa poi così male.
Tutte le sere aspetti il tramonto, quando il sole rosso si riflette sul quadrato di terra dove hai sposato quello che credevi essere il tuo Fred, e poi esci e ti ci sdrai, baciando la polvere come se fosse lui. E’ l’unico momento certo in cui la realtà prende il sopravvento, perché l’arancio dei riflessi del giorno che muore ti ricorda incredibilmente quello dei suoi capelli.
E, mentre gli altri ti considerano pazza, tu torni a sognare il tuo primo amore per vivere.
   
 
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