Storia partecipante
al “Contest dei desideri” indetto da @rny@ sul forum di EFP.
Nick: Mitsuki91
Desiderio scelto: BessieB - Fred/Asteria, angst senza happy ending, ambientata dopo il matrimonio di Asteria e Draco (conseguente what if, Fred vivo) [+ NO rating rosso per questioni di età]
Titolo: Polvere di un sole morente
Personaggi: Asteria Greengrass, un po’ di Fred Weasley, marginalmente Draco Malfoy, e proprio un accenno di Scorpius alla fine.
Genere: introspettivo, angst, sentimentale (non esiste un genere per la pazzia…?)
Rating: giallo o arancio, boh
Introduzione: “Fred ti raccontava del negozio e della sua famiglia.
Desiderio scelto: BessieB - Fred/Asteria, angst senza happy ending, ambientata dopo il matrimonio di Asteria e Draco (conseguente what if, Fred vivo) [+ NO rating rosso per questioni di età]
Titolo: Polvere di un sole morente
Personaggi: Asteria Greengrass, un po’ di Fred Weasley, marginalmente Draco Malfoy, e proprio un accenno di Scorpius alla fine.
Genere: introspettivo, angst, sentimentale (non esiste un genere per la pazzia…?)
Rating: giallo o arancio, boh
Introduzione: “Fred ti raccontava del negozio e della sua famiglia.
E a volte faceva discorsi un po’ strani.
Ti chiedeva qualcosa su Draco e allora andavi in confusione,
perché Draco era il nome con cui Fred si faceva chiamare a casa e in pubblico.
Ti chiedeva del giorno del matrimonio e tu gli raccontavi
l’amore che avevi provato, e la stranezza di esserti svegliata ad un certo
punto nelle stanze degli Elfi con le lacrime agli occhi.
Una volta ti chiese pure di tuo padre e tu scoppiasti a
piangere, continuando a ripetere: “Mi spiace, è stata colpa mia, diceva che non
eri degno, io so che è stato lui, mi spiace…”
Poi non ha chiesto più.”
Nda: ho due cose da dirti… La prima è che il punto di vista è principalmente quello di Asteria, ma mi sono esternata in qualche punto per far capire meglio il tutto. La seconda è che ho usato uno stile particolare abbinato alla seconda persona; un po’ evocativo e sfuggente, a parer mio, che dovrebbe accordarsi alla storia. Questo solo per puntualizzare, ma poi sarai tu a valutare. Ah! Molte frasi iniziano con la “e” o con il “ma” e li trovi anche dopo le virgole… E’ una scelta stilistica. Magari alcuni sono errori, eh, non lo nego, ma spero si capisca quando ho fatto apposta per rifarmi allo stile un po’ sognante e drammatico, per così dire.
Nda: ho due cose da dirti… La prima è che il punto di vista è principalmente quello di Asteria, ma mi sono esternata in qualche punto per far capire meglio il tutto. La seconda è che ho usato uno stile particolare abbinato alla seconda persona; un po’ evocativo e sfuggente, a parer mio, che dovrebbe accordarsi alla storia. Questo solo per puntualizzare, ma poi sarai tu a valutare. Ah! Molte frasi iniziano con la “e” o con il “ma” e li trovi anche dopo le virgole… E’ una scelta stilistica. Magari alcuni sono errori, eh, non lo nego, ma spero si capisca quando ho fatto apposta per rifarmi allo stile un po’ sognante e drammatico, per così dire.
(PS per Bessie ma anche per la giudiciA, sempre in merito
allo stile: ho cercato un po’ di rispecchiare le tue storie, anche se credo di
essere stata più diretta. Non è esattamente nelle mie corde questo modo di
scrivere, ma trovo che metta molta più poesia nell’insieme, e dato l’argomento
trattato… Inoltre, avevo provato a sperimentarlo già altrove e i risultati mi
avevano lasciata abbastanza soddisfatta, anche se ancora non ho pubblicato
tutte le storie perché partecipano a contest non ancora scaduti. Va beh, ora
chiudo o le note si fanno lunghissime; in sostanza tutto per dirti che adoro il
tuo modo di scrivere e che vorrei essere capace anch’io di scrivere almeno un
po’ come scrivi tu! XD)
Ah, sì, ultimissima cosa. E’ una OS, anche se può sembrare
una raccolta di drabble/flash, perciò va letta per intero. Anche questo fa
parte dello stile sperimentale che ho adottato, sebbene l’abbia già usato per
altre storie.
Ecco, no, ne ho un’altra. Ed è che mi sono rifatta agli
escamotage dei matrimoni combinati fra Purosangue, pure se è un cliché. Sorry…
La mia idea iniziale era un’altra, ma quella storia proprio non voleva essere
scritta è.é Quanto a ciò che pensa Draco e, in parte, a ciò che pensa Fred, mi
divertirò a vedere le conclusioni che hai tratto nella valutazione, non dicendoti
nulla ma seminando indizi nel testo u.u
Polvere di un sole
morente
È riemerso dopo una settimana da
coma.
Hai mangiato polvere sotto il
sole morente, Asteria, per tutto il tempo della sua incoscienza.
“Devi smetterla con gli amori di
bambina. È giunto il momento di andare oltre.”
Senti quelle parole scavare
dentro di te e sai, sai che è stato lui.
Che la maledizione che l’ha
colpito proveniva dalla sua bacchetta.
“Farai ciò che la tua famiglia si
aspetta da te.”
E ridi, ridi di sollievo e di angoscia;
ridi di pazzia.
Mentre Fred ti urla che non puoi
abbandonarlo così dopo l’incidente, che sei una vigliacca e che avrebbe
preferito morire che rendersi conto di che razza di persona ha avuto al suo
fianco per tutto questo tempo; mentre lo osservi con uno sguardo di ghiaccio
mentre gli dici addio, ecco, sai che ti prepari ad essere la sposa di Draco
Malfoy.
Non senti niente.
***
Il giorno del matrimonio l’hai
passato veleggiando sopra un sogno. Vedevi Fred aspettarti all’altare – hai
scelto di sposarti al tramonto, in un punto strategico del giardino, solo
perché il sole lo colpisse alle spalle donandogli sfumature ramate sui capelli.
E hai sorriso, Asteria, mentre
avanzavi verso quella muta promessa.
Avevi gli occhi pieni di lui. E
se i suoi, di occhi, erano ghiaccio e non cielo, era solo uno scherzo della
luce.
Hai confuso la verità con la
menzogna e sei riuscita a dire sì.
Lui ti ha baciato a fior di
labbra, rigido come te, forse scontento come saresti stata tu se non ti stessi
sposando con il tuo bellissimo Fred.
Hai preteso che tutte le foto con
lui venissero fatte prima della notte, sotto il sole morente. Almeno quello te
l’hanno dovuto concedere.
Solo alla fine dei
festeggiamenti, quando ti eri ormai allontanata da tempo da Draco – l’illusione
è durata troppo poco, il sole è morto e tu hai dovuto adattarti, ritornando ad
essere ghiaccio – hai visto tuo padre sorridere compiaciuto a Lucius.
I tuoi occhi si sono spenti,
mentre hai ricacciato nel petto l’angoscia e la paura.
E ti sei vista di nuovo al
capezzale del tuo amore, mentre lo lasciavi solo, ormai fuori pericolo, e lui
ti urlava le peggio cose, dopo averti implorato di non andartene.
Sei dovuta scappare. Non hai
potuto contenere i tuoi ricordi in quel vuoto.
Ti sei rintanata in soffitta, nei
giacigli degli Elfi, che in quel momento erano tutti di sotto a servire
tramezzini e vino, e hai pianto come non avevi mai fatto.
Poi ti sei rimessa in piedi e hai
sistemato la faccia con la bacchetta. L’illusione ha preso di nuovo il
sopravvento ti sei chiesta cosa ci facessi lì, in mezzo alla polvere e alle
coperte sudice, mentre sotto si svolgeva la tua festa.
Mentre sotto il tuo Fred ti
attendeva entusiasta.
***
Hai vagato mesi fra la
depressione e il sogno, rintanandoti nel tuo mondo la maggior parte del tempo.
Poi l’hai visto.
Eri andata a passeggiare in un
parco; un parco Babbano dove ti portava sempre il tuo Fred. In questi mesi ti
sei chiesta perché non ti ci abbia più portato, in effetti, ma non era poi così
importante, se ti bastava tornare a casa per trovarlo nel tuo letto la sera,
pronto a fare l’amore con te.
E te lo sei trovata davanti.
Seduto su una panchina, con un
caffè fra le mani e lo sguardo perso.
Ti sei avvicinata e gli hai
buttato le braccia al collo, e non importava neppure che fossi stata troppo
impetuosa, che avessi disatteso le perfette maniere che ti hanno inculcato fin
da bambina.
Il sogno è sembrato sparire e
ridefinirsi, avvicinandosi a una pericolosa definizione di realtà, mentre la
depressione lasciava il posto alle farfalle nello stomaco. Per un secondo, ti
sei sentita in grado di raggiungere il paradiso.
“Cosa…?” aveva boccheggiato lui,
per un momento, prima di allontanarti bruscamente.
“Ti aspettavo solo stasera a
casa, mi avevi detto di avere una riunione importante al lavoro…” avevi
iniziato a dire, incurante della situazione, avvicinandoti di nuovo e
stringendolo a te; praticamente sedendoti in braccio a lui. Rannicchiandoti al
suo petto come una bambina, per aspirarne l’odore meraviglioso che a casa
sembrava sempre un po’ guasto, un po’ diverso.
“Asteria…” aveva iniziato lui,
titubante, a metà fra la passione che ancora provava per te e la furia per come
l’avevi scaricato per un altro. Ma tu non riuscivi a comprenderlo, Asteria,
perché eri sempre rimasta al suo fianco.
E allora avevi continuato a
parlare, aggrappandoti con forza a quel sogno diventato reale, e parlavi di
cose poco importanti, di scene quotidiane e di sciocchezze.
Fred aveva sempre amato sentirti
chiacchierare, questo lo sapevi.
E Fred, che stavolta era davvero
il tuo Fred, aveva compreso e aveva deciso di capire, e quindi ti aveva stretto
ancora un po’.
***
Vi vedevate tre volte a
settimana, nel solito parco, all’ombra di un grosso pino. Lui ti stringeva e ti
sussurrava parole d’amore; a volte ti convinceva a usare un incantesimo di
disillusione e silenziante per fare l’amore con te, lì, davanti a tutti. Diceva
che era più eccitante e tu, pudica fanciulla cresciuta con il mito della
verginità e della vergogna, non esitavi ad accontentarlo.
D’altronde eravate sposati, no? E
nessuno vi avrebbe visto davvero, no?
Fred ti raccontava del negozio e
della sua famiglia.
E a volte faceva discorsi un po’
strani.
Ti chiedeva qualcosa su Draco e
allora andavi in confusione, perché Draco era il nome con cui Fred si faceva
chiamare a casa e in pubblico.
Ti chiedeva del giorno del
matrimonio e tu gli raccontavi l’amore che avevi provato, e la stranezza di
esserti svegliata ad un certo punto nelle stanze degli Elfi con le lacrime agli
occhi.
Una volta ti chiese pure di tuo
padre e tu scoppiasti a piangere, continuando a ripetere: “Mi spiace, è stata
colpa mia, diceva che non eri degno, io so che è stato lui, mi spiace…”
Poi non ha chiesto più.
Si è limitato a passare quei
pomeriggi e a far l’amore con te e a sorridere e a farti il solletico. A volte
ti portava da qualche parte, come in un luna park Babbano, e tu rimanevi
incantata per la meraviglia.
Solo quando tornavi a casa e ti
ritrovavi nel letto con tuo marito sentivi una lieve interferenza, come un
errore di fondo. E ti chiedevi che fine avesse fatto il tuo Fred in quei gesti
meccanici di possessione, rispondendoti che amavi più il Fred del parco che il
Fred che si faceva chiamare Draco.
***
Tornasti in te circa un anno dopo
esserti sposata, perché Fred aveva detto che non potevate incontrarvi al parco
per due settimane, per via di alcuni affari del negozio. Allora, come non ti
capitava ormai da mesi, la realtà si schiuse di nuovo davanti ai tuoi occhi e
tu compresi.
Tuo marito era Draco Malfoy;
l’avevi sposato per volere di tuo padre, che aveva ferito Fred circa una vita
prima come “avvertimento”. Avevi lasciato Fred con una scusa per non dover più
temere per la sua vita, e ti eri rassegnata al tuo destino.
Svegliandoti da un sogno, hai
appreso la verità.
Sei rimasta a letto sette giorni,
mangiando appena, finché non è tornato il momento di andare nel parco.
Ancora non avevi compreso la
sottile differenza fra le bugie che avevi vissuto e quel limbo che ti era
sembrato così reale… Ti sei aggrappata alla speranza che almeno quello non
fosse un sogno.
E l’hai visto.
Fred, il tuo Fred in carne ed
ossa, che ti ha accolto con un sorriso smagliante.
E allora tu ti sei buttata fra le
sue braccia piangendo e gli hai raccontato tutto, gli hai detto che sei stata
costretta a farlo, che era stato tuo padre a ferirlo e a minacciarlo.
Lui ti ha stretta a sé baciandoti
i capelli e cullandoti. Poi ti ha chiesto di scappare insieme, di andare
lontano per non dover più temere nessuno.
Il viso di tuo padre si è fatto
strada nella tua mente, bloccandoti il respiro. L’hai osservato con puro
terrore e poi i tuoi occhi si sono svuotati, lasciandoti un istante senza
parole.
Quando hai rialzato lo sguardo,
sorridevi serena.
“Perché dovremmo andarcene? Hai
così tanti affari qui, so che sei impegnato, poi abbiamo appuntamento con i
tuoi per una cena settimana prossima…”
Fred ha stretto le labbra, ma tu
non l’hai notato.
***
Ogni volta ti risvegli nella
realtà e corri da lui piangendo, salvo poi tornare a vivere di sogni quando
Fred ti propone la fuga.
L’ombra di tuo padre è il vero
peso che hai sul cuore; il terrore di ciò che potrebbe succedere al tuo amato
ti impedisce di prendere una decisione. Sai che soffriresti infinitamente di
più a vederlo morto che a saperlo lontano da te, e per questo non sei in grado
di rimanere ferma sulla realtà.
Le volte che ti svegli
consapevole, ci metti ore per andare da lui. Pensi che tuo padre ti segua, che
quello che fai mini tutto quello che hai fatto, che non puoi permetterti di
avere per amante l’uomo che ami. Pensi che tuo padre lo ucciderà e questo ti fa
mancare il fiato, e ti risvegli tempo dopo nella soffitta degli Elfi, che ti
scuotono piano e cercano di calmarti, comprensivi come al solito e preoccupati.
Poi decidi di correre il rischio
perché devi avvertire Fred del pericolo, perché quello ha la precedenza su
tutto.
E ti ritrovi di nuovo a sognare
fra le sue braccia, ad abbandonarti a chiacchiere e giochi e a fare l’amore
cullata dal suo respiro.
***
Alla fine è stato lui a spezzare
l’incantesimo, quando la tua pancia è diventata più evidente.
Ti ha guardato con gli occhi
adombrati, terribilmente serio in viso.
“Dobbiamo smettere di vederci.”
La terra ti è crollata sotto i
piedi per un attimo, mentre parte di te sentiva che in qualche modo era la
scelta giusta.
Giusto e sbagliato potevano
coesistere insieme, come sensazione?
E che voleva dire Fred, il tuo
Fred, il Fred del parco che ami più di te stessa, così diverso dal Fred che si
fa chiamare Draco a casa?
Non può divorziare da te, non può
ripudiarti come moglie. La legge magica non glielo permette, se non in
rarissimi casi, e tu sei stata brava, no?
“Asteria… Ascoltami. Svegliati da
qualsiasi sogno tu stia vivendo e ascoltami.”
Ha atteso. Ha atteso che la
consapevolezza si facesse strada sul tuo volto, mentre sapeva che neppure nel
suo sogno più proibito quel bambino poteva essere suo, perché era stato così
attento… Così attento, con una donna sposata…
E con un sussulto tu sei
riemersa, hai visto Fred, il tuo Fred, il vero e solo unico Fred.
Hai visto Fred dirti addio.
Il mondo si è spezzato sotto i
tuoi piedi e hai perso la presa, deviando il tuo equilibrio in occhi spenti.
“Ti avevo chiesto di fuggire con
me, e tu non sembravi in grado di reagire. Ora sei incinta, e io so che non è
mio. Mi chiedo se per tutto questo tempo mi hai preso in giro, se non sia stata
tutta una messa in scena per poter stare ancora con me nonostante tutto, per
‘tenere il piede in due scarpe’, come dicono i Babbani…”
E allora tutto è diventato troppo
doloroso, e tu ti sei divincolata mentre le lacrime iniziavano a scorrere sul
tuo viso, perché non avresti mai voluto farti vedere piangere da Fred. Non
l’avevi fatto neanche quando l’avevi lasciato per il suo bene, e non ti
sembrava il caso di iniziare ora.
Ma le sue parole facevano così
male…
Prima di smaterializzarti, hai
fatto a tempo a sentire un’ultima cosa.
“Non tornerò più, Asteria.”
***
Ti sei svegliata piangendo nelle
coperte degli Elfi e, ancora una volta, non sei stata in grado di ricordare.
Hai di nuovo cominciato a sognare
e ti sei chiesta perché Fred, il Fred così distante a casa che si fa chiamare
Draco, non ti porti più nel parco. Una volta gliel’hai chiesto e lui ti ha
guardata in modo così freddo che ti ha spezzato il cuore due volte, anche se
l’hai avvertito solo come un eco.
Come se avessi già il cuore
spezzato e non lo ricordassi.
Hai capito che l’argomento è un
tabù e non hai più proferito parola, vivendo solo nei sogni notturni i ricordi
di quell’amore immerso nel verde, dove tu e Fred rotolavate nell’erba come due
adolescenti affamati l’uno del corpo dell’altro, celati agli altri solo da un
semplice incantesimo.
Hai continuato a vivere la tua
illusione per mesi, mentre la tua pancia diventava sempre più grande,
svegliandoti solo talvolta in lacrime nella soffitta degli Elfi, in mezzo alla
polvere.
***
La realtà è tornata nel dolore
del parto, dove tutto si è rimesso a fuoco e tu hai compreso davvero le parole
di Fred – di quello vero, oh, del tuo
Fred del parco, l’unico che tu abbia mai amato.
E mentre stringi la mano a Draco,
che non è Fred che si fa chiamare Draco, ma è Draco Malfoy, tuo marito, il
mondo si è rotto sotto le tue spinte e grazie al vagito di un bambino.
Non lo vuoi vedere.
Passi i giorni a piangere e i
medici dicono che a volte è normale, per una partoriente.
Draco annuisce, severo. Non ha
detto a nessuno che a volte con la testa scompari, di questo ne sei sicura.
E il terzo giorno di singhiozzi
ininterrotti, esce dalla vostra camera sbattendo la porta e non vi fa più
ritorno.
***
Sei a metà fra due mondi, dove il
sogno ha il sapore del sole e la realtà quello della terra.
Le poche volte che incroci tuo
figlio, tenuto rigorosamente lontano da te, come prima cosa pensi che dovrebbe
avere capelli più rossi e occhi più azzurri. Gli chiedi come mai non assomigli
a suo padre e lui, dall’innocenza dei suoi prima tre, poi quattro, poi dieci
anni e seguenti, ti risponde sempre che tutti invece gli dicono che è la sua
copia. E allora ti svegli piangente nella soffitta degli Elfi, mentre uno dei
tanti cerca di riportarti al tuo sogno, dove vivere non fa poi così male.
Tutte le sere aspetti il
tramonto, quando il sole rosso si riflette sul quadrato di terra dove hai
sposato quello che credevi essere il tuo Fred, e poi esci e ti ci sdrai,
baciando la polvere come se fosse lui.
E’ l’unico momento certo in cui la realtà prende il sopravvento, perché
l’arancio dei riflessi del giorno che muore ti ricorda incredibilmente quello
dei suoi capelli.
E, mentre gli altri ti
considerano pazza, tu torni a sognare il tuo primo amore per vivere.