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Autore: heydrarry    13/01/2014    3 recensioni
 Al ballo scolastico c’è chi si annoia, chi fa scherzi e chi viene corteggiato. Ma Teri, Ria, Eles e Mel non avrebbero mai immaginato che sarebbero state inseguite da un mostro.
Le quattro ragazze si ritrovano in un nuovo mondo, con creature mitologiche e ragazzi provenienti dal futuro a cui si uniranno per evitare l’ennesima guerra tra gli dei dell’Olimpo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'T.R.E.M'
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Dedicato

alla mia Casa,
al mio Istituto,
al mio Distretto,
alla mia Fazione,
al mio Campo;
 

e a Joanne,
a Cassandra,
a Suzanne,
a Veronica,
e a Rick,
per quanto troll possiate essere,
grazie per aver
creato la mia vita.

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1

 

MEL

 

 

Varcata la porta della biblioteca, mi sentii finalmente a casa. Ci andavo sempre quando avanzava del tempo dalla pausa pranzo. A dire il vero cercavo di farlo avanzare quasi sempre per rifugiarmi tra quegli scaffali. Era il mio mondo, e come tale sentivo di appartenervi.
Mi avviai verso il mio tavolo preferito, quando mi accorsi che era già occupato. Una ragazza dai capelli neri e lunghi, ma rasati da entrambi i lati, era intenta a leggere un grande tomo nero. L’avevo intravista un paio di volte, e non l’avevo giudicata una persona studiosa, anzi. Sapevo fosse dislessica. Bè, lo ero anch’io, ma non molto. Cercavo sempre di impegnarmi al massimo e i risultati erano evidenti. Avevo voti alti in tutte le materie.
Quella ragazza, invece, era stata presa in giro qualche volta, fuori da scuola, da un paio di secchioni che la canzonavano per la sua dislessia e per i suoi voti mediocri in matematica. Me l’aveva detto Niall, il mio migliore amico. Un lunedì la ragazza era arrivata a scuola con le nocche nere e i secchioni la guardavano intimoriti. Ero contraria alla violenza e avevo cominciata a vederla di cattivo occhio. Ora era lì, concentrata su quel librone.
Notai le sue sopracciglia nere che si aggrottavano ogni tanto, e le labbra s’increspavano appena mentre leggeva, ma gli occhi erano interessati. Mi doleva interromperla perché a me per prima non piaceva che qualcuno mi disturbasse mentre leggevo, ma volevo essere gentile.
«Posso sedermi?» chiesi gentilmente, facendo un cenno alla sedia accanto alla sua.
La ragazza sollevò gli occhi scuri dal libro e annuì, spostando la sua borsa in modo da farmi spazio sul tavolo. Non mi sorrise apertamente, ma notai una lieve curvatura all’insù degli angoli delle labbra che sembrava l’accenno di un sorriso e che si affrettò a nascondere con la sua chioma nera.
Mi accomodai accanto a lei e aprii gli appunti di Filosofia, cominciando a studiarli per il compito del giorno dopo. In realtà era solo una ripetizione, ma preferivo essere preparata per la verifica. Mi piaceva dare il meglio di me e non ci vedevo niente di sbagliato. Ero totalmente immersa nello studio da non accorgermi affatto che la ragazza fosse andata via, lasciando il libro aperto sul tavolo. E non mi accorsi nemmeno dei passi che si stavano avvicinando. Quando leggevo o studiavo il resto del mondo spariva. Chiudevo gli occhi sulla realtà e li riaprivo in una dimensione nuova.

Ad un tratto due mani mi si pararono davanti agli occhi, strappandomi violentemente dalla dimensione in cui ero entrata.
«Indovina chi sono.» disse una voce a me familiare.
«Niall, finiscila con questi giochetti.» risposi, per poi farmi sfuggire una risatina. Niall ricambiò la risata, appoggiò le stampelle al lato del tavolo e si sedette sulla sedia accanto alla mia. Niall era d
iverso dai miei soliti amici intellettuali, certo, ma mi faceva morire dal ridere.
Era magrolino per i suoi quindici anni - uno in più di me -, ma poteva essere scambiato anche per un diciott’enne per la barba che gli ricopriva il mento. Indossava sempre un berretto che gli copriva i lisci capelli rossi e aveva una carenza alle ossa delle gambe che lo costringeva a muoversi sulle stampelle. Mi portava sempre in nuove zone del parco della città che non conoscevo. Proprio al parco avevamo fatto amicizia.
«Allora stasera ci vieni al ballo di fine anno?» mi domandò, mentre raccoglievo i miei libri. Gli rivolsi uno sguardo glaciale.
«Certo che no.» Io e gli eventi mondani non andavamo d’accordo. Varcammo la porta della biblioteca e sboccammo nel corridoio affollato.

«Dai, Mel. Starai con me! Ci divertiamo.»

Sbuffai sonoramente. Niall aveva cercato sempre di farmi una vita sociale, ma io non volevo. Preferivo passare il sabato sera a casa, con un bicchiere di cioccolata calda con la panna e un buon libro. Niall, invece, piombava puntualmente a casa e mi prendeva a stampellate se non chiudevo il libro, infilavo le scarpe e andavo a fare un giro per il parco con lui. Non volevo sopportare un’enorme manovra da parte sua per convincermi, perché avrebbe comunque vinto lui, quindi mi arresi subito.

«Okay, va bene. Ma se mi annoio prendo la giacca e vado via.»
“Oppure mi porto un libro e mi metto a leggere nel corridoio.” Pensai. Niall sorrise.
«Sarà meglio per te.» disse, lanciandomi un finto sguardo minaccioso e si avviò verso la sua lezione successiva, Musica. Vidi che salutava Eles, la ragazza più popolare e abbronzata della scuola, e questo mi insospettì. Per quanto gli volessi bene, volevo essere realista. Lui era un tipo un po’ sfigatello, un tipo che Eles non avrebbe mai guardato se non per farsi fare i compiti. Non volevo che prendesse una cotta per lei per poi prendere una brutta delusione. L’insegnante di Musica chiuse la porta dell’aula, così non potei vedere nient’altro. Diedi un’occhiata all’orologio e mi accorsi che se fossi stata a cercare di capire cosa Eles volesse da Niall avrei fatto tardi alla lezione successiva.
Preferii lasciar perdere e mi incamminai verso l’aula di Scienze.

Quella fu La Sera. La sera in cui iniziò tutto. Ricordo che stavo seduta con Niall che faceva battute su tutti i comportamenti ridicoli dei ragazzi che tentavano di farsi notare da Eles e dalle sue amiche.
«Guarda cosa stanno per combinare quei teppisti.» disse Niall, indicando un gruppetto di ragazzini di tredici anni capitanati da una loro coetanea. Volevano versare il punch sul pavimento della palestra causando una serie di scivoloni degli altri studenti.
Cominciai a ridere quando quei decerebrati dei corteggiatori di Eles caddero grazie alla ragazzina, ma mi fermai quando vidi Niall improvvisamente irrigidito. Mi afferrò per il braccio e mi disse di non muovermi.
«Okay, ma cosa è successo?»
Non ebbi risposta. Vidi Niall avvicinarsi ad una ragazza dark, con i capelli rasati ai lati, e il resto legati in una crocchia ben fatta, seduta da sola.
Era la ragazza della biblioteca. Sembrava piuttosto annoiata, ma riconobbe Niall. Quante amiche aveva quel ragazzo? Ed erano una meno raccomandabile dell’altra. Eles avrebbe potuto ferirgli il cuore, ma la Dark glielo avrebbe strappato, masticato, sputato e poi pestato con gli stivali borchiati come se fosse una sigaretta.
Continuavo a non capire, non capire mi faceva sentire stupida ed era qualcosa che detestavo.
Niall parlò con la Dark per un po’; lui aveva quell’ espressione preoccupata mentre lei era confusa. Non esattamente l’espressione di due ragazzi che flirtano. Poi si alzarono e tornarono nella mia direzione.
Aggrottai la fronte, sempre più confusa.
«Andiamo fuori dalla palestra.» disse Niall, cominciando già a sgomitare tra i ragazzi per arrivare alla porta.
Io e la Dark lo seguimmo.
«Si può sapere che succede?» sbottò la ragazza una volta usciti dalla palestra.
«Teri, tra poco capirai tutto.» rispose Niall.
«Niall, ma cos..? Oh, ciao.» mi voltai verso la voce, e davanti a me vidi Eles. Bene. Anzi, male. Trattenni una smorfia.
«E quando arriva quell’altra? Per l’amor di Pan, che ansia.» disse Niall, parlottando tra sé.

La ragazzina dello scherzo del punch raggiunse il nostro gruppo. Aspettai che Niall ci desse delle spiegazioni. Forse dovevamo fare un progetto insieme, oppure doveva presentarci alcuni suoi amici maschi e creare un nuovo gruppetto,

-piuttosto mal assortito-, ma la spiegazione non arrivò. La luce nel corridoio sembrò farsi sempre più soffusa.

«Preparatevi a correre.» esclamò Niall, guardando appena dietro le mie spalle.
Fu allora che successe la prima cosa incredibile di una serie di avvenimenti che da allora in poi avrebbero caratterizzato la mia vita.
Mi voltai e mi accorsi di un gigante che ci guardava come io guardavo un nuovo libro. E la cosa più inquietante era l’unico occhio iniettato di sangue al centro del viso.
«Un ciclope.» sussurrai, con un fil di voce.
«Scappate!» gridò Niall, buttando le stampelle per terra e cominciando a correre.
Il terrore per quel mostro che agitava una clava primordiale superava di gran lunga lo shock per Niall che riusciva a correre meglio di un maratoneta. Carenza alle gambe, vero, Niall? Aveva parecchie cose da spiegarmi.
Ci precipitammo fuori dalla scuola, correndo a perdifiato attraverso il cortile.
Il gigante fece vibrare le finestre del piano terra e abbatté un paio di alberi con il suo passo elefantesco. Nessuno all’interno della scuola sembrò accorgersene. Probabilmente non riuscirono a sentire i tonfi per via della musica ad alto volume.
Mi chiesi come avesse fatto il ciclope ad entrare nella scuola senza farsi notare.
Continuammo a correre a perdifiato attraverso il cortile, varcammo il cancello e proseguimmo per quella traversa fino a svoltare in una delle strade principali.
Sentimmo un urlo non umano di dolore. Mi voltai.
Il gigante era incastrato in un tombino la cui botola si era spezzata al suo passaggio. Finire sotto i suoi piedi non doveva essere piacevole. Povera botola. Il ciclope cominciò a menare colpi con la clava, rompendo l’asfalto. Si sarebbe liberato in meno di due minuti.
«Abbiamo poco tempo.» disse la Dark -dovevo cominciare a chiamarla Teri -
«Prendiamo un taxi!» esclamò Eles, indicando la stazione alla fine della strada. Com’era idiota.
«Si imbottiglierebbe nel traffico.» risposi prontamente. Mi guardai intorno e pensai molto più velocemente di quello che mi aspettassi.
«Nel caso non te ne fossi accorta, secchiona, non abbiamo tempo per leggere un libro a riguardo!» esclamò la Dark.
«Un attimo, ci sono! Mi serve qualcosa per spezzare i lucchetti.»
E a quel punto Niall fece una cosa inaspettata. Si tolse le scarpe scoprendo due zoccoli caprini che spuntavano da sotto i jeans troppo larghi.
«Ni-...» provai a dire.
«Cosa devo spezzare?»
Nel frattempo Polifemo Numero Due aveva quasi liberato la gamba dal tombino.
«Questi.» indicai i lucchetti che chiudevano delle corde legate fra tre biciclette e tre pali. Niall non fece una grinza. Probabilmente l’avevo salvato dal non sapere cosa fare. Rispettavo
le regole, di solito, ma era un’emergenza.
Inforcammo le biciclette. Sul portapacchi della mia bici si reggeva Niall e su quello della bici della Dark - okay, avevo difficoltà a chiamarla Teri - andava la Capobanda dispettosa.
Il ciclope si liberò con un rumore di cemento spaccato e sibilo di acqua che zampillava da tubi rotti. Non parlava. Usava solo parole senza senso come versi primitivi.
Riuscimmo a farci strada nel traffico, scatenando le ire e le imprecazioni di alcuni tassisti, ma salvarci la pelle veniva decisamente prima nella lista delle priorità.

Il ciclope cercò di farsi strada spostando con un solo braccio le automobili, però le bici erano decisamente più veloci.
Gli automobilisti gridavano, ma non c’erano feriti.
«UN CARRO ARMATO! NEL TERZO MILLENIO! INAUDITO! TROVATA PUBBLICITARIA!» urlavano le voci intorno a noi. Aggrottai la fronte, ma continuai a pedalare perché il mostro cominciava ad avvicinarsi, nonostante la velocità delle biciclette.
Un carro armato? Vedevano seriamente un carro armato? Perché io vedevo un disgustoso essere con una clava? Ero matta? Cosa vedevano Niall e le altre tre?
Il ciclope cominciava a stancarsi di quei colpi alle automobili, e anch’io avvertivo il bruciore ai polmoni farsi sempre più forte.
«Mel, devi affrontarlo. Prendi questo» mi disse Niall, quando fummo costretti a fermarci per riprendere un minimo di fiato.
Il rumore delle ruote delle auto che venivano scostate di lato si faceva sempre più vicino.
Mi porse un elastico azzurro chiuso con un nodo.
«Slegalo. Si chiama Oxypetes. Significa che vola veloce» disse.
Inizialmente non capii. Non è certo una cosa da tutti giorni che un tuo amico dagli zoccoli caprini ti dia un elastico con un nome greco e ti dica di slegarlo nel bel mezzo di un inseguimento da parte di un ciclope.
«È solo un elastico, Niall.» replicai.
«Non fare la saputella e sbrigati!» gridò la Capobanda dispettosa.
«Slegalo!» urlò Niall, cercando di sovrastare il rumore di macchine accostate al marciapiede ormai dietro di noi.
“Un motivo deve pur esserci.” mi dissi.
Tirai il cappio e l’elastico si sciolse all’istante, trasformandosi in un arco d’argento con una freccia già incoccata. Rimasi a bocca aperta. L’urlo da cavernicolo del ciclope mi risvegliò dallo shock. Non avevo mai usato un arco, e non sapevo nemmeno da dove iniziare, ma fu l’istinto a guidarmi.
Il ciclope si stava avvicinando alla Dark e alla Capobanda dispettosa. Teri proteggeva con il corpo la più piccola. Scesi dalla bici, scaraventandola di lato e mi frapposi tra loro e il mostro. In pochi secondi tesi l’arco e puntai all’occhio di quel mostruoso essere cavernicolo. Rilasciai la freccia.
Oxypetes saettò e colpì Mister Cavernicolo in pieno occhio. L’urlo fu forte, immagino, ma alle mie orecchie arrivò ovattato. Sentii la presa sull’arco allentarsi, ma vidi che c’era già una nuova freccia incoccata. Poi tutto si fece confuso.

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice
Okay, questo è il primo capitolo del crossover che avevo in mente da secoli. È principalmente su Percy Jackson, ma ci saranno riferimenti anche a Harry Potter, e si incrocerà a Twilight e a Iris (una saga italiana). Sono finalmente riuscita a finirlo e credo che comincerò a postare un capitolo ogni martedì pomeriggio.
Il primo capitolo non è un granché, è più che altro un’introduzione alla vera storia. I capitoli sono ventiquattro, non molto lunghi, e si alterneranno i punti di vista delle quattro protagoniste: Mel, Eles, Teri e la Capobanda dispettosa il cui vero nome non è detto in questo capitolo.
Spero vi sia piaciuto, e accetto eventuali correzioni e/o consigli.
Un bacio. And may the gods always be in your favor.

   
 
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