Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: TheHeartIsALonelyHunter    16/01/2014    2 recensioni
Non c’è dispiacere nei suoi occhi mentre il sangue vermiglio cola a bagnare le sue mani bianche.
Non c’è pietà nello sguardo che trafigge il ragazzo per la seconda volta, senza dargli neppure la possibilità di rispondere all’attacco adeguatamente.
Non c’è vigliaccheria quando lo finisce con un ultimo, appagante colpo, non c’è nulla se non il piacere intenso nel guardare il sangue diventare una pozza vermiglia sempre più ampia, sempre più densa.
[Partecipa al contest a turni "1 su 24 ce la fa" indetto da ManuFury]
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie '1 su 24 ce la fa!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick sul forum/ Nick su EFP (segnalare quello che si vuole avere sul Banner): TheHeartIsALonelyHunter
Tributo: Clove
Turno: 1
Titolo Storia: Killer
Pacchetto (se presente):
Genere: Dark, Introspettivo
Raiting: Giallo
Avvertimenti: Contenuti forti
Pairing (se presente): Nessuno
Note (facoltative): La versione di Clove che do è sia quella che conosciamo tutti, la versione assassina, crudele, fredda e nata per uccidere. Dall'altra parte c'è, però, la Clove bambina che viene vista come diversa per la sua passione per tutto ciò che riguarda le armi, per la sua ossessione verso l'uccidere, perché, sebbene sia stata preparata per tutta la vita per gli Hunger Games, non credo qualche altra bambina avesse avuto la sua stessa spietata smania, la sua voglia di uccidere, di perfezionarsi come un'arma. Ma allo stesso tempo lei "se ne frega" del pensiero degli altri, solo conscia del suo destino, consapevole di quale sarà il suo scopo. Spero di essermi spiegata. Avrei voluto scrivere pure di più ma avendo solo 500 parole...


 
    


La mazza ruota tra le sue mani con un sibilo, i suoi occhi la seguono attenti, catturati da quel movimento così dannatamente perfetto.
C’è qualcosa di magico in quell’istante, l’istante in cui per la prima volta impugna un’arma, in cui per la prima volta la osserva in azione, in cui per la prima volta le sue mani candidi e già abili non si tendono ad afferrare un giocattolo o un ninnolo da “signorinella”, ma uno strumento nato per distruggere, per lacerare, per uccidere.
È con un sorriso sempre più aperto (o sempre più sadico) che la piccola ispeziona quell’arma, toccandola in ogni suo singolo millimetro, tastando la consistenza del legno come a voler essere certa che sia vera, chiedendo con una voce innocente che sembra quasi non appartenerle:
“È mia?”
L’energia che irradia quell’arma è tanto potente quanto fatale, e Clove la impugna con la consapevolezza che quella mazza che ora sta maneggiando così affascinata e così eccitata ha fracassato tanti di quei crani che per un istante le pare di vedere il baluginio del sangue sulla sua superficie. Eppure quel pensiero non la spaventa.
Al contrario, la attrae.
 
Assassina, mostro, diversa.
Questo quello che gli altri bambini vedono, quello che loro pensano di lei.
Assassina, mostro, diversa.
Ma non è colpa sua se non può, non RIESCE ad essere la dolce ragazzina, la bambina obbediente, la neonata che succhia il ciuccio.
Assassina, mostro, diversa.
Sì, diversa: nata per uccidere.
 
Il coltello affonda fino all’impugnatura.
Troppo facile.
Non c’è dispiacere nei suoi occhi mentre il sangue vermiglio cola a bagnare le sue mani bianche.
Non c’è pietà nello sguardo che trafigge il ragazzo per la seconda volta, senza dargli neppure la possibilità di rispondere  all’attacco adeguatamente.
Non c’è vigliaccheria quando lo finisce con un ultimo, appagante colpo, non c’è nulla se non il piacere intenso nel guardare il sangue diventare una pozza vermiglia sempre più ampia, sempre più densa.
Sorride.
Troppo facile.
Questo il suo ruolo, questo il suo destino, Clove l’ha capito sin dal primo giorno in cui suo padre le ha porto un’arma, conscio quanto lei che quello sarebbe stato il suo posto.
Eccola lì, in quell’arena, il pugnale che ancora gocciola, il rosso del liquido che le imbratta la camicia.
Chiude gli occhi per un istante, gode dell’odore acre di sangue che permea l’aria, gode della sua mano sinistra viscida di sangue, gode del sapore del sangue sulle labbra, gode della consapevolezza, prorompente e straordinariamente viva di essere finalmente nel posto giusto per lei.
Non c’è nessuno a porle gingilli da “signorinella”, nessuno che pensi, se il tempo già non fosse riuscito a farlo capire, che lei non è una dolce ragazzina, non è una bambina ubbidiente, non è una neonata che succhia il ciuccio.
Lei è e sempre è stata una macchina per uccidere, nata per succhiare la vita agli altri, nata per quel momento, nata per quell’arena.
Un’assassina, questo il suo destino.
E, Clove non può negarlo, quel ruolo le dà un piacere immenso.
  
          
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: TheHeartIsALonelyHunter