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Autore: asyouwishmilady    18/01/2014    3 recensioni
Dopo il sortilegio di Peter Pan (3x11), gli abitanti di Storybrooke perdono la memoria per la seconda volta. Emma, l'unica ad essere riuscita ad andarsene dalla città in tempo, torna alla sua vecchia vita a Boston, nuovamente ignara di essere la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro e la madre di Henry. Dopo un sogno particolarmente realistico, però, le torna in mente tutto. Dove saranno Henry e gli altri? Saranno ancora in questo mondo? E come sarebbe riuscita a salvarli?
Scrivere questa fanfiction è l'unico modo che ho per sopravvivere fino a Marzo. Spero che aiuti anche voi ad uccidere l'attesa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Mi svegliai di soprassalto, disturbata da un vocio che non accennava ad interrompersi.

Dove mi trovavo? Cosa stava succedendo?

Poi, d’un tratto, ricordai: il sortilegio, Pan, la bambina.

Rapida, mi misi a sedere, e mi resi conto di essere nel grande letto a baldacchino della mia stanza, a palazzo.
Aveva funzionato? Scalciai le morbide coperte, e cercai di mettermi in piedi. La parte bassa del corpo mi faceva ancora male: sentivo un fastidioso bruciore al livello dell’inguine, e la pelle tirava come fosse stata di carta.

«Killian?» urlai, avviandomi, a piedi nudi, verso la sala principale «Mary Margaret?»
Man mano che mi avvicinavo al soggiorno, il chiacchierio aumentava. Potevo persino distinguere alcune voci: quella di David, di Regina, di… Gold?

«Mamma!» senza nemmeno accorgermi ,mi ritrovai stretta in un abbraccio di Henry.
Gli scompigliai i capelli, in un gesto affettuoso «Ragazzino, sai per caso cosa sta succedendo di là?»

Fa che abbia funzionato. Fa che Pan se ne sia andato per sempre.

«C’è una festa. Hai spezzato il sortilegio, di nuovo! Sapevo ce l’avresti fatta!» saltellò, sorridente, con gli occhi marroni pieni d’entusiasmo.

«D-dici sul serio?» domandai, giusto per esserne sicura. Era troppo bello per essere vero.

«Certo!» mi afferrò per un braccio, cercando di trascinarmi verso il salone «Vieni, ti aspettano tutti»

«Un momento» mi liberai delicatamente dalla sua presa, per poi chinarmi alla sua altezza.

«Voglio parlarti di una cosa» mormorai, fissandolo negli occhi.

«Avanti, spara» fece lui, incrociando le braccia al petto.

«Sei felice?» cercai di leggere la sua espressione.

Henry, confuso, corrugò la fronte un istante, per poi sorridermi nuovamente «Sì, perché me lo chiedi?»

«Non lo so. E’ che la situazione si è un po’ complicata, con Uncino, Milah…» mormorai, arrossendo lievemente. Non avevo previsto tutto questo. E non volevo che Henry ne soffrisse. Sapevo perfettamente quanto lui desiderasse avere una vera famiglia. Una tradizionale. Mamma, papà e bambino. Ma purtroppo era infattibile.

«Pensi che io sia geloso della sorellina?» chiese, quasi incredulo, strizzando gli occhi «Andiamo, non sono più un bambino. E comunque so di essere il tuo preferito»

Sorrisi: era incredibile quanto mi ricordasse il lato di Neal che più amavo.
«Hai ragione» ammisi, avvolgendogli le spalle con il braccio.

«E…» proseguì lui, trascinandomi verso la sala principale «Quando sarà grande abbastanza, le racconteremo dell’Operazione Cobra»

Mi lasciai scappare una risata: quanto tempo era passato dalla notte in cui ero arrivata a Storybrooke?

Prima che potessi rispondere ad Henry, mia madre mi rapì, letteralmente.

«Emma? Stai bene? Tutti vogliono parlare con te» fece, entusiasta, indicando la moltitudine di persone – e non solo – che si trovavano dietro a me.

«Parlare?» domandai, corrugando la fronte, mentre mi voltavo verso tutti quei fantastici individui che avevo imparato a chiamare amici.

Belle sollevò la mano, entusiasta, per salutarmi, mentre Gold le cingeva la vita. Mi resi conto, con stupore, che era tornato alle sue solite sembianze.
Sorrisi. Aveva finalmente rinunciato al potere, per Belle. E per Neal che, realizzai, stava in piedi accanto a lui, l’espressione del viso lievemente corrucciata, ma felice.

Uno sciame di colorati e vivaci puntini, attirò la mia attenzione: le fate. Riconobbi Tink e Nova. Svolazzavano nel salone, ridendo e chiacchierando. La madre superiora – o, meglio, la Fata Turchina -, invece, controllava che tutto fosse al proprio posto.

Spostai lo sguardo verso la sfarzosa scala che portava al piano di sopra, dove riconobbi Geppetto - con il piccolo Pinocchio e con Archie, nelle sembianze di un grillo -, Granny, e Ruby, che indossava i cappuccio rosso di cui avevo tanto sentito parlare.

Un gruppetto particolarmente chiassoso mi distrasse: i nani. Stavano cantando una delle loro allegre canzoni, mentre stringevano i loro boccali traboccanti.

C’erano tutti: Mulan, Aurora, Filippo, Ariel – con le sue gambe nuove di zecca - e il suo principe, e tanti altri amici che non conoscevo ancora.

Poco più in là, scorsi Regina e – con mia grande sorpresa – stava sorridendo, serena, poggiando la testa alla spalla di un uomo accanto a lei. Sembrava serena, non l’avevo mai vista così. Non indossava gli abiti appariscenti che ero solita vederle addosso: portava un abito azzurro corallo, che la faceva sembrare una principessa.
Solo Regina, pensai, non la Regina Cattiva.

La squillante risata di mia madre attirò la mia attenzione, costringendomi a voltarmi. Era abbracciata a mio padre, e dondolavano in quello che sembrava il loro ballo personale, innamorati come il primo giorno. Non era di certo così che li avevo immaginati, durante tutto quel tempo. E non avrei immaginavo nemmeno quello che il destino aveva in serbo per me, che ero la Salvatrice, la figlia di Biancaneve e del Principe Azzuro.

Chissà, magari anch’io, un giorno, mi sarei sentita così, come una principessa.

«Swan?» alle mie spalle, udii la familiare voce di Killian. Feci per voltarmi, ma lui mi bloccò, cingendomi con le braccia, e posando il mento sulla mia spalla.

Per ora, mi sarei limitata a godermi la mia nuova famiglia, ed a fare il pieno di tutto quell’amore che mi era stato sottratto per ventotto
anni.


«Ti stavo aspettando. Come ti senti?» biascicò, vicino al mio orecchio, facendomi venire la pelle d’oca lungo la schiena. I vestiti, nella Foresta Incantata, era sicuramente molto belli, ma non erano esattamente caldi.

«Sto bene. Dov’è Milah?» domandai, serena, posando amorevolmente le mani sulla sua.

«Sta dormendo. Sono appena stato da lei. E’ un tipetto tosto, e pare che le piaccia il mio uncino» ridacchiò, sollevando la mano sinistra dove, magicamente, era tornato il suo vecchio cimelio.

Mi divincolai, d’impeto, dalla sua presa, prima di pungolarlo minacciosamente al petto. «Cos’hai fatto?! Tieni lontano quel coso da mia figlia!» sbottai, con una punta d’ironia, per poi incrociare le braccia al petto «E poi, credevo che avessi deciso di lasciarlo. Sai che adesso tornerò a chiamarti Uncino, vero?»

Mentivo. In realtà, mi trattenevo a malapena dal chiamarlo con qualche nomignolo smielato.

Killian sollevò le sopracciglia, e si strinse nelle spalle «Chiamami come preferisci, splendore. L’uncino mi serve: senza non posso proteggere la mia famiglia»

Inclinai la testa, accennando un sorriso. Quanto lo amavo? Quanto li amavo?

Lui, come se mi avesse letto nel pensiero, si avvicinò per baciarmi teneramente.

«Alla fine avevo ragione io, Swan» sussurrò sulle mie labbra, lasciandomi completamente inerme.

«Siamo una bella squadra» ridacchiò, beffardo.

«Chiudi il becco» feci, sbrigativa, per poi riprendere a baciarlo, lasciandolo a malapena respirare.

E, lo sapevo, quello non era il mio lieto fine: era soltanto l’inizio.
L’inizio della mia nuova, felice, serena vita. 



Siamo arrivati alla fine. Mi mancherà questa fanfiction. Spero di non avervi delusi, né con questo capitolo, né con tutti gli altri. Ho cercat di almeno nominare tutti i personaggi principali della storia. Per i cari sostenitori dei Rumbelle e dei Swan Queen, ho approfondito un po', soprattutto per sottolineare il cambiamento di Regina e Tremotino.
A proposito di cambiamenti, spero abbiate notato che anche Emma è cambiata, che non allontana più le persone e che non ha più paura dei sentimenti.
Fatemi sapere che ne pensate!
E' possibile che scriverò una os come epilogo della storia.
Grazie mille di aver letto!
Alla prossima! Bacione.
Claudia
   
 
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