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Autore: Evilcassy    20/01/2014    14 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:

 

The Seventh:

Hellraiser

 

        Prologo

 

 

“La Vita appartiene ai viventi, e chi vive deve essere preparato ai cambiamenti.”

[Johann Von Goethe, Gli anni di Pellegrinaggio di Wilhelm Meister]

 

 

 

Data Terrestre: 26 Marzo 2014

 

Nuovo Bifrost, Asgard.

 

L'arrivo di Thor e Sif è annunciato dal rumore dei cavalli, lanciati al galoppo sul Ponte. Il Guardiano li saluta chinando il capo e muove un passo in avanti, quasi a sbarrare l'entrata al Bifrost: “Le Norne hanno richiesto la presenza del Re solo, sono spiacente ma non posso farvi discendere le radici dell'Yggdrasil."

"Non mi stupisco, le Norne non hanno mai accettato sovranità al di fuori di quella di Odino, tale è alta la considerazione che hanno del suo giudizio. Tuttavia, non posso esimermi dall'esserne inquietato: sono passati millenni dall'ultima volta che hanno chiesto udienza.” Heimdall fa spazio a Thor ed il principe varca la porta “Come Erede di Asgard, non posso permettermi dall'essere escluso dal conoscere il loro vaticinio."

"Ti prego, Thor, non chiedemelo: ben sai l'obbedienza che porto al Re."

"Né ti chiedo di venire a meno del tuo voto, Guardiano. Le Norne han richiesto la sola presenza di Odino, corretto?" Tra il pavimento del Bifrost e l'incavo che custodisce la Spada del Guardiano si è aperta una profonda fessura, in cui scendono a perdita d'occhio ripidi gradini disegnati da fili argentati. Thor osserva il Guardiano, che non può fare a meno che annuire: "Ebbene, non hanno parlato di poter restare al limite ed ascoltare, vero?"

"Thor, questo è..."

Con una mano sulla sua possente spalla, Sif lo rassicura con un sorriso: "Un cavillo, Heimdall"

 

 

 

Manhattan, New York City, Terra.

 

"Tesoro, Tesoro, l'importante è che tu stia calma e respiri. Dentro, fuori. Dentro, fuori, come ti hanno insegnato al corso. Ti ricordi il corso, vero? Quello dove ti hanno fatto spegnere il cellulare e per poco non impazzivi, quello che mi hai proibito di frequentare con te perché dimostravo poca empatia ed ero irritante, quello a cui ti ha accompagnato Bruce, così che mezza stampa scandalistica internazionale ha ipotizzato fosse lui il padre naturale di nostro figlio e l'altra metà che tu fossi solo l'utero in affitto per me e Bruce. Ti ricordi vero? Dentro, fuori. Inspira, Espira. Profondamente. Vieni tesoro, prendiamo la Ferrari, sarà divertente raccontare al bambino che mi hai rovinato gli interni di pelle perdendo le acque. Il ritorno lo faremo con un'altra auto, se lo vuoi anche una limousine così imparerà subito che lo stile conta tantissimo nella vita di uno Stark. Mettiti le cinture e respira. Inspira, Espira, Inspira, Espira: come faccio io. Brava, continua così. Ti amo, lo sai? E voglio che tu stia tranquilla, perché in fondo anche se Howie sta arrivando in anticipo di qualche giorno andrà tutto bene, ed ho già avvisato l'ospedale – il St.Luke - Roosvelt, come volevi tu amore – ed è già tutto pronto e avremo una suite bellissima, che Howie deve imparare sin da subito che noi possiamo permetterci tutto questo e che possiamo anche cambiare gli interni della Ferrari, o cambiare direttamente la Ferrari. A proposito non ricordo se hai deciso poi che regalo vuoi per la nascita del bambino, se il braccialetto di Tiffany o gli orecchini di Cartier, ma se accetti il suggerimento, fossi in te opterei per una Ferrari nuova perché questa ormai ha gli interni da buttare. Come sei silenziosa amore, non ti lamenti neppure perché guido come un pazzo e ho già bruciato tre semafori, meno male che sono le quattro di mattina e non c'è traffico. È perché stai respirando vero? Brava. Dentro. Fuori. Inspira, Espira. Facile, vero? Sono emozionato, mi domando a chi assomiglierà. Ieri sera con Bruce facevamo varie ipotesi basate sui rispettivi patrimoni genetici, c'è anche una piccola possibilità che venga fuori con i capelli rossi. Mi piacerebbe sai? Una piccola birba con i capelli rossi come i tuoi e... Va bene, a questo semaforo mi fermo. Tesor-" Voltandosi verso il sedile del passeggero, Tony sbarra gli occhi, aggrotta la fronte e poi si gratta il pizzetto confuso. "Tu non sei mia moglie. Credo."

Bruce, in pigiama e occhiali storti, sospira: "È quello che sto cercando di dirti, dal garage. Ma hai la pessima abitudine di non farmi parlare e-"

"Ma se tu non sei mia moglie, ed io stavo accompagnando mia moglie, ora mia moglie dov'è?"

Un’auto scura li affianca e si ferma, il finestrino dell’autista scorre verso il basso: Happy Hogan è sudato e ha le vene del collo ingrossate; urla qualcosa di molto simile ad un Capochecazzofai, poi scende, apre la portiera del passeggero ed aiuta Pepper.

"Amore, Amore, scusami, mi sono confuso. E Bruce non diceva niente e..."

"Non mi lasciavi parlare! Pepper non è colpa mia, credimi!"

"Lascia perdere, lascia perdere. Portami solo all'ospedale, ne parliamo dopo."

"Capo, va tutto bene, ho anche preso il seggiolino e la valigia ed il numero di telefono di quella tata svedese con le gambe chilometriche che è venuta a fare il colloquio la settimana scorsa."

"Amore, siediti, calma, tesoro. Brava, mettiti le cinture. Questa è da raccontare ad Howie, sono sicuro che riderà tantissimo, quando capirà qualcosa. Ora andiamo: respiriamo insieme. Inspiriamo ed Espiriamo, Inspiriamo ed Espiriamo. Perché Happy ci insegue facendoci segno di fermarci?"

"... La valigia ed il seggiolino!" Geme Pepper cercando di trovare una posizione più comoda. "Oh! Tony, mi si sono rotte le acque!"

 

"Tesoro, eccomi. Ho recuperato tutto, tranne il numero della Tata Svedese, che mi sembrava più utile ad Happy, in questo momento."

"Tu dici?"

"Sì, dico. Possiamo andare. E respirare. Andare e respirare, andare e... Pepper, perché c'è un elicottero sopra di noi che ci illumina?"

"Beh, ecco... le ragazze mi avevano detto di avvisarle, quando sarebbe venuto il momento..."

"Quindi ora siamo scortati dalla Contraerea di Pepper?"

 

Palazzo Reale, Limbo, Inferno.

Il bagliore che proviene dalla Voragine è da mesi più intenso del solito. "Non lo reputi un buon segno. È

così, Amon?"

Appoggiato alla balaustra, il Re del Sottomondo rivolge uno sguardo alla moglie che si avvicina: "Non ti nascondo una certa inquietudine. Il fato del Limbo è appeso al filo delle alleanze che si muovo nei Gironi. Senza il potere della Gemma dell’Anima a garantirci protezione, non è più tempo di dormire sonni tranquilli. Ancora non mi capacito di come Odino abbia potuto negare lo scambio. Gli stavo porgendo l’anima della sua Regina, di sua moglie!” Accarezza la guancia perfetta di Erszebet ed intreccia le dita con i suoi capelli: “Io non avrei esitato un secondo, pur di riaverti.”

“Odino è un Re stanco, che ha commesso troppi errori. Il suo timore è di compierne altri ben più gravi. Non devi credere che questa decisione non sia stata dura: ha privato i suoi figli della loro madre, e sé stesso della compagna, spalla e sollievo della sua vecchiaia.”

“Ne sei certa?” Erzebet annuisce ed Amon sospira, tornando a rivolgere lo sguardo verso la Voragine: “Ad ogni modo, laggiù qualcosa si muove. Demoni d’alto rango già tramano per coprire il trono che presto o tardi lascerò. Chi vincerà la partita, si guadagnerà un diretto passaggio nell’Altra Dimensione, non posso essere certo della continuità della protezione che fornisco al Mondo dei Vivi.”

“Perché lasci il trono senza eredi.” La donna distoglie lo sguardo: "E questo solo per colpa mia."

"Non ti angustiare, sapevo a cosa andavo incontro sposandoti. E ad ogni modo, c’è pur sempre mia cugina…”

"Addison? Tu vedi davvero GreyRaven al tuo posto? Non ne è neppure interessata: piuttosto che sedere sul trono del Limbo lo venderebbe al miglior pretendente tra i demoni."

"Che esagerazione! Prima o poi sarà costretta dagli eventi a scendere a patti con la sua vera natura e lasciare il Mondo dei Vivi a favore di questo, è solo questione di tempo."

"Ne sei certo?"

"Per quale altro motivo avrei riportato indietro anche il suo caotico amante, se non per sconvolgerle la vita?” Porgendo il braccio alla sua sposa, Amon si incammina verso l’interno del Palazzo: “Ci sarà utile, vedrai. In un modo o nell'altro le azioni di Loki si ripercuoteranno su Addison. Il Caos ha un modo tutto suo di azionare gli ingranaggi, eppure i denti si incastrano sempre alla perfezione creando il moto perpetuo del Fato. Sono quasi certo che sarà addirittura divertente."

 

 

 

Bassa Foresta Occidentale, prossimità dell'Hvergelmir, Nifleheim.

 

I tre cuccioli della lupa sono nati: piccoli salsicciotti grigi e ciechi, che succhiano avidi il latte leccati amorevolmente dalla madre. Aveva guaito a lungo, nel suo giaciglio vicina al focolare, in un modo che a Loki aveva fatto stringere lo stomaco in una morsa d'angoscia per la sorte della sua compagna. Le era stato per tutto il tempo accanto, accarezzandole la pelliccia e cercando di tranquillizzarla. Poi i piccoli erano usciti, uno dopo l'altro e lei si era messa a scodinzolare, stremata e felice, attendendo che i suoi piccoli si addormentassero dopo la poppata per avvicinarsi e mangiare la carne che le ha messo nella ciotola.

 

Seduto a gambe incrociate, Loki svolge lentamente l'involucro di pelliccia in cui ha avvolto il cuore del gigante e lo alza verso il fuoco per guardarlo meglio, come fa continuamente da quando l'epidermide rossa della carne si è seccata ed ispessita.

Quando lo tiene tra le mani sente qualcosa muoversi dentro: Il cuore di Angrboda ora è un uovo, e Loki non ne ha idea di cosa possa contenere.

Da quando l'ha raccolto, quel pezzo di carne è stato un enigma indecifrabile. Non riusciva a trovarne una utilità, eppure percepiva la magia comporre quelle cellule sanguigne.

Poi, un mattino bigio, era tornato nella grotta dopo aver passato una notte con Addison: aveva addosso il suo profumo e sulle labbra il suo sapore, un capello castano impigliato tra i lacci della casacca e l'animo diviso tra l’appagamento di aver trascorso qualche ora con lei e la malinconia per essersi dovuto come sempre allontanare.

C'era ancora il suo calore sulle sue membra quando aveva preso il cuore in mano, deciso a studiarlo nuovamente per distrarsi dal pensare troppo a cosa si era lasciato alle spalle. La lupa l'aveva fissato incuriosita e lui aveva scherzato che avrebbero pasteggiato, con quel cuore, che grosso com'era ce ne sarebbe stato abbastanza per entrambi.

L'aveva appoggiato alle labbra a mimare un boccone.

E la carne era subito indurita.

 

Qualsiasi cosa vi sia dentro, è viva e si muove. È qualcosa che uscirà a breve e gli terrà compagnia come la Lupa ed i suoi cuccioli. Qualcosa di prezioso che sente già suo, e che si tratti di un essere mostruoso o di chissà che altro a lui non importa.

Ha condiviso quel segreto solo con la lupa, senza rivelarlo neppure ad Addison, che ha continuato a vedere sporadicamente e che pure la sente legata alla creatura dentro all'uovo. Gliene parlerà dopo, con calma, anche se è quasi certo che non l'accetterà di buon grado come invece già fa lui.

Ne sarà incuriosita? Arrabbiata? Spaventata? Al momento non importa, le preoccupazioni di Loki sono concentrate sull’uovo.

"Credo che manchi poco alla schiusa." Rivela alla lupa, che si bea delle sue energiche grattate alla collottola: "Spero di capire subito di cosa si nutre questo piccolo essere, mi spezzerebbe il cuore fargli patire la fame."

Accarezza l’uovo, incantato dall’energia che percepisce al suo interno. Il guscio è meno spesso di prima, il movimento della creatura che contiene è minimo ma la sente avvicinarsi alla superficie, sotto la sua mano, come se stesse ricevendo in pieno una carezza.

 

Si è addormentato con l'uovo accanto e spalanca gli occhi non appena lo sente crepitare.

Riavvia il focolare con un cenno della mano e fissa le piccole crepe aprirsi sul guscio. Ha il cuore in gola quando si intensificano e si allargano, con le dita tremanti cerca di aiutare la creatura che lotta per uscire e trattiene il respiro quando una minuscola manina rosa agguanta il suo indice.

Il guscio si apre finalmente a metà e la lupa si sveglia al piccolo pianto del neonato –  no, una neonata – che Loki si ritrova tra le mani.

Cinque dita per mano e cinque per piede, bianca e rossa e grinzosa, sporca della membrana che l’avvolgeva, con un ciuffo scomposto e bagnato di capelli nerissimi e la bocca aperta nel suo vagito di saluto.

Loki ne è completamente spiazzato: non riesce a capacitarsi di come sia possibile, eppure la piccola è viva e reale, si calma quando trova la manina infilandosela in bocca e apre gli occhi nel suo primo, vago sguardo al mondo.

Ha gli occhi verdi.

Sua figlia ha i suoi occhi.

 

 

 

Città degli Eterni, Altipiano dello Xanadu, Titano

 

 

"I primi test sono andati a buon fine, mio Signore Mentore." Il Generale è uno scricciolo in confronto al suo Sovrano. Fissa la poderosa schiena ammantata di bronzo attendendo impazientemente un suo commento o un suo cenno.

Mentore continua a contemplare in silenzio il groviglio di cavi elettrici e tubi idraulici al di là dell'ampia vetrata, nella stanza oscura che è il Ventre artificiale in cui la creatura è stata creata, coltivata, assemblata. Annuisce una volta e poi domanda quando sarà ultimato. "Pochi mesi, cinque al massimo."

"È un grande passo avanti per l'esistenza di tutto l'Universo, ne sei consapevole vero?"

"Sì, mio Signore. Un solo essere, un solo organismo, che sostituisce interi eserciti: l’UltraSoldato."

"Un solo essere, creato artificialmente, senza anima o coscienza propria ad indebolirlo. Non solo un guerriero, ma anche un'infezione. Uno strumento di vendetta ora, di conquista poi."

"Mio Signore... non capisco..."

"La Nostra Signora Morte mi ha parlato, esattamente come ha fatto con mio figlio Thanos. Ella esige che l'onta arrecatale sia lavata: non una ma ben due anime sono state sottratte alla sua schiera. Esige un tributo molto alto per questo torto, e non intendo sottrarmi a questa sua richiesta che combacia con la mia: vendetta per la morte di Thanos. Nessuno può distruggere un discepolo della Morte impunemente. La Terra soccomberà, sotto i colpi del nostro UltraSoldato."

"Sì, mio Signore. Ai terrestri non resterà che perire."

"No: servire la Morte, per l'eternità. Appronta il viaggio dell'UltraSoldato verso la Terra."

"Non vi impiegherà poco tempo."

"E allora fallo rendere più veloce. La Morte ha sete e ha sete ora." Mentore volta appena la testa, lo sguardo nero ad incontrare quello violaceo del Generale ed un ghigno di eccitata impazienza: “Il Tempo degli eserciti è finito. L'Era di Ultron è giunta."

 

 

Asgard, Radici dell'Yggdrasil.

 

Le Norne possono solo essere intraviste, in mezzo alla ragnatela di fili argentati che riempiono lo spazio, diramandosi dalle radici dell'Yggdrasil e attorcigliandosi ovunque in un lento, continuo moto perpetuo: ad Odino non è dato avvicinarsi oltre che all'ultimo dei gradini che hanno disegnato. Il loro aspetto è in continua mutazione. Se mentre scendeva i gradini al Re era parso di intravedere tre giovanissime fanciulle, ora tra i fili scorge ciocche rade e canute e visi solcati da rughe profonde.

"Re Odino."

"Sovrano di Asgard."

"Padre degli Dei."

Mentre salutano nelle loro voci basse e roche, le rughe delle guance si appianano e i capelli diventano prima grighi e poi si tingono di nero, gonfiandosi in boccoli che ricadono sulle spalle nude e sui fili, quasi ad intrecciarsi nella tessitura, prima di toccare terra sfiordano i piedi nudi.

"Son giunto appena mi è stato riportata la vostra chiamata, vi ascolto."

L'eterno moto dell'intreccio sembra rallentare, mentre le Norne parlano di nuovo.

"Secoli prosperosi e secoli bui sono passati dall'ultima volta che vi abbiamo chiamato."

"Rammentate, Maestà, il nostro vaticino nel giorno della vostra incoronazione?"

"Da nessun ventre nascerà un monarca a voi superiore."

Odino annuisce, ricorda di come aveva recepito lieto quel presagio di grandezza, quando ancora le guerre non avevano lasciato le cicatrici e non conosceva la stanchezza di spirito di lutti e dispiaceri.

"Eppure Maestà è accaduto."

"Proprio oggi, nell'Universo."

Quello che reggono e che si passano di mano in mano è un filo breve e sottile, che può essere visto solo con il riflesso della luminescenza delle radici dell'albero: "La sua vita è iniziata, senza che mai ventre l'abbia partorita."

 

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E finalmente ci siamo! Ho superato le mie solite paranoie e ho iniziato a pubblicare. Spero solamente di non aver fatto una schifezza, di poter 'competere' (?) con i capitoli precedenti.

Sì, questo è il capitolo conclusivo della Saga. Dopo di questo basta. Quindi godetevelo - o sopportatelo.

Cercherò di fare del mio meglio, sono un po' in ansia da prestazione come sempre.

Intanto, approfitto per ringraziare chi mi ha seguita sino a questo punto, chi ha commentato o solamente letto, chi è appena arrivata e chi ritornerà.

Incrocio le dita che anche questa storia piaccia. Per qualsiasi commento, positivo o critico purché costruttivo, io ci sono sempre.

Per qualsiasi curiosità o anche solo per fare due chiacchiere ho il mio ask: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos

 

PS: Mentore è davvero, nell'universo Marvel, il padre di Thanos. Ma non sembra particolarmente propenso a prendere le sue difese. Quanto ad Ultron... beh, non conoscendolo molto, ho deciso che 'prendo in prestito' il suo nome e lo sviluppo secondo la mia testa. (...ahia...). Praticamente, quello che ho fatto con Malekith l'Inchiavabile.

Grazie!

Alla prossima

EC.

 

 

 

 

   
 
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