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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    24/01/2014    2 recensioni
[SpinellaxArty][Post TLG]
Artemis è tornato.
Ora deve riappropriarsi della sua vita, la sua famiglia umana lo sta aspettando...
Ma sarà in grado di riprendersi del tutto?
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Domovoi Leale, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Artemis Fowl
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Artemis Fowl, Leale, Spinella, Famiglia Fowl, Juliet, Polledro, Altri
Tipologia:
ThreeShot
Genere:
Fluff, Sentimentale, Malinconico
Avvertimenti: SPOILER, Post-TLG
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

RIPORTANDO TUTTO A CASA

CAPITOLO 1

FOWL MANOR

Aggrappato debolmente ad un collo stranamente morbido e familiare al tatto, senza però la certezza dell'origine di tale familiarità, Artemis Fowl fluttuava in uno stato di semi-incoscienza e faticava a tenere gli occhi aperti.

Da dietro, Leale lo sorreggeva: avrebbe voluto prenderlo in braccio, liberarlo dalla fatica di restare ancorato alla realtà e donargli un attimo di respiro e riposo ma sapeva che al ragazzo lucido e presente che conosceva lui l'idea non sarebbe piaciuta quindi si trattenne; ci sarebbe stato tempo più avanti per occuparsi di lui.

Spinella camminava invece molto lentamente al fianco di Polledro e teneva stretta tra le sue dita la mano del Fangoso e sembrava non avere intenzione di mollare la presa: i suoi occhi erano lucidi e le spalle sussultavano di tanto in tanto.

Con la mano rimasta libera, l'eurasiatico la rassicurò dandole una pacca amichevole tra le scapole, come a volerle dire: “Va tutto bene. Ora è davvero finita.”

Ghh...”

Un gemito però strappò entrambi alle proprie elucubrazioni, un gemito sofferente che Artemis, esausto, si era lasciato sfuggire: Polledro, per una volta genuinamente in pensiero, fermò la propria già seppur lenta marcia e Spinella si chinò ansiosamente a spiare il volto imperlato di sudore dell'amico.

Ma fu Leale il primo ad agire veramente.

La guardia del corpo, infatti, aveva sollevato seduto il proprio protetto per passargli un lembo di camicia sul viso prima di riadagiarlo contro il morbido corpo del centauro; il ragazzo aveva il respiro affannoso, sembrava debolissimo e in procinto di andarsene da un momento all'altro, pallido al punto che Leale dovette assicurarsi che il battito fosse regolare.

Per fortuna lo era.

Fu quando appena le grandi mani della guardia del corpo ebbero lasciato la presa sul polso di Artemis che questi sollevò le palpebre, fissando confusamente la corolla di amici che lo circondavano: si sentiva strano, come se fosse tornato a casa dopo un viaggio lunghissimo e senza fine; sapeva istintivamente di essere al sicuro, qualche sprazzo di ricordo baluginava in un angolo remoto della sua mente, ed era conscio del fatto che la solitudine gelida fosse finita ma nel suo cuore c'era un vuoto immenso colmato da una nostalgia lancinante senza pari mentre faticava a riconoscere i volti preoccupati attorno a sé.

Manca ancora poco, Artemis...” sussurrò Spinella, la sua voce suonava distorta: “Resisti.”

Fa male... Fallo smettere...” rantolò lui con voce rotta: “Aiutatemi...”

Era fragile da far crepare il cuore.

Leale si passò una mano sul volto duro - per un attimo la sua espressione fu di puro smarrimento - mentre Spinella non sapeva che altro fare: continuava a stringere la mano di Fowl nella speranza di lenire quel dolore immenso che attanagliava non solo il ragazzo ma anche lei.

Artemis!”

La vocetta di Myles ruppe il silenzio e il piccolo Fowl fu visto correre a spron battuto lungo il sentiero, seguito dal gemello: entrambi indossavano semplici shorts beige e delle magliette a tinta unita, sporchi di terra fino ai capelli ma con gli occhi che splendevano per l'aspettativa.

Rivedere il proprio fratello creduto morto non era cosa da poco.

Sbalorditi, Leale e Spinella si scambiarono un'occhiata – con l'animo decisamente più leggero – all'oscuro di chi avesse avvertito i due bambini.

Che bella fiducia che avete in me, non invitarmi alla festa... Pff.”

Bombarda Sterro, in tutta la sua magnificenza – come direbbe lui – era comparso accanto al centauro, uscito da un cumulo di terriccio smosso da poco.

Ho pensato fosse meglio avvertire i Fangosetti, chissà che non vi servisse una mano,” replicò questi, scrollandosi il terriccio di dosso: “Riportare il piccolo Arty a casa potrebbe essere più difficile del previsto.”

E tu come lo sai?” chiese Spinella, sbalordita per l'improvvisa comparsa dell'amico.
“Secondo te, dove sono stato negli ultimi mesi?” chiese lui, levandosi un pezzo di insetto dagli incisivi.

I due piccoli, intanto, aveva coperto la breve distanza che li separava dal gruppetto variegato di appartenenti al Piccolo Popolo e umani, non rivolsero la minima occhiata a Leale ma piuttosto si lanciarono su Artemis, che venne aggredito da un Beckett singhiozzante e da un Myles ugualmente commosso ma più composto rispetto al gemello.

Fratellone...” piagnucolava Beckett, abbracciato al ragazzo semi-incosciente: “Cosa ha?” l'altro si rivolse a Leale come se ne avesse notato la presenza solo in quel momento.

Vostro fratello ha bisogno di riposo.” Spinella aveva preso in mano le redini della situazione: “Potete guidarci rapidamente a casa?”.

Myles annuì: “Seguiteci.”.

§§§

Tra due ali di folla ammutolita per lo stupore, piccoli contadini con le zappe in mano diretti verso i campi e semplici curiosi, Domovoi Leale portava in braccio Artemis Fowl mentre i bambini lo guidavano decisi lungo il sentiero erboso che conduceva al corpo principale di Fowl Manor.

Tutti credevano che il primogenito della famiglia fosse morto durante il Grande Crollo Tecnologico, dopo sei mesi avevano assistito al dolore di Angeline Fowl e della famiglia più stretta, si erano raccontate storie incredibili su di lui che ne avevano ammantato la figura con un alone di leggenda, ma non era mai stato negato né confermato nulla, men che meno il fatto che fosse stato praticamente suo il merito di aver salvato il mondo dal tracollo generale e l'umanità dalla morte.

Un eroe, in pratica.

Ora, in silenzio, tutta quella gente che lo stesso Artemis neppure conosceva ma che era da loro conosciuto, gli si strinse attorno, come a volergli dare il bentornato in una casa troppo vuota fino a quel momento.

Andiamo a chiamare papà...” sussurrò Beckett, aggrappato al braccio di Myles: “Papà aiuterà il fratellone...”.

Myles annuì e scrutò Leale come a volerlo avvertire di qualcosa, poi il piccolo, col fratello alle calcagna, sfrecciò verso casa e lo stesso Leale li vide infilarsi nel pesante portone lasciato semi-aperto.

Da parte sua, invece, con Artemis rantolante in braccio, il massiccio eurasiatico s'inginocchiò a terra e lo distese sull'erba morbida, indugiando ad accarezzargli il volto pallido e sudato: voleva bene a quel ragazzo tanto quanto lo stesso Artemis li aveva messi nei guai e oltre.

Quindici anni di vicinanza stabile non si cancellano neppure con la morte e ormai da tempo Leale aveva mandato al diavolo gli insegnamenti di Madame Ko, affezionandosi al suo datore di lavoro e vedendolo come un secondo fratello minore.

Ora mancava davvero poco: dovevano solo rimettere assieme qualche pezzo delle loro vite poi sarebbe tornato tutto come prima, più o meno.

Niente più missioni suicide, niente più pericoli – il massimo sarebbe stato Juliet e le sue discutibili arti marziali insegnate ad Artemis – e finalmente la pace.

Con la coda dell'occhio, Leale scorse un brillio sopra la propria testa e sorrise: Spinella vegliava su di loro, non avevano nulla da temere.

Forza Arty, sei a casa.” sussurrò lui, stringendoselo al petto.

§§§

"Papà! Papà!"

Fowl Senior era seduto in riunione con alcuni contadini della zona quando i figli irruppero nello studio che era stato del primogenito facendo un chiasso indiavolato: pur essendo abituato alla loro allegria che attenuava non poco il lutto che provavano per Artemis, l'uomo non poté non stupirsi quando li vide più agitati del solito, Myles compreso, e avvertì un senso di attesa crescere nel suo petto assieme ad una vaga punta di ansia: "Che succede?" chiese lui alzandosi.

Ridendo, i due gemelli lo strattonarono: "È il fratellone! È il fratellone! Le fatine hanno riportato il fratellone!" strillò Beckett con le lacrime agli occhi.

Myles annuì, stralunato e con le lacrime che si affollavano agli angoli degli occhi: “E' vero, papà.” disse il secondo figlio, abbracciando il gemello, “Artemis è fuori con Leale.” disse con voce tremante.

Fowl Senior restò senza parole per un attimo, col cuore fermo in petto e l'udito ovattato: in piedi e con il peso poggiato sulla gamba artificiale – non era sicuro che la sua gamba in carne e ossa potesse reggerlo – il capofamiglia guardò i figli e, nei loro occhi, non vide il minimo segno di bugia.

A quel punto capì che non poteva essere un sogno dei due piccoli e neppure un qualsiasi scherzo troppo crudele da architettare.

Scusatemi, è subentrato...” Fowl Senior si era tempestivamente voltato verso gli ormai dimenticati interlocutori ma anche loro scossero la testa e si alzarono: “Abbiamo sentito tutto.” disse uno di loro, con le mani callose sporche di terra come la salopette, “E' la famiglia ad avere la precedenza, qualunque altra cosa può essere rimandata.” soggiunse un altro, “Sarà un giorno di festa.” decretò un altro ancora soddisfatto.

Con gran stridio, il gruppo di ospiti spostò le sedie e fece crocchio attorno ai due bambini e al padre: “La accompagneremo noi fuori.”.

Fowl Senior annuì riconoscente, poi s'inginocchiò dinanzi ai figli: “Andate a chiamare la mamma, svelti.” disse con un sorriso.

Sì!” strillò Beckett, scapicollandosi fuori dallo studio con Myles alle calcagna.

Mamma! Mamma!” gridarono in coro i due piccoli una volta all'esterno, arrancando negli enormi corridoi di Fowl Manor, evitando persone e cose lasciate impunemente in giro e cercando disperatamente in ogni figura femminile quella di Angeline Fowl; la trovarono nella piccola serra costruita sul retro, da sola intenta ad accudire i fiori.

Mamma! Mamma!” Beckett era esaltato, piangeva e rideva e, quando la madre lo vide, temette si fosse fatto male: “Che succede?!” chiese con un vago sentore di ansia attanagliarle il cuore.

Mamma! Artemis è tornato! E' tornato!” gridò il piccolo: “Le fatine hanno riportato qui Artemis!” ripetè come già aveva fatto col padre e cercando al contempo il conforto dello sguardo fermo di Myles, che annuì prima di gettarsi tra le braccia di Angeline, “Mamma, Artemis è fuori, è con Leale...” sussurrò il bimbo commosso, “Dorme ma sta bene.” disse con convinzione.

A quelle parole, tutto il colore sparì dal viso della donna, le cui labbra divennero improvvisamente livide mentre un singhiozzo le saliva spontaneo alle labbra.
“Papà ci ha detto di venirti a chiamare... Il fratellone è fuori, andiamo a vederlo...” piagnucolò Beckett.

Ci sta aspettando...”

§§§

Quando Leale sentì il portone cigolare ed aprirsi, istintivamente si pose dinanzi ad Artemis ancora privo di sensi e fece per estrarre un coltellaccio che teneva riposto in una fodera nel polpaccio, poi si vergognò nel vedere Fowl Senior correre in testa ad un gruppo di lavoratori e s'affrettò a riporlo mentre l'uomo, a larghi passi, li raggiungeva.

C'era fin troppo da spiegare.

Buongiorno.” disse soltanto Leale, alzando però una mano in segno di saluto e pace.

Non riesco a crederci...” rantolò l'uomo, cadendo in ginocchio prima di afferrare convulsamente la mano del primogenito: “Arty... Ma come...?” chiese con espressione sbalordita e confusa.

E' lungo da spiegare... Ma Artemis è qui e sta bene.” assicurò lui, accarezzando la fronte del ragazzo: “Dobbiamo portarlo dentro.”.

La sua stanza è sempre la stessa.” Fowl padre strinse tra le proprie le dita del figlio: “E' pallido... Sei certo che...” la voce gli morì in gola, non sapeva come chiedere una cosa del genere dopo tutto quel tempo trascorso nella convinzione che il figlio da lui tanto amato fosse morto, non voleva rompere l'incanto di quell'illusione.

Leale sorrise incoraggiante: “Ha solo bisogno di un po' di pace...” concluse lui, prendendolo tra le braccia, “Lo porto io.”

Sopra di loro, Spinella si asciugò distrattamente una lacrima.

Bentornato a casa, Artemis, amico mio...”


NOTE DEL LEMURE:

ThreeShots con SpinellaxArtemis a profusione!

Il prossimo capitolo sarà allucinantemente pieno di feelz.

   
 
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