Disclaimer: Tarrlok, Noatak e tutti gli altri personaggi
appartengono a Michael Dante di Martino, Bryan Konietzko e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"Un sacrificio protratto nel tempo può rendere il cuore una pietra."
- William Butler Yeats -
Quello che ricordi, quello che sei
"Sarà come ai vecchi tempi."
Noatak non chiude gli occhi, perché almeno questo glielo deve.
Storna lo sguardo e fissa il cielo, un crepuscolo che gli stringe il cuore, lasciandolo ferito e sanguinante - commosso da una bellezza che non vedeva dalla sua infanzia.
"Come ai vecchi tempi." mormora mentre la nave esplode, il corpo di suo fratello grottescamente proiettato in avanti, le sue braccia pronte ad accoglierlo in un ultimo - dilaniante - gesto protettivo.
Ha solo un attimo prima che le fiamme divorino ciò che resta dell'imbarcazione, un frammento insolitamente prezioso e raro.
Ha solo un battito di ciglia - un respiro agonico sulle labbra e un dolore troppo grande nel petto - ma sorride Noatak, perché verrà la morte e non sarà né dolce né compassionevole.
Verrà e gli porterà via tutto, da quell'odio nutrito giorno per giorno al timido calore di una carezza che non ricordava più.
Verrà, ma non lo coglierà solo - non questa volta.
"Perdonami, Tarrlok."
Nell'aria, la risata disperata di due bambini che non avevano mai vissuto davvero; non qui, non senza maschere.
Il silenzio del mare ha lo stesso suono delle loro lacrime.