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Autore: Yvaine_    27/01/2014    10 recensioni
Ed è così che mi ritrovo in abito da cerimonia oggi, dopo molti mesi di preparativi dai quali mi sono astenuto perché questo sarà il giorno di mia figlia, seduto sulla mia poltrona, mentre il via-vai nell'appartamento non mi sfiora minimamente: sono nella mia bolla privata e solitaria a riflettere e fare elucubrazioni.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota: questo è un tema che ho scritto a 14 anni per un compito assegnato dalla professoressa di italiano. La consegna chiedeva di scrivere un testo narrativo dal titolo "Un furto misterioso".
L'ho pubblicato con alcune (poche) modifiche di lessico e punteggiatura.

Ringrazio F.C. per la revisione del testo




Venticinque anni. Sono passati solamente venticinque anni. È e sarà sempre la mia bambina, dovunque voglia andare. Venticinque anni sotto lo stesso tetto. Venticinque anni di pianti, capricci, discussioni, litigi, musi lunghi, compromessi, lacrime e strepiti. Venticinque anni di emozioni. Venticinque anni passati troppo in fretta.
Sembra ieri che tenevo aperta la porta affinché mia moglie portasse dentro quel fagottino ch'era nostra figlia, affinché la portasse al sicuro nel luogo che potrà sempre chiamare casa. L'ho vista crescere troppo velocemente, peggio che nei documentari, neanche l'avessimo nutrita solo col concime.
Da neonata era diventata bambina, ragazza, adolescente, e infine adulta. Ho assistito tutti i giorni a questo straordinario evento di Madre Natura, che, pur sapendo doveva avere luogo, non volevo assolutamente che accadesse. Ho visto la mia casa trasformarsi intorno a lei. Possibile che sia tutto relativo in modo così frustrante? A volte i giorni parevano non finire mai, ma adesso mi scorre davanti tutta la nostra vita insieme.
Per fortuna, almeno, ha scelto la persona giusta. Anche se lo odio un po', perché mi sta portando via un terzo della mia vita, così, senza un valido motivo.
Non dimenticherò tanto presto la sera che l'ha portato a cena. Dopo il pasto lui ed io c'eravamo accomodati in salotto ad aspettare che le signore concludessero le faccende in cucina. Era stato molto gentile ed educato tutta la sera; inoltre rideva al momento opportuno ed era dotato di spirito. Era anche un po' vecchio stampo, perché, io sulla mia poltrona e lui sul divano, mi aveva chiesto la mano di mia figlia, prima di farle la fatidica proposta. Penso che l'ultimo della famiglia ad essere ricorso a quest'usanza fosse stato il mio bisnonno.
Ci avevo messo cinque, dieci minuti buoni per riflettere e decidere – insomma, un po' me l'aspettavo. Sia io che la mia bambina gli avevamo risposto di "sì", ovviamente.
Ed è così che mi ritrovo in abito da cerimonia oggi, dopo molti mesi di preparativi dai quali mi sono astenuto perché questo sarà il giorno di mia figlia, seduto sulla mia poltrona, mentre il via-vai nell'appartamento non mi sfiora minimamente: sono nella mia bolla privata e solitaria a riflettere e fare elucubrazioni.
Circa tre ore dopo, a braccetto, accompagno mia figlia attraverso la navata centrale della chiesa e prima di consegnarla nelle mani di quel ladro, a cui ho dato il consenso e il permesso di rubarla, lei mi lancia uno dei suoi messaggi tramite gli occhi magnetici che ha ereditato da sua madre. E io, con anni di pratica alle spalle, leggo che per lei sarò sempre il suo papà.



Nicchia dell'autrice
Questo è quanto. Spero sia stato gradito.
Sapete che per qualsiasi appunto, chiarimento, critica, questione, opinione ci sono le recensioni... (Esatto, non troverò mai un modo carino e gentile per chiedervi di recensire...)
Yvaine_

  
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