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Autore: Layla    27/01/2014    2 recensioni
“Il re di Bonda ha una cosa che mi interessa molto.”
“Uno shushu, immagino.”
“Sì, uno shushu molto potente, un anello.”
“Lascia perdere Ombrosa, Smiss finirai per essere il suo schiavo.”
“Oh, e così la conosci.”
“Me ne ha parlato mia sorella, assorbe le anime e trasforma gli uomini in ghoul, ma vuole anche liberarsi e ottenere un nuovo corpo. Una volta ha provato anche a prendersi il corpo di Eva.”
“Interessante. Beh, la eliminerà dalla lista e prenderò l’altro shushu, una spada infuocata, ma ho bisogno di una mano. Qualcuno che distragga il re e le guardie con la sua bellezza.”
Io lo guardo sorpresa.
“Tu vuoi che io faccia da puttana?”
“No, solo da esca. Potresti essere una principessa che viene da lontano e vuole sposare il principe, tutti dedicherebbero la loro attenzione a te e io potrei prendere ciò che voglio indisturbato.”
“Io non sono una ladra!”
“Ma rivuoi la tua mappa e questo è l’unico modo che hai per riottenerla."

{CleoxGoultard
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goultard, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1)Un'ocra presa al laccio.

Cosa ci faccia un’ocra in una banda di pirati rimarrà sempre un mistero per tutti, tranne che per me.
Mi chiamo Cleo, ho iniziato la mia carriera nell’esercito della città dei Cra, poi ho semplicemente disertato e me ne sono andata.
Disertare è un grave crimine, credo mi stiano ancora cercando e devo ringraziare mia sorella Evangeline se non sono già nelle loro mani.
Lei è completamente diversa da me, è completamente ligia agli ordini che le vengono dati, compreso quello di tenere d’occhio la principessina sadida.
Quando le hanno detto di andare se ne è andata, anche se io avevo ancora bisogno di lei perché amavo avere una sorella maggiore come lei.
Penso di essere una delusione per lei per il fatto di essere un disertore, il fatto è che non mi piace prendere ordini – voglio essere io a decidere della mia vita – e nell’esercito cra la disciplina è talmente spietata da superare il fatto che mi piaccia combattere.
Forse avrei dovuto essere una yop, ma ormai è tardi.
Sono libera grazie a Eva e ai suoi amici – la compagnia del Tofu – e questo mi basta, anche perché loro sono davvero forti. Li ho visto all’opera contro Quilby e Rushu e, wow, non ho mai visto nulla del genere.
Yugo ha dei poteri che non ho mai visto e che mi hanno lasciata senza fiato, Amalia non è la principessina viziata che credevo, ma una vera avventuriera.
Ho visto i rovi di sadida alla massima potenza grazie a lei e un ottimo esempio di stratega quando ha preso le redini del sottomarino di quel principe pazzo.
E poi ci sono Ruel e Tristepan, Ruel combatte ancora bene per essere un vecchio anutrof e Pan Pan, beh, mi ha fatto prendere una bella cotta per lui.
È uno yop intrepido che ama combattere, si caccia spesso nei guai come me e spesso viene rimproverato per questo come me.
Si sa persino fondere con il suo shushu mantenendo il controllo, il problema è che ama davvero mia sorella e, nonostante i miei ripetuti tentativi di sedurlo, lui è rimasto di Eva.
L’ultimo della compagnia è Adamai, un piccolo drago fortissimo. Sono rimasta sorpresa quando ho visto che c’erano ancora dei draghi – pensavo si fossero estinti millenni fa fa – ma vedere lui e Phaeris mi ha dimostrato che ce ne sono ancora e sono pericolosi come nemici.
E poi c’è Lui: Goultard, Dio degli Yop.
Penso di essermi presa una cotta ancora peggiore per lui e quando si è sacrificato per ricacciare Rushu nella sua dimensione il mio cuore ha urlato “no”, ma ormai era troppo tardi.
È troppo tardi anche adesso, sono su una barca pirata in compagnia di una ragazzina di nome Elaine e di una stella marina parlante che io chiamo capitano.
La navigazione procede tranquilla quando all’improvviso avverto la presenza di qualcuno, un’ombra nera, e ben presto un uomo dalla carnagione grigiastra vestito di nero fa la sua apparizione insieme a un gatto nero obeso.
Remington Smiss e Grany.
Mia sorella mi ha parlato di loro, sono alla ricerca di shushu, cosa vogliono da noi?
Non ne abbiamo uno a bordo.
“Buongiorno, signori!”
Si presenta educatamente.
“Voi avete qualcosa che mi interessa.”
“Che cosa?”
Gli chiedo sgarbatamente io.
“Non ci sono Shushu su questa nave!”
“Ti sbagli, mia piccola ocra, ne avete uno: la mappa che ti ha affidato tua sorella.”
Quella stupida mappa parlante che non fa altro che farci sbagliare strada è uno shushu?
“È uno shushu minore che tua sorella si è rifiutata di darmi.”
“E perché dovrei dartela io, allora?
Mi è stata affidata per proteggerla.”
“Posso affondare questa bagnarola quando voglio.”
Per tutta risposta io lancio una serie di frecce dall’arco che ho al polso nella speranza di centrare almeno il gatto, ma sono molto veloci e rispondono con una serie di colpi.
Merda, rischiamo davvero di far colare a picco questa bagnarola!
Io comunque continuo a lanciare frecce su di loro, ho già detto che  amo combattere?
Mi piace l’adrenalina, il vento nei capelli, sentire i colpi del nemico che mi mancano e i miei che lo raggiungono.
Lui però è davvero abile, a parte fargli buchi nel mantello non riesco a fare molto, chissà se Eva è riuscita a fargli più male?
“Sei davvero la sorella di Evangeline, ma questo non ti salverà!”
Mi urla lui.
Io vorrei replicare, ma qualcosa mi colpisce violentemente alla testa e io perdo conoscenza.
Mi sveglio dopo quelle che sembrano ore in un posto buio e umido, legata mani e piedi.
Merda!
Cerco di darmi da fare per liberarmi con un po’ di abilità sciolgo i nodi ed è questo modo che mi accorgo che purtroppo manca qualcosa: l’arco che ho sul polso!
“Ladro, figlio di ladri!”
Oltre alla mappa si è preso il mio arco, ma nessuno può prendere un arco a un ocra, è la cosa più importante che abbiamo.
Ora che sono libera, apro piano la porta e sbircio, un lungo corridoio con pavimento e soffitto di legno si stende davanti a me: siamo su una nave.
Mi muovo con cautela e percorro il corridoio che porta giusta a una grande stanza con un tavolo al centro, ingombro di varie cose, incluso il mio arco.
Faccio per prenderlo, ma sento un click alle mie spalle.
“Io non lo farei se fossi in te!”
Io allungo lo stesso la mano e schivo per un pelo il suo colpo, mi rimetto il mio arco sul polso e lo punto verso di lui.
“Ridammi la mappa, ladro o ti riduco a un colabrodo.”
Lui la tira fuori e punta una delle sue pistole contro la mappa che inizia a piagnucolare.
“Tu fai partire una freccia e io darò fuoco alla tua preziosa mappa.”
Io sposto il mio braccio per puntarlo contro Grany.
“Tu fallo e io ammazzo tuo fratello, Smiss.”
Lui mi guarda sorpreso.
“Ne hai di coraggio, sei persino più stuzzicante di Evangeline.”
“Non nominare mia sorella e molla la mappa.”
Rispondo dura.
“Te la ridarò, ma a una sola condizione.”
“Non sei nella condizione di dettare condizioni.”
Lui ride.
“Grany schiverà quelle tue frecce, lo sai piccola ocra?”
“Se non sarà la prima a ucciderlo, sarà la seconda o la terza, io non sbaglio mai.”
Lui ride divertito, senza spostare di un millimetro la pistola, odio le situazioni di stallo.
“Ti ridarò la tua preziosa mappa solo se mi aiuterai.”
Io faccio partire una serie di frecce verso Grany, stanca di questa pietosa situazione, ma – incredibilmente – le schiva tutte e salta sulla spalla di suo fratello.
Maledetto gatto!
“Allora, adesso vuoi sentirla la mia condizione?”
“Dimmi.”
“Il re di Bonda ha una cosa che mi interessa molto.”
“Uno shushu, immagino.”
“Sì, uno shushu molto potente, un anello.”
“Lascia perdere, Ombrosa,  finirai per essere il suo schiavo.”
“Oh, e così la conosci.”
“Me ne ha parlato mia sorella, assorbe le anime e trasforma gli uomini in ghoul, ma vuole anche liberarsi e ottenere un nuovo corpo. Una volta ha provato anche a prendersi il corpo di Eva.”
“Interessante. Beh, la eliminerà dalla lista e prenderò l’altro shushu, una spada infuocata, ma ho bisogno di una mano. Qualcuno che distragga il re e le guardie con la sua bellezza.”
Io lo guardo sorpresa.
“Tu vuoi che io faccia da puttana?”
“No, solo da esca. Potresti essere una principessa che viene da lontano e vuole sposare il principe, tutti dedicherebbero la loro attenzione a te e io potrei prendere ciò che voglio indisturbato.”
“Io non sono una ladra!”
“Ma rivuoi la tua mappa e questo è l’unico modo che hai per riottenerla.”
Io lo fulmino con un’occhiataccia, mi ha preso al sacco e lo sa.

 

Due settimane dopo siamo alle porte del regno di Bonda, io sono stanca e affamata, lui tranquillo come sempre.
“Non fare quella faccia, carina. Tra poco ci fermeremo in una locanda, abbiamo bisogno tutti di un buon pasto, una doccia  e una dormita prima che il grande piano abbia inizio.”
“Ti ho già detto che ti odio?”
“Almeno una volta al giorno, cara.”
“Bene, ti odio!”
Gli ripeto fissandolo per l’ennesima volta con uno sguardo infuocato.
“Buona, piccola. Tra poco riavrai la mappa!”
“Per prima cosa, non chiamarmi piccola! Seconda, chi mi garantisce che sia così e che all’improvviso non ti serva una complice per fare qualche altro furto?”
“Alla fine di tutto questo avrai la mappa o saresti capace di darmi fuoco la notte!”

“Potrei farlo anche stanotte.”
Lui ride.
“No, sei vincolata a un giuramento e voi ocra non li tradite mai.”
“Ti odio!”
Gli urlo per l’ennesima volta, non ho mai incontrato un tizio così bravo a farmi saltare i nervi.
Entriamo in una locanda e lui prenota due stanze, una per me e una per lui, quando finalmente raggiungo la mia stanza mi butto subito sotto la doccia. Sono secoli che non riesco a lavarmi decentemente, di solito mi lavavo nel primo fiume nelle vicinanze con la paura che quel ladro mi spiasse.
Una volta fatta la doccia mi metto un altro paio di pantaloni e una maglia con una striscia verde, mi aggancio il mio cinturone, metto i miei stivali e in un ultimo l’arco sul braccio.
Perfetto, sono pronta per scendere a cena.
Arrivo nella sala pranzo e trovo Remington e Grany già seduti al tavolo.
“Alla buon’ora! Stavo per ordinare senza di te!”
“Il solito gentiluomo!”
Mugugno io, sedendomi.
Ordiniamo la specialità della casa alla cameriera e lei torna con un arrosto da leccarsi i baffi, non ne ho mai mangiato uno così buono.
Almeno di una cosa sarò riconoscente a Smiss, ma solo di una.
“Buono questo arrosto.”
“Io scelgo solo il meglio.”
“Ma perché non sono stata zitta?”
Mi dico ad alta voce, lo odio quando si vanta.
Finito di mangiare do un’occhiata fuori: piove.
Niente passeggiata, andrò dritta a dormire, così salgo nella mia camera lasciando il ladro e il suo vile gatto a chiacchierare con alcuni ospiti della locanda.
Arrivata in camera mi tolgo i miei vestiti e mi metto una camicia da notte bianca con le spalline e che mi arriva appena sopra il ginocchio.
Mi butto a letto sperando che il sonno giunga subito a farmi visita, cosa che fortunatamente accade, non ho voglia di pensare che tra poco oltre a essere un disertore sarò anche una ladra.
La mattina dopo vengo svegliata alle undici da Smiss che fa irruzione nella mia camera, per la sorpresa gli lancio qualche freccia che, purtroppo, si limitano a bucare il suo dannato mantello nero.
“Come ti permetti?”
Urlo furiosa.
“Abbiamo da fare, o meglio: io ho da fare, tu devi solo metterti questi.”
Deposita una catasta di cose sul mio letto e se ne va, io controllo e impallidisco: c’è un bel vestito da principessa, scarpe a tacco alto, cose per i capelli, trucchi e una borsa.
“Non posso credere che io stia per fare una cosa del genere!”
Sospiro sconsolata per poi buttarmi sotto la doccia.
Dopo essermi lavata, rasata e profumata mi metto il vestito che Remington ha scelto per me. Un vestito verde con un’ampia scollatura, il busto stretto e una gonna a balze. Sembra fatto di materiale prezioso, probabilmente l’avrà rubato.
Lo specchio in camera mi rimanda l’immagine di una ragazza dagli occhi verdi, un ciuffo biondo di capelli, una treccina da un lato e la coda sollevata.
Immagino dovrò scioglierli e farmi dei boccoli odiosi e togliermi l’orecchino, ma di quello non se ne parla, è il mio marchio e nemmeno quel gran furfante di Remington può costringermi a toglierlo.
Con un sospiro rassegnato mi sciolgo la coda e la treccine, senza costrizioni i miei capelli sono lunghi fino a metà schiena, li pettino accuratamente e inizio a farmi i boccoli.
L’operazione mi porta via parte della mattinata e quando ho finito sputerei alla mia immagine, odio quella fighetta che mi guarda ammiccante dallo specchio.
Con uno sbuffo di rabbia prendo la mia pozione cambia colore per  gli occhi che da verdi diventano di un bel castano profondo. Almeno dopo questa storia non mi riconosceranno.
Mi trucco e mi metto i gioielli che Remington mi ha dato, ho appena finito quando lui entra in camera mia, senza bussare ovviamente.
“Mh, sì! Puoi essere scambiata per una principessa, devi solo toglierti quell’orecchino.”
“Scordatelo!”
Replico dura, lui fa per avvicinarsi e togliermelo, ma io sono più veloce e stringo il suo polso in una presa ferrea.
“Non mi toglierò mai quest’orecchino, prendere o lasciare.”
Ringhio io.
“Perché? È solo un orecchino!”
“Non è solo un orecchino! È un modo per dire a tutti che sono diversa da Eva!”
Lui sbuffa scocciato.
“Va bene, non voglio entrare in queste cose da ragazze. Mettiti i tacchi e andiamo.”
Questa volta è il mio turno di sbuffare.
“Ai suoi ordini.”
“Non ti piace prendere ordini, vero?”
“No, soprattutto da uno come te.”
Lui ride divertito.
“Entro stasera sarai libera e con la tua mappa, non capisco perché tu ci tenga tanto.”
“Perché sono una mappa che vale!”
Urla lei.
“Perché è proprietà di Yugo, un amico di mia sorella e io devo prendermene cura.”
“Oh, così è di quel ragazzino!”
“Conosci Yugo e gli altri?”
Gli chiedo mentre scendiamo le scale.
“Certo, le nostre strade si sono incrociate un paio di volte. È per colpa loro che sono finito nel mondo degli Shushu.”
“Sei finito nel mondo degli Shushu, interessante.
E come ne sei uscito?”
“Quando Quilby ha aperto il portale.”
“È davvero un peccato che tu non ci sia rimasto.”
Lui ride, Grany gli salta sulle spalle.
“Basta, Remy! Adesso dobbiamo andare al castello.”
“Giusto, Grany.”
Noto solo ora che il ladruncolo si è cambiato e ha indossato un’elegante vestito da maggiordomo, lo stesso per il gatto.
Fuori dalla locanda c’è una carrozza.
“Entra.”
 Io ubbidisco, Grany entra con me.
“Dove l’avete presa?”
“Sei sicura di volerlo sapere?”
“No, dopotutto non voglio saperlo. Meno so e meno sarò coinvolta.”
“Non capisco perché tu ti faccia tutti questi problemi, in fondo sei un disertore.”
“Un conto è mollare l’esercito perché ti piace combattere per conto tuo, un conto è rubare.
Questa è una vergogna per un’ocra come me, ma dubito che voi possiate capire.”
Il gatto ride, la carrozza si ferma: siamo arrivati al castello.
Sento Remington parlare con la guardia, ma non capisco molto cosa si dicano so solo che dopo sento il rumore del pesante cancello in ferro alzarsi.
La carrozza percorre ancora qualche metro, poi si ferma e Grany apre la porta.
“Forza, ragazzina. È ora di giocare la tua parte.”
Io scendo con il mio miglior passo, quello aggraziato delle grandi occasioni, solo che è dannatamente difficile farlo con queste scarpe, mi riuscirebbe meglio con un paio di stivali da soldato, ma le principesse non li indossano.
“Ecco a voi la principessa Marie de la Mort.”
Io sorrido e faccio un lieve cenno come di saluto.
“Abbiamo viaggiato a lungo per vedere il principe di Bonda, magari dopo questo incontro troverà una moglie.”
Riprende Remington leggero, ci sa fare con le lusinghe e le maniere affettate della nobiltà.
Io sorrido di nuovo, il ciambellano mi sorride di rimando.
“Pensavo che la vostra famiglia si fosse estinta due generazioni fa, sono lieto di constatare che le voci si sono sbagliate, i vostri occhi scuri sono tipici dei De La Mort.”
“Siamo caduti in disgrazia, purtroppo.
Mio nonno ha perso molto del suo patrimonio nella guerra contro Brakmar.”
Lui annuisce, la storia dei De La Mort contro Brakmar è leggenda e parabola della stupidità umana. Una famiglia nobile contro una città come quella non ha nessuna possibilità di vincere.
In ogni caso si sono bevuti la mia nuova identità e mi fanno entrare a palazzo, ci assegnano due camere e quando io entro nella mia, per prima cosa mi siedo sul letto e mi tolgo le scarpe con un sospiro di sollievo.
Subito dopo Grany si materializza.
“Pensi di riuscire a intrattenerli fino a quando io e Remy avremo finito?”
“Ho qualche altra possibilità?”
“No, ma mi piacerebbe sapere se sei in grado di farlo.”
Io sospiro.
“Penso di sì, al massimo li farò bere molto e questo dovrebbe tenerli occupati.”
Il gatto nero salta sul letto.
“Va bene. Se la cosa salta non rivedrai mai più la tua mappa.”
“Grany, di’ a Remington che lo odio, penso di non averglielo detto abbastanza oggi.”
Il gatto ride e se ne va e io mi chiedo come farò a intrattenere un principe stasera, non è esattamente come intrattenere un gruppo di guerrieri.
“Accidenti a me, mi sono cacciata in un brutto guaio, se lo sapesse Eva mi ammazzerebbe.”
Mi dico prima di addormentarmi.
Una volta svegliata dal mio pisolino pomeridiano vedo che su una sedia è appoggiato un altro vestito: un corpetto verde con delle decorazioni dorate e una gonna più corte a balze bianche.
Io lo indosso senza pormi problemi e metto le scarpe, sistemo i miei boccoli e poi prendo un ago, lo scaldo e mi buco anche l’altro orecchio, inserendo subito un altro orecchino d’oro.
Così conciata raggiungo la sala da pranzo, ben presto affiancata da Grany e Remington, il re di Bonda ci aspetta a capotavola sorridendo, il principe è seduto alla prima sedia libera alla sua destra. È un ragazzo della mia età con dei lunghi capelli castani raccolti in una coda e un sorriso ammagliante che io ricambio.
“Che onore avere qui qualcuno della vostra casata! Venga Marie, si sieda alla mia sinistra!”
Il re mi guarda con attenzione.
“Mi ricordate tanto vostra nonna, siete graziosa e incantevole come lei!”
Io arrossisco come se conviene a una principessa.
“Siete troppo buono mio re!”
Lui sorride e io mi siedo, cercando di ignorare il mio nervosismo crescente, all’improvviso mi sembra un’impresa folle che non mi porterà altro che al carcere.
“Raccontatemi  qualcosa della vostra casata, sono curioso di sapere come siete sopravvissuti.”
Remington tace, così tocca a me gestire la patata bollente, il re ha posto a me la domanda, dannazione!
Sorridendo, cerco di ricordarmi tutto quello che il ladro mi ha procurato su di loro e con un sorriso inizio a raccontare una storia plausibile.
Che la festa abbia inizio!

 

   
 
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