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Autore: Aoimoku_kitsune    28/01/2014    10 recensioni
La guerra sta distruggendo sogni e speranze. La notte di Natale si affaccia su tutto il paese del fuoco.
Sasuke, prima di raggiungere il campo di battaglia, si ritrova a vivere un sogno che alla fine gli piace e dalla quale non vuole svegliarsi. Quando torna alla realtà si rende conto che la strada che aveva scelto all'inizio gli ha rovinato l'esistenza, corrodendolo lentamente. Cosi' ritorna dal suo primo amore, mette via l'orgoglio e con coraggio cerca di dirgli che è cambiato.
Perché ha visto il loro futuro insieme.
Si può sempre tornare indietro nella vita, basta avere il coraggio di rimettersi in gioco.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Naruto Shippuuden
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Le settimane divennero mesi e arrivò l’autunno, ma non era il tempo del rimorso. La gente attese che le foglie cambiassero colore come avevano atteso il fiorire delle ciliegie in primavera; i panorami colorati di rosso, oro e porpora erano una sorta di rassicurante affermazione del naturale progresso della vita.
Dentro a quella vita Sasuke sembrava rinato.
Il pancione di Naruto era cresciuto lentamente, e lui era stato lì ad osservare ogni minimo cambiamento.
Minato, così avrebbe voluto chiamarlo Naruto, si muoveva nel pancione. Sasuke era rimasto incantato dalla manina minuscola che si era intravista sotto la sua. Sotto quello strato sottile di pelle c’era il suo bambino.
Ormai si era impossessato di quella vita, e sembrava non volerla lasciare mai più.
Tutto stava procedendo così bene, che aveva paura che potesse finire in un secondo.
Aveva il timore che fosse stato solo un sogno, durato a lungo, ma sono un’illusione della sua testa malata.
Chiuse gli occhi e sprofondò sulla spalla di Naruto.
La missione lo aveva portato via dalla sua nuova famiglia per un’intera settimana. Il fratello non avrebbe voluto mandarlo, ma sarebbe stato sospetto verso l’alto consiglio. Era restio, perché passati i mesi, si era affezionato a quel ragazzo e sapeva che una volta imparata la lezione, loro non avrebbero ricordato nulla, e lui sarebbe scomparso per il suo vero mondo.
Itachi era consapevole di molte cose, ma per ora avrebbe assecondato suo zio e avrebbe pregato in silenzio che anche la vita di quel Sasuke si sarebbe conclusa con un lieto fine.
La volpe era svanita, dopo l’incidente di qualche mese prima. Naruto aveva cercato lo spirito del demone, invano. Assopito, Kurama gli aveva risposto che per lui era il momento di abbandonare quel mondo per raggiungere la sua pace.
Aveva spiegato al biondo con calma che non avendo più i fratelli in vita, l’equilibrio che il Sannin dei Sei Sentieri aveva creato si era crepato; di conseguenza Kurama non poteva esistere se al mondo non c’erano anche i suoi fratelli demone coda.
Naruto aveva capito. Aveva sorriso e lo aveva lasciato andare con un’unica frase : è arrivato il momento che tu ti ricongiunga con la tua metà.
Aveva sciolto il sigillo e lo aveva liberato.
La storia di Kurama sarebbe stata la sua ninna per i figli. Avrebbe raccontato loro di un amore che trascende il tempo e la morte.

Lo avrebbero ucciso le voglie di Naruto, questo ne era certo. Eppure quel periodo della gravidanza doveva esser già passato, ma non era cambiato molto. Naruto ordinava, e lui eseguiva come un cane docile.
Sospirò, prese il latte dal frigo del Konbini e lo mise nella busta insieme alle altre cose.
Si voltò e percorse a ritroso lo stretto corridoi finché non arrivo alla cassa. Quando alzò lo sguardo, si gelò sul posto.
Le membra si tesero quasi allo spasmo e la gola si seccò all’improvviso. Dovette sbattere le palpebre più di una volta, per rendesi veramente conto che la persona che aveva davanti, non era quella che c’era all’inizio.
-Tu?
Gracchiò, appoggiando con mani tremanti la busta su bancone.
L’uomo ghignò al suo indirizzo mentre prendeva la roba e la guardava interessato e un po’ divertito.
-Sasuke… come va?
Domandò ilare, conteggiando i prodotti.
Il moro strinse i denti e le palpebre.
-Perché sei qui?
Il suo corpo urlava. Si sentiva minacciato da quella presenza che non vedeva da quando era arrivato lì, ovvero 6 mesi fa.
Perché era lì?! Perché adesso?
-Guardati un po’… sei diventato un uomo di casa. Finalmente hai inquadrato le cose.
Ammiccò al suo indirizzo, con un sorrisetto che lo fece innervosire.
Sasuke lo aveva compreso dagli occhi sfuggevoli del misterioso uomo. Il suo cuore aveva cominciato a pompare troppo veloce e l’aria cominciava a mancargli. Quel posto gli sembrava troppo piccolo per lui.
-Non mi rimanderai indietro.
Urlò spaventato. Indietreggiò, intimorito.
-….
L’uomo lo fissò in silenzio, alzando appena un sopracciglio scuro.
-Io non ritorno indietro… hai capito?!
Avanzò con i pungi stretti. Nel viso un’espressione sofferente.
-Calmati.
Mormorò l’uomo, sospirando pesantemente.
Vederlo in quello stato era un pungo nello stomaco, ma… la lezione era stata appresa, e Sasuke doveva ritornare al suo tempo, nella sua dimensione.
-Non lo puoi fare… non puoi entrare e uscire dalla vita di uno e rovinargli tutto… non è giusto!
-Un’ occhiatina, per definizione, è un fatto transitorio, Sasuke.
Il più giovane si morse un labbro, strinse la mascella e i pugni.
Con rabbia afferrò i soldi dalla tasca e lì sbatté sul tavolo, afferrò la busta e la strinse tra la mano.
-Ho una famiglia… vado a casa.
Sibilò con rabbia, scomparendo oltre la porta del negozio.

Entrò in casa nel cuore della notte con un senso di vertigini.
Non voleva andarsene, non ora che aveva capito tutto. Non era giusto.
Si sfilò le scarpe e appoggiò la busta del latte sul comò d’entrata, camminando verso le camere.
Entrò in quella della bambina, sorridendo appena quando la vide accucciata e sommersa da i pupazzi colorati e pelosi.
Era bellissima.
Ed era sua.
Si commosse e deglutì, avanzando lento verso il letto.
Allungò un braccio e gli accarezzò i capelli, chiudendo gli occhi e alzando il capo verso l’alto, ricacciandosi le lacrime indietro.
Era morbidi mentre passava le dita in quei ricci. Anche le sue guancie erano lisce.
La fissò per un tempo che gli parve infinito, incidendo nella mente il viso della bambina.
L’accarezzò per l’ultima volta e sotto le sue dita la bimba fece una piccola smorfia, aprendo gli occhi.
-Tousan…
Mormorò intontita, puntando gli occhi scuri nei suoi.
Sasuke gli sorrise, passando l’indice accanto alla tempia.
-Dormi… volevo darti la buonanotte.
Soffiò, inchinandosi verso di lei e schioccandogli un bacio sulla fronte.
Mika annuì, sbadigliò e chiuse gli occhi, addormentandosi lentamente sotto le carezze del padre.
Sul viso di Sasuke si dipinse una smorfia amara.

Entrò nella stanza da letto che condivideva con Naruto, guardando il biondo abbracciare con forza il suo cuscino.
Si sedette dalla sua parte e accarezzò il viso del biondo, trattenendosi sulle labbra dove si abbassò per posargli un bacio.
Naruto aggrottò la fronte ma non si svegliò. Mormorò solo il suo nome.
E il cuore di Sasuke prese a correre più forte.
Ormai manca poco.
Guardò verso la finestra dove il cielo si stava schiarendo troppo velocemente per i suoi gusti.
Premette la mano sul grembo gonfio di Naruto, e gli schioccò un bacio.
Avrei amato anche te…
Deglutì quando una lacrima gli percorse il viso.
Si staccò strizzando gli occhi con una mano e si sedette sulla sedia sotto la finestra, con gli occhi puntati al letto, aspettando.
Posso cambiare le cose?
Se lo domanda costantemente, mentre le mani si torturano l’una col l’altra. E tutto, per un’indicazione sbagliata all’inizio.
Se avesse scelto la strada giusta, a quei tempi, quello che lo avrebbe aspettato non sarebbe stato un passato tragico ma… un futuro radioso.
Avrebbe amato e sarebbe stato ricambiato.
Il nostro amore sarà il primo e l’ultimo.
Poi cadde in un sonno buio.
Le membra scivolarono nell’incoscienza.

Spalancò gli occhi quando si rese conto di una voce che chiamava il suo nome.
Confuso si guardò intorno, trovando le pareti di una grotta buia e umida.
Suigetsu, davanti a te, ti guarda stranito.
-Stai bene?
Gli chiese non particolarmente preoccupato.
Sasuke strinse gli occhi e i pugni, celando il viso dietro alla frangia e poi si alzò, dirigendosi fuori all’aperto.
L’odore della guerra aveva invaso anche quel posto.
Alzò lo sguardo oltre le colline e prese un grosso respiro.
Si sarebbe ripreso tutto quello che aveva rifiutato all’inizio.


Un istante prima che attraversasse il collo di Sakura, la spada di Obito - e il braccio che la brandiva - caddero al suolo.
Il colpo fu talmente rapido che ciò che restava del braccio di Obito sfrecciò oltre il viso di Sakura, schizzando sangue.
Sasuke aveva colpito l’uomo da dietro, seguendo le traccia del chakra di Naruto, e scattando in avanti per colpire giusto in tempo.
Di colpo, Sakura si mise a lottare corpo a corpo contro le due copie che la trattenevano, impaziente di raggiungere i compagni.
Il clangore dell’acciaio risuonarono forte oltre la pioggia battente e l’ululato del vento quando Sakura attaccò i cloni.
Quando Obito si voltò su sé stesso per guardare Sasuke, con il kunai stretto nell’altra mano, Sakura urlò forsennata.
-No! Obito lo tiene in ostaggio!
Ma Sasuke aveva già sferrato un colpo mortale.
Obito aveva usato Naruto per schermarsi.
Il tempo rallentò; Sakura non riusciva a vedere, ma sentiva l’odore del sangue… riuscì solo a vedere la reazione scioccata di Sasuke mentre spingeva la lama.
L’Uchiha l’aveva fatta penetrare nella carne di lui, all’altezza del cuore.
Naruto spalancò gli occhi, fissando il moro che lo guardava terrorizzato.
Le mani intorno al suo corpo stavano per scomparire e Naruto sorrise, avanzando verso Sasuke e ponendo le sue mani sulla lama, guidandola ancora più in profondità, facendola trapassare nel corpo dietro di lui.
Obito spalancò gli occhi urlando un’imprecazione, cercando di spingersi lontano, ma Naruto strinse i denti e girò la lama nella carne , ferendolo mortalmente.
Sasuke stava vivendo quelle immagini a rallentatore.
Sarebbe riuscito a contate le gocce del sangue di Naruto che stavano colando sulla lama immacolata.
Avrebbe potuto sentire il dolore del compagno.
-No…
Mormorò, ritraendo la katana.
Obito crollò inerte al suolo, con gli occhi spalancati verso il cielo nero e Naruto crollò tra le braccia aperte di Sasuke.
Le ginocchia del moro cedettero e strinse Naruto al corpo.
-No… no no no no…
Lagnò, guardando la ferita al petto.
Gli pose una mano sopra per tamponare il sangue.
-Sei qui… sei tornato.
Sorrise Naruto, fissandolo.
A Sasuke gli veniva da vomitare.
Avrei dovuto cambiare tutto…
Sakura gli si avvicinò strisciando.
-Guariscilo.
Urlò alla ragazza, ritraendo la mano macchiata di sangue.
Naruto storse le labbra con un cipiglio di dolore, respirando profondamente.
Lei guardò il moro e spalancò gli occhi, abbassandoli sulla ferita aperta.
Non ho chakra.
Stava piangendo.
Appoggiò le mani al petto e concentrò quel poco che gli rimaneva sulle mani, cercando di fermare la grossa emorragia.
-E’ troppo tardi…
Singhiozzò disperata.
Sasuke si irrigidì fissandola.
-No… devi farlo. Non … non puoi lasciarlo morire.
Balbettò.
Sakura ritrasse le mani sporche di sangue.
-E’ troppo tardi.
Strinse le labbra disperata, piangendo e singhiozzando.
Sasuke chinò il capo verso il petto di Naruto, nascondendo le lacrime che percorrevano le sue guancie.
-Non puoi…
Mormorò, guardandolo negli occhi.
Naruto lo fissò intensamente. Le pupille che si scurivano ogni secondo di più.
-Ti amo.
Il biondo sgranò gli occhi, ridacchiando imbarazzato poco dopo.
Sakura trattenne il fiato ritraendosi appena, sconvolta dalla dichiarazione del moro nei confronti di Naruto.
-Sei pazzo…
Mormorò il più piccolo, allungando una mano verso la guancia di Sasuke.
Il moro l’accompagnò con la sua, stringendolo in un modo tutto nuovo.
-Ti amo, è vero. E sì… sono pazzo.
Continuò, incatenando Naruto con lo sguardo.
Voleva che leggesse la sua sincerità.
-Abbiamo una casa ai confini del villaggio. Abbiamo due figli. Mika e Minato.
 Mika non è un granché come ninja ma ce la mette tutta, è un talento precoce, ma solo perché dice quello che pensa.
 E Minato… lui deve ancora nascere. Ma sappiamo che sarà uno sveglio. Nella tua pancia si muove come un forsennato.
Sasuke accennò un sorriso al ricordo della sua mano costantemente calciata dal feto.
Naruto, invece, spalancò gli occhi, così come la ragazza.
-La casa è un casino… ma è nostra. A parte per un fratello con crisi d’età e troppo attaccato a te e a Mika. Ma è nostra! E tu hai smesso di essere ninja quando è nata la nostra bambina e hai cominciato a fare l’insegnante affiancando Iruka.
Naruto stava immaginando quella vita che non aveva vissuto. Come uno splendido sogno.
-… ma non ti crea problemi. E siamo innamorati, dopo 13 anni di Matrimonio siamo ancora incredibilmente innamorati…
Sasuke chinò appena lo sguardo, ridacchiando mentre piangeva disperato.
-Abbiamo avuto la nostra parte di sorprese e magari fatto sacrifici, ma siamo rimasti insieme.
Strinse la mano di Naruto alla sua guancia.
-Tu sei migliore di me e lo starti accanto mi ha reso migliore.
Naruto lo stava guardando confuso, ma anche lui piangeva.
Per felicità, per il dolore, per l’amarezza di quelle parole.
-Non lo so, forse è stato solo un sogno e ho immaginato tutto, ma ti giuro che niente è stato più reale. Ho visto quello che potremmo essere insieme e scelgo noi.
Ti prego Naruto, non… non morire adesso. Resisti.
Tirò su col naso e prese aria.
Naruto scoppiò a piangere nascondendo il viso nel suo petto, aggrappandosi a lui.
La testa cominciava a giragli e Kurama gli aveva soffiato nella mente, stanco anche lui, che il suo corpo stava per spegnersi.
Non sarebbe riuscito a guarirlo perché ormai il suo spirito era sempre più debole.
Sasuke lo abbracciò, appoggiando il capo nel collo del biondo mormorando un resisti.
-’Suke… è stato un bellissimo sogno.
Singhiozzò nel suo orecchio con un filo di voce.
Naruto stava diventando sempre più pesante.
Sakura si era abbracciata, appoggiando la fronte sul campo e si era chiusa in lei, piangendo.
Naruto stava morendo.
E lei non era riuscito a salvarlo.
Sasuke lo strinse ancora più forte serrando la mascella.
-Ti amo.
Continuò a ripetere finché Naruto non chiuse gli occhi, esalando il suo ultimo respiro.
Le spalle cominciarono a tremargli sempre più forte, e si lasciò andare al pianto. Strillando e singhiozzando fregandosene del resto.


___________________________________________________________

E' finita! Non è un lieto fine, mi dispiace. T^T Ringrazio tutte le ragazze che mi hanno seguito fino ad ora. Vi mando un bacio a voi che siete rimanste con me fino alla fine, anche se ci abbiamo messo più di un anno! Che vergogna. Mi andrò a sotterrare.
Kiss






   
 
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