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Autore: ethelincabbages    28/01/2014    5 recensioni
“Così inglese e fuori luogo,” borbottavi. “Potevamo andare a visitare la Cascata delle Stelle d’Éffiour, ovviamente non sono vere stelle, ma la rifrazione della luce sull’acq- be’, sbrilluccica, non ti piacciono le cose che sbrilluccicano, Clara?”
“Ma non volevi incontrare John Keats?”

Clara racconta uno dei suoi viaggi insieme al Dottore, a Roma nel 1821.
Flashfic | Introspettivo, Angst, Fluff | Clara Oswald/Eleventh Doctor | (Possibile) OOC
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Roma 1821
Personaggi: Clara Oswald, Undicesimo Dottore
Generi: Introspettivo, Angst, Fluff
Rating: Verde
Capitoli: 1 – Flashfic
Beta-reader: roxy_xyz
Note personali: Prima fanfiction nel fandom di Doctor Who, Whoufflé, completamente Whoufflé. Ho un po’ di quell’emozione da primo giorno di scuola.
Ringrazio mille e mille volte roxy_xyz perché mi spinge sempre a scrivere e ascolta tutte le trentamila versioni diverse di una frase con tanta immensa pazienza. <3
Credits: Zygons, Gelth, Clara Oswald e il Dottore appartengono alla BBC.


Roma 1821

Come la racconti una città che non esiste più, anche se l’hai vista con i tuoi stessi occhi?
Ricordi i vicoli che si rincorrevano l’uno dietro l’altro? E le urla della fruttivendola alla ricorsa di quel piccolo mascalzone che le aveva sgraffignato ancora una volta l’uva fresca? Ricordi quei lastricati di pietra lucente? E le scale?
“La più bella scalinata del mondo,” proclamava quella signora elegante, con la cuffietta di nastro rosa.
“Così inglese e fuori luogo,” borbottavi. “Potevamo andare a visitare la Cascata delle Stelle d’Éffiour, ovviamente non sono vere stelle, ma la rifrazione della luce sull’acq- be’, sbrilluccica, non ti piacciono le cose che sbrilluccicano, Clara?”
“Ma non volevi incontrare John Keats?”
“Non vuoi davvero vedere John Keats mor-, oh, guarda, caldarroste!”

Tu non ti fermi mai a raccontare. Lasci scivolare via il ricordo, come un cravattino appena slegato. Così fa meno male.

***

Sistemati il cravattino, Dottore. Prendimi sottobraccio e portami a passeggio per Roma nel 1821. Andiamo ad ascoltare gli utlimi versi di John Keats che trova la forza di sogghignare per te e la tua Cascata d’Éffiour.
Poi stringimi la mano, mostrami quel fazzoletto di terra su cui hai sfidato Settimio Severo, dimmi di Michelangelo e dei Gelth che incontrava ogni notte, infiliamoci sotto qualche portico e impicciamoci nelle liti tra vicini, un paffuto notaio troppo basso e troppo rosso e due Zygons sotto copertura e cappelli a cilindro. E dopo salviamo il mondo, le stelle e l’universo. A Roma, nel 1821.
Fermiamoci ad ascoltare quel ragazzino in panciotto e maniche di camicia, con gli occhi scuri, i ricci sulla fronte e la voce da baritono, che strimpella la chitarra piano piano. Ma lei lo sente lo stesso da lassù, nascosta dietro le imposte, sbircia e sospira.
Io rido, tu ti arrabbi, lanciando le mani in aria. “Che sbruffoncello! Come se la strada appartenesse solo a lui!”

“Io lo trovo carino.” 
Poi balliamo un po’ insieme, Dottore, per strada, come due matti, sarà divertente. Lasciati prendere in giro e arrossisci un po’. 
Stringimi e fammi roteare, alla luce del crepuscolo di Roma, nel 1821.
“Ogni vecchio idiota sa cantare d’amore, Clara.” Sussurrami all’orecchio.
Guardami, Dottore. Restituiscimi quegli occhi verdi e tristi, lasciati accarezzare il viso, quel mento immenso e quel farfallino colorato. Sembri un bambino, vecchio idiota. Lasciati andare, lasciati salvare, è quello che so fare meglio.
“E dimmi, Dottore, cosa fanno i vecchi saggi? Deridono con sdegno quegli sciocchi creduloni?”
Dammi un bacio, Dottore.
“Ah, l-l- ” balbetti dopo, disorientato. “I saggi cantano più forte.”
E poi sorridi, ti prego.
***
Ma come si fa a raccontare una città che non esiste più?

Roma 1821 è solo un ricordo scivolato via, come un cravattino appena slegato e caduto a terra.
 
   
 
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