Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: giuliasvoice    30/01/2014    1 recensioni
Analizzeremo in questo articolo la vita segreta di un maschio adolescente o meglio DEL maschio adolescente. Il maschio alfa, rispettato dai ragazzi e desiderato dalle ragazze.
"Ogni giorno, in Italia, un adolescente medio si sveglia e sa che dovrà correre più dell’autobus o arriverà in ritardo.
Ogni giorno, in Italia, IL maschio alfa adolescente si sveglia e manda affanculo la sveglia perché ha il motorino."
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice:
Allora, premetto che questa è una delle cose più stupide che abbia mai scritto ma spero che vi faccia sorridere almeno un po' :)

Vita segreta di un ragazzo dello zoo di Roma
 

L’esemplare che analizzeremo oggi è stato ed è tutt’ora oggetto di studi scientifici seri e approfonditi e ci è perciò sembrato il caso di portare alla vostra attenzione questo misterioso e discusso essere: il maschio alfa adolescente. Egli è ammirato e rispettato da tutti i suoi coetanei maschi e desiderato e sospirato dalle femmine del branco. Analizzeremo ora nel dettaglio la giornata di questo maestoso essere.
Ogni giorno, in Italia, un adolescente medio si sveglia e sa che dovrà correre più dell’autobus o arriverà in ritardo.
Ogni giorno, in Italia, IL maschio alfa adolescente si sveglia e manda a fanculo la sveglia perché ha il motorino.
La giornata del maschio alfa comincia quindi più tardi di quella del resto dei membri del branco, circa quindici minuti prima delle otto, quando decide di uscire dallo stato di coma notturno si asciuga il rivolo di bava colato lungo la guancia,  si gratta i testicoli e decide di vestirsi.
La doccia è un passaggio superfluo poiché il maschio alfa non puzza, lui emana odori virili.
Dopo essersi vestito esce di casa rapidamente (solo perché gli va, non perché sia in ritardo) e con la grazia di una gazzella ci mostra le sue doti acrobatiche: mette la brioche in bocca reggendola con i denti, si infila la giacca con un braccio mentre sull’altro tiene incastrato lo zaino e il casco e usa la mano libera per cercare le chiavi del motorino.
Dopo qualche seconde di feroce  lotta (in cui il contenuto dello zaino si è rovesciato, la brioche è caduta, con il casco ha urtato il motorino rigando a vernice) riesce con un ultimo, fiero, elegante ruggito a partire mentre poco lontano una vecchina si fa il segno della croce per il reverenziale timore suscitatole dal ruggito del maschio alfa di cui vi trascriviamo il suono: “Porca put*ana, che caz*o di giornata di me*da, questo fot*uto casco ha anche rigato la moto!”
Qualche minuto dopo arriva in uno dei luoghi più temuti della città: il liceo. Si raccontano molte storie su quel luogo: sulla facciata vi è un’iscrizione terribile: “lasciate ogni speranza o voi ch’intrate” e nei corridoi si può ancora sentire riecheggiare l’imprecazione di qualche studente dopo un due.
Il maschio alfa però non ha paura, sa che lì troverà il suo branco e attraversa con aria spavalda i corridoi vuoti (non per il ritardo ma perché tutti si sono spostati con timore reverenziale) ed entra in classe dove il suo più acerrimo nemico lo fissa negli occhi dalla cattedra.
“Rossi, è in ritardo”. Sguardo fisso e voce fredda. Questa è una sfida. Il maschio alfa sa che non può battere la bestia con la forza e di dover ricorrere all’astuzia. “L’autobus ha fatto tardi” dice deglutendo mentre i battiti accelerano e una goccia di sudore freddo comincia a scorrergli lungo la schiena, la bestia sta avvicinando la penna al registro. “Come mai,” dice lentamente la bestia assottigliando gli occhi “ha il casco in mano se è venuto in autobus?”
Il cervello del maschio alfa comincia a lavorare febbrilmente mentre una parola risuona nelle orecchie: Merda. I due avversari si scrutano, a lungo. Nessun passo falso deve essere fatto. “Possono succedere molti incidenti in autobus…credo…”. Il branco ride ma la bestia riduce gli occhi a due fessure. “La sua prudenza è ammirevole Rossi. Interrogato”.
È finita ma se deve andare incontro alla morte ci andrà a testa alta.
“Parli di Leopardi” esordisce la bestia.
“Sì…Leopardi…allora ehm” cerca di tergiversare lambiccandosi il cervello mentre tutti tacciono per paura della bestia. “Allora, Leopardi scriveva…cose…scriveva cose per una tizia di nome Silvia che in realtà si chiamava Teresa ma questo lui non poteva saperlo perché era gobbo e depresso e stava sempre chiuso in biblioteca a leggere e scrivere altre cose depresse…”
La bestia lo interrompe “Conosce l’infinito di Leopardi?”
Il maschio alfa impallidisce, riflette e va nel panico: deve essere una trappola. Dopo qualche secondo l’illuminazione: “Leopardare..?” dice titubante mentre la bestia stringe la penna fino a farsi sbiancare le nocche. Attimi di silenzio, risate soffocate, sguardi truci poi la bestia si apre in un sorriso malevolo, sadico. “Rossi vada a posto, due”.
Il maschio alfa si alza (sempre a testa alta) borbottando tra i denti. “Stronzo, sono cinque anni che ce l’hai con me,forse se scopassi di più non ti vendicheresti più con me per la tua insoddisfazione sessuale. Tanto so quale è la tua macchina, figlio di puttana”.
Da anni ormai la bestia cerca di umiliare e distruggere il maschio alfa con battaglie sempre più cruente da cui a volte esce vincitore, altre leccandosi le ferite.
Dopo due ore di torture il canto degli angeli (comunemente noto come campanella) indica alla bestia che è il momento di torturare un’altra classe e il branco della 5^C comincia a poco a poco a calmarsi.
I maschi si riuniscono tutti attorno al maschio alfa, discutendo animatamente lui non partecipa però, è accigliato. Tutti cercano di coinvolgerlo implorando con lo sguardo la sua approvazione ma lui è ancora immerso nei suoi pensieri. Dopo qualche secondo però si riscuote. “Ehi ragazzi” tutti ammutoliscono davanti al suono della sua voce. I pochi che si erano allontanati accorrono inciampando su sedie e banchi pur di ascoltare ciò che ha da dire il maschio alfa. “Credo che dovrei provarci con la ragazza bionda del quarto, ha delle tette enormi!”. Appena finisce di parlare si leva un brusio di approvazione e di risate interrotto solo dall’entrata di un professore.
Dopo tre ore di terribile, ulteriore agonia finalmente il branco può uscire tutti si disperdono tranne il maschio alfa che aspetta la sua preda. Finalmente due enormi seni escono accompagnati da una ragazza alta e stranamente minuta. È sola, è il momento giusto per attaccare. Il maschio alfa si avvicina.
“Ciao” dice sfoderando le sue doti di seduttore e indossando una smorfia sensuale (occhi socchiusi che gli permettevano di vedere ben poco e labbra protese verso la preda).
“Ciao” risponde lei con aria interrogativa.
“Ti ho vista in giro e pensavo che sei davvero molto carina. Come ti chiami?”
“Silvia, e i miei occhi sono quassù” dice la ragazza incrociando le braccia sul petto.
“Eimieiocchisonoquassù, che strano cognome” borbotta il maschio alfa alzando lo sguardo poiché ormai il panorama è stato coperto. “Io sono Carlo, piacere” dice a voce più alta “mi chiedevo se ti andasse di uscire con me oggi pomeriggio”. La ragazza lo guarda titubante per qualche attimo ma poi annuisce. Nessuno può resistere al fascino del capobranco. “Ci vediamo oggi pomeriggio alle sei qui, ciao”. Dice salutandola frettolosamente. I morsi della fame cominciano a farsi sentire.
Una cattiva sorpresa aspetta però il maschio alfa al ritorno al rifugio. Un essere al cui confronto la bestia non è che un cucciolo indifeso. Un essere temibile che risponde al nome di madre.
“Carlo Rossi, spiegami perché il tuo professore mi ha chiamato oggi dicendo che la tua interrogazione era la cosa più pietosa che avesse mai sentito e ha intenzione di non farti passare l’anno”
“Mamma, Quello mi odia, è un idiota, lui è…”
“Non accetto scuse, ragazzino. Non uscirai più  finchè non avrai riparato quel voto, è chiaro?” urla la madre.
“Ma oggi ho un appuntamento! E poi ho diciotto anni, non puoi dirmi cosa fare!” prova a difendersi il maschio alfa.
“Invece sì! Vivi ancora sotto il mio tetto, fila a studiare!”
Pochi minuti di lettura di Leopardi sono sufficienti a far crollare il maschio alfa che si addormenta sul libro senza alcun rimpianto, non avrebbe mai voluto uscire con una che si chiamava Silvia, anche se portava una quinta.
Si conclude così, cari lettori, la giornata del di questo magnifico, elegante, maestoso esemplare.
Vi aspettiamo con il prossimo numero dove esamineremo da vicino altri meravigliosi esseri.



Note dell'autrice (sì, di nuovo):
Grazie per aver letto questo delirio, non saprei come definirlo altrimenti. Spero comunque che vi sia piaciuto, fatemi sapere che e pensate.
Ciao :)
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: giuliasvoice