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Autore: PaneBianco    02/02/2014    1 recensioni
"Sirius non era per niente sorpreso, perché era risaputo che tutte le sue compagne avevano una cotta per lui.
Le si avvicinò e le diede un leggero bacio sulla guancia, facendola arrossire ancore di più. Poi si voltò e si incamminò di nuovo verso casa."
[...]
"Si misero i cappotti e uscirono dalla porta della casa in cui convivevano.
Le chiavi girarono nella toppa e la coppia si allontanò.
La spazzola che Mary aveva appena appoggiato sul tavolino rimase lì, come sigillo del loro amore."

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Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary MacDonald, Regulus Black, Sirius Black, Walburga Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: Mi spazzoli i capelli?
Nick autore EFP: Panebianco
Nick autore forum: Leti-Lily
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice-of-life
Personaggi: Sirius Black, Mary McDonald, Regulus Black, Walburga Black.
Tom (OC), James Potter, Lily Evans solo citati.

Coppie (se sono presenti): Sirius/Mary
Pacchetto: Aria
NdA: Questa storia è ambientata, nella prima parte, nell’infanzia di Sirius (avrà circa 7/8 anni), nella seconda parte ha circa 20 anni. Ho immaginato che la famiglia di Sirius sia molto ricca e si considera ancora come “nobile”. La madre, per esempio, odia Tom perché è il figlio di un contadino. Ho immaginato che questo si potrebbe ricondurre al fatto che nel mondo magico lei odi i Mezzosangue. Ah, nei dialoghi della prima parte ci sono degli errori di grammatica volontari, perché ho voluto imitare il modo di parlare dei bambini, non del tutto corretto. Spero ti piaccia.


Mi spazzoli i capelli?
 

“Mamma, mi spazzoli i capelli?”
Il bambino si avvicinò alla madre, ben sapendo che non sarebbe riuscito ad ottenere nulla. Ma tentar non nuoce.
“Vuoi che ti spazzoli i capelli come fa quello sporco figlio di un contadino?!”
“Tom non è uno sporco figlio di un contadino!” urlò il bambino indignato.
“Tu non puoi voler assomigliare a lui. Tu discendi da una famiglia nobile! Non puoi voler assomigliare a quella feccia.”.
“Tom è il mio migliore amico!” gridò il bambino in preda alle lacrime.
“E allora tu non sarai più mio figlio.” Disse la madre girandosi e uscendo dalla stanza, sbattendosi la porta dietro di sé.
Il bambino rimase sul letto con le lacrime agli occhi. Perché era così ingiusto volersi spazzolare i capelli? Perché non poteva farlo come facevano tutti i suoi compagni di classe?
A un tratto la porta si aprì e un altro bambino entrò nella stanza.
“Cos’è successo, Sir?”
“La mamma non vuole spazzolarmi i capelli.”
“E perché?”
“Dice che io voglio essere come Tom. Lo ha chiamato sporco figlio di un contadino.”
“Bè è vero quello che dice.”
“No che non è vero. Tom è il mio migliore amico! Come puoi dire così! Solo perché tu fai sempre quello che vuole la mamma…”
“Se la mamma lo dice, vuol dire che è giusto.”
“Vattene, Reg! Non ti voglio più vedere!”
Reg uscì dalla stanza. Sirius rimase seduto sul letto per qualche secondo, poi si alzò e, con la spazzola ancora in mano, si diresse verso l’ingresso. Prese il giubbetto e la sciarpa e, quando stava per abbassare la maniglia della porta, una voce lo chiamò.
“Sirius Black! Dove stai andando?!”
“Vado da Tom! Almeno lui mi vuole bene.”
“Non ti permetto di andare da lui!”
“E perché? Tanto non sono più tuo figlio…”
Sirius aprì la porta ed uscì. Un vento gelido gli congelò le mani. Percorse il vialetto quasi di corsa, svoltò a sinistra lungo Grimmauld Place e arrivò in un grande spiazzo. Dall’altra parte della via c’era la casa di Tom. Si mise a correre, certo di vedere il suo migliore amico spuntare dalla finestra con un gran sorriso. Bussò alla porta.
Niente.
Bussò più forte.
Ancora niente.
Tom non si faceva mai aspettare. Forse non era in casa. Fece il giro dell’isolato e vide che tutte le luci erano spente. Tom non c’era. La sua ancora di salvezza dalla crudeltà di sua madre, ora non c’era.
Sconsolato si sedette sui gradini lì davanti. Si rigirò la spazzola tra le mani, mentre i suoi capelli, ancora annodati, gli solleticavano il viso.
“Sirius”.
“Mary?”
“Che ci fai lì seduto?”
“Ero venuto per vedere Tom, ma lui non c’è. E tu? Cosa fai in giro?”
“Io? Devo andare dalla nonna.”
“Oh, ok.”
“Come mai non sei a casa?”
“Sono scappato da mia madre.”
“Perché?”
“Io volevo che mi spazzolasse i capelli e lei ha detto che io voglio assomigliare a Tom. E lo ha chiamato sporco figlio di un contadino e io sono uscito per chiedere a Tom di spazzolarmeli lui i capelli, ma lui non c’è.”
“Oh, mi dispiace.”
“Non fa niente.”
“Se vuoi posso spazzolarteli io.” disse Mary arrossendo.
“Davvero? Grazie Mary.”
Sirius diede a Mary la spazzola che teneva ancora in mano e si sedette su un muretto. Mary cominciò a spazzolargli i capelli ribelli. Erano veramente annodati. Se Mary non fosse stata così brava, solo con una magia si sarebbero potuti sciogliere. Ma lei da grande avrebbe voluto fare la parrucchiera e si era già esercitata tanto.
“Accidenti! Sono proprio annodati.”
“Lo so, la mamma non me li spazzola mai.”
“Si vede.”
Dopo dieci minuti, Mary aveva finito e a quel punto i capelli di Sirius ricadevano morbidi lungo le spalle.
“Finito!”
“Grazie, Mary. Sei davvero un’amica.”
“Di niente, Sirius.”
“Cosa vuoi in cambio?”
“In cambio?”
“Si, per avermi spazzolato i capelli.”
“Io… vorrei… mi dai un bacino?” sussurrò lei arrossendo violentemente.
Sirius non era per niente sorpreso, perché era risaputo che tutte le sue compagne avevano una cotta per lui.
Le si avvicinò e le diede un leggero bacio sulla guancia, facendola arrossire ancore di più. Poi si voltò e si incamminò di nuovo verso casa.
 
 
14 anni dopo…
La mano della donna andava su e giù freneticamente.
Su e giù.
Su e giù.
Su e giù.
Dopo dieci minuti finalmente si fermò e lascò cadere la spazzola su un tavolino lì accanto.
“Finito!” disse sorridendo.
“Grazie mille, Mary” le rispose l’uomo, girandosi.
Era ancora più attraente del solito: i capelli gli ricadevano in morbidi riccioli sopra le spalle, il sorriso era ancora più luminoso del solito e quegli occhi… quegli occhi che riuscivano a far sciogliere qualsiasi ragazza guardasse. Volse il suo sguardo sul volto della donna, che gli sorrise di ricambio.
“Sei bellissima” le disse prendendole la mano.
Lei arrossì come una bambina, coma la bambina che gli chiese timidamente un bacio in cambio di una spazzolata ai capelli.
Sirius si alzò dalla sedia e si avvicinò a Mary. I riccioli che gli ballavano dolcemente sulle spalle e gli occhi pieni di gratitudine gli conferivano un’aria da modello arrogante, ma allo stesso tempo gentile.
Si avvicinò finché le loro labbra erano praticamente a contatto. Non c’era tempo da perdere, così Sirius eliminò la distanza dei loro volti facendo combaciare perfettamente le labbra. Quel calore che solo Mary gli poteva dare, lo invase come una scarica elettrica. Le passò le dita tra i capelli lunghi e morbidi che l’avevano sempre caratterizzata, fin da bambina. Da quel giorno in cui le aveva dato un bacio sulla guancia, i due erano diventati molto amici. Giocavano insieme, parlavano, chiacchieravano. Insieme a loro c’era sempre Tom, o almeno finché i suoi genitori decisero di trasferirsi in un’altra città e da allora, non si erano più visti.
A undici anni a scuola arrivò un ragazzo nuovo: James Potter. Fecero subito amicizia e divennero inseparabili, tanto che qualche giorno prima, James aveva chiesto a Sirius di essere il suo testimone di nozze.
“Dovremmo andare, sai?” sussurrò Mary riprendendo fiato.
“E perché mai?” chiese Sirius con sguardo malandrino.
“A meno che tu non mi tradisca, puoi avermi quando vuoi, Sir” disse lei ammiccando “E poi, James e Lily ci stanno aspettando”
“Uff… d’accordo futura signora Black” rispose Sirius.
Si misero i cappotti e uscirono dalla porta della casa in cui convivevano.
Le chiavi girarono nella toppa e la coppia si allontanò.
La spazzola che Mary aveva appena appoggiato sul tavolino rimase lì, come sigillo del loro amore.
 

 
  
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