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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    02/02/2014    3 recensioni
“Ti prego, puoi evitare di metterti quelli almeno per oggi?” tentò lui, strappandogli i pantaloni di mano.
Sirius sospirò.
“Dovrei far finta di essere una persona seria davanti ai tuoi?”
A Remus caddero le braccia.
“I miei ti odiano già senza conoscerti. Almeno tenta di fargli una buona impressione”.
[Prima classificata al contest "Babbani, babbani ovunque!" indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Titolo: You know what? I want to sleep a little more
Nick autore EFP: TheHeartIsALonelyHunter
Nick autore forum: TheHeartIsALonelyHunter
Rating: Verde
Genere:  Fluff, Slice of life, Comico
Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black, James Potter
Coppie (se sono presenti): RemusSirius
Pacchetto: Aria
NdA: La mia prima storia slash su una coppia che non sia la Hadric. YUPPY!

Comunque... In questa storia ho immaginato un Remus e un Sirius giovani, appena maggiorenni, diciamo così. Remus va ancora a scuola e fa 'università, come accenno in quel "Piton mi ha dato quel compito...", mentre Sirius lavora in una fabbrica in cui da poco bazziga la Umbridge che è stata mandata dal Ministero per valutarne la sicurezza e queste cose del genere, ma in realtà ne ha approfittato per prenderne il potere, in un certo senso.

James lavora con Sirius in fabbrica e ancora non si è sposato con Lily, sebbene ci sia fidanzato.

Ho voluto descrivere un momento di vita quotidiana, un momento qualsiasi, uno che potrebbe capitare ogni giorno, un momento romantico spezzato purtroppo dalla quotidianità della vita che continua imperterrita, nonostante Remus e Sirius cerchino, in un certo senso, a "fermarla".

Non ho mai scritto sulla Old Generation e su questa coppia, dunque è stato tutto un esperimento, credo piuttosto mal riuscito XD

  


La sveglia suonava insistente.
Sirius mugugnò lievemente indispettito.
Dannatissima… la maledì mentalmente, girandosi dall’altra parte con uno scatto di rabbia.
Un altro squillo. Un altro ancora. La sveglia continuò imperterrita senza curarsi del suo sonno.
Porco Remus, porco Silente e porco James, già che ci sono!
Si tappò le orecchie col cuscino, tentando di riaddormentarsi.
Pensa a qualcosa di bello… Rilassati... Rilassati…
Un altro squillo.
“E CHE DIAMINE!” urlò Sirius scattando a sedere sul letto.
“Buongiorno anche a te”, replicò serafico Remus, entrando nella stanza con un vassoio in mano.
Il ragazzo si passò una mano sul viso tentando di schiudere le palpebre e combattendo la sua voglia di riaddormentarsi immediatamente.
“Non è divertente, Remus” ribatté lui violento, sbadigliano sonoramente. “Mi spieghi perché anche la domenica la tua dannatissima sveglia suona?”
Il ragazzo poggiò il vassoio sul comodino accanto a Sirius e, alzando le spalle, disse con un sorriso:
“Abitudine?”
Il moro sbadigliò di nuovo e si stiracchiò socchiudendo gli occhi.
“Dai, dormiglione, che dobbiamo andare dai miei oggi…” sorrise Remus, passandogli la tazza di caffè sopra al vassoio.
Sirius la afferrò quasi senza accorgersene e mandò giù la bibita senza ribattere. Era senza zucchero e con la panna sopra. Certo che Remus lo conosceva proprio bene…
“Quelli mi odiano, lo sai” constatò il moro, ma si alzò faticosamente dal letto.
Remus gli passò una t-shirt nera appoggiata su una sedia e una spazzola sul comodino.
“Fai in fretta, Sirius. Abbiamo un’ora per prepararci, lavarci, vestirci e andare da Portland a Gorham”, esclamò passandogli una camicia blu.
Sirius, che stava armeggiando svogliatamente con la spazzola davanti a uno specchio, replicò alzando un sopracciglio:
“IO ho un’ora per prepararmi, lavarmi, vestirmi e andare da Portland a Gorham”, ammiccando a Remus che era già in camicia e pantaloni larghi. Afferrò i jeans strappati senza troppa convinzione.
“Ti prego, puoi evitare di metterti quelli almeno per oggi?” tentò lui, strappandogli i pantaloni di mano.
Sirius sospirò.
“Dovrei far finta di essere una persona seria davanti ai tuoi?”
A Remus caddero le braccia.
“I miei ti odiano già senza conoscerti. Almeno tenta di fargli una buona impressione”.
Il moro alzò gli occhi al cielo ma lasciò cadere con uno sbuffo i jeans su una sedia.
“Grazie” sorrise Remus, pettinandogli con le mani i capelli mentre lui si infilava la camicia di malavoglia.
“Non sembro neppure io…”, singhiozzò Sirius come un bambino.
“E per questo piacerai ai miei genitori!”, ribatté Remus severo.
“I tuoi sono dei grandi bastardi, lo sai?”, sorrise il moro, infilandosi i pantaloni che il ragazzo gli passava. Erano di un tessuto che pizzicava la pelle ed di uno sgradevole color mandarino.
Orribili.
“Sirius, ti prego! È solo per un giorno!”, tentò di calmarlo Remus, conciliante.
Sirius alzò le sopracciglia.
“Sì, ma io cosa ci guadagno, scusa?” disse con fare cantilenante.
“Io…”, bisbigliò Remus, incerto. “Io… Non lo so che ci guadagni, so solo che ora dobbiamo andare, OK?” esclamò, avvicinandosi a passo sostenuto alla porta.
Il moro lo prese per il braccio violentemente e lo spinse a sé. Remus si ritrovò con il viso a due centimetri da quello del ragazzo.
“Sai che c’è?” sussurrò leggero, il suo fiato sulle labbra paonazze del ragazzo.
Remus abbassò lievemente lo sguardo ma Sirius gli prese il mento tra le mani di modo che potesse guardarlo in viso.
“Credo di meritarmi già un premio, non trovi?”
Remus alzò un sopracciglio, curioso.
“Tu credi? E per cosa, scusa?”
Sirius replicò, alzando gli occhi al cielo come se stesse riflettendo:
“Bè, per tutta la settimana sopporto le tue scuse alla –Piton mi ha affidato questo compito-, -Piton mi fa fare questa ricerca-…“.
“E tu, allora, con le tue scuse alla –La Umbridge mi fa fare il doppio turno in fabbrica-, -La Umbridge vuole che faccia gli straordinari-?” gli ricordò Remus, scherzoso.
Sirius sorride.
“Quella bastarda del Ministero…” commentò alzando gli occhi al cielo.
“Perfino Silente dice che quella lì è un rospo vestita di rosa” replicò Remus. “E stiamo parlando di Silente, eh!”
Sirius ridacchiò.
“Ecco, vedi… Durante tutta la settimana non abbiamo un momento libero per… Per noi”, gli fece notare.
Il ragazzo alzò le spalle.
“Che vuoi farci, Sirius?Non possiamo mica…”
“Io dico di prenderci un giorno libero, Remus” spiegò Sirius, prendendogli il viso tra le mani. “Solo io e te…” gli soffiò sulle labbra. La sua voce era dolce e vellutata, il tono invitante e seducente. Lo stesso tono che solo qualche mese prima l’aveva conquistato, che solo qualche mese prima l’aveva incatenato a sé.
Remus replicò, balbettando lievemente:
“I… I miei genitori…”. Sapeva perfettamente che stava cercando solo delle scuse per poi giustificarsi, una volta a letto, dicendosi che “almeno ci aveva provato”.
“Dimenticati dei tuoi” replicò Sirius. E gli tappò la bocca con un bacio.
E mentre Sirius gli toglieva quella camicia che, sebbene non l’avesse mai ammesso, odiava, e mentre lui gli sfilava i pantaloni color mandarino che, sebbene non lo sapesse, Sirius aveva disprezzato dal primo sguardo, Remus sorrise al pensiero dei suoi genitori che, in giacca e cravatta, lo aspettavano impettiti nell’atrio della loro villa a Gorham.
 
“Pronto?”
“Pronto Sirius, sei ancora vivo?”
“Ma che cavolo di domande mi fai, James? Certo che sono ancora vivo!” ribatté il ragazzo acido.
“Scusa, non ti ricordi cosa succedeva oggi?” domandò la voce dall’altra parte della cornetta.
“Ehm… No, in questo momento no, mi rinfreschi tu la memoria, Potter?” disse lui sbadigliando lievemente.
“Sirius, stai scherzando, vero? Stai ancora dormendo? Alle tre del pomeriggio?”
“Jamie, per piacere, non fare commenti, io e Remus avevamo ancora sonno…” spiegò Sirius con un sorriso spezzato.
“Ma che diamine gli racconti!” esclamò con un bisbiglio Remus dall’altra parte del letto, colpendolo col cuscino. Sirius lo evitò e ridacchiò divertito.
“Dai, Rem, non sono mica sceso nei dettagli…” ribatté Sirius beccandosi un’occhiataccia dal ragazzo.
“Aaaah… Chiaro il concetto…” commentò James in un tono tra il divertito e il confidenziale.
“Digli che se commenta lo impicco!” intimò Remus al moro.
“Ha detto Rem che se commenti ti impicca” riferì Sirius con la massima serietà che poteva assumere.
“Tu digli che mi fa paura quanto mia madre!” rise James.
“Bè, tua madre fa paura davvero…” bisbigliò Sirius, beccandosi una cuscinata nei fianchi da parte di Remus.
“Scusa?” domandò Potter.
“Nulla!” si affrettò a riparare Sirius.
“Black, adesso non mi interessa sapere cosa tu e Remus avete fatto fino ad ora nel letto…”
“Ah, davvero? Perché io volevo darti tutti i dettagli…”
“SIRIUS!”
“… Ma ti devi sbrigare se non vuoi che quel rospo ti licenzi!”
Sirius inarcò le sopracciglia.
“Spiegati meglio,Jamie…”
“La Umbridge è venuta in tutta fretta per un controllo, e vuole tutti gli operai qui!” esclamò concitato James.
Prima che finisse la frase, Sirius aveva già attaccato la chiamata e si stava infilando in gran fretta i jeans sulla sedia.
“Cacchio, cacchio, cacchio, cacchio…” sussurrò tra sé e sé, afferrando la spazzola e sistemandosi come meglio poteva la massa informe che aveva sulla testa e che tutto sembravano meno che capelli.
“Sei tutto sudato, Sirius” gli fece notare Remus.
“LO SO!” urlò agitato afferrando la t-shirt lasciata in un angolo. “Ma non ho certo il tempo per farmi una doccia…”
Remus sbuffò.
“Gran bel giorno libero…”
Afferrò la spazzola appoggiata sulla credenza e gliela passò lanciandogliela. Sirius la afferrò al volo e tentò di sistemarsi i capelli in un ciuffo quantomeno convincente.
“Come sto?” domandò il moro voltandosi verso il compagno. “Non sembro uno che è da poco uscito dal letto,vero?”
“Ehm…” commentò Remus, senza dire cos’altro aggiungere.
“Perfetto” sibilò Sirius, e si slanciò verso la porta deciso.
Prima di uscire, si piegò sulle labbra del compagno e gli ricordò, lesto e agitato:
“Ricordati che stasera abbiamo la cena con James e Lily. Ciao!”
Non aveva neanche finito di dire il “Ciao” che si era sbattuto la porta alle spalle, lasciando Remus solo tra le lenzuola e con la testa afflosciata sul cuscino.
“Ti amo anch’io” sussurrò il ragazzo con un sorriso sghembo sul viso.
  
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