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Autore: Kiki May    02/02/2014    1 recensioni
Post NFA, collocabile in una Ottava Stagione continuata e alternativa, che vede Buffy a capo del suo esercito di slayers. Essenzialmente si tratterà di seguire le vicende della Chosen One, fatte di apocalissi del cuore e del pianeta. La nostra eroina dovrà fronteggiare nemici sempre più temibili e cercare un difficile equilibrio tra missione e vita privata. [Prima e Seconda parte concluse, Terza parte in corso]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Buffy Anne Summers, Nuovo personaggio, William Spike, Willow Rosenberg
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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25. Family





La Prescelta strinse i pugni e si fece avanti; nel corridoio che portava alla stanza di Stella, Spike e Annie parlavano confortandosi a vicenda.
Spike si era rivelato nel tempo un padre perfetto, partecipe e premuroso, coinvolto in tutti gli aspetti dell’educazione di Annie. Un uomo capace di mettersi in contatto con una bambina distante generazioni: una bambina impossibile, sangue e carne di una Chiave mistica e dell’alchimista più potente di sempre.
“Stai bene?” esalò Buffy, bloccandosi a pochi passi dalla figlia.
Il tono della sua voce le sembrò freddo e indifferente, decisamente diverso da ciò che avrebbe voluto trasmettere.
Annie alzò lo sguardo limpido.
“Sì,” disse soltanto e si fece più indietro, quasi a volersi allontanare.
Buffy ingoiò un sospiro.
“Bene,” aggiunse inutilmente. Le dita di Spike sul collo quasi la fecero saltare sul posto. Controllò i riflessi e tese i muscoli allo stremo, per non rivelare il suo disagio. Se Spike notò qualcosa non lo diede a vedere.
Impacciata, la Prescelta si congedò dalla famiglia e fece per entrare nella camera di Stella. Prima di chiudersi la porta alle spalle ebbe l’impressione di sentire il mormorio spaventato di Annie: lo ignorò, entrò nella stanza d’infermeria serrando gli occhi sino a farsi male.



La porta era una lastra di ghiaccio contro la schiena tesa. Buffy smise di appoggiarvisi come un naufrago alla scialuppa e riaprì gli occhi, si concesse un respiro profondo. La stanza profumava di camelie e disinfettante. Una confezione di detergente giaceva sotto un tavolino sgombro, ma di fiori neanche l’ombra. Le pareti erano state recentemente dipinte, oltre il velo di giallo si potevano intravedere i residui della precedente carta da parati.
Stella respirava forte, il corpicino magro nascosto sotto il piumone, un braccio nudo esposto alla luce del sole e collegato ad una flebo che gocciolava con lenta pazienza.
La Cacciatrice deglutì ancora, stavolta per scacciare il pianto, e raggiunse il letto della piccola paziente.
Aveva capelli di un biondo scuro simile a quello di Dawn nei primi mesi di vita e il suo volto era altrettanto piccolo, ovale e delicato. Occhiaie impietose segnavano le orbite violacee per la stanchezza.
Buffy si accorse del panno umido che giaceva alla sua destra, sul comodino, lo prese e lo passò gentilmente sulla fronte della bambina. Sentì un lievissimo sibilo di dolore e vide la bocca di Stella imbronciarsi di riflesso.
“Cassie,” sussurrò Stella, immersa in un sonno profondo. “Cassie.”
La Prescelta sorrise ed assaporò il gusto salino delle sue lacrime.
“Oh santo cielo …” borbottò, arrabbiata con se stessa.
Posò il panno sul comodino e passò le mani sulle guance, trovandole umide di pianto. Nonostante la volontà di controllo che aveva provato ad esercitare, i suoi occhi l’avevano tradita.
Si curvò su se stessa e provò a spendere tutta la sofferenza che le serrava lo stomaco in un paio di singhiozzi soffocati. Poggiò le mani sul materasso e tornò a guardare Stella dormiente.
“Lo so,” disse, dopo qualche secondo. “Lo so.” Ripeté.
Le tornarono in mente le mani di Spike, lo sguardo chiaro di Annie, così simile a quello di Dawn, e i capelli di sua madre, il suo corpo abbandonato su un divano troppo vecchio che non aveva avuto il coraggio di cambiare.
Le tornò in mente Cassandra, giovane veggente dall’espressione amareggiata, troppo adulta per essere quella di una ragazzina soltanto. Provò ad immaginare Cassandra insieme alla sorellina minore e quasi non dovette fare sforzo, che le famiglie si creavano nel modo più naturale possibile.
Sorrise ancora, accarezzando un abbozzo di pensiero folle e felice.
Carezzò il volto di Stella.



Willow si era ritirata nelle stanze delle meditazioni e da ore aveva proibito l’accesso a chiunque, Xander e Kennedy compresi.
Aggirandosi nella confusione del Centro di Ricerca, Buffy aveva cercato di rintracciare almeno Angel, che poteva avere nuove informazioni sui piani del Mercuriale. Dopo un vano correre per i corridoi, aveva deciso di lasciar perdere. Sconfortata, si era seduta sul primo scaffale vuoto disponibile.
“Ricordo di aver finanziato la spesa per tutti i volumi dell’enciclopedia paranormale di Hume. Quegli scaffali dovrebbero traboccare di libri.”
Buffy si rialzò di scatto e si voltò a guardare l’interlocutore.
“Giles!” esclamò, correndo tra le braccia del vecchio Osservatore.
Lo strinse forte, immergendo il capo nel tessuto pesante della sua giacca, respirando ancora una volta l’odore di tè e avventure mai dimenticate.
“Sei tornato!” aggiunse, felice. “Non credevo che saresti più …”
“Il mondo sta finendo,” rispose lui, il viso segnato da nuove rughe, gli occhi sempre gentili. “Suppongo sia una ragione valida per interrompere il mio tranquillo soggiorno in madrepatria. Mi sei mancata, tra le altre cose.”
Buffy sorrise come la ragazzina che non era più.
“Mi sei mancato anche tu.”
“Insieme per il rush finale.” Mormorò Giles, estraendo un fazzoletto per la pulizia degli occhiali. “Ho saputo di Willow e del suo presunto destino.”
“Chi …”
“Xander.”
Buffy annuì, senza aggiungere altro.
“Avrai anche saputo di Annie e di ciò che è appena successo.”
“Su questo dovrai aggiornarmi. A causa delle correnti di magia che sferzano il pianeta è diventato abbastanza difficile sostenere una conversazione telefonica in aereo.”
“Certo. Capito. Scooby meeting, all’istante.”
Giles si concesse un lungo sguardo di indagine ai corridoi del Centro. Inarcò le sopracciglia, pensoso.
“Ci aspetta un grande lavoro da fare …” rifletté ad alta voce.
“Siamo pronti.” Replicò la Prescelta, nel suo tono più convincente.
Kennedy saltò fuori da una delle stanze, gli occhi spalancati dal terrore.
“Non potete immaginare cosa cazzo sta succedendo.” Disse soltanto.
Buffy e Giles si precipitarono verso una delle finestre.
Una luce verde, elettrica aveva squarciato il grigiore del cielo. Un fascio di corrente si abbatteva a pochi chilometri dalla città, nella terra che si alzava in un turbine di sabbia.
“Dev’essere …”
“… Un raggio trasportatore.”
Oltre i confini di Los Angeles, nel deserto del Mojave, stavano atterrando migliaia di vampiri, un ulteriore esercito a minaccia della pace sulla Terra.
In mezzo a loro un ragazzino coi vestiti larghi e le lenti degli occhiali spessi: il Liberatore.






Noticine sparse ~


[*] Sono tornata con un nuovo capitolo, yay! Il Buffyverse mi mancava troppo.

[*] L'enciclopedia paranormale di Hume viene menzionata nella 3x07. Thanks, miss Post!

[*] Ho cambiato il titolo ad uno dei precedenti capitoli per poter mettere Family a questo. Because of reasons.

[*] I fanatici dei fumetti avranno forse riconosciuto il fantomatico Liberatore, che finalmente fa la sua prima apparizione. Per tutti gli altri: non preoccupatevi, al prossimo capitolo ci torniamo.

  
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