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Autore: Betelgeuse17    06/02/2014    5 recensioni
In una città di sangue e polvere è strano come non ci si abitui mai agli addii. Alfred lo sa bene.
[...]Gotham resterà una ferita infetta e putrescente, un ricordo marchiato a fuoco nella carne – la puzza di bruciato dell’esplosione ancora nelle narici. [...]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nota legale: The Dark Knight Rises © 2012, Christopher Nolan. 
Il qui presente intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva dell'autrice; pertanto, non può  essere riprodotto - totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti: What if dopo il finale del film.
Note: Che UOMO.


Affetto


Un affetto non si prova,
s'indossa direttamente.
(Lucio Battisti)


Gotham resterà una ferita infetta e putrescente, un ricordo marchiato a fuoco nella carne – la puzza di bruciato dell’esplosione ancora nelle narici.
È vecchio Alfred, troppo vecchio per essere ricco e troppo stanco per ricominciare.
Come se fosse veramente possibile, ficcare tutti quegli anni – tutta quella vita – in una valigia, sprangare un’ultima volta il portone pesante della villa e quello del suo cuore. Ci vuole una forza che sa di non avere e un coraggio che non gli appartiene.
Bruce era l’eroe e allora anche Alfred ha finto di non aver paura, di essere pronto a tutto quello, a quel dolore: ha saputo che lo avrebbe perso nel momento stesso in cui ha messo piede nella caverna,  però ha stretto i denti e  ha aspettato di notte, tutte le notti, di  vederlo comparire sulla soglia di casa, magari con un ghigno  stampato in volto o un braccio slogato o la macchina fatta a pezzi, ma vivo.
Vivo.
Ha creduto in Batman, simbolo e leggenda, pipistrello spietato e giustiziere.
Ma prima di tutto, lui, ha creduto in Bruce Wayne.
In un uomo che ha dato tutto – sonno, vita, anima – per una puttana di geometrie di vetro.
Alfred ha visto tante cose nella sua esistenza: un bambino serio diventato grande troppo presto, la città erigersi dalle sue stesse macerie e rinascere più splendente di una fenice, la vendetta trasformarsi in giustizia – metamorfosi impensabile e meravigliosa.
Ha conosciuto – e ha imparato ad amare – una gatta randagia in grado di braccare un topo con le ali, due anime slabbrate che si rincorrono fino a combaciare. Per non separarsi più.
Storna lo sguardo di fronte ad una lapide tanto odiata, poi si rivolge ad altre due pietre, perché il tempo dei commiati è arrivato e Gotham non perdona gli indugi.

Thomas, Martha, siate fieri di lui, è stato un bravo figlio: ha lottato per ciò in cui avete sempre creduto.

La fine è ancora lontana per questa metropoli cannibale, la sete di sangue per ora è stata placata: a un uccellino il peso – la gioia – dell’eredità.
Non c’è più bisogno di Batman, né di lui; il mattino si colora dei toni tiepidi della speranza, mentre stringe tra le mani ossute il biglietto aereo per Firenze e si chiude il cancello alle spalle.
L’affetto è l’impietoso e crescente stringersi dello stomaco, è la lacrima che si incastra tra le ciglia e non cade, perché Alfred è un uomo fiero.
Ed è stato maggiordomo severo e infermiere attento e braccio destro, amico e confidente sincero.



È stato padre.
  
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