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Autore: Nico di Angelo96    09/02/2014    1 recensioni
Questa storia parte dal libro ma si sviluppa già all'inizio in una cosa personale. Non ci sono spoiler di libri futuri di Rick perché io seguo le uscite in italia perciò non so cosa succeda nei prossimi libri. L'unica cosa che può essere uno spoiler è la coppia PercyXNico ma ormai ci sono così tante immagini su internet che tutti li hanno accoppiati almeno una volta. Spero vi possa piacere. La storia è descritta da Nico come narratore e si riferisce direttamente al lettore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve. Il mio nome è Nico di Angelo. Ho 14 anni e vivo o con mio padre o in un campo estivo chiamato Campo Mezzosangue dove io e quelli come me sono al sicuro dai mostri. Non capisci che intendo vero? Scusa è stata una mia dimenticanza ho scordato di dire che mio padre è Ade il dio dei morti, e quelli al campo sono tutti mezzosangue cioè figli di un genitore umano e uno divino. In questo momento starai pensando che io ti stia prendendo in giro ma non sto affatto scherzando. Gli Dei greci esistono. In questo momento si sono stabiliti a Manhattan, più precisamente si sono messi sopra l'Empire State Building, si ho detto sopra. Per l'esattezza 498 piani sopra. Ma sto divagando. Il sunto è che sono un semidio e che abito in questo campo, luogo nel quale ho conosciuto la mia disgrazia: Percy Jackson. Ora vorrai sapere chi è. Tanto per cominciare anche lui, come me, è un semidio figlio di Poseidone. Ti starai chiedendo perché questo ragazzo sia la mia disgrazia. Beh la mia storia parla proprio di questo. Ma cominciamo per bene. Io e Percy ci conoscevamo già da un po' di tempo. Potrei definirci dei normali amici. Non troppo legati ne troppo poco. I classici amici che conosci alle feste di compleanno o in giro per la scuola. Non ci leghi più di tanto ma vi considerate comunque amici. Ogni tanto ci allenavamo insieme ma niente di più. Un giorno, proprio durante un allenamento di scherma, la spada gli sfuggi di mano io provai a scansarmi ma passo sulla gamba facendomi un grosso taglio sulla coscia.

“Ιερά Δία” imprecai e un fulmine rombò nel cielo e io caddi a terra per il dolore “stai attento stupido mi hai quasi tagliato una gamba”
Percy si avvicinò e si inginocchiò accanto a me.

“scusa non volevo, mi dispiace. Meglio se vai subito in infermeria” lo disse come se fosse una cosa fuori dal comune cosa che mi fece adirare ancora un po'.

“Oh grazie mille capitan ovvio dei mari. Pensavo di restare qui e aspettare che la ferita si curasse da sola” ero al quanto irritato dalla sua presenza però mi calmai e provai a collaborare “aiutami ad alzarmi” mi aiutò e subito dopo ci incamminammo per l'infermeria con lui che mi faceva da stampella. Poco dopo ero steso su un letto con la gamba fasciata e lui al mio fianco.

“Scusami davvero tanto mi è scivolata non so come sia potuto succedere, scusa” era irritante a continuare a scusarsi.

“ho capito, basta con le scuse ti prego. Sono 20 minuti che non fai altro che scusarti.” mi stavo calmando e il nettare che i figli di apollo mi avevano dato cominciava a fare effetto e la ferita stava guarendo.

“va bene smetterò di scusarmi. Permettimi almeno di aiutarti a tornare in cabina. È il minimo che io possa fare” glielo concessi. Dopotutto non avevo per niente voglia di restare fermo in quella infermeria. La ferita non era ancora guarita del tutto così Percy mi aiutò ancora facendomi da stampella finché non arrivammo alla cabina di Ade. Tutti i semidei avevano una cabina adibita a casa. Erano divise per genitore divino. Ogni dio aveva una cabina che lo rispecchiava, casa dei suoi figli. Alcune cabine erano vuote come quella di Artemide che avendo fatto il voto di castità non aveva figli ma ogni tanto le sue caccatrici(un gruppo scelto di ragazze, solo ragazza, rese immortali e che si portava dietro nelle battute di caccia, cioè sempre) ci alloggiavano. Oppure quella di Era che essendo la dea dei matrimoni non aveva mai avuto figli con nessuno che non fosse Zeus. C'erano case molto affollate e case poco affollate. Poi si arriva alle case di Poseidone e Ade. La prima era abitata da Percy, e ogni tanto da un ciclope suo fratellastro. La seconda era abitata da me. Solamente da me. E neanche per tutto l'anno. A volte vado negli inferi e la cabina rimane vuota. Quando fummo arrivati alla cabina lui insistette con il portarmi dentro per aiutarmi a mettermi sul letto. Era davvero insistente perciò accettai.

“Ecco fatto. Stai comodo? Serve qualcosa?” disse dopo avermi steso sul letto

“No grazie mamma ce la faccio da solo” dissi con tono sarcastico.

“Va bene, allora se non hai bisogno di niente io torno agli allenamenti” disse Percy avviandosi verso la porta ma mentre stava per varcare la soglia lo fermai.

“Aspetta un attimo” Non capivo cosa mi fosse venuto in mente perché lo avevo fermato. Si girò.

“Si? Che c'è? Serve qualcosa?” disse sempre servizievole.

“Volevo solo...ehm...si cioè...” presi un grande respiro “Grazie di avermi aiutato Percy” l'avevo detto. L'avevo ringraziato. Ed era stato....bello.

“Non c'è di che Nico, dopotutto siamo amici” lo disse con un sorriso bellissimo. Non mi ero mai soffermato a guardarlo sorridere ma era davvero stupendo. Appena detta la frase usci e tornò ad allenarsi, io mi stesi sul letto e guardai il soffitto quasi imbambolato. Continuavo a pensare a quel sorriso, quel dolce e caldo sorriso. Non era niente di eclatante ma non riuscivo a non pensarci. E un'idea mi balenò per la testa un'idea che non mi sarei mai e poi mai aspettato ma non volevo convincermi, chiusi gli occhi e pensai a Percy, alle volte che passavamo il tempo insieme, a come mi faceva sentire.

“Oh miei dei....mi sono innamorato...”





Spazio Autore: Salve a tutti. Spero che la storia vi piaccia. Sarà ovvio che non saranno una coppia da subito. Prima bisognerà superare la coccicutaggine di questo individuo *indica Nico* Ehm...non ho niente da dire. Al prossimo capitolo
  
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