Su un palazzo c'era una volta un ragazzo
Su un palazzo c'era una volta un ragazzo.Nella sua testa tante voci.
Tra le voci una in particolare che lo istigava.
"Non puoi andartene. Resterai in questa città per sempre. Questa è casa tua, dopotutto."
"Questa non è casa mia,
non lo è mai stata.
Io me andrò."
non lo è mai stata.
Io me andrò."
"E dove pensi di andare?"
"Lontano."
"Lo sai che anche lì ci saremo noi?
Che ci sarò anch'io con te?"
Che ci sarò anch'io con te?"
"No, voi non ci sarete più."
"Impossibile. Siamo nella tua testa.
Neanche lo psichiatra è riuscito a curarti."
Neanche lo psichiatra è riuscito a curarti."
"Lui non sa nulla di voi."
"Ah già. Me ne stavo dimenticando."
Una risata cupa risuonava nel cranio del ragazzo.
"Stai zitto."
"Come comanda, mio signore."
Il ragazzo si sporse un po' di più e con gli occhi vagò in cerca di qualcosa che non sapeva cos'era.
"Nessuno ti aiuterà."
"Lo so. Ma voi morirete."
"Dovresti morire anche tu...."
"Infatti."
Lo disse in modo calmo.Fece un passo e salì sul bordo, poi un altro passo e si trovò nel nulla.
Volò per un tempo cortissimo ma infinitamente lungo.
Sorrise.
"Vi ho sconfitte."
Su un palazzo c'era una volta un ragazzo.Nella sua testa le voci non c'erano più.
Angolo autrice.
Momento di noia, ho scritto questa 'cosa'.
So che non è bellissimo però avevo come idea quella delle voci e volevo utilizzarla.
(comunque in seguito scriverò qualcosa di simile per certi versi)
Spero che i vostri occhi non sanguinino dopo questa lettura.
Scusate per i testi ma dovevo provare qualcosa, non morite per quello vi prego.
Alla prossima,
SK
P.S.: Lasciate una recensione piccina piccina?
Daaai :D