Serie TV > The Big Bang Theory
Segui la storia  |       
Autore: MireaAzul    12/02/2014    7 recensioni
13 Settembre 2013: un'intelligentissima ragazza di nome Penelope si trasferisce a Pasadena, per poter lavorare alla teoria delle stringhe presso il California Institute of Technology. Ma cosa succederebbe se il trasferimento la portasse a vivere di fianco ai quattro uomini più sexy che abbia mai conosciuto?
PARALLEL UNIVERSE dove Penny è la nerd, mentre Sheldon, Leonard, Howard e Rajesh i bellocci di turno! Cosa ne salterà fuori?
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Introduzione dell'autrice
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui a pubblicare su EFP, anche se questa è la mia prima ff nel mondo di The Big Bang Theory! e a noi che cacchio ce ne frega?
Scrivo questa breve introduzione per darvi due dritte su questo racconto; ci troviamo in un universo parallelo, dove di aspetto i nostri amati personaggi sono rimasti uguali (a parte per il fatto che i quattro uomini si curano molto di più, a differenza di Penny), è il loro carattere che è totalmente stravolto! Il mio scopo era quello di crearne il perfetto opposto, ma comunque con qualche sfumatura degli originali (capirete poi perché). Non vi dico altro se no vi rovinerei il gusto di leggere. Se c'è qualche problema grammaticale o simili, ditemi pure, sono aperta a qualsiasi tipo di critica (: Beh, buona lettura!





« 13 Settembre 2013, finalmente giungo nella mia nuova abitazione, a Pasadena. Il mio trasferimento lavorativo nell’università locale sembrava drastico ma con mio enorme piacere non lo è stato. L’appartamento sembra accogliente, umile e modesto come piace a me, l’unico sconveniente è che è situato al quarto piano di un condominio il cui ascensore è fuori servizio. Beh, volendo guardare l’aspetto positivo, più esercizio fisico. Mente sana e corpo sano! »
Penelope Callaway stava appuntando queste annotazioni sul proprio “diario di bordo”, che serviva a documentare la sua permanenza probabilmente temporanea nella città. Ella era un’intelligente fisica teorica, con due dottorati e rinomati premi scientifici, e questa sua nuova esperienza le dava l’ottima opportunità per mostrare la propria conoscenza anche altrove. In più, la giovane scienziata aveva la morbosa passione per i fumetti, i libri fantasy e una bellezza nascosta celata da larghe bretelle e camicioni XL. I suoi bei occhi verdi erano coperti da spessi occhiali da vista e i lunghi capelli biondi sempre raccolti in modo severo.
Non osava dirlo a nessuno ma una cosa che sperava di trovare in quella città era un fidanzato; era sempre stata la secchiona odiata dai coetanei, presa in giro dai bulli, vittima degli scherzi... ma ora la storia era cambiata. Lei VOLEVA cambiarla! Magari trovando un cavaliere alto, biondo, dalla folta chioma...
Si riprese da quei strani pensieri e, ricomponendosi e finendo di scrivere gli ultimi appunti, decise di andare al supermercato più vicino a rifornirsi per i giorni seguenti. Si mise il solito gilet largo e uscì di casa. Stava per scendere le scale quando qualcosa attirò la sua attenzione; dalla porta dell’altro appartamento presente sul pianerottolo, si udivano delle risate maschili, molto divertite, e al solo sentirle le venne da sorridere di gusto, in modo spontaneo. Si decise a scendere, ma quelle risate le rimasero in testa per tutto il pomeriggio.
 
***
 
Fu la spesa più lunga della sua vita, non sapendo quando avrebbe ricevuto la prima paga si procurò tanto cibo da averne per almeno due settimane. Essendo un disastro alla guida, aveva deciso di andare a piedi, ma ora che si ritrovava con quattro sacchetti della spesa pieni in mano e in pericoloso equilibrio, si pentì amaramente di quella decisione. Arrivata al portone del condominio si bloccò, e rimase a fissarlo per due motivi: il primo era che non sapeva come aprirlo con entrambe le mani occupate, e il secondo fu che, tastandosi le tasche, si rese conto di aver dimenticato le chiavi di casa nell’appartamento. Poco a poco iniziò a entrare nel panico. Cosa poteva fare, ridotta in quella situazione? Nel condominio non la conosceva ancora nessuno, quindi se avesse citofonato non le avrebbe aperto nessuno. Era sul punto di scoppiare a piangere quando una mano dalle lunghe dita affusolate le passò di fianco, e con un movimento sinuoso infilarono le chiavi nella serratura, aprendo il portone. Penelope si girò di scatto per poter guardare in faccia il suo salvatore e ringraziarlo, ma rimase senza parole per ciò che vide: di fronte a lei c’erano i quattro uomini più belli che avesse mai visto. Quello che le aveva aperto la porta era alto, slanciato, magro, con un bel paio di occhi azzurri, corti capelli disordinati, e la guardava con un sorriso languido.
« Ma buonasera. Lei deve essere Penelope, la nuova vicina. Il proprietario del condominio ci aveva avvertiti del suo arrivo » le porse la mano, sfoderando il sorriso più sexy che la ragazza potesse immaginare.
« Il mio nome è Sheldon Lee Cooper, ma puoi chiamarmi semplicemente Sheldon » lei ricambiò la stretta di mano meglio che poté e cercando di non fare figuracce, avendo i sacchetti da tenere.
« Sheldon, sei il solito! Sei sempre così impegnato a provarci con le donne da non accorgerti quando hanno bisogno di aiuto! » e si fece avanti il più basso dei quattro, ma quello dall’aspetto più semplice. Si avvicinò a Penelope, così che lei potesse accorgersi dei suoi fantastici occhi verde-acqua, dei lunghi capelli curati e del leggero rossore sulle guance.
« Permettimi di darti una mano » e con un sorriso assicuratore, le prese delicatamente una delle quattro sacche della spesa di mano, rendendole il carico più leggero.
« Mi chiamo Howard, a proposito. Ma il mio soprannome è Howie » il rossore sulle guance parve aumentare, e se Sheldon sembrava capace di conquistare Britney Spears in persona, Howard dava l’impressione di essere in difficoltà pure con una secchiona come lei.
« Piacere mio Howard. E anche a te, Sheldon ».
« Ah ma allora ce l’hai la lingua! E io che pensavo di aver trovato un’amica muta! » esclamò uno di loro, che le si piazzò di fronte con un sorriso smagliante; era sicuramente indiano, dedusse Penelope, dal colore della pelle e dall’accento della voce, e aveva quella misteriosa aurea da principe asiatico, con quella barba incolta, il petto un po’ scoperto che lasciava intravedere il fisico allenato e quei vispi occhi neri. Prese in mano senza chiedere uno dei sacchetti, lasciando una mano della ragazza completamente libera, e ne approfittò per stringergliela e scuoterla tutta.
« E’ un piacere fare la tua conoscenza! Mi chiamo Rajesh Ramayan Koothrappali, ma per gli amici solo Raj! E visto che ora siamo amici DEVI chiamarmi così anche tu, intesi? »
La ragazza scoppiò a ridere e stava per rispondere, quando uno dei sacchetti rimasti stava per caderle, e l’ultimo dei ragazzi, con riflessi pronti e atletici, glielo prese al volo. Alzò il proprio viso verso quello della scienziata e lei perse un battito; bel sorriso,fossette sulle guance, ondeggianti capelli castani e gli occhi marroni più belli in assoluto. Le accennò un sorriso e si rimise composto, tenendo il sacchetto in mano, e lei era così imbarazzata e a disagio alla vista di quell’uomo, che l’imbarazzante silenzio si protese per diversi minuti.
« Non so te Leonardo, ma a me quella spesa sembra parecchio pesante, quindi che ne dici di smetterla di fare il solito stronzo per due fottuti minuti così da presentarti e poter salire in casa? » domandò Sheldon, tagliando di netto il silenzio.
« Sì hai ragione. Mi chiamo Leonard. Solo ‘Leonard’ » disse semplicemente, per poi girarsi ed entrare nel condominio. Howard alzò gli occhi al cielo per mormorare un “idiota”, Raj scrollò le spalle e Sheldon si girò verso di lei porgendole le proprie scuse.
« Perdonalo, sarebbe capace di fare lo stronzo anche con un gattino, sai, di quelli che trovi nei video su internet. Ma se lo sai prendere nei giorni giusti è anche bello stare con lui » ed entrarono tutti dentro. Penelope non proferì parola finché non arrivarono agli appartamenti, un po’ perché era ancora in imbarazzo non sapendo cosa dire, e un po’ perché pensava a Leonard e a come era stato freddo con lei.
« Penelope? Allora? » si riprese da quei pensieri e si accorse che tutti e quattro gli uomini la stavano fissando, il che la fece sentire sotto esame.
« Ehm... Allora cosa? »
« Ti ho chiesto dove ti possiamo lasciare la spesa » ripeté gentilmente Howard.
« Oh! C-certo, lasciatemela pure sul tavolo in cucina... »
Era un po’ a disagio perché avendo appena traslocato aveva ancora molti scatoloni in giro per casa, che ridotta in quello stato sembrava addirittura sciatta, e quei quattro, così belli e perfetti, lì in mezzo sembravano risplendere di luce propria. Appoggiarono le buste dove lei aveva richiesto e si guardarono un po’ attorno, come per esplorare quella spoglia dimora. Tranne uno. Leonard la fissava con uno sguardo che sembrava trapassarle lo stomaco da parte a parte, studiandola dalla punta dei piedi a quella dei capelli. Il mondo sembrò fermarsi, c’erano solo loro due che si fissavano da due capi opposti della stanza, lui coi suoi vestiti alla moda, l’aria curata a anche un po’ trasandata, giusto quel tanto da renderlo ancor più figo, e lei con tutta la sua intelligenza così poco sensuale, poco attraente... Perché lui la stava osservando in modo così morboso? Perché lei doveva sempre perdersi così profondamente in quei suoi pensieri per poi isolarsi dal resto del mondo? Se lo era ripetuto mille volte che non era produttivo per le sue capacità intellettuali! Nessuno dei due sembrava voler lasciare la presa, a Penelope venne voglia di gettarsi tra le sue braccia e affondare il viso tra l’incavo della sua spalla per potersi ubriacare del profumo della sua pelle... Ma dovette rimanere coi piedi piantati a terra, sia perché ne andava della sua dignità e anche per come l’aveva trattata. Sheldon lo aveva definito uno stronzo, e ciò le fece venire in mente i ragazzini che l’avevano sempre presa in giro sia al liceo che al college. Decise che non si sarebbe invaghita di nessuno dei quattro, soprattutto di Leonard. Il principe azzurro che cercava era ben altro.
« Se vuoi un giorno di questi ti diamo una mano anche a sistemare l’appartamento » propose Sheldon, e in lui non c’era il tono provocatorio e di lusinga che aveva mostrato quando si era presentato, anzi aveva una smorfia di vero fastidio, quasi come se la situazione della casa fosse un prurito sottocutaneo.
« Non farci caso, figo quanto vuoi ma è germofobico » spiegò Howard, sorridendo in modo divertito.
« Oh tu mi piaci! Mi sembri molto curata, ma questa casa ha un disperato bisogno di aiuto... »
« Ehm... » Avere quattro uomini ancora in casa, e per di più che la aiutavano a disfare le scatole, a fare le pulizie e che magari sarebbero stati... a petto nudo?! Si sentì le guance bollire ed era tentata di rifiutare, ma ci pensò meglio. Howard le sembrava troppo timido per poter fare qualcosa di spinto come stare mezzo nudo in casa di una donna appena conosciuta; Rajesh aveva stampato in faccia quel sorriso tipico di un bambino che sta per essere portato al parco giochi, seppur avesse un fisico mozzafiato le parve innocuo; Sheldon d’altro canto, anche essendo un playboy patentato, era troppo preso dalla polvere e dagli acari che avevano invaso la moquette nel periodo in cui la casa era rimasta disabitata, era veramente germofobico fino a quel livello? L’unico che la preoccupava era sempre e solo uno.
« V-va bene... Tanto prenderò a lavorare lunedì, ho tutto il week-end libero! »
« Perfetto, pure noi abbiamo l’intero week-end sgombero! » Sheldon si sfregò le mani compiaciuto e con un sorrisetto soddisfatto. « Se per te va bene inizieremo già domani mattina, prima si pulisce meglio è! »
« Ci fa molto piacere che tu prenda impegni a nome di tutti e senza chiedere, Sheldon! » sbuffò Leonard. Penelope si sentì sprofondare. Aveva paura di un loro cambio di idea; nonostante li avesse conosciuti da neanche una mezz’ora non voleva tornare ad essere di nuovo sola in quella grande città, voleva avere degli amici su cui contare, almeno una volta nella vita. Intrecciò nervosamente le dita e abbassò lo sguardo.
« Va beh... Se non avete voglia non fa nulla, non c’è problema sul serio »
« Non dire cretinate Penelope, cazzeggiamo sempre nel fine settimana. Se abbiamo la possibilità di fare qualcosa la facciamo volentieri! » esclamò Howard, lanciando uno sguardo di fuoco a Leonard, che lo ignorò volutamente.
« Già, poi sarà un’occasione per conoscere meglio la nuova vicina! »
Leonard alzò gli occhi al cielo, spazientito e ormai rassegnato, si arrese agli amici e assicurò la propria presenza per la mattina dopo. La tensione iniziale sembrava via via sciamando. Penelope e gli uomini parlarono del più e del meno; la ragazza spiegò che si era trasferita a Pasadena per lavorare sulla teoria delle stringhe a tempo indeterminato al California Institute of Technology, e scoprì i lavori dei quattro: Sheldon faceva l’attore di teatro e molte volte veniva ingaggiato in famosi spot pubblicitari, Rajesh era un personal trainer al centro fitness dietro l’angolo, lo stesso in cui Howard faceva l’istruttore di nuoto, mentre Leonard era un commesso di Abercrombie & Fitch. Da quattro bell’imbusti quali erano Penelope non riusciva ad immaginare lavori diversi da quelli per loro.
Passò in un lampo più di un’ora, ed era ormai ora di cena. Accortosi di questo, gli uomini si alzarono dal divano improvvisato e salutarono la ragazza.
« E’ stata una delizia conoscerti, Penelope » salutò Sheldon, facendole un occhiolino sensuale.
« Beh, ciao » disse frettolosamente Leonard, con un veloce gesto della mano.
« Ci vediamo domani, allora » le sorrise timidamente Howard.
« Ciao Penny, non vedo l’ora di dare una bella pulizia a questo appartamentino domani! » esclamò allegro Rajesh, senza notare le occhiate basite che tutti gli stavano lanciando.
« Penny? » domandò lei.
« Sì, ormai tutti hanno un loro nomignolo e- »
« Parla per te.»
« DICEVO. Ognuno ha il proprio nomignolo, quindi è giusto che ce l’abbia pure tu ».
La ragazza simulò disinvoltura nel dire “Beh, ok” ma se avesse potuto avrebbe toccato il cielo con un dito; nessuno le aveva mai dato un nomignolo, erano cose che si solito si facevano tra amici, ed essendo lei sempre stata isolata dal gruppo non aveva mai avuto certi privilegi. Si sentiva come se quei ragazzi l’avessero presa sotto ala, una piccola rondine che non aveva ancora imparato a volare e che ora faceva finalmente parte di uno stormo.
« Allora, a domani » li salutò, prima di chiudere la porta di casa e tirare un sospiro di sollievo. Si era trasferita da neanche 12 ore e già si sentiva parte di un gruppo, e non uno qualsiasi, ma un gruppo composto da uomini sexy, simpatici e disponibili da far paura. Quella sera si preparò una cena leggera, provò a compilare il suo diario di bordo ma aveva la testa piena di informazioni da elaborare e il cuore straripante di felicità come non succedeva da anni, quando era diventata professoressa a quindici anni. Andò a letto presto perché la mattina dopo voleva svegliarsi all’alba così da poter accogliere i suoi ospiti fresca come una rosa e non con l’aria sciatta che aveva avuto per tutta quella giornata.
“Oggi mi sono imbattuta in quattro nuove sfide” raccontò a mente, come se stesse compilando il diario “e non vedo l’ora di studiarne le reazioni. Che il test abbia inizio!”
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: MireaAzul