Fumetti/Cartoni americani > Batman
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    13/02/2014    4 recensioni
"Ti ricordi quando eravamo giovani e innamorati?"
"Non siamo mai stati così giovani."
"Che gentiluomo che sei, Bruce."

[Tredicesima classificata al contest "L'amore ai tempi di EFP" indetto da viktoria, ma giudicato da Lady Viviana, sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quel dolore che chiamano amore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ti ricordi
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto

"Se non esistesse il cuore dell'uomo, non ci sarebbe disperazione sulla terra."

- Romain Gary -


Ti ricordi?


A voi, lettori di Gotham e del pipistrello.
A voi, che nel vostro silenzio raccontate mille storie e che con le vostre parole mi fate sentire a casa.
A voi, che mi ispirate e mi sostenete, che mi fate ridere piangere amare.
Questa storia è per tutte le persone con le quali ho avuto la fortuna d'incrociare il mio cammino: grazie di cuore.





"Ti ricordi quando eravamo giovani e innamorati?"
"Non siamo mai stati così giovani."
"Che gentiluomo che sei, Bruce."

La solitudine è una dimensione che si esprime per sottrazione, una lama che recide taglia distrugge.
Ti ascolta mentre stai ridendo e cattura le note stonate di quella gioia, facendone il primo filo per la sua tela.
Ti ruba respiri che non sapevi di aver mancato, contaminando ricordi e aspettative.
È l'ombra che si rifugia nella zona assente della tua mente, quel buco al quale non hai mai voluto dare nome.
È il sale su di una ferita che non ha ancora smesso di sanguinare, quell'improvviso boato che segue la consapevolezza, che non lascia altro che nulla.

"Se non ti conoscessi bene, penserei che stai facendo il romantico."
"Sto solo seguendo una pista."
"Certo, detective."

Selina accarezza una notte che non ha mai perso la sua orrida bellezza, un delicato intrico d'acciaio e carne pulsante.

Gotham.

Sorride Gotham, occhi scintillanti di lacrime mai versate e le mani piene di cuori ingenui e spezzati - asserviti all'unica, vera, regina: lei.

"Sarà sempre così?"
"Così come?"
"Io e te. Noi e lei."
"Finché funzionerà."
"Già... finché funzionerà."

Sfiorano figure immaginarie le dita di Selina, raccontando storie che sono diventate leggenda e infine polvere.
Percorrono ritratti che la nebbia ha portato via con sé, uccellini rapaci e bambine che hanno giocato a fare la guerra - perdendo.
Gotham le risponde con un rantolo esausto, la sirena della polizia il contrappunto perfetto per una città che non si arrende, che mai lo farà.
"Non volevo svegliarti." mormora poi "La notte non è ancora finita."
E mai lo farà, vorrebbe aggiungere.

"È una proposta quella che ho appena sentito, signor Wayne?"
"No; una mera constatazione dei fatti."
"E se rispondessi di no?"
"Non ti crederei."
"In poche parole, non ho scelta."
"Forse non l'abbiamo mai avuta, Selina; non da noi stessi."
"A volte ti odio proprio, Bruce."
"Anche io, Selina." un sorriso incerto "Anche io."

Bruce l'accoglie con la stessa pigra indolenza di sempre, un bacio umido sul collo e le palpebre ancora socchiuse.
Non le domanda niente, perché le parole possono ingannare, ma la pelle no, quella no, e Selina brucia sotto le sue dita.
"Non mi hai ancora detto come hai fatto a ottenere la serata libera."
"Lo vuoi davvero sapere adesso?" le domanda morbidamente "La tua curiosità non ha limiti."
"Miao." ironizza Selina, rovesciandolo sotto di sé e ridendo alla sua espressione contrariata "Saperlo non mi ucciderà di certo, pipistrello."
"No..." e muore sulle sue labbra ogni altra replica "ma preferisco non rischiare."

"Io dormo a sinistra."
"Lo so."
"E mi allargo, fin quasi occupare tutto il letto, perché non sono abituata ad avere ospiti per troppo tempo con me."
"Il mio mento ha qualcosa da dire al riguardo, soprattutto dopo l'ultimo incontro con il tuo pavimento."
"Inoltre Isis è abituato..."
"A riposare all'altezza dei tuoi piedi, aggrappato a quello destro in particolare, e verso le tre si alza sempre per andare a bere dal bicchiere d'acqua che gli lasci per terra."
Selina lo fissa sorridendo, avvolta in un silenzio fin troppo quieto, quasi imbarazzante.
"Cosa?" replica Bruce "Cosa c'è che non va?"
"Niente: pensavo solo a cosa direbbero i tuoi nemici se ti sentissero parlare così. No, peggio: a cosa direbbe la Justice League."
Bruce la ignora e si appunta mentalmente di non farla mai incontrare con Hal.

La solitudine morde.
È una regola che Selina ha imparato fin dalla più tenera età, quando la pietà degli altri si era trasformata in ricatto e il sogno in incubo.
Fai una buona azione e lei è, a saggiare quel pezzetto di felicità e a portartelo via, lasciando solo sospetto e dubbio.
Credi in te stessa e lei sboccia dalla tua fiducia come un fiore mefitico e velenoso, riproponendo tutte le tue cadute, i tuoi errori, le tue debolezze.
Ti innamori ed è allora che stringe - un pugno incredibilmente difficile da far schiudere - amplificando la sensazione di perdita e annichilimento.

Nel momento in cui ti dividi - in cui scegli di essere parte di qualcun altro - apri una crepa in cui può nascondersi ogni forma di dolore e sofferenza, persino la più raffinata: quella del desiderio.

Selina lo sa e lascia che siano le mani di Bruce ad allontanarla da quei pensieri, fredde sulla pelle, ma non nel cuore.
La cerca tra le cosce e sul volto, raccogliendo un sospiro in punta di lingua e una voglia che ha sempre parlato d'altro.

Di notti a farsi la guerra sui tetti e nel letto, di lividi lasciati per esserci e di baci che sembravano più strappi, a ricordare a tutti chi fossero; cosa fossero.

Si sciolgono i nodi di quel tormento tra le sue braccia e non ci sono maschere tra loro - non più.
È languido nel muoversi Bruce, attento alle sue espressioni e ai piccoli gesti che la contraddistinguono - il leggero graffiare delle sue unghie lungo le spalle, la schiena che si rilassa sul materasso, l'inarcarsi improvviso contro la sua bocca - e la solleva di peso dalle lenzuola aggrovigliate, portandosela poi in grembo.
"Questo è sleale."
"Non vedo alcuna regola scritta."
"No, dico..." e Bruce sussulta, colto alla sprovvista "questo è sleale, pipistrello."
Il gemito che gli sfugge nel silenzio della camera è così forte che Selina quasi non si trattiene dal ridere.

"Potevi morire."
"Non sarebbe stata la prima volta."
Selina continua a sistemare le bende in rotoli piccoli ed efficienti, la pelle pallida e tirata sugli zigomi.
"Potevi morire." ripete come un automa, chiudendo la sacca del primo soccorso e provvedendo a sistemarla nell'armadietto.
Bruce sospira, sfiorandole il braccio con la mano sana.
"Selina..."
"No." latra al suo indirizzo "Non farlo. Non cercare giustificazioni che non ci sono e, soprattutto, di cambiare le cose, perché non è possibile."
"È la mia missione, Selina."
"Lo so." replica, dandogli le spalle "Ed è questo che fa più male."
"Mi dispiace."
Si volta, osservandolo con occhi asciutti e un leggero tremolio sulle labbra socchiuse.
"Suppongo che sia così che funzionano le cose, Bruce. Non si sceglie chi amare - come amarlo: lo si fa e basta." le dita gli sfiorano il petto, all'altezza del cuore "Il dolore è solo la sua naturale conseguenza."
Il suo odore è l'unica cosa che le impedisca di piangere.

Selina si è ormai abituata a quella normalità straniante; il respiro caldo di Bruce nell'incavo del suo collo, le sue mani lungo i fianchi e il leggero russare che riempie la stanza quando dorme profondamente.
Si stira languidamente all'indietro, raggomitolandosi poi contro il suo petto e strizzando gli occhi al cielo che va schiarendosi.

"L'alba non ci appartiene più, pipistrello; è ora di tornare a casa."

"Selina."

"Non ci sarà mai abbastanza tempo noi, mai abbastanza spazio."
"Non importa: la notte ci offre tutto quello di cui abbiamo bisogno."

"Uhm?"

"È fuori controllo."
"Stiamo parlando di Selina, Clark; non è mai stata davvero sotto controllo."

"Niente."

"Non puoi più proteggermi, pipistrello; non hai mai potuto."
"Lo so."
"Eppure hai tentato ugualmente."
"Rinunciare non era tra le opzioni plausibili."

"Sei sempre stato un disastro con gli auguri, Bruce."

"Vengo anche io."
"No."
"Non era una richiesta, Bruce."
"Neanche la mia."

Nel silenzio di quell'aurora ferruginosa, una promessa che non sarebbe mai stata mantenuta, ma per la quale valeva davvero la pena di scommettere tutto - fino all'ultima libbra di sangue e carne, oltre i limiti imposti da una città tiranna e da un corpo fragile e mortale.

"Possiamo vivere nei se e nei ma, Bruce, oppure possiamo semplicemente vivere: scegli."

La solitudine si era spenta nel rumore dei loro cuori.




Nota dell'autrice: nella speranza di avervi intrattenuto per almeno qualche minuto, vi lascio due piccole drabble che vanno a integrare la storia qui presente, ovvero A cuore aperto e Senza paura
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia