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Autore: steph808    14/02/2014    12 recensioni
Ale decide un giorno cantare alla sua ragazza come serenata la canzone “una su un milione” di Alex Britti. Lei, però, sembra determinata a fraintendere ogni singola parola. Dal punto di vista della ragazza di Ale, seguiamo a ruota libera i suoi commenti alle strofe della canzone.
Genere: Comico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unasuunmilione

Ciao Ale, volevi parlarmi? Eccomi, sono qui. Ah, cos’è quella chitarra? Hai intenzione di cantarmi una canzone? Va bene, che sia bella però, mi raccomando, sai che io ci tengo alle cose fatte bene. Non come al solito che attacchi una canzone e poi non ci si capisce niente. È una canzone d’amore, dici? Bene, bene, mi fa piacere. Sentiamo.

Ecco, già questa introduzione col pianoforte ha i suoi limiti. Sembra più un carillon per bambini dell’asilo che un’introduzione. Ale, con la chitarra ci sai fare, ma il pianoforte non è il tuo, lasciatelo dire.

Accettami così…

Che significa «accettami così»? in che senso devo accettarti? Accettarti per che cosa? È una proposta di matrimonio? Perché una ragazza si aspetta qualcosa di diverso. Non dico che devi andare da mio padre a chiedere ufficialmente la mia mano, non dico di mettersi in ginocchio come nei film, però ci vuole un po’ di stile. Un anello con brillocco, ad esempio. Accettami mi sembra un po’ poco, se devo essere sincera.

Accettami così, ti prego non guardare

nella mia testa c'é un mondo da ignorare

Eh no, ormai è ufficiale: iniziamo male. Lo so perfettamente che nella tua testa c’è un mondo da ignorare. Come se non ti conoscessi. Mi fa piacere che inizi ad esserne consapevole tu stesso – tanti soldi e anni dall’analista non sono andati sprecati, e questo è un bene – ma non puoi cominciare così un discorso. Non puoi! Ti prego non guardare… certo che guardo! E che altro dovrei fare? Cioè, secondo te per prima cosa non dovrei guardare cosa hai nella testa. Ti pare logico? Ma cos’hai nel cervello? Ippopotami che suonano il bongo? Già, l’hai appena detto tu stesso: un mondo da ignorare. Veramente, Ale, a volte mi chiedo perché stiamo insieme. Va bene, la chitarra e tutto il resto, però…

Voglio che tu sia mia complice discreta

Accettami e sarai la mia bambola di seta

Che vuol dire complice discreta? Primo, io non sono la tua complice. Complice lo dici a qualcun’altra. Io sono la tua ragazza. E questo uno. Due: quando dici discreta vuol dire che non vuoi far sapere in giro che stiamo insieme? È questa la discrezione? Guarda, devi solo provarci e non sai cosa ti faccio. Ma pensa un po’, questo qui vuol fare il mandrillo con le ragazze perché lui non è fidanzato, no, figuriamoci, lui ha una complice discreta, che è tutta un’altra cosa. E comunque, complice in che cosa? Se vuoi fare le cose sconce come al tuo solito non ci sto. Nein, Nada, Niet. Sai pensare solo a quello, sei un vero sporcaccione. Se è questo che intendevi, cerca di farti passare subito le voglie. Se invece sei nei guai con la giustizia, sappi che io non ti fornisco nessun alibi. Ti arrangi. Te la vedi tu col tuo avvocato, io non voglio sapere niente. Al massimo ti porto un cestino d’arance in carcere. Se non ti mollo prima.

E poi chiariamo subito un’altra cosa importante: io non sono la bambola di nessuno. Ma chi te le ha messe nel cervello certe idee? Ah, beh, nella testa tu hai un mondo da ignorare. Dimmi, voleva essere un complimento? Secondo te sarebbe un complimento dire alla tua ragazza che è una bambola di seta? Ti ricordi cos’è successo quando il tuo amico Fred per strada mi ha fatto un fischio e ha detto ad alta voce: Che bambola! Ti ricordi? Gli ho rifilato un ceffone che poi con lo stesso tono ha detto: Che sventola!

E poi cosa vorresti insinuare con questa storia della seta? Non ti piace la mia crema per il viso? È questo che vuoi dire? Mi vedi delle rughe? Perché se è così parla chiaro, invece di fare giri di parole sulla seta e tutto il resto.

Accettami e vedrai, andremo fino in fondo

Non pensare a cosa è giusto e cosa sta cambiando

Nooo. Io non penso. C’è il mondo che si sta ribaltando come una molla impazzita e io non guardo quello che sta cambiando. Non penso a niente, guarda, spengo il cervello che è meglio. Oh, povera me! 

Andiamo al polo nord o al sud se preferisci

Accettami ti prego, dimmi che ci riesci

Ecco. Come al solito, devo decidere sempre tutto io. Polo nord o polo sud per te è lo stesso. Questa o quella per me pari sono. Me lo diceva mia mamma che non eri il tipo giusto. Cosa mi tocca sentire! Pinguini o orsi bianchi per te sono uguali, insomma. Sempre bestie sono, tu dici, e una bestia vale l’altra. In fondo, hai la passione per la musica, non per la scienza veterinaria. Ha una sua logica, però scommetto che non la prenderesti bene se uno ti dicesse che, in fondo, tra un piffero e un tamburo non c’è differenza perché, tanto, sono sempre strumenti musicali.

Non ho detto mai di essere perfetto

Se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto

Se ne trovi di più, ancora mi sta bene

Basta che restiamo ancora così insieme

Ecco, questo è vero. In tutte le favole c’è una base di verità. Non hai mai detto di essere perfetto. E ci mancherebbe altro! Anche la spudoratezza ha un limite. Se tu sei perfetto io sono Cleopatra. Però – no grazie – non aiutarmi a scoprire ogni tuo difetto. Quelli che conosco mi bastano e mi avanzano. Davvero, sto parlando seriamente. Nooo, non voglio trovarne di più. Lascia stare. Anche perché se approfondisco non so se restiamo ancora insieme. Starà bene a te, ma a me no. Mi sa che ti mollo tempo zero. Già i difetti che conosco mi fanno venire qualche dubbio, vedi un po’ tu se vale la pena di ragionare su queste cose.

Amo, amo, è qualcosa che si muove

Su e giù per lo stomaco più freddo della neve

No, Ale, quello che va su e giù per lo stomaco sono i due chili di peperonata che ti sei mangiato stamattina per colazione. Che sia più fredda della neve non discuto, ma capirai che non m’interessano certi dettagli.

Amo, amo, è un buco alla ciambella

La sua dolcezza effimera la rende così bella

Sì, sì, i buchi delle ciambelle sono la parte che anch’io preferisco. Li mangio sempre, sono così dolci! Una dolcezza… effimera, direi. Scusa un attimo, devo fare una telefonata. Pronto, è il reparto neurodeliri? Buongiorno, dottore, avrei bisogno di una camicia di forza per uno che mangia i buchi delle ciambelle e li trova di una dolcezza effimera. Dice che dalle vostre parti è normale? Non avevo dubbi. Ah, vuole sapere chi è? È il mio ragaz… volevo dire, il mio ex-ragazzo. Eh già, ci siamo lasciati tempo fa. Molto tempo fa.

Accettami e vedrai, insieme cresceremo

Qualche metro in più e il cielo toccheremo

Più alti dei giganti, più forti di Godzilla

Faremo una crociera su una nave tutta gialla

La dipingi tu la nave di giallo? Hai idea di quant’è grande una nave da crociera? Ah, già, dimenticavo. Se sei diventato grande come Godzilla ti bastano un paio di pennellate. Ricordati che per dipingere una nave grande non ci vuole solo un pennello grande, ma anche un grande pennello. Questa l’hai capita? La vecchia pubblicità… lasciamo perdere.

Comunque anche stavolta hai sbagliato canzone. C’è già il sottomarino giallo: yellow submarine, yellow submarine... Quei tuoi amici che vivevano tutti nel sottomarino giallo. Un po’ stretti di sicuro, ma a quanto pare si trovavano bene. Noi cosa ce ne facciamo di una nave da crociera gialla? La usiamo per i servizi postali? Come taxi? Tra l’altro, se diventi grande come Godzilla fai in fretta a dipingerla ma diventa difficile imbarcarsi. Vuoi che ti leghiamo con le corde alla fiancata di dritta? Sai che bella crociera, legato fuori.

Andremo su un'isola che sembra disegnata

Se è disegnata poi si scioglie! L’acqua e la carta non vanno molto d’accordo.

Con colori enormi e un mare da sfilata

Il primo aggettivo che mi viene in mente pensando ai colori è proprio enorme. Mi hai tolto le parole di bocca. Che blu enorme! Che rosso… enorme! Pronto, dottore? I colori enormi… sì, tutto già sentito, non avevo dubbi. Guarda, Ale! Che verde… smisurato. Dottore, è sempre in linea?

Avevo sentito le passerelle da sfilata, i vestiti da sfilata, le sfilate di carnevale, gli sfilatini, ma il mare da sfilata proprio mai. Devo essermi persa qualcosa di notevole.

Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto

Ti prego non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto

Prima devo decidere io perché non sai neanche la differenza tra il polo nord e il polo sud. Poi viene fuori che hai già fatto il biglietto. Mi piacerebbe sapere per dove l’hai fatto, il biglietto. Ci scommetterei che sono riusciti a rifilarti un viaggio per il polo est. Prezzo affare, bibite comprese.

Se l’hai messo nel cassetto dei sogni siamo a posto. Già non trovi il cassetto dei calzini, direi che comunque sia il biglietto possiamo darlo per disperso fino al prossimo trasloco.

Amo, amo, è qualcosa di speciale

Su e giù per lo stomaco è come un temporale

È la peperonata, te l’ho detto. Non voglio saperne niente. Se c’è un temporale in corso, di là ci sono i servizi.

Amo, amo, è il sugo sulla pasta

Finché non è finito non saprò mai dire basta

Ale, ti sconsiglio di mangiare. Pasta, sugo, quello che ti pare, ma non mettere niente in quello stomaco dove ci sono due chili di peperonata freddi come la neve che sembrano un temporale. Lo dico per te.

Amo, amo, è un dono di natura

Perché la nostra storia non è solo un'avventura

Mi fa piacere sentirtelo dire, perché se solo avessi ipotizzato il contrario, potevi sentirti libero fin da subito di fare il mandrillo con tutte le complici discrete che ti parevano.

Amo, amo, è una semplice canzone

E serve a me per dirti che sei una su un milione

Ah! Adesso capisco dove volevi arrivare. Tutta ‘sta manfrina per dirmi che sono una su un milione. Il succo del discorso sarebbe questo. Ti vedo soddisfatto. Annuisci!

Oh povera me! La mia mamma me l’ha sempre detto, non posso dire che non mi aveva avvertita.

Secondo te sarebbe un complimento? Ma cos’hai nel cervello oltre al mondo da ignorare e gli ippopotami che suonano i bonghi? Le antilopi che ballano il tiptap? Ragiona un momento. Quanti siamo in Italia? 60 milioni, più o meno. Di cui 30 milioni sono donne. Io sono una su un milione, quindi solo in Italia ce ne sono 30 come me. Proprio un bel complimento. No, zitto, non dire niente, non ci sono scuse. Non mi interessa che “una su un miliardo” non faceva rima e suonava male come titolo. Questa cosa è decisiva, quando è troppo è troppo. Una canzone d’amore, tu dici? Era meglio un mazzo di fiori. Secondo te, perché la maggior parte della gente non scrive canzoni d’amore ma regala mazzi di fiori? Perché sono tutti tonti e non sanno suonare la chitarra oppure perché hanno capito cosa funziona con le ragazze?

A me sembra un modo elegante per farmi sapere che vuoi l’harem. Ciao cara, ti canto una canzone per dirti che mi piacerebbe avere l’harem con una trentina di donne solo in Italia, per il resto del pianeta ci organizziamo con calma.

Ale, dove stai andando? Vieni qui! Non sfuggire alle tue responsabilità. Fermo! Ah, se ti prendo vedrai cosa ne faccio della tua chitarra!... Fermati!... Ale!...

 
 

 

NdA

Ho ascoltato solo di recente la canzone “una su un milione” di Alex Britti: mi è piaciuta ma mi è sembrata anche una miniera di possibili fraintendimenti se si prende il testo alla lettera (la canzone è del 2003: a chi non la conoscesse consiglio di ascoltarla).

Da qui l’idea di un romantico imbranato dotato di tanta buona volontà che canta mentre la sua ragazza critica ogni riga dall’inizio alla fine.

Specifico e sottolineo che l’intento è puramente umoristico.

Per rispettare le regole sulle songfic segnalo che la storia si compone di 1880 parole circa di cui 250 sono la canzone e le restanti 1600 testo (25%-75%).

Ho inserito due ulteriori minime citazioni: Fred Buscaglione “che bambola” e i Beatles “yellow submarine”.

Alla prossima!

  
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