Ciao Ale, volevi parlarmi? Eccomi, sono qui. Ah, cos’è
quella chitarra? Hai intenzione di cantarmi una canzone? Va bene, che sia bella
però, mi raccomando, sai che io ci tengo alle cose fatte bene. Non come al
solito che attacchi una canzone e poi non ci si capisce niente. È una canzone
d’amore, dici? Bene, bene, mi fa piacere. Sentiamo.
Ecco, già questa introduzione col pianoforte ha i suoi
limiti. Sembra più un carillon per bambini dell’asilo che un’introduzione. Ale,
con la chitarra ci sai fare, ma il pianoforte non è il tuo, lasciatelo dire.
Accettami così…
Che significa «accettami
così»? in che senso
devo accettarti? Accettarti per che cosa? È una proposta di matrimonio? Perché
una ragazza si aspetta qualcosa di diverso. Non dico che devi andare da mio
padre a chiedere ufficialmente la mia mano, non dico di mettersi in ginocchio
come nei film, però ci vuole un po’ di stile. Un anello con brillocco, ad esempio.
Accettami mi sembra un po’ poco, se devo essere sincera.
Accettami così, ti
prego non guardare
nella mia testa c'é un
mondo da ignorare
Eh no, ormai è ufficiale: iniziamo male. Lo so perfettamente
che nella tua testa c’è un mondo da ignorare. Come se non ti conoscessi. Mi fa
piacere che inizi ad esserne consapevole tu stesso – tanti soldi e anni dall’analista
non sono andati sprecati, e questo è un bene – ma non puoi cominciare così un
discorso. Non puoi! Ti prego non guardare…
certo che guardo! E che altro dovrei fare? Cioè, secondo te per prima cosa non dovrei
guardare cosa hai nella testa. Ti pare logico? Ma cos’hai nel cervello? Ippopotami
che suonano il bongo? Già, l’hai appena detto tu stesso: un mondo da ignorare.
Veramente, Ale, a volte mi chiedo perché stiamo insieme. Va bene, la chitarra e
tutto il resto, però…
Voglio che tu sia mia
complice discreta
Accettami e sarai la
mia bambola di seta
Che vuol dire complice
discreta? Primo, io non sono la tua complice. Complice lo dici a
qualcun’altra. Io sono la tua ragazza. E questo uno. Due: quando dici discreta
vuol dire che non vuoi far sapere in giro che stiamo insieme? È questa la
discrezione? Guarda, devi solo provarci e non sai cosa ti faccio. Ma pensa un
po’, questo qui vuol fare il mandrillo con le ragazze perché lui non è
fidanzato, no, figuriamoci, lui ha una complice discreta, che è tutta un’altra
cosa. E comunque, complice in che cosa? Se vuoi fare le cose sconce come al tuo
solito non ci sto. Nein, Nada, Niet. Sai
pensare solo a quello, sei un vero sporcaccione. Se è questo che intendevi,
cerca di farti passare subito le voglie. Se invece sei nei guai con la
giustizia, sappi che io non ti fornisco nessun alibi. Ti arrangi. Te la vedi tu
col tuo avvocato, io non voglio sapere niente. Al massimo ti porto un cestino
d’arance in carcere. Se non ti mollo prima.
E poi chiariamo subito un’altra cosa importante: io non sono
la bambola di nessuno. Ma chi te le ha messe nel cervello certe idee? Ah, beh,
nella testa tu hai un mondo da ignorare. Dimmi, voleva essere un complimento?
Secondo te sarebbe un complimento dire alla tua ragazza che è una bambola di
seta? Ti ricordi cos’è successo quando il tuo amico Fred per strada mi ha fatto
un fischio e ha detto ad alta voce: Che
bambola! Ti ricordi? Gli ho rifilato un ceffone che poi con lo stesso tono
ha detto: Che sventola!
E poi cosa vorresti insinuare con questa storia della seta?
Non ti piace la mia crema per il viso? È questo che vuoi dire? Mi vedi delle
rughe? Perché se è così parla chiaro, invece di fare giri di parole sulla seta
e tutto il resto.
Accettami e vedrai,
andremo fino in fondo
Non pensare a cosa è
giusto e cosa sta cambiando
Nooo. Io non penso. C’è il mondo che si sta ribaltando come
una molla impazzita e io non guardo quello che sta cambiando. Non penso a
niente, guarda, spengo il cervello che è meglio. Oh, povera me!
Andiamo al polo nord o
al sud se preferisci
Accettami ti prego,
dimmi che ci riesci
Ecco. Come al solito, devo decidere sempre tutto io. Polo
nord o polo sud per te è lo stesso. Questa o quella per me pari sono. Me lo
diceva mia mamma che non eri il tipo giusto. Cosa mi tocca sentire! Pinguini o
orsi bianchi per te sono uguali, insomma. Sempre bestie sono, tu dici, e una
bestia vale l’altra. In fondo, hai la passione per la musica, non per la
scienza veterinaria. Ha una sua logica, però scommetto che non la prenderesti
bene se uno ti dicesse che, in fondo, tra un piffero e un tamburo non c’è differenza
perché, tanto, sono sempre strumenti musicali.
Non ho detto mai di
essere perfetto
Se vuoi ti aiuto io a
scoprire ogni mio difetto
Se ne trovi di più,
ancora mi sta bene
Basta che restiamo
ancora così insieme
Ecco, questo è vero. In tutte le favole c’è una base di
verità. Non hai mai detto di essere perfetto. E ci mancherebbe altro! Anche la
spudoratezza ha un limite. Se tu sei perfetto io sono Cleopatra. Però – no
grazie – non aiutarmi a scoprire ogni tuo difetto. Quelli che conosco mi bastano
e mi avanzano. Davvero, sto parlando seriamente. Nooo, non voglio trovarne di
più. Lascia stare. Anche perché se approfondisco non so se restiamo ancora
insieme. Starà bene a te, ma a me no. Mi sa che ti mollo tempo zero. Già i
difetti che conosco mi fanno venire qualche dubbio, vedi un po’ tu se vale la
pena di ragionare su queste cose.
Amo, amo, è qualcosa
che si muove
Su e giù per lo
stomaco più freddo della neve
No, Ale, quello che va su e giù per lo stomaco sono i due
chili di peperonata che ti sei mangiato stamattina per colazione. Che sia più
fredda della neve non discuto, ma capirai che non m’interessano certi dettagli.
Amo, amo, è un buco
alla ciambella
La sua dolcezza
effimera la rende così bella
Sì, sì, i buchi delle ciambelle sono la parte che anch’io
preferisco. Li mangio sempre, sono così dolci! Una dolcezza… effimera, direi.
Scusa un attimo, devo fare una telefonata. Pronto, è il reparto neurodeliri? Buongiorno,
dottore, avrei bisogno di una camicia di forza per uno che mangia i buchi delle
ciambelle e li trova di una dolcezza effimera. Dice che dalle vostre parti è
normale? Non avevo dubbi. Ah, vuole sapere chi è? È il mio ragaz… volevo dire,
il mio ex-ragazzo. Eh già, ci siamo lasciati tempo fa. Molto tempo fa.
Accettami e vedrai,
insieme cresceremo
Qualche metro in più e
il cielo toccheremo
Più alti dei giganti,
più forti di Godzilla
Faremo una crociera su
una nave tutta gialla
La dipingi tu la nave di giallo? Hai idea di quant’è grande
una nave da crociera? Ah, già, dimenticavo. Se sei diventato grande come
Godzilla ti bastano un paio di pennellate. Ricordati che per dipingere una nave
grande non ci vuole solo un pennello grande, ma anche un grande pennello.
Questa l’hai capita? La vecchia pubblicità… lasciamo perdere.
Comunque anche stavolta hai sbagliato canzone. C’è già il
sottomarino giallo: yellow submarine,
yellow submarine... Quei tuoi amici che vivevano tutti nel sottomarino
giallo. Un po’ stretti di sicuro, ma a quanto pare si trovavano bene. Noi cosa
ce ne facciamo di una nave da crociera gialla? La usiamo per i servizi postali?
Come taxi? Tra l’altro, se diventi grande come Godzilla fai in fretta a
dipingerla ma diventa difficile imbarcarsi. Vuoi che ti leghiamo con le corde
alla fiancata di dritta? Sai che bella crociera, legato fuori.
Andremo su un'isola
che sembra disegnata
Se è disegnata poi si scioglie! L’acqua e la carta non vanno
molto d’accordo.
Con colori enormi e un
mare da sfilata
Il primo aggettivo che mi viene in mente pensando ai colori
è proprio enorme. Mi hai tolto le parole di bocca. Che blu enorme! Che rosso…
enorme! Pronto, dottore? I colori enormi… sì, tutto già sentito, non avevo
dubbi. Guarda, Ale! Che verde… smisurato. Dottore, è sempre in linea?
Avevo sentito le passerelle da sfilata, i vestiti da
sfilata, le sfilate di carnevale, gli sfilatini, ma il mare da sfilata proprio
mai. Devo essermi persa qualcosa di notevole.
Per quanto mi riguarda
ho fatto già il biglietto
Ti prego non lasciarlo
accanto a un sogno in un cassetto
Prima devo decidere io perché non sai neanche la differenza
tra il polo nord e il polo sud. Poi viene fuori che hai già fatto il biglietto.
Mi piacerebbe sapere per dove l’hai fatto, il biglietto. Ci scommetterei che sono
riusciti a rifilarti un viaggio per il polo est. Prezzo affare, bibite
comprese.
Se l’hai messo nel cassetto dei sogni siamo a posto. Già non
trovi il cassetto dei calzini, direi che comunque sia il biglietto possiamo
darlo per disperso fino al prossimo trasloco.
Amo, amo, è qualcosa
di speciale
Su e giù per lo
stomaco è come un temporale
È la peperonata, te l’ho detto. Non voglio saperne niente.
Se c’è un temporale in corso, di là ci sono i servizi.
Amo, amo, è il sugo
sulla pasta
Finché non è finito
non saprò mai dire basta
Ale, ti sconsiglio di mangiare. Pasta, sugo, quello che ti
pare, ma non mettere niente in quello stomaco dove ci sono due chili di
peperonata freddi come la neve che sembrano un temporale. Lo dico per te.
Amo, amo, è un dono di
natura
Perché la nostra
storia non è solo un'avventura
Mi fa piacere sentirtelo dire, perché se solo avessi
ipotizzato il contrario, potevi sentirti libero fin da subito di fare il
mandrillo con tutte le complici discrete che ti parevano.
Amo, amo, è una
semplice canzone
E serve a me per dirti
che sei una su un milione
Ah! Adesso capisco dove volevi arrivare. Tutta ‘sta manfrina
per dirmi che sono una su un milione. Il succo del discorso sarebbe questo. Ti
vedo soddisfatto. Annuisci!
Oh povera me! La mia mamma me l’ha sempre detto, non posso
dire che non mi aveva avvertita.
Secondo te sarebbe un complimento? Ma cos’hai nel cervello
oltre al mondo da ignorare e gli ippopotami che suonano i bonghi? Le antilopi
che ballano il tiptap? Ragiona un momento. Quanti siamo in Italia? 60 milioni,
più o meno. Di cui 30 milioni sono donne. Io sono una su un milione, quindi
solo in Italia ce ne sono 30 come me. Proprio un bel complimento. No, zitto,
non dire niente, non ci sono scuse. Non mi interessa che “una su un miliardo”
non faceva rima e suonava male come titolo. Questa cosa è decisiva, quando è
troppo è troppo. Una canzone d’amore, tu dici? Era meglio un mazzo di fiori. Secondo
te, perché la maggior parte della gente non scrive canzoni d’amore ma regala
mazzi di fiori? Perché sono tutti tonti e non sanno suonare la chitarra oppure
perché hanno capito cosa funziona con le ragazze?
A me sembra un modo elegante per farmi sapere che vuoi
l’harem. Ciao cara, ti canto una canzone per dirti che mi piacerebbe avere
l’harem con una trentina di donne solo in Italia, per il resto del pianeta ci
organizziamo con calma.
Ale, dove stai andando? Vieni qui! Non sfuggire alle tue
responsabilità. Fermo! Ah, se ti prendo vedrai cosa ne faccio della tua
chitarra!... Fermati!... Ale!...
NdA
Ho ascoltato solo di recente la canzone “una su un milione”
di Alex Britti: mi è piaciuta ma mi è sembrata anche una miniera di possibili
fraintendimenti se si prende il testo alla lettera (la canzone è del 2003: a
chi non la conoscesse consiglio di ascoltarla).
Da qui l’idea di un romantico imbranato dotato di tanta
buona volontà che canta mentre la sua ragazza critica ogni riga dall’inizio alla fine.
Specifico e sottolineo che l’intento è puramente umoristico.
Per rispettare le regole sulle songfic segnalo che la storia
si compone di 1880 parole circa di cui 250 sono la canzone e le restanti 1600
testo (25%-75%).
Ho inserito due ulteriori minime citazioni: Fred Buscaglione
“che bambola” e i Beatles “yellow submarine”.
Alla prossima!