Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: adrienne riordan    14/02/2014    5 recensioni
Una violenta crisi economica mette la Regina di Arendelle davanti alla prospettiva di un matrimonio di convenienza. Il suo senso del dovere la induce ad accettare e non si tirerà indietro nemmeno quando scoprirà che l'unico pretendente disposto a prenderla in moglie è nientemeno che... il Principe Hans delle Isole del Sud!
Genere: Angst, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao, benvenuti/e al primo capitolo della mia fanfic su Frozen. La storia è incentrata sul pairing Hans/Elsa, avrà un capitolo a rating rosso non-con (non consenziente). Un matrimonio combinato, atmosfera tutt’altro che allegra. Però la figura di Hans mi ha intrigato non poco: non essendomi rassegnata all’idea che sia stronzo al 100%, userò questa fic per “redimerlo”, ecco la ragione del titolo Redenzione, che poi è anche il prompt che ho usato per il p0rnfest istituito dalla community fanfic_italia.

Buona lettura!

 

 

Capitolo 1

 

Elsa stentava a ricordare un tempo in cui era stata schiava della paura e prigioniera della solitudine.

Essere regina non era una passeggiata, eppure non era passato un solo giorno, negli ultimi quattro anni, che non avesse vissuto pienamente, con gioia e gratitudine.

Elsa non aveva recriminato gli anni in cui era stata convinta di essere un mostro pericoloso in quanto non riteneva necessario dover sprecare un’altra singola frazione del suo tempo in pensieri negativi. Aveva ritrovato una famiglia che la reclamava e la regina non trovava compito più piacevole che accontentarla. Non si trattava solamente di sua sorella Anna, e nemmeno delle new entries, ossia Olaf, Kristoff e… sì, anche quella simpatica canaglia di Sven!

Arendelle, con ogni suo singolo abitante, era la sua nuova famiglia allargata. Arendelle era stata cara a sua madre e suo padre, ed Elsa percepiva, nel passaggio di consegne che aveva rappresentato l’incoronazione, il legame con loro.

Amava Arendelle perché l’avevano amata i suoi genitori, perché era casa, e perché sapeva che il suo amore era ricambiato. Elsa aveva subito scoperto che l’inverno perenne che aveva scatenato quattro anni addietro era stato accettato da tutti come un incidente, e come tale era stato presto archiviato nella memoria collettiva del Regno.

Proprio in virtù dell’amore che i suoi sudditi le dimostravano, la giovane regina si impegnava al massimo per assolvere ai suoi doveri ed era decisa a difendere e proteggere il popolo che gli era stato affidato.

Mai avrebbe sospettato che tale inclinazione al dovere l’avrebbe messa nella condizione di dover rinunciare alla propria felicità…

La ruota della fortuna gira e gira, e a nulla valgono gli sforzi per opporsi alla sorte avversa: presto o tardi, sarebbe giunto il momento in cui una Nazione sarebbe stata chiamata ad affrontare una crisi che poteva mettere a repentaglio il futuro della Nazione stessa. Poteva essere una catastrofe naturale, una crisi economica, agitazioni politiche interne, il coinvolgimento in una guerra sanguinosa: poco importava la natura della crisi, un giorno questa avrebbe bussato alla sua porta.

Arrivò il periodo in cui Arendelle fu chiamata ad affrontare una delle più spaventose crisi economiche della sua storia. Era difficile rintracciare una causa; semplicemente, un giorno la moneta del Regno aveva subito una brusca svalutazione, e per questo motivo l’acquisto di indispensabili beni d’importazione si era fatto proibitivo.

Elsa aveva tentato, su consiglio dei suoi ministri, più strade per raggiungere nuove trattative commerciali, ma invano. Fiutato l’affare, non soltanto il Regno di Weselton, ma tutte le Nazioni confinanti erano disposte a suggellare trattative capestro, che potevano essere attuate solo accettando una svendita totale dei beni e delle risorse di Arendelle: un suicidio, per l’indipendenza di un Regno.

Nemmeno l’opzione di richiedere prestiti era percorribile: le Nazioni confinanti erano sì disposte a concederli, ma con tassi di interesse elevatissimi.

Alla fine, i ministri fecero presente alla loro sovrana che non le rimaneva che un’unica cosa da fare, se davvero voleva salvare il Regno…

Se solo Anna l’avesse saputo, pensò tristemente Elsa … beh, l’avrebbe saputo comunque. Tanto valeva farglielo sapere il prima possibile.

 

***

 

“Un matrimonio di Stato?” chiese Anna senza capire.

Le due sorelle si trovavano in uno dei tanti saloni del castello, sedute a un tavolo, davanti a una tazza di tè fumante e a un piatto di buonissimi biscotti che però non erano riusciti ad attirare l’entusiasmo della minore, catturata dalle parole della maggiore.

“A quanto pare, è l’ultima carta che mi è rimasta da giocare” rispose Elsa con un sorriso mesto e gli occhi spenti.

“Ma… l’amore? Come puoi anche solo pensare di poter sposare una persona che nemmeno conosci?” esclamò Anna. Elsa si guardò bene dal farle notare che proprio lei era la prima che doveva risparmiarsi quella frase. Da tempo il verme delle Isole del Sud e il suo falso doppiogioco non trovavano più posto nelle conversazioni tra le sorelle, ed Elsa non poteva che ringraziare il cielo che la sorella avesse imparato a imporsi di conoscere meglio le persone, prima di accordare loro la fiducia.

E comunque, aveva capito perfettamente la natura dell’obiezione di Anna.

“Oh, si può eccome… molte teste coronate si sono unite in passato, e si uniscono ancora, in matrimoni di Stato”.

“Mamma e papà si amavano!”.

“Nostra madre e nostro padre non si sono trovati coinvolti in una crisi finanziaria di tale portata”.

Anna tacque un momento ma subito riprese a obiettare “Ma non è giusto che tu…”

“Anna, non devi preoccuparti per me” la interruppe Elsa “in fondo non è detto che non troverò una brava persona con la quale instaurare un rapporto basato almeno sul rispetto e sulla simpatia reciproci!”.

“Non mi sembra una bella cosa comunque” rispose Anna con una espressione afflitta in volto. Non sapendo cosa dire per distogliere la sorella da quella che considerava pura follia, si portò alle labbra la sua tazza di tè.

“A me sta bene! Sai che ho molto più senso pratico di te! E appunto, parlando di te, il nostro Mastro fornitore di ghiaccio ti ha fatto finalmente la dichiarazione o si nasconde ancora dietro a Sven?”.

Anna, sentendo nominare Kristoff, sputò il tè che stava bevendo emettendo versi assai poco principeschi e avvampò per l’imbarazzo, tra le risate della sorella maggiore.

Elsa aveva colpito nel segno: Anna era partita per la tangente e aveva iniziato a parlare a raffica del suo argomento preferito (Kristoff, appunto).

Sentiva proprio il bisogno di lasciar cadere nel vuoto l’argomento matrimonio di Stato e fingere, ancora per poco, che tutto andasse bene.

 

***

 

Cosa aveva detto ad Anna? Che avrebbe sposato una persona con la quale avrebbe instaurato un rapporto basato almeno sul rispetto e sulla simpatia reciproci? Quale dio burlone aveva permesso che accadesse una cosa del genere?

Il giorno precedente, Elsa aveva appreso che soltanto la famiglia reale di un regno confinante aveva preso in considerazione la proposta di matrimonio.

Esatto, proprio il Regno delle Isole del Sud.

Che fortuna, aveva commentato Anna, avrebbero avuto il verme come cognato.

“Te le immagini le visite di famiglia durante le feste comandate? Dovremmo accogliere gentilmente quell’essere spregevole? Io non ci penso nemmeno!” commentò con fervore.

“No, non succederà” rispose Elsa “fatalità, proprio nei giorni di festa ci sarà sempre così freddo che il mare ghiaccerà. E dubito che il verme sarebbe disposto ad affrontare bufere di neve solo per venire a porci di persona gli auguri di Natale!”.

Se il bene di Arendelle doveva dipendere dal matrimonio con uno dei fratelli di Hans, allora Elsa si sarebbe rassegnata. Dubitava potesse esistere una persona peggiore di quel verme.

 

***

 

Aveva ragione. Dalle notizie raccolte dai ministri, sembrava che gli undici fratelli di Hans fossero delle brave persone. Il fratello maggiore era l’erede al trono del suo Regno e pertanto non era candidabile come promesso sposo. Arendelle doveva restare indipendente, il matrimonio con un membro cadetto di un’altra Casa Regnante avrebbe imposto quest’ultima il vincolo d’onore di aiutare la nuova famiglia reale di un regno alleato in difficoltà senza l’imposizione di vincoli usurai.

L’esperienza passata proprio con il più giovane (e il meno desiderato) dei pretendenti aveva messo in guardia la regina di Arendelle dal fidarsi ciecamente del report dei suoi ministri (come Hans si era dimostrato un ottimo attore, anche il resto della famiglia avrebbe potuto vantare medesime abilità “artistiche”) ma era consapevole di non potersi permettere il lusso di essere schizzinosa. Il matrimonio ci sarebbe stato, ma poteva sempre pensare di adottare delle contromisure da prendere in caso di necessità.

 

***

 

Ciò che Elsa aveva trascurato di fare era stato prendere in considerazione il fatto che, come lei aveva valutato i suoi pretendenti, così anche gli altri avevano espresso dei giudizi su di lei. Questo però, la giovane lo venne a sapere soltanto il giorno seguente all’offerta di matrimonio della casa reale del Regno delle Isole del Sud.

“Mi state dicendo che i principi sono spaventati da me?” chiese la regina ai suoi consiglieri.

Anna e Kristoff non avevano mai sentito la voce della donna così arrabbiata, sebbene Elsa avesse mantenuto un contegno algido e regale, di tutto rispetto.

Di norma le persone non nobili non erano ammesse alle udienze private tra la regina e i suoi consiglieri, ma Anna, che essendo la sorella della sovrana poteva presenziare ma non era obbligata a farlo, aveva insistito per conoscere subito il destino della sorella, soprattutto da quando il Regno delle Isole del Sud era tornato nella loro vita. Essendo Kristoff conosciuto per la sua capacità di tenere a bada la giovane, gli era stato accordato il privilegio eccezionale di partecipare, purché restasse in disparte e, naturalmente, non pretendesse il diritto di prendere la parola.

“Maestà, non si può negare che quanto accaduto quattro anni fa abbia portato grande turbamento nei regni confinanti. Di fatto, non hanno mai avuto modo di comprendere la natura del vostro potere. E ciò che non viene compreso può diventare fonte di paura”.

Elsa, a quelle parole, si rabbuiò ulteriormente. Era forse giunto il momento di pagare pegno per quella vecchia storia considerata ormai da tutti acqua passata?

“Poteva andare peggio” intervenne un altro dignitario “di solito, la gente cerca di distruggere ciò che non è in grado di comprendere. Dopotutto, nessuno dei Regni confinanti ha mai mosso guerra contro di noi”.

“Capisco quello che intendete dire ma spero possiate comprendere perché non riesco a fare i salti di gioia alle vostre parole” rispose la regina, alla quale il sarcasmo non faceva certo difetto.

“Resta il fatto” proseguì il ministro preferendo ignorare il commento della giovane “che l’unico Paese che ha accettato l’accordo matrimoniale è anche quello che conosce i fatti perché riportati da qualcuno che ha potuto vederli di persona. Mi riferisco al principe Hans, l’ultimogenito della Famiglia Reale”.

“Suppongo che non mi abbia fatto una buona pubblicità”

“Direi che pessima sia la parola più adatta, Maestà. Per farla breve, quasi tutti i principi sono convinti che voi siate una strega dalla quale guardarsi le spalle, non il genere di moglie che qualcuno vorrebbe avere al proprio fianco”.

“Ehi, vacci piano con le offese, brutto vecchiac…UHM UHHHHHM!!”

“Prego, non faccia caso a noi due” intervenne Kristoff con senso pratico mentre teneva la mano ben salda sulla bocca della principessa, col volto paonazzo di rabbia, seduta al suo fianco.

“Devo dunque concludere che la proposta di matrimonio è stata ritirata?” chiese Elsa, sforzandosi di dominare le proprie emozioni per più di un ragionevole motivo e di ignorare l’interruzione della sorella.

“Al contrario, uno dei principi si è dichiarato disposto a onorare l’accordo” rispose il capo del Consiglio, che appariva sempre più a disagio mano a mano che il suo discorso stava per giungere al termine.

“Si tratta… si tratta… ecco, vostra Maestà, si tratta del principe Hans”.

Anna, a quelle parole, rimase letteralmente di stucco, e Kristoff si sentì abbastanza certo di poterle togliere la mano che le tappava la bocca senza rischiare i timpani.

“Kristoff… ti sembra il momento di farmi le coccole?” mormorò scioccata la principessina. “Ti rendi conto di quello che il vecchio ha appena detto?”.

“Sì Anna, ho sentito benissimo. E per la precisione, non ti sto coccolando, ti sto scaldando. Non ti  sei resa conto che la temperatura della stanza è appena scesa sotto gli 0 gradi?!”.

Già, Anna non si era proprio accorta della temperatura, e nemmeno sua sorella, ma gli altri presenti nel salone sì, oh sì che se ne erano accorti.

Per il bene di tutti, era giunto il momento di chiudere quella sciagurata riunione.

  
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