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Autore: Epicuro    14/02/2014    4 recensioni
Seiya, tanto per cambiare, è finito in coma per parare il deretano della dolce Saori, da uno dei divini parenti della dea. Però, grazie ad una vecchia debolezza del fu Sion (incredibile, ma vero: anche lui qualcosa di utile l’ha fatto!) non tutte le speranze sono perdute! Quindi Atena e il G.S. decidono di mandare in missione Saga e Aiolos... sperando di levarseli entrambi definitivamente dalle scatole!
Ce la faranno i nostri due eroi a non uccidersi a vicenda e, già che ci sono, salvare anche la vita a Seiya?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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TUTTO IL MONDO È PAESE!

 Soprattutto se si tratta di corruzione!

 

Il passaggio per il tempio di Afrodite, nonostante si fosse svolto senza troppe complicazioni (a parte le copiose emorragie nasali) aveva lasciato un certo nervosismo nell’aria. Panacea, la dea minore della guarigione, era infatti piuttosto truce, cosa che lasciava perplesso Aiolos. Il povero Sagittario non riusciva infatti a capire l’improvviso incupimento della dea che da quando erano usciti dalla casa della Barbie… pardon di Afrodite (non di pesci)… si era chiusa in un austero mutismo. Decise quindi, da manuale del “perfetto cavaliere”, di cercare di smorzare la tensione provando ad intavolare un discorso…

«Tutto bene, divina Panacea?»

«Magnificamente! Perché questa domanda?»

«Beh, da quando siamo usciti dal tempio della dea dell’amore non mi avete ancora dato del pirla» costatò Los preoccupato.

«Perché non ho voglia di parlare con un cretino. Così va meglio?» bofonchiò la dea.

Aiolos le scoccò uno sguardo poco convinto, ma poi decise di cambiare discorso, aggiustandosi i conetti di carta che aveva infilati nel naso e che fungevano da tamponi:

«Comunque la somma Afrodite è una dea veramente temibile, voi non trovate? Nemmeno quando sono stato preso a spadate da Shura ho perso così tanto sangue!»

«Aiolos, fammi la cortesia di chiudere la bocca, che mi prudono già le mani» fu il commento incazzato di Nene.

«Sinceramente non riesco a capire il motivo del vostro nervosismo» disse Aiolos.

«Deficiente! Ma l’hai sentita o no? Quella stronza mi ha praticamente dato della cessa! Ok che è la dea dell’amore, ma come si permette di trattarmi così! Senza contare che anche lei ce l’ha uguale a tutte le altre!» sbottò a quel punto la dea minore.

«Divina Panacea, non è il caso di prenderla così a male! Guardi l’altro lato della medaglia; lei ha un sacco di altre qualità: è intelligente, colta, di buon cuore…» cercò di calmarla il Sagittario.

«Aiolos… ancora una parola e ti uccido!» lo sguardo inceneritore di Nene gelò il saint sul posto, cosa che lo fece correre subito ai ripari.

«Ehm… gli adepti al culto di Asclepio non hanno il divieto di uccidere?» 

«Sì, ma…» Nene si guardò attorno sfoggiando un ghigno satanico: «… qui siamo soli; quindi niente testimoni e fidati… un posticino per occultare un cadavere lo trovo tra questi dirupi»

Aiolos deglutì: « Sta scherzando vero?»

«Chi lo sa?»

«Ma io preferisco lei ad Afrodite, anche se non ha una quinta. Lo giuro!» pigolò il saint.

«AIOLOS» ringhiò Panny.

«Ok va bene sto zitto!»

«Bravo. E muoviti.» concluse Irene, ancora più incazzata, affrettando il passo, seguita a ruota da un Aiolos mogio, perché non capiva dove aveva sbagliato. Infondo lui voleva solo tirarle su il morale facendo un po’ di conversazione…

Aiolos ebbe comunque il buon senso di tenere la bocca chiusa fino all’arrivo al Tempio di Efesto, entrati nel quale il Sagittario assunse un’espressione piuttosto perplessa alla vista della carrellata di autovetture extralusso con la scritta “ULTIMA OCCASIONE” e “EDIZIONE LIMITATA”; con tanto di petroliere arabo intento a contrattare con un venditore il prezzo di una decapottabile con rivestimenti in oro.

«Non che fossi mai stato il primo della classe in mitologia greca, ma Efesto non era il dio dei fabbri e degli artigiani? » chiese Los a Panny.

«Sai com’è, con l’arrivo dell’industria e della tecnologia anche lui ha dovuto aggiornarsi.  Quindi ha deciso di convertire la sua bottega in un’autorimessa per ricconi con tanto di carrozzeria e officina meccanica annesse per dare un servizio completo ai clienti» rispose Irene, mentre una delle commesse del salone esposizioni si avvicinava ai due.

«Buongiorno, posso esservi d’aiuto?»

«Oh, sì. Starei cercando Efesto, dove posso trovarlo?»

«Avete un appuntamento?»

«No, ma scommetto che per la nipote di Apollo un po’ di tempo lo trova!» disse Nene facendo l’occhiolino alla commessa.

«Lei è Panacea? Mi scusi non l’avevo riconosciuta!» esclamò quindi la commessa imbarazzata esibendosi in mille inchini.

«Non si preoccupi. È normale dato che non vengo quasi mai da queste parti e che mi reincarno in corpi umani per gestire il business dell’Ordine di Asclepio»

«Prego, vi faccio strada.» disse quindi la donna, facendo segno di seguirla, per poi aggiungere un: «A proposito, la Bugatti che le ha fatto recapitare il signor Efesto per il favore che lei sa, andava bene?»

«Sì, benissimo! Se non fosse che quella stronza di Artemide ne ha devastato la carrozzeria. A proposito non è che potete farmi un preventivo in merito? Mi raccomando che sia bello salato perché ho l’intenzione di farmelo risarcire da quella schizzata!»

«Sarà fatto. Prego, accomodatevi! Il signor Efesto vi raggiungerà a momenti» rispose l’inserviente facendoli sedere in un salottino di una delle sale d’aspetto di cui era fornita l’autorimessa.

«Cosa significa che la Bugatti vi è stata fatta recapitare da Efesto? Non era un ex voto di un facoltoso umano?» chiese sospettoso Los a Nene appena la loro accompagnatrice uscì dalla stanza.

«Beh, ecco, diciamo che è la copertura ufficiale per un favorino che da millenni la mia clinica fornisce ad Efersto. Nulla di che comunque.» rispose evasiva Panny.

«Cioè? Non sarà mica una cosa illegale?» chiese sconvolto Los.

«Diciamo che la gamba zoppa di Efesto è stata una messa in scena per far lievitare il risarcimento danni che Zeus ha dovuto versargli, su giudizio di Atena, per il volo che gli ha fatto fare giù dall’Olimpo e che noi continuiamo a coprire, con certificati falsi, in modo che possa avvalersi della pensione di’invalidità.» Rispose Nene con fare innocente.

«Ma è una cosa vergognosa!!!» sbottò Los.

«Ma mi aveva promesso una Bugatti! Capisci… una Bugatti! Cerca di chiudere un occhio!» disse Panny facendogli gli occhioni dolci.

«Certo che se mi guardate così non posso far altro che cedere!» commentò Aiolos rassegnato.

«Bravo. Vedi di tenere la bocca chiusa!»

«Certo che siete proprio corruttibile…»

«Lo so. Infatti vorrei ricordarti che il motivo per cui sono qua è proprio perché Saori mi ha corrotto tramite un assegno con moooolti zeri!» sorrise serafica Irene, mentre la versione togata e ciospa di Dott. House faceva il suo ingresso nella stanza.  

«Oh! Qual buon vento ti porta sull’Olimpo, cara Panacea?È da secoli che non ci si vede!» salutò il vecchio fabbro “zoppo” andandosi ad accomodare in una poltrona davanti ai due.

«Niente d’importante. Solo una visitina al mio vecchio nonnino» rispose innocentemente Nene, cosa che fece ridacchiare Efesto, che disse:

«Che non ti senta dargli del vecchio, o Apollo andrà su tutte le furie! A proposito, la mia commessa mi ha accennato al fatto che Artemide ti ammaccato la carrozzeria della Bugatti. Che è successo?»

«Nulla degno di nota. Ho solo accettato un lavoretto su lauto compenso per ordine di Atena e la dolce Arty non l’ha presa bene e mi ha mandato in visita le sue cagnette» spiegò brevemente Nene.

«Spero che nessuno si sia fatto troppo male» commentò quindi preoccupato Efesto.

«No, tranquillo, le sue Ninfe sono ancora tutte intere: Callisto infatti è solo finita in un’impegnativa seduta di gabinetto, mentre Bradamante in un reality su un’isola deserta.» rispose Nene.

«Ah, ecco! Mi sembrava di aver visto un volto conosciuto ieri sera facendo zapping in TV, così come mi sembrava strano che Zeus si fosse messo a sparar tuoni e fulmini invece che sfondarsi di pippe davanti al portatile.» commentò il dio dei fabbri meditabondo, per poi buttare l’occhio su Aiolos: «E lui chi è?»

«Aiolos del Sagittario Gold Saint di Atena, signore.» rispose Los alzandosi e facendo un inchino.

Efesto aggrottò le sopracciglia: «Scusa, ma non avevi detto che avevi chiuso con i saint di Atena dopo che quel drogato dell’Ariete ti aveva messo le corna con quella sgualdrina della Gru?»

«Ehi! Guarda che hai frainteso! Lui è solo un facchino!» protestò Nene.

«Si chiamano così adesso?» commentò Efesto con un sorrisetto sornione sulle labbra.

Panacea roteò gli occhi al cielo mentre le ritornava in mente il motivo per cui odiasse così tanto andare per parenti; ovvero che non sapevano mai farsi i cavoli loro e che puntualmente arrivavano sempre alla conclusione sbagliata!

Aiolos invece era rimasto perplesso siccome era già la seconda volta che veniva sottolineato il suo ruolo di facchino con una certa ilarità.

«Non capisco cosa ci sia di male se per via della mia prestanza e resistenza la Somma Panacea mi ha concesso l’onore di farle da facchino» disse infatti risentito il saint, facendo diventare viola Nene, mentre Efesto assumeva uno sguardo malizioso.

«Ah però! L’hai scelto prestante e resistente… se lo sapesse il buon Apollo, gli verrebbe un infarto!» ridacchiò Efesto, mentre Irene sibilava un “Dopo io e te facciamo un bel discorsetto” in direzione di Aiolos che la ricambiava con sguardo interrogativo in quanto non aveva minimamente capito le allusioni e quindi nemmeno la mina che si era sparato.

«Cambiando discorso, tu come te la passi? Vedo che la tua attività va a gonfie vele!» corse quindi ai ripari Panny, prima che mandasse al diavolo i suoi voti e facesse una strage.

«Sì, del mio attuale lavoro non mi lamento anche se non nego che preferirei dedicarmi esclusivamente alla mia vena artistica. Il mio sogno infatti è quello di sfondare come scultore bronzeo; ma a parte questo, a mia moglie che è una zoccola e che per mantenere la mia farsa di zoppo non posso fare causa per plagio ad Happosai poiché io pratico la nobile arte di ladro di mutande da molto più tempo di lui… non mi posso lamentare.» disse Efesto.

«A proposito di mutande… ho un piccolo presente per te!» esclamò Panacea porgendo ad Efesto un pacchetto.

«Oh, ma grazie, non dovevi!» disse il dio, scartando il suddetto regalo con un certo interesse per poi rimanere completamente di stucco alla vista dei mutandoni ascellari da nonna “firmati” (si fa per dire) da Atena con tanto di cuoricino, numero di cellulare e la scritta “Chiamami” (Ebbene sì… Saga sa essere perfido… mooolto perfido!).

«Io ti sono debitore a vita! Ma come hai fatto?» esclamò al settimo cielo dalla gioia Efesto con le lacrime agli occhi, mentre strusciava il suo viso sul suddetto capo di intimo.

«Eh, eh, eh! Ho i miei segreti mio caro! Comunque ti basti sapere che, anche se all’inizio ha fatto un po’ la ritrosa, poi si è sbloccata e ha scritto di suo pugno. Secondo me è solo tanto timida!» gli fece l’occhiolino Panacea (E, sì, anche la cara Panny quando ci si mette, sa il fatto suo in stronzaggine!).

«Infondo lo sapevo che lei mi ha sempre pensato nonostante tutte le volte che ci ho provato mi ha sempre preso a bastonate! L’ho sospettavo da quando mi ha dato ragione contro Zeus nonostante dicesse che mi ha spalleggiato solo perché era suo dovere di dea della Giustizia punire un reato come quello di scagliare la gente giù da un monte!» farfugliò in visibilio Efesto.

«Beh, che dire…  in bocca al lupo! Noi intanto dobbiamo proprio scappare. Comunque, se Arty dovesse ancora dare noia a me o ad Atena, non è che potresti, come dire, darci man forte?»

«Puoi contarci!» esclamò Efesto.

«Ottimo, allora alla prossima! Credo verrò a farti visita per un lavoretto alla mia Bugatti!» e detto questo Irene uscì dalla stanza trascinandosi appresso un sempre più perplesso Aiolos che chiese:

«Ma da quando Atena ha una cotta per Efesto? Io non ne sapevo nulla! E poi non è sposato?»

Panacea però non rispose. Si limitò a sfoderare un sorrisetto bastardo alla Gin Ichimaru*.

 

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Poco più tardi …

Atene.

Grande Tempio di Atena.

 «SE BECCO LO STRONZO CHE HA DATO IL MIO NUMERO DI CELLULARE AD EFESTO GIURO CHE LO AFFOGO NELLA PISCINA DEL TREDICESIMO TEMPIO!!!!»

L’urlo di Atena rimbombò per tutte le 12 case dello Zodiaco, mentre sul volto di Saga compariva un sorrisino compiaciuto alla Sosuke Aizen**, mentre posava la sua tazza di tè sul tavolo.

 

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NOTE

*Personaggio di Bleach

**Personaggio di Bleach

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Con un po’ di ritardo nell’aggiornare…. Grazie a tutti coloro che mi seguono!

Buon San Valentino a tutti da G.S. e Company!

  
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