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Autore: Nocturnia    19/02/2014    4 recensioni
Ziio non ha mai avuto paura dei lupi.
Fin da piccola li fissava negli occhi - orbite che erano pozze di neve e ghiaccio - sfidandone l'autorità e la forza.
Ne ha combattuti e ne ha addomesticati, sulla pelle le cicatrici che l'orgoglio aveva chiamato medaglie.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haytham Kenway, Kaniehtì:io (Ziio)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Haytham KenwayKaniehtí:io e tutti gli altri personaggi appartengono alla Ubisoft e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Quand'è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia?"

 - Chuck Palahniuk-


Sulle labbra


Ziio non ha mai avuto paura dei lupi.
Fin da piccola li fissava negli occhi - orbite che erano pozze di neve e ghiaccio - sfidandone l'autorità e la forza.
Ne ha combattuti e ne ha addomesticati, sulla pelle le cicatrici che l'orgoglio aveva chiamato medaglie.
"Io... io dovrei andare."
La bocca di Haytham ha lo stesso sapore della conquista.

Tra le sue cosce l'inglese è un amante esigente e ruvido - un lupo solitario e affamato.
Le ha cercato la piega morbida del collo, affondando poi le mani nei suoi fianchi e saggiando in punta di lingua il suo desiderio.
Ziio si è inarcata sotto le sue dita - contro la sua bocca -  la pietra a sfregarle la schiena e le sue labbra a rubarle un orgasmo inaspettato.
Quando gli allaccia le gambe attorno alla vita - un invito e una supplica - Haytham libera un gemito soffocato - disperato, bellissimo nella sua totale sincerità.
E Ziio sorride contro la sua spalla.

Il tramonto li ha sorpresi ancora avvolti in un ammasso di vestiti e pellicce, solo un debole fuoco a illuminare la caverna.
Ziio gioca con il nastro rosso che gli ha sfilato dai capelli, osservandolo dormire.
Respira piano Haytham e la tiene stretta al petto, quasi fosse un bene prezioso e fragile.
"Forse devi tornare dai tuoi uomini." si ritrova dire all'improvviso "Si chiederanno dove sei finito."
Inspira più forte Kenway e le passa le mani sull'addome, ripercorrendo una strada già conosciuta, sempre più basso fino al pube e poi nel vischioso di un amplesso bagnato e ripetuto.
"Sanno badare a loro stessi."
Quando apre gli occhi, l'Ordine non gli è mai parso più lontano.

Racconta cose particolari Haytham, leggende di un mondo che Ziio non conosce e che la incuriosisce.
Sembra godersi la sua compagnia e la sfida più volte a batterlo, salvo poi rincorrerla tra gli alberi e giù per le distese innevate della foresta.
Ziio ha capito da tempo che qualcosa non va - un sogno, una premonizione, un'aquila sventrata e un'altra a mangiarne il corpo, su di lei un lupo che ha i suoi occhi - ma si lascia prendere, concedendosi con l'abbandono che deriva dall'abitudine - o dall'amore.
Ride ogni tanto Haytham e le sembra un suono così strano, così fuori posto sulla sua bocca che si chiede il perché - il quando.
Poi le sue mani trovano il suo corpo e tutto perde significato.

Due mesi, nulla più.
Ratonhnhaké:ton - così lo chiamerà - non deve avere più di due mesi e la verità le rimane lì, incastrata tra la gola e il cuore.
Braddock è un pretesto - anche se un po' l'ha delusa davvero - e coglie l'occasione per allontanarlo dagli occhi e da Boston.
Haytham la fissa confuso, ma sa che la sua dignità - quel nucleo ribollente e segreto, custodito come un mostro da nascondere - gli impedirà di supplicarla - di renderle le cose ancora peggiori.
Alcune notti si ritrova ancora pensarlo e la solitudine stringe fin quasi spremerla tutta: fin quasi farle desiderare di non averlo mai incontrato.

Ratonhnhaké:ton ha il suo naso e le sue labbra, un profilo dritto e regolare, da guerriero.
Ratonhnhaké:ton ha occhi pieni di lacrime e distorti dalla sofferenza, anche mentre gli stringe le mani e gli assicura che gli vorrà sempre bene.
Il fuoco e le macerie divorano quelle che rimane del suo villaggio - del suo futuro - e le pare davvero ridicolo pensare a lui dopo tutto questo tempo.
La gamba fa una male cane e la trave in legno la schiaccia al suolo, intrappolandola tra le fiamme e...

Spero di rivederti, Haytham: se non in questo mondo, almeno nell'altro.

Oltre il mare - oltre la coscienza - un grido squarcia il silenzio della morte; e l'angoscia di Haytham prende subito il volto di Ziio.

Non c'è nome per tutte quelle tombe piene, se non rimorso e recriminazione.
Haytham rovescia gli occhi a un cielo che non c'è più - oppure è lui a essersene andato - e si chiede come sarebbe stato rimanere con lei - per lei.
Si chiede cosa sia la catena e cosa la libertà per un vecchio cuore stanco e la risposta si sovrappone continuamente.
Quando Connor lo trapassa con la lama celata - pone fine a una missione, ne inizia un'altra - c'è una contorta soddisfazione nel suo sorriso - quell'orgoglio malato che gli ha impedito d'essere uomo e Assassino, ma non padre e vittima.
"Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa."
La pioggia è l'unica cosa che scandisce un respiro che non c'è più.

"Avresti potuto dirmelo."
"Sarebbe cambiato qualcosa?"
Haytham sorride - ed è bello, spontaneo - e fruga l'orizzonte di un mondo che non gli è mai appartenuto - che non doveva appartenergli.
"Mi dispiace di averti mentito."
"Allora siamo pari."
Ziio gli accarezza la schiena, spostandosi in avanti.
"Non mi fido ancora di te, inglese."
"Lo so."
"Ma sei tornato. Hai tradito il tuo ordine per Ratonhnhaké:ton; gli hai salvato la vita. "
Haytham la fissa in tralice, ripetendo uno vecchio copione e costruendo un nuovo inizio.
"Per provarti che ti sbagli."
"Non succederà."
"Così dici."
Ziio gli cerca le dita e lascia che si intreccino alle sue, sfiorandogli il palmo della mano con il pollice.
"Così io so.
"Eppure... " e l'odore che Ziio ricordava non se ne è mai andato davvero, cuoio e metallo e lui "sono tornato. Per sempre, questa volta."
E la libertà non ha mai avuto sapore migliore di quello delle sue labbra. 
   
 
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