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Autore: Namixart    23/02/2014    1 recensioni
Martina ha solo quindici anni, ma quando il suo migliore amico, Carter, scompare senza lasciare traccia, cade in una grave crisi di depressione. Perde il suo cuore e diventa un Nessuno dell'Organizzazione XIII.
Ma nessuno sa che Namixart, numero XV, Scintilla di Fiamme Oscure, non è ciò che sembra.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Mulan non faceva più parte dell’esercito cinese.
Stava camminando sconsolata verso la tenda, quando gettò un’ultima occhiata al palo della freccia e ai dischi ai suoi piedi.
La sua espressione mutò nel giro di un secondo da spaventata a determinata.
- Ma cosa vuole fare? Dove va? - chiese sottovoce Sora.
- Lasciala fare. - lo zittì Nami.
La ragazza aveva iniziato ad arrampicarsi, ma cadde quasi subito. Osservò per un momento i dischi, poi si rialzò decisa. Li gettò dall’altra parte del palo, in modo che si annodassero tra loro e le offrissero un appoggio. Con quell’imbracatura improvvisata iniziò a scalare il palo, con lo sfondo del sole che sorgeva.
Mano a mano che l’alba avanzava e Mulan guadagnava metri i soldati iniziarono a uscire dalle loro tende. Tutti, nessuno escluso, venivano catturati dalla scena, tanto che molti di loro si radunarono ai piedi del palo per incitarla, con Nami e Sora in prima fila.
Mulan rischiò un paio di volte di cadere, ma riuscì sempre a ritirarsi su. Raggiunse la cima proprio mentre Shang usciva dalla tenda. Il capitano iniziò la giornata con una freccia ai piedi e la visione di Mulan comodamente seduta sulla sommità del palo che sorrideva compiaciuta.
 
 
Lo spettacolare gesto di Mulan restituì a tutte le matricole la grinta che avevano perso. In pochi giorni l’esercito fece miglioramenti impressionanti. Addirittura la ragazza conquistò la fiducia di Shang e fece amicizia con Yao, Ling e il loro amico, Chien-Po.
- Soldati! Sono molto contento dei vostri progressi, perciò vi comunico che domani partiremo per il fronte, a contrastare un’orda Unna. - annunciò il capitano, pochi giorni dopo.
L’intera truppa esultò a quell’annuncio e quando Shang li spedì a preparare i bagagli furono pronti in pochi minuti. Dato che al campo non c’era più niente da fare partirono quello stesso pomeriggio.
La colonna di uomini in marcia verso il fronte era più allegra che mai.
- Da non credere… - borbottò Namixart, che era in fondo alla fila.
- Cosa? - chiese Sora, accostandosi a lei.
- Loro. Non riesco a credere che siano così contenti! Cioè, stanno andando a uccidere degli uomini! Sono persone come noi, gente che forse non rivedrà mai più i propri cari. Non pensano che forse qualcuno sentirebbe la loro mancanza? - sussurrò, tenendo gli occhi fissi a terra.
Sora le alzò delicatamente il mento e la costrinse a guardarlo. Aveva gli occhi colmi di lacrime trattenute.
- Stai pensando a Carter, vero? - chiese.
Lei annuì.
- Ehi, non credere mai, mai, che sia stato ucciso. Non pensarlo neanche per un secondo! Non se n’è andato. Non ti ha lasciata sola. E poi non sei sola. Ci sono io. - disse, fissandola negli occhi.
Lei fece un sorriso amaro.
- Grazie. -
- Figurati. Sono qui apposta. - rise Sora.
- È frustrante avere queste crisi. Ed è ancora più frustrante il fatto che tu sia il solo che può aiutarmi! - sbuffò Namixart.
I gemelli risero insieme, come non succedeva da tempo.
Marciarono ancora per un po’, fino a raggiungere uno slargo dove i soldati si fermarono per un po’ a riposare, mentre una sentinella andava in avanscoperta.
L’esercito si stava riposando, quando la sentinella tornò di corsa, sconvolta.
- Più avanti! C’è un villaggio, ma… -
- “Ma” cosa? - chiese il capitano.
- Gli Unni. L’hanno distrutto. -
 
 
Quello era uno spettacolo che Nami si augurò di non vedere mai più. Le case erano ridotte a macerie fumanti, il muro di cinta era spaccato in più punti e non c’era anima viva.
- Capitano… - mormorò Yao, avvicinandosi a Shang con un elmo in mano.
- Era sul ciglio del burrone. La divisone del generale Li era qui. - disse, porgendoglielo.
Lui lo guardò come se fosse una reliquia, ma senza effettivamente vederlo.
- Oh… - fece Mulan.
I soldati mormoravano agitati, girando senza meta nel villaggio.
- Non sono lontani. - disse Namixart.
- Cosa? - chiese il capitano.
- Le orme nella neve sono fresche e le macerie fumano ancora. Sono vicini. -
- Le impronte si dirigono verso la vetta. - osservò Sora.
- Andiamo. - risolse Shang.
Mentre i soldati si preparavano a ripartire lui si allontanò di qualche metro. Piantò una spada nella neve e vi appoggiò sopra l’elmo del padre, poi rimase inginocchiato lì per pochi minuti.
Quando tutti furono pronti l’esercito si rimise in marcia verso la cima del monte.
Nami, Sora, Mulan, Shang e i tre soldati loro amici erano in testa alla colonna, e fu una fortuna: quando ormai l’esercito era a pochi metri dalla vetta una frana divise il gruppetto dal resto degli uomini.
- Dannazione! Siamo solo in sette, non ce la faremo mai! - esclamò Shang, cercando di spostare i massi che bloccavano il passaggio.
- Capitano! Abbiamo problemi più grossi! - intervenne Mulan, indicando un punto a un centinaio di metri sopra di loro.
Lì, in bella vista, si ergeva un uomo solo.
- È Shan Yu! Ma dove sono gli altri Unni? - fece Yao, guardandosi attorno.
Fece per avviarsi incontro all’uomo, ma Nami lo riacchiappò per il colletto appena prima che una sagoma scura passasse a tutta velocità nel punto in cui si trovava un attimo prima.
- Lezione sulle strategie di guerra: questa si chiama imboscata. - ringhiò.
- Shi! Non te lo vorrei dire, ma questi sono Heartless! - intervenne Sora, distruggendone uno con il Keyblade.
- Avevo notato, ma era da troppo tempo che volevo dargli una strigliata. - ridacchiò la ragazza, mettendosi schiena a schiena col fratello, in posizione d’attacco.
Sora rise a sua volta, prima di scagliarsi contro i nemici. Ancora una volta, i gemelli si dimostrarono molto più potenti di quanto non sembrassero. Avevano sviluppato uno stile tutto loro, in cui si supportavano a vicenda: Sora faceva da trampolino per Nami, che abbatteva quanti più Heartless era possibile dall’alto; quelli che le sfuggivano scappavano inevitabilmente verso il fratello, diventando prede facili. Erano, quindi, doppiamente micidiali, ma ancora non bastava. I nemici erano così tanti che per uno che veniva distrutto, ne ricomparivano due.
- Non ce la possiamo fare! - gridò Mulan, arretrando.
- Sora, ho un’idea. Ma è pericoloso. - sussurrò Nami all’orecchio del fratello.
- Fai quello che devi, ti copro io. - bisbigliò lui di rimando.
La ragazza avanzò in mezzo ai nemici, scortata da Sora. Chiuse gli occhi e allargò le braccia. Intorno a lei si creò come un vortice, che la sollevò da terra.
- Tremor Flare! - gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo.
Dall’alto iniziarono a cadere enormi sfere di energia blu, che riuscivano a disintegrare molti nemici in un colpo solo. I soldati si erano bloccati e osservavano atterriti lo spettacolo. Nami ricadde a terra, scrutando il suo operato. Il campo di battaglia era deserto. Sora stava quasi esultando, quando Shan Yu iniziò a ridere. Accanto a lui apparvero dal nulla nuovi Heartless, molti più di prima.
- Oh, ma andiamo… - borbottò Sora.
- È inutile, non li batteremo mai così. - osservò Shang.
- Ehi, che fai? - gridò a quel punto Ling.
Mulan gli aveva strappato il cannone dalle mani ed era corsa in avanti, piantandolo nella neve.
Nel frattempo le truppe di Shan Yu, questa volta capitanate dall’Unno, iniziarono la veloce avanzata giù per il pendio.
- Ping! Levati di lì! - gridò Shang.
Ma la ragazza stava cercando disperatamente qualcosa. Armeggiò un poco intorno al cannone e lo puntò verso Shan Yu. Proprio quando l’uomo era a qualche metro da lei, il cannone sparò… ma non verso di lui. Il colpo andò a schiantarsi sul fianco di un monte innevato poco distante.
- Come ha fatto a mancarlo? - esclamò Yao, sbalordito.
I gemelli osservavano la scena con attenzione.
- Se stai pensando quello che sto pensando io… - iniziò Sora.
- … allora correte! - gridò Namixart, correndo verso Mulan e trascinandola via.
Il fianco della montagna iniziò a sgretolarsi, formando un’immensa slavina, un mare bianco e mortale per gli Heartless e per Shan Yu, che vi rimasero intrappolati sotto.
- Siamo… vivi! - esclamò Yao, incredulo.
- È stato Ping! È merito suo! - strillò Ling.
I tre soldati corsero verso la ragazza e, ignorando le sue proteste, la portarono in trionfo in giro per la vetta.
- Ah, sapevo che ce l’avresti fatta! - esclamò Mushu, spuntato da chissà dove.
- Non per niente sono il tuo guardiano, lo sapevo! -
- Mushu, zitto! - fece Nami, senza farsi sentire.
- Nessuno ti avrebbe dato un soldo, ma io ho sempre avuto fiducia in te! - continuò a sproloquiare lui.
- Taci! - rincarò la dose Sora, mentre il draghetto alzava sempre di più la voce e si avvicinava sempre di più al capitano.
- La mia cara, splendida, coraggiosa… -
- No! - esclamò Namixart, con un grido strozzato, correndo ad afferrare Mushu.
- … meravigliosa ragazza ce l’ha fatta! - concluse in un grido lui, un secondo prima di finire quasi strangolato dalle mani di una furiosa Nami.
- Che cosa…? Una ragazza? - esclamò Shang.
Mulan annaspò, cercando una spiegazione.
- Tu… questo è alto tradimento! - boccheggiò il capitano.
- Io… -
- Sai qual è la pena per una colpa del genere? Morte! - ringhiò, estraendo la spada.
- Ma…! - provò a dire Mulan.
- Ehi, di’ un po’, non avete appena finito di festeggiare Mulan per la vittoria? - sbottò Namixart, balzando in piedi.
- Già. Mentre lei provocava quella valanga voi dov’eravate? Ah, già, la guardavate stupefatti! Bravi davvero! - incalzò Sora, incrociando le braccia.
- Sora! Shi! Anche voi siete dei complici! -
- Sì, no, in un certo senso. - rispose Namixart, annoiata.
- Eh? -
- Sì: io sono Sora. - affermò il ragazzo, con aria di sfida.
- In un certo senso: non siamo complici, ma amici. - continuò.
- E no: non mi chiamo Shi. - concluse Nami, sciogliendo la crocchia d’ordinanza dell’esercito e lasciando liberi i lunghi capelli castani.
- Il mio nome è Namixart, e sono fiera di essere una ragazza. - sfidò, con una luce orgogliosa negli occhi.
Il capitano rimase impietrito per un istante, scrutando la spada.
- Andatevene, e non fate più ritorno. Il mio debito è ripagato. - disse, voltandosi e allontanandosi con i soldati.
 
 
- Vi ringrazio, ragazzi. - disse Mulan, qualche minuto dopo.
Era rientrata nei suoi abiti normali, una semplice tunica grigia e verde, così come Nami.
- Per cosa? - chiese Sora, confuso.
- Beh, senza di voi non sarei mai riuscita a inserirmi nell’esercito. Grazie, quindi. - sorrise lei.
Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, un boato fece tremare la terra.
Dalla vetta della montagna spuntò improvvisamente un mostro gigantesco, un Heartless dalla forma di drago. E sulla sua groppa, con un ghigno trionfante, c’era…
- Shan Yu! - esclamò Mulan, esterrefatta.
- Vola verso la capitale! Dobbiamo avvertire Shang! - gridò, correndo sul sentiero, seguita a ruota dai gemelli.
Corsero come matti giù per i fianchi della montagna, fino alle sue pendici, dove li aspettava la cavalla di Mulan. Saltarono in groppa e si avviarono al galoppo verso la città imperiale.
- Più veloce! Più veloce! - gridò Sora, nel vento.
Quando arrivarono ai cancelli della città, scorsero una figura nerovestita che ne usciva, camminando rilassata.
- L’Organizzazione! - gridò Sora.
- Ci penseremo dopo! La priorità è l’Imperatore. - strillò Nami di rimando.
La città era deserta.
- Ho un pessimo presentimento… - mormorò Mulan, scendendo da cavallo e dirigendosi verso il palazzo imperiale.
Il suo presentimento si rivelò, fortunatamente, errato quando scorsero, nella piazza del palazzo, Shan Yu e il suo Heartless intenti a schivare la pioggia di colpi di cannone che l’esercito riversava loro contro.
- Capitano! - gridò Mulan, correndogli incontro.
- Cosa ci fate qui? - esclamò lui in risposta.
Non era arrabbiato come poche ore prima, semplicemente concentrato sulla battaglia.
- Come avete fatto a prepararvi così in fretta? - chiese Nami, ansante.
- Ci ha avvertito un giovane. Non l’ho visto in faccia, perché l’aveva coperta da un cappuccio nero, ma ci ha avvisati in tempo del pericolo. Mi ha chiesto di darti questo, Sora. - spiegò, porgendo al ragazzo un frutto giallo a forma di stella.
Sora si bloccò, fulminato.
- Possibile… - mormorò.
- Sora? C’è qualcosa che non va? - fece Nami, inclinando la testa da una parte.
- Questo è un frutto di Paupu. - constatò lui, con aria assente.
- Sì, ok, e allora? - chiese la sorella, iniziando a spazientirsi.
Sora scosse la testa.
- Era Riku. Il tizio con il soprabito nero che abbiamo visto, era Riku. -


[Angolino di Namixart]
Buonsalve a tutti! Scommetto che ormai pensavate che fossi morta, e invece eccomi qui, con ritardo spaventoso, a scassarvi le scatole.
Come previsto, i capitoli Disneyani si stanno rivelando un parto, ragion per cui ho deciso di saltarne parecchi in cui non succede niente di interessante ai fini della trama (e, sì, ho fretta di arrivare a KH3, possibilmente prima che esca e mi rovini tutti i progetti).
Detto questo, ritorno a dirvi che mi farebbe molto piacere sentire la vostra voce e blablabla vari.
Alla prossima (ovviamente in ritardo, ma vabbè),
Nami :3
  
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