Nota dell’Autrice: Ho scritto
questa oneshot di getto un bel po’ di tempo fa, senza un motivo o uno scopo
preciso (e, non so perché, ma sentivo che i personaggi sarebbero dovuti essere
questi due)…sentivo solo di dover scrivere questa piccola fanfiction. In
principio non volevo pubblicarla, ma alla fine questa strana sensazione che mi
ha colpita e che mi ha ‘costretta’ a mettere per iscritto quello che mi
frullava nella testa, mi ha anche convinta a pubblicarla. Chiedo
scusa e vi lascio alla fanfiction.
Non
ti scordar di me
Era una bella giornata di Agosto quando presi l’aereo e
tornai in Inghilterra. Durante il viaggio potei cercare di placare la mia ansia
ma senza ottenere alcun risultato soddisfacente; di sicuro avrei fatto prima
utilizzando la Polvere Volante, ma i miei genitori sono sempre stati molto
apprensivi e hanno sempre preferito che io evitassi di utilizzare quelli che
loro definiscono ‘mezzi magici’. Accanto a me era seduto un ragazzo, dell’età
che dovresti avere tu adesso, della nostra età…anche se forse dire nostra non è
propriamente esatto. Sfoglia nervosamente un volantino di una scuola Babbana,
probabilmente sta scegliendo a quale scuola andare…non ti somiglia molto, ha i
capelli castani, leggermente lunghi, e gli occhi scuri che scorrono senza sosta
sul coupon che ha tra le mani, eppure…eppure mi ricorda te. Mi ricorda te e
quel giorno che mai, e dico mai, potrò dimenticare, neppure volendolo con tutte
le mie forze. Distolsi lo sguardo ed osservai malinconicamente il paesaggio
scorrere sotto di me, in volo. Quell’ansia non si era ancora placata…mi
riempiva il cuore, pervadeva la mia mente…se fossi stato presente, se solo ti
fosse stato possibile sapere per cosa mi stessi tormentando ormai da anni, sono
sicura che saresti scoppiato a ridere, come eri solito fare per sdrammatizzare
le mie ansie.
Ma io di cosa avevo paura?
Sembrerà strano, ma non lo sapevo neppure io. Era come un
presentimento, una sensazione, un qualcosa che avesse lasciato su di me e
dentro di me la sua traccia nera e scura che non intendeva lasciarmi in pace.
Chiusi gli occhi e trassi un sospiro. I ricordi affiorarono
alla mia mente…il giorno in cui ci capimmo…il giorno in cui fummo così
vicini…il giorno in cui fummo così felici da toccare il cielo con un dito…ed il
giorno in cui ti facesti forza…mi sono maledetta, maledetta a lungo per averti
convinto a farti questa forza, a ribellarti a colui che ti aveva tolto la vita,
l’indipendenza. Se non l’avessi fatto, se non ci fossi stata io, adesso…
-“Signorina, mi scusi…”-
Una voce mi fa riaprire gli occhi. Bruciano.
-“Stiamo atterrando, può allacciarsi la cintura?”-
Stiamo atterrando. Sto arrivando. Anzi, sto tornando. Il
cuore comincia a battere più forte, proprio come quando dovevo incontrarmi con
te, da sola, e temevo che tu ti fossi dimenticato di me. Qualcosa si strinse
alla bocca del mio stomaco, l’ansia cominciava a salire. Stavo lentamente
cominciando a capire. L’aereo era fermo e tutti stavano scendendo. Dentro di me
stavo combattendo per due sentimenti contrastanti: la voglia, il desiderio di
scoprire se questa paura fosse fondata o no, e la paura di scoprire che lo
fosse. Tentai di calmarmi ed aspettai che fossero usciti tutti, dopodiché mi
alzai lentamente e scesi immersa nei miei pensieri.
Sto arrivando.
*** *** ***
Come ho potuto pensarlo? Se ne avessi la forza e se ne
possedessi ancora la capacità, riderei di me stessa: come ho anche solo
lontanamente potuto pensare una cosa del genere? Avrei dovuto sapere che non
sarebbe mai accaduta. Che sarai la mia dannazione eterna. Io non voglio che
accada…non voglio….
Io non voglio dimenticarti
Non potrei mai dimenticarti, non potrò mai dimenticarti.
Ed eccomi qui, in piedi, l’aria non è fredda, anzi, ma
dentro di me sento sempre quel gelo, quel gelo che non mi abbandona mai, da
quando tu te ne sei andato, per sempre. Quel gelo che mi attanaglia sempre,
ogni giorno, ogni attimo, ogni secondo…e che, lo so, non mi lascerà mai in
pace.
Sì, lo ammetto, sarai la mia dannazione eterna, ma la mia
amata dannazione eterna.
Senza la quale non potrei respirare
Il tuo ricordo mi accompagnerà per tutta la mia esistenza,
finchè non avrò fatto ciò che devo fare, ed oltre. Per l’eternità. Perché in
fondo eri tu la mia ragione di vita ed ora che non ci sei, continui ad esserlo
ugualmente. Come? Vuoi sapere come possa ancora andare avanti sapendo quello
che ti è successo? Come faccio a farmi forza quando vedo tutto nero, quando
l’intero mondo sembra crollarmi addosso? Vuoi capire a cosa riesca ad
aggrapparmi con tutte le mie forze per impedire di scivolare nel baratro, giù,
giù, sempre più giù? No, tu lo sai. Ovunque tu sia, sai esattamente cosa provo.
Perché è il sentimento che ci legava.
Abbasso lentamente lo sguardo: ci sono dei fiori.
Ironia della sorte, sulla tua tomba crescono dei fiori
comunemente chiamati dai Babbani ‘non ti scordar di me’. Che strano scherzo del
destino...
La gente mi dice di non pensare al passato, di cominciare a
vivere nel futuro, ma non capiscono.
E non sanno.
Non sanno perché sono rimasta qui. Sono rimasta per
vendicarti, per vendicare te, per ammazzare quei bastardi che ti hanno ucciso
brutalmente solamente perché eri un ragazzino diciottenne innamorato, che non
voleva eseguire gli ordini di suo padre…tuo padre. Lui. Lui sarà l’ultimo.
L’ultimo a cadere per mano mia.
E, te lo giuro, patirà le pene dell’inferno
E la gente dice che i miei occhi sono cambiati, non sono
più quelli buoni, energici, brillanti della ragazzina che sono stata una
volta…ormai sono occhi di una donna, sì, perché questo sono stata costretta a
diventare, di una donna capace di provare solo rancore ed immensa tristezza.
La gente dice che dovrei reagire diversamente, che ormai
sono passati quattro anni da quello che loro chiamano ‘tragico incidente’.
Bugiardi. Ipocriti. Bastardi.
Non hanno neppure il coraggio di chiamare le cose col
proprio nome.
La gente dice che dovrei cercare di sorridere, perché ho
solo ventidue anni ed una vita intera da vivere.
Ma la gente dice tante cose.
E la gente non pensa a quella tua vita che ti è
stato impedito con la violenza, la tortura, l’infamia, di poter godere.
E tu per cosa hai mai goduto? Per cosa sei mai stato
felice?
Hai mai vissuto?
Ecco. È anche questo il motivo per cui i tuoi assassini non
mi sfuggiranno. È anche e soprattutto questo il motivo per cui quel gran bastardo
(tuo ‘padre’, mi spiace, non riesco proprio a definirlo: non è mai stato un
padre per te) che ti ha succhiato l’energia, la voglia di vivere, la felicità e
che, non soddisfatto di ciò, ti ha ammazzato con le sue stesse mani, non la passerà liscia. Carne
della sua carne, sangue del suo sangue, a lui poco, anzi, niente importava:
avevi tradito la sua famiglia. Avevi tradito il tuo cognome. Avevi macchiato il
suo onore. E ciò bastava per renderti indegno di vivere.
Oh, ma non sa che tremendo errore ha commesso
Non lo sa, no che non lo sa…e spero che abbia tutto il
tempo di rendersene conto mentre lo ucciderò lentamente, freddamente,
dolorosamente, come lui ha fatto con te, in modo che la paura lo divori quando
ancora il suo lurido ‘cuore’ (cuore non è di certo, solo un muscolo che gli
fornisce quella sua indegna esistenza) batterà in quel suo odioso corpo, in
modo che l’ultima sensazione che avvertirà prima della fine sarà la
disperazione.
Quella disperazione che hai sempre provato tu.
In modo che l’ultima cosa che vedrà sarai tu. Sì, esatto,
proprio tu. Proprio Draco, il figlio che ha sempre usato, sfruttato e
rinnegato. Tu che, attraverso me, ti prenderai la tua rivincita.
Non pensare che non ce la possa fare, perché io so di poter
riuscire nel mio intento.
Ricordi? Me lo dicevi sempre: dicevi sempre, con quella tua
voce ironica, che la tua ragazza era una gran testarda e che alla fine
raggiungeva sempre i suoi scopi.
E’ stato un grande insegnamento
Qualsiasi cosa sei tu, ormai. Non ti dimenticherò mai.
E l’esperienza più bella della mia vita è stata vivere in
te
Così ho capito tante cose, di te e del mondo. E di me
stessa.
Non ti dimenticherò mai, così come ora non riesco a
cancellarti dalla mia mente, né tantomeno dal mio cuore.
Ormai è tempo. Ti raggiungerò quando ti saprò vendicato. Ma
resta quest’ultima cosa da fare.
Hermione Granger ha sempre raggiunto gli scopi prefissi con
impegno, volontà e fatica.
Hermione Granger ha sempre conquistato ciò che voleva con
perseveranza, coraggio e sudore.
E quello che adesso Hermione Granger vuole, è vendetta.
Per amore. Con amore.
La tua vendetta.
Non ti dimenticherò mai