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Autore: Mimiwitch    27/02/2014    6 recensioni
Mille anni.
La gente tende sempre ad arrotondare le cifre, forse per impressionare il prossimo.
Perché dire mille anni fa molto più effetto che dire novecento ottanta nove o mille e due; o forse la gente trova la cosa solo più semplice da scrivere e ricordare.
E così la bella addormentata viene svegliata dopo cento anni dal bacio del principe, ma per quel che ne sappiamo avrebbero potuto essere settantasette o cento ventidue; per chi racconta non fa nemmeno differenza arrotondare per difetto o per eccesso, purché le menti di chi ascolta siano aggiogate alla storia.
Numeri buttati a caso, per impressionare.
Mille anni.
Eppure, per chi aspetta, il tempo non è così clemente, non si può raccogliere in un unico mucchio come se fosse sabbia senza importanza: per chi aspetta, ogni secondo si trascina infinito e angosciante, lungo come l'eternità, scavando un buco di dolore nel cuore, come una goccia su una pietra, lentamente.
Per chi aspetta senza sapere se e quando ciò che brama avverrà, il tempo diventa nemico e compagno eterno, in una lotta senza fine, trascinandosi.
*"Spoiler 5x13. Au, futuro alternativo. Una nuova avventura per Merlin e Arthur, una possibilità per un futuro assieme."*
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Aprì la porta di casa, stancamente, e una volta richiusa dietro di sé, ci si poggiò contro e si passò le mani sugli occhi, cercando di sfregare via il sonno e la spossatezza. Le scarpe volarono via e si godette il contatto col parquet, con un sospiro.

Un tramestio dalla cucina lo convinse a incamminarsi e a girare alla sua sinistra e si trovò di fronte la ragazza castana, alle prese col bollitore e una tazza.
Lancelot! Devi rimanere a riposo!” sbottò preoccupato, avvicinandosi per prenderle di mano gli arnesi e spingendola verso la sedia.
Sto bene, grazie. E avevo voglia di un tè” rispose l'altro, sbuffando.
Merlin controllò la sua temperatura e lo stato dei tagli senza ascoltare una parola.

Hai mangiato la zuppa che ti ho lasciato? Hai bevuto l'acqua regolarmente? Hai preso la medicina? Hai dormito a sufficienza?” lo interrogò pratico, facendo velocemente un quadro generale delle sue condizioni.
Sì, mamma! Ho fatto la brava bambina mentre non c'eri” scherzò Lancelot, scostandogli dolcemente la mano.

Merlin arrossì un poco e si mise a versare l'acqua in due tazze con un gorgoglio lieve, sulle bustine da tè.
Scusami per averti lasciato da solo. Non avrei dovuto, lo so, ma Arthur...”
Merlin, va tutto bene,” lo interruppe lui, con un gesto. “So che la situazione è delicata e so quanto ti sta a cuore. Certo, ritornare alle otto del mattino... almeno sei riuscito a parlarci?”
Il servitore prese le tazze fumanti che aveva preparato e si sedette davanti all'amico, poi girò lentamente lo zucchero col cucchiaino. Aveva parlato per tutta la notte e gran parte della sera precedente e la gola gli bruciava un po', chiedendo di non essere usata ancora, almeno per quel giorno. Ma Lancelot non gli staccava gli occhi di dosso, in attesa della risposta.

Sì, alla fine. All'inizio mi ha buttato addosso la sua rabbia e si è trincerato nella sua stanza. Tipico atteggiamento da Arthur, ignorare i problemi e credere scioccamente che allontanandoli non si presenteranno più!”
Dov'è adesso?”
Ha bisogno di tempo... per digerire la cosa” rispose fiacco Merlin, sorseggiando la bevanda calda, che sciolse un po' della sua raucedine. Sospirò di sollievo e passò una mano sulla gola, massaggiandola delicatamente.
Perlomeno in quest'epoca non può farti giustiziare” lo consolò l'amico con un'alzata di spalle, mentre portava la tazza alle labbra.
Per fortuna non abbiamo trovato la sua spada o mi avrebbe trapassato con quella!” scherzò lui, con un sorriso sghembo.
Il problema della spada non è da sottovalutare. Ricordo quello che mi dicesti, ricordo che è potente.”
E vorrei sapere chi l'ha presa e perché” mormorò Merlin, pensieroso.

Sorbì il suo tè, mentre lo sguardo vagava nella cucina soleggiata: sul lavello scintillante, sul porta frutta semi vuoto, -doveva assolutamente fare la spesa,- e poi gli cadde su una busta bianca poggiata con casualità contro il tostapane.
E' tua quella lettera?” chiese sorpreso, indicando con un gesto del mento.
Non credo. Non c'è destinatario né mittente e non è affrancata. Stamattina ho sentito dei rumori all'esterno e pensavo foste tu e Arthur di ritorno e non ci ho dato peso. Ma dopo qualche istante c'è stato un forte rumore, come un'esplosione, così mi sono alzato a controllare: nel vialetto non c'era nessuno, ma sullo zerbino ho trovato quella lettera” raccontò Lancelot mentre Merlin, abbandonata la tazzina sul tavolo, si alzava per raggiungere la busta.
L'afferrò e la soppesò un momento tra le mani, cercando segni o incisioni sulla carta; era chiusa da ceralacca verde, con inciso un drago. Espanse per un attimo il suo potere, saggiando le risposte della lettera e scoprì con meraviglia che era stata toccata da esseri dotati di magia. La aprì con urgenza e spiegò il foglio davanti al viso.

Cercaci, siamo all'origine della magia.
Siamo verità, passato e futuro.
Ti indicheremo la strada, scioglieremo gli enigmi,
daremo aiuto e conforto, se sarai meritevole.
Il tempo stringe, la fine è prossima.
Cercaci, trovaci.”

Rigirò il foglio tra le mani, per controllare che non ci fosse davvero scritto altro; lo osservò controluce, senza scoprire nulla di nuovo.
Cosa significava? Una lettera con un enigma? Se non avesse saputo che Kilgharrah era morto e sepolto da secoli, -e che non potesse scrivere, dato che non aveva il pollice opponibile,- avrebbe potuto pensare che ci fosse dietro il suo zampino.
'Cercaci, siamo all'origine della magia', continuava a pensare, meditabondo. All'origine c'erano solo le creature magiche, create dalla magia stessa, come i Draghi o i Sidhe; dovevano quindi cercare degli spiriti della natura? Ma non ne esistevano più, si erano estinti gradualmente a causa delle persecuzioni e del progresso dell'uomo; la magia, poi, era andata scemando di potenza, sempre più, fino a diventare flebile e molto rara: lui, che ne era praticamente il nucleo, sentiva quell'indebolimento come un dolore costante al centro del petto, come se la serenità e la forza vitale gli venisse risucchiata via, giorno dopo giorno, senza poter mai bloccare né invertirne il processo.

Cosa dice? Una minaccia di morte?” scherzò Lancelot, ricordandogli di essere anche lui nella stanza. Merlin abbassò la lettera, rendendosi conto di essersi estraniato, e gliela passò perché leggesse.
Tutto qui?” chiese il cavaliere, perplesso, una volta arrivato alla fine. Anche lui la rigirò varie volte, indeciso.
Quindi per risolvere i nostri enigmi, dobbiamo prima risolvere questo enigma?”
Benvenuto nel mio mondo!” soffiò ironico Merlin, mentre ritornava a sedersi.



Era di nuovo davanti alla sua porta, stavolta senza chiave. Merlin aveva provato a lasciargliela quel mattino, quando era andato via dal suo appartamento, ma lui aveva rifiutato. Doveva riacquistare la stima nel suo servitore prima di poter accettare gesti del genere, con i significati nascosti che comportavano: accettare e dare fiducia, totale e incondizionata. E non era così semplice come sembrava: ogni volta che un ricordo di quei sette anni di amicizia gli sfiorava la mente, non riusciva a non pensare alle cose taciute, ai segreti nascosti dietro i sorrisi, alle mezze verità che non aveva mai scoperto. Erano piccole schegge che facevano male, che minavano la stabilità del più grande sentimento che avesse mai provato, forse perfino più profondo di quello che lo aveva legato a Guinevere.

Con un sospiro sofferto premette il campanello, che trillò allegro nell'aria della sera. Scrutò il contorno della sua ombra, che si stagliava nitida sulla superficie della porta, grazie al sole calante alle sue spalle. Quella si aprì e Merlin lo scrutò, strizzando un po' gli occhi per la luce in pieno viso; qualcosa di strano e doloroso si agitò nel fondo dello stomaco di Arthur, qualcosa a cui non riuscì a dare un nome, ma che lo faceva sentire maledettamente vulnerabile.
Studiò il suo aspetto e si accorse di alcune macchie bianche sul viso e sui vestiti.

Sire! Prego, entrate” mormorò Merlin sorpreso e contento, facendosi da parte. Arthur si trovò nell'ingresso, in un silenzio palpabile. La porta si chiuse dietro di loro con un tonfo sordo.

Rimasero fermi lì, entrambi abbastanza imbarazzati e nervosi. Merlin dondolò un po' sui talloni, a disagio, e Arthur aspettò un qualche cenno o parola da parte sua, che spezzasse il silenzio. Perché aveva deciso di andare a casa sua così presto? Non sarebbe stato meglio rimanere ancora un po' in disparte, a pensare, lasciando calmare le acque? Si sentiva nervoso ad ogni respiro che Merlin prendeva, ad ogni gesto inconscio che faceva... la sua sola presenza lo metteva in impaccio, tanto da non riconoscersi nemmeno più; non era né da Althea né da Arthur comportarsi in quel modo e nemmeno dalla fusione delle sue due parti. La presenza di Merlin faceva vibrare qualcosa di doloroso e inconsueto nel profondo della sua anima, che lo destabilizzava; una morsa che non aveva mai provato prima, nemmeno quando stava con sua moglie.

Seguitemi” disse infine il servitore, fermando i suoi pensieri. Gli fece strada verso la stanza di fianco al bagno, dalla quale provenivano rumori: trovò Lancelot in piedi, che dipingeva le pareti con vernice bianca, anche lui macchiato in più punti; perlomeno aveva avuto la decenza di non mettersi i vestiti che le aveva prestato, ma di farsi dare abiti vecchi da Merlin.
Si guardò un po' intorno, sorpreso. Il suo cavaliere gli lanciò un'occhiata raggiante.

Arthur! Ti piace?” esclamò, indicando la parete grondante vernice. Il lavoro era fatto molto male, in verità, ma non ebbe il cuore di dirglielo.
Lancelot si trasferisce qui” disse Merlin, notando la sua aria perplessa.
Di nuovo sentì quel pugno allo stomaco che lo turbò, all'improvviso. Sorrise tuttavia, voltandosi verso la ragazza castana: “I tuoi non si preoccuperanno?”

Sono solo” rispose il cavaliere, inclinando il capo a disagio. Arthur si sentì un po' sciocco e in imbarazzo. Era stato quel mostro ignoto seduto sul suo stomaco a fargli fare quella domanda con quel tono così seccato, lo sapeva, ma non era certo di come potesse liberarsene. Forse trafiggersi con la propria spada ammazza immortali avrebbe potuto eliminarlo per sempre dal suo corpo.

Sire, dovete vedere questa” si intromise Merlin, notando la gaffe appena fatta dal suo Re e deciso a spezzare la tensione. Sfregò le mani distrattamente contro i pantaloni, riempiendoli di manate bianche, e poi frugò nella tasca, porgendo la lettera ad Arthur. La ragazza la prese e lesse di un fiato, avida di sapere; la rilesse più e più volte, rigirandola e guardandola controluce, cercando di scoprire più informazioni possibili.
Già fatto. Non ci sono rune lunari, a quanto pare” scherzò Merlin. Arthur non sapeva se essere più turbato dal fatto che il suo servitore conoscesse lo Hobbit o dall'aver capito subito la sua citazione: erano un branco di nerd, ma molto meno intelligenti. Non si sarebbe meravigliato di trovare una riproduzione dell'unico anello o il vestito di Harry Potter o il modellino in scala dell'Enterprise, nascosti nelle profondità di quell'enorme casa.

Si concentrò sul messaggio, che sembrava indirizzato a lui, più che a Merlin: era lui, ad essere tornato in vita perché Albion era in pericolo, era lui a dover cercare chiunque gli avesse inviato quel messaggio. E chiunque fosse, sembrava possedere le risposte a tutte le domande che gli attanagliavano la mente. Magari anche a quelle che solo lui conosceva, nascoste nel profondo del suo cuore.
Hai qualche idea di chi possa averla mandata?” chiese, torturando l'indice della sinistra con l'altra mano, come faceva in passato facendo ruotare il suo anello, mentre pensava.
Un essere dotato di magia, senza dubbio. Ma dove sia o come trovarlo,” fece un grosso sospiro, “quello è un altro discorso.”
Ma possiamo trovarlo? E perché qualcuno che vuole e può aiutarci deve essere così criptico? Insomma, se è un alleato, perché non dire semplicemente chi è e dove trovarlo?” Non gli piacevano gli indovinelli, gli enigmi e le cose poco chiare. Voleva risposte, voleva che qualcuno gliele schiaffasse in faccia con forza, con ovvietà e semplicità, e avere così il quadro generale di tutta la situazione.

Merlin si sedette al centro della stanza, grattandosi una guancia con fare pensieroso e sgranchendo le lunghe gambe.
Scoprirete presto che tutto è un enigma, quando si parla di magia e di esseri magici. E non è che non si possa trovare, è solo molto difficile. Devo cercare l'incantesimo giusto tra moltissimi libri” mormorò in tono di scusa, facendo spallucce.
Non riesci a ricordarlo a memoria? Nemmeno a ricordare il libro in cui potrebbe essere?” domandò sarcastico Arthur, scocciato da tutti quegli intoppi, da tutti i problemi che si mettevano in mezzo alle cose più semplici e dall'apparente calma del suo servitore.
Qui dentro” Merlin si toccò la testa, “ci sono moltissime cose, tante che non riuscireste neppure ad immaginarlo.”
Sì, come aria, molto spazio, una eco e stupidità” ribatté Arthur con serietà. Un sorrisino apparve sul volto di Lancelot, al vedere che le cose tra loro sembravano non essere cambiate più di tanto.

Mi metterò al lavoro domani, appena avremo finito con la stanza” promise Merlin, con quel suo sorriso fiducioso.
Io sono andato a richiedere il mio albero genealogico, questa mattina” rivelò allora il Re ad entrambi. Merlin e Lancelot si tesero verso di lui, in attesa di sapere tutto.
Mi hanno detto che sarà pronto tra una settimana circa, giorno più giorno meno” continuò Arthur, sgonfiando la bolla di speranza che si era creata nel cuore dei suoi ascoltatori.
Aspetteremo” soffiò un po' deluso Merlin. “Avete parlato con vostra madre?”
Sì e non è stato semplice trovare una scusa per giustificare la sospetta curiosità per la mia famiglia, di cui non ho mai chiesto nulla in vent'anni. Mia madre dice che, per quello che sa, qualcuno dei suoi cugini ha avuto dei figli, non è certa se maschi o femmine, e per quanto riguarda il fratello di mio padre, dice che non l'ha mai conosciuto, visto che litigarono prima che lui e la mamma si conoscessero. Perciò, non è molto.”

Merlin sospirò, rassegnato.
Abbiamo comunque una pista, qualche speranza. Seguiamola e vediamo dove ci porta. Dobbiamo solo avere pazienza.”
La loro attenzione venne attirata dal rumore del pennellio ritmato di Lancelot che, constatato che gli argomenti più importanti erano ormai stati discussi, aveva ripreso a lavorare sulle pareti.

Vi serve una mano?” chiese Arthur all'improvviso, rimboccandosi le maniche. Si misero al lavoro, in un silenzio rotto solo dalle pennellate e dalle direttive di Merlin, e ognuno di loro finì per riempirsi di macchie e gocce di vernice ovunque.
Alla fine del lavoro di tinteggiatura, l'ex Re cercò di congedarsi da loro, ma non ci riuscì in nessun modo.

Rimanete qui per la notte, ho una sorpresa per voi” disse enigmatico Merlin, togliendosi la tinta dalle mani con l'acquaragia, dall'odore penetrante. Lui e Lancelot sorridevano come due idioti, lanciandosi occhiate complici, come se avessero complottato qualcosa per lui. O contro di lui.

E alla fine, anche con molti dubbi, cedette. Acconsentì a rimanere, a patto di poter dormire nell'unico letto, nella stanza di Merlin, insieme a Lancelot. Il servitore avrebbe dormito sul divano.
La serata fu molto piacevole, più di quanto riuscisse ad ammettere: il ragazzo cucinò dei deliziosi piatti, -era migliorato in cucina-, e li mangiarono chiacchierando tutti assieme, ricordando aneddoti buffi, ridacchiando; gli parve, vagamente, che una leggera aria delle serate a Camelot fosse tra loro, come quando parlavano e mangiavano attorno al fuoco nelle battute di caccia, e si augurò che non solo non scomparisse, ma che si intensificasse col tempo. Andarono a dormire molto tardi, dopo parecchi bicchieri di birra e di idromele, di risate soffocate e grida di sdegno, di facce offese e altre risate.

Merlin insisté che era tardi per la sorpresa e promise che gliel'avrebbe fatta vedere il mattino successivo.
Sono contento che tra voi le cose siano tornate normali” soffiò Lancelot, una volta coricati nel lettone. “Era davvero depresso dopo il vostro litigio.”
Non sono tornate normali e non so se ritorneranno mai come prima. E non parlo solo delle bugie, della fiducia da ricostruire; parlo anche dei problemi di questo secolo, della nostra missione e delle seccature che questo corpo mi crea!” sbottò Arthur, tirandosi su le coperte, di colpo. Avere addosso un pigiama di Merlin lo infastidiva oltre ogni modo, così come trovarsi nel suo letto; ad ogni movimento il profumo del ragazzo gli investiva le narici e un lieve batticuore correva sotto pelle.
Sì, ti capisco. E' così assurdo sapere di essere stata un uomo, un cavaliere per di più, con le strane ideologie sulle donne che insegnavano in quell'epoca. Eppure, avendo vissuto per vent'anni come donna, non è sbagliata nemmeno questa forma. Immagino che solo tu possa capirmi” rispose il cavaliere voltandosi a guardarlo.
Il tuo corpo... reagisce in maniera strana con... Merlin?” titubò Arthur, buttandola lì come una domanda casuale.
No, in nessuna maniera particolare. Il solito affetto, la solita gioia nel vederlo buffo e svagato o la preoccupazione quando è triste. E il tuo?”
Nessuno, assolutamente. Sembra solo che io sia più ricettivo verso la magia, in questa forma!”
Lancelot non disse nulla, notando il nervosismo del suo Re; augurò la buona notte e si voltò dall'altra parte, sorridendo silenziosamente prima di addormentarsi.



Svegliatevi, principesse!” urlò la voce di un uomo di prima mattina, seguita da una luce accecante e aria gelida, improvvise.
Principessa a chi? Ti faccio installare la gogna in giardino, Merlin! E ti tirerò la frutta personalmente, se nessun altro lo farà” rispose Arthur mezzo assonnato, lanciandogli le prime cose che gli capitarono sotto mano: il draghetto intagliato nel legno volò attraverso la stanza e venne fortunatamente preso al volo dal ragazzo alla finestra.
Mai toccare questo!” sbottò Merlin, poggiandolo con reverenza su un ripiano della libreria e lanciando un'occhiata torva.
Mi vedo costretto a non farvi avere la sorpresa che avevo preparato. Per punirvi!” incalzò, offeso e vendicativo.

Arthur gli urlò contro che era suo diritto avere tutte le sorprese del mondo, in quanto Re; Lancelot si alzò assonnato per andare a fare la doccia, Merlin ignorò ogni lamentela del suo signore e andò in cucina a preparare la colazione.
Allora, la mia sorpresa?” insisté il Re, addentando un toast ricoperto di marmellata. “E che sia bellissima!”
Dopo, forse, chissà” continuava a rispondere Merlin, facendo il vago. Spadellò pancake e ciambelle, ricoprendo la tavola di ogni genere di leccornia, insieme a tè, succo di arance appena spremute e uova e pancetta sfrigolanti. Fecero onore alle pietanze e per un po' si sentì solo il rumore delle loro mandibole insieme alle continue richieste di Arthur.

Dopo aver ritirato e lavato le stoviglie, il ragazzo li portò fuori e li guidò lungo un sentiero di ciottoli nel giardino, che costeggiava la casa, e scoprirono così le effettive, enormi, dimensioni della stessa, che aveva più l'aria di una villa; arrivarono nel retro, dove il terreno era il decuplo che sul davanti, ampio e ben curato, e si fermarono infine davanti ad una rimessa, quasi addossata al muro posteriore.
Merlin, perché hai comprato una casa così grande e un terreno così vasto se hai sempre vissuto solo?” domandò Arthur curioso, cercando di non chiedersi quanto potesse costare tutto quello.
Mi piaceva la zona riservata e la segretezza che offriva. Insomma, nessuno può sbirciare oltre muri così alti e il fatto di essere in periferia fa sì che io non abbia vicini troppo... vicini, che potrebbero impicciarsi dei fatti miei e della casa ho sempre usato solo poche stanze. Sarebbe stato strano se avessero visto lo stesso vecchietto abitare qui per cinquant'anni senza invecchiare mai di un giorno.” spiegò assorto, mentre armeggiava con il lucchetto della rimessa.

Dopo un paio di tentativi riuscì infine ad aprirlo, con uno scatto ferroso. Si fece da parte, teatralmente, consentendo al Re e a Lancelot di entrare: la piccola costruzione era ricolma di armi e armature, ben tenute e lucidate, appoggiate con ordine su sostegni in legno.
Arthur entrò a piccoli passi, meravigliato, annusando l'odore di cuoio dei paracolpi, di ferro delle armature, di acciaio delle armi; poteva quasi assaporarli, tanto erano forti. E il batticuore si fece sempre più intenso, ricordandogli le sensazione che provava in passato ogni volta che entrava nella sua armeria.
Passò una mano su una cotta di maglia addosso ad un manichino, percependo la morbida durezza del lavoro di incastro: le piccole maglie tintinnarono, con un lieve rumore che assomigliava al gorgoglio dell'acqua, e splendettero, in una maniera che ricordava le scaglie dei pesci.

Poi il suo sguardo venne attratto verso il fondo, come da un incantesimo.
Una spada stava ritta su un piedistallo, illuminata dalla luce che entrava dalla finestrella appena al di sopra: sembrava che fosse stata messa lì apposta per lui e si avvicinò, rapito; chiuse la piccola mano sull'elsa e la sollevò con reverenza, soppesandola, avvicinando la lama per saggiarne l'affilatura, facendola roteare e sibilare, per percepirne il bilanciamento e il peso. Il suo cuore ruggiva di gioia.

Alla fine si voltò verso di loro, raggiante.
Pare che gli piaccia” constatò Lancelot, che teneva in mano la sua spada, scelta giorni prima.
Come... dove le avete trovate?” chiese Arthur, incapace di smettere di far sibilare la lama di qua e di là.
Sembra che Merlin abbia collezionato queste armi negli anni, gli Dei solo sanno per quale motivo. E quando avete 'discusso', si è chiuso qui dentro, lucidando e affilando tutto a mano, senza volere nessun aiuto” raccontò il cavaliere, indicando il ragazzo al suo fianco, che sembrava far finta di nulla, non sapendo di aver le orecchie rosse di imbarazzo.
Lancelot: allenamento!” sbottò il Re, invece magari di mostrare la sua gratitudine a Merlin.
Ma non c'era bisogno di parole, né di ringraziamenti; Merlin aveva capito senza bisogno che lo dicesse a voce alta, lo sapeva. Lo aveva capito dal sorriso che era sbocciato sul viso di Arthur, finalmente, dopo giorni tesi e di paure.

Le due ragazze uscirono nel giardino, con le lame che scintillavano nel sole del mattino e una luce ancora più sfolgorante nello sguardo.
Vi farete male! Usate le cotte!” provò a metterli in guardia Merlin, invano: i due avevano già cominciato a combattere, con un gran clangore metallico ogni volta che le spade cozzavano l'una contro l'altra.
Si mise ad osservarle, smettendo di preoccuparsi, per quanto possibile. Si accorse che il combattimento era persino più bello che in passato, quando già era un'arte, difficile da imparare: in quel momento, in cui entrambi erano rinchiusi in corpi femminili, la lotta non ne risentiva affatto come aveva temuto, magari risultando impacciata, ma acquistava eleganza nei movimenti. Si strofinò gli occhi, dandosi dello scemo per pensare una cosa simile della lotta con le spade, ma anche dopo non riuscì a non trovare bello quello scambio di parate e affondi, di attacchi e schivate, di piedi che scivolavano leggeri sull'erba e grida di eccitazione.

Arthur e Lancelot sorridevano come matti, felici di essere ancora dei combattenti, nonostante il loro aspetto. Lo aveva capito, che Arthur si sentiva inutile e poco attivo nel suo nuovo ruolo, ed era riuscito a ridargli fiducia, facendogli capire che il suo animo combattivo non doveva entrare in conflitto col suo corpo femminile, ma che poteva armonizzarsi perfettamente.
Il Re fece volare via la spada dalle mani di Lancelot, puntando la sua alla gola. Si voltò verso il suo servitore, per controllare se avesse seguito la lotta.

Beh, cosa fai lì?” chiese col fiatone. “Prendi l'armatura e unisciti a noi!”
Merlin si avvicinò incredulo, con la sua andatura dinoccolata.

Devo lottare anche io, Sire?”
Arthur sorrise e lo colpì alla spalla col piatto della spada.

Tu? Tu farai da fantoccio, Merlin!” ridacchiò, cercando di togliere i lunghi capelli dal volto.

Il servitore andò a recuperare l'attrezzatura, felice di vedere Arthur a suo agio e allegro, quando venne richiamato, quasi sulla soglia della rimessa.
Sì, Sire?” rispose sorpreso, voltandosi e facendo qualche passo indietro.

Il Re lo osservava strizzando gli occhi, a causa del sole in faccia, e torturava ancora il dito indice, distrattamente.
Puoi darmi del tu, da adesso in poi. In questo nuovo secolo è assurdo che tu continui con le formalità di allora” iniziò a dire con sussiego, come se fosse un discorso preparato in precedenza, chissà in quale notte insonne. 
“Ma niente confidenze! Niente risposte sgarbate, né impudenze!”
Merlin fece un sorriso incredulo e titubante, che si trasformò subito in uno aperto e meraviglioso, col cuore. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito! Era un passo, un piccolo passo avanti, non solo dal punto di vista sociale, con l'abbattimento di un muro tra ceti, ma anche dal punto di vista personale, per la loro amicizia, che forse avrebbero potuto ricostruire. E dovette farsi davvero violenza per non correre ad abbracciarlo come desiderava fare.

Io? Vi... ti ho mai mancato di rispetto, asino? Testa di legno?” replicò ridacchiando, schivando i sassi che gli venivano lanciati, mentre Lancelot tratteneva Arthur perché non lanciasse la spada contro il servitore.

Qualcuno li osservava, nella loro splendida scenetta mattutina, ma loro, tra risate e allenamenti, non se ne accorsero.





Note:

Risorgo dal mondo dei dispersi.
Chiedo innanzitutto perdono. Non è da me sparire così, ma ci son state cause di forze maggiore. Vi confesso solo che mi son stressata così tanto da finire al pronto soccorso per gastrite nervosa, che orrore! Con conseguenti lividi per colpa di infermiere non proprio delicate.
Ora va meglio e spero che voi tutte stiate bene.

Riprenderò a pubblicare a ritmo serrato. Mi auguro che la storia continui a piacervi!

Un grosso abbraccio
Mimì

  
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