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Autore: Delirious Rose    02/03/2014    3 recensioni
Ginny ha undici anni e presto andrà a Hogwarts.
Ginny ha un amico speciale che è sempre al suo fianco: la aiuta con i compiti, la tira su di morale, la sprona a inseguire i suoi sogni e a fare tutto il possibile per realizzarli.
Ginny ha un amico speciale che forse è diventato qualcosa di più.
Ginny, però, non sa che le rose fioriscono per morire.
{Questa storia partecipa al contest "E così, con un bacio, io muoio" di ielma.}
[15/12/2021: Capitolo 5 riscritto ed esteso, dato che ho ripreso in mano la storia per continuarla fino alla fine di CoS]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Le rose fioriscono per morire

 

 

Le rose si sono svegliate di buon mattino per fiorire
e sono fiorite per morire:
in un bocciolo hanno trovato la Vita e la Morte.

Pedro Calderón de la Barca

 

b Di rose e pratoline a

 

La bambina sbatté la porta con forza e si buttò sul letto.

«Ginevra Molly Weasley, è questa l’educazione che ti ho dato?!» urlò sua madre dal piano inferiore ma Ginny non rispose, si limitò ad affondare di più il viso nel cuscino e a piangere.

E Ginny pianse, pianse così tanto che si addormentò nonostante il petto fosse ancora scosso dai singulti, e quando si svegliò una calda luce dorata entrava dalla finestra della sua stanza, segno che era ormai pomeriggio inoltrato. Tirando su col naso, si stropicciò gli occhi con il dorso della mano e sedette alla turca sul letto, fissando un punto imprecisato della sua stanza. Rimase così per un po’, poi con uno scatto improvviso si svolse verso la testiera e frugò fra il materasso e la rete: estrasse una vecchia piuma sfilacciata, una boccetta d’inchiostro e un vecchio diario tutto logoro, dalla copertina di pelle nera e il nome del precedente proprietario scritto sopra. Con una solennità quasi religiosa, sedette alla scrivania e aprì la boccetta: respirò profondamente il leggero profumo di fragola dell’inchiostro rosa acceso – glielo aveva regalato Bill per l’ultimo Natale e lei lo aveva tenuto in serbo per un uso speciale – quindi lisciò con le dita le pagine ingiallite del diario e intinse lentamente la penna nell’inchiostro.

Tom

La parola fu come risucchiata nell’istante preciso in cui era stata scritta, e al suo posto sbocciarono rose e rami d’edera: il disegno era in bianco e nero, ma così realista da sembrare un dagherrotipo.

Buon compleanno Ginevra!

Ginny si coprì la bocca con le mani, stupita.

Sei l’unico che se n’è ricordato!
E poi non sapevo che disegnavi così bene!

A dire il vero si tratta di un incantesimo: avrei preferito che il bouquet fosse vero, ma a quanto pare sono troppo debole affinché la mia magia abbia effetto oltre le pagine del diario.
Ma che cosa intendevi dire con “Sei l’unico che se n’è ricordato”?

Leggendo quelle parole, Ginny sentì di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime: intingendo freneticamente la piuma nell’inchiostro rosa, gli raccontò di come nessuno dei suoi fratelli le avesse fatto anche solo gli auguri di compleanno, di come suo padre si fosse limitato a darle un bacio frettoloso sulla testa prima di andare a lavoro e sua madre le avesse preparato un crumble di mele invece della torta al cioccolato che le aveva promesso. Perfino Bill e Charlie sembravano essersene dimenticati, loro che sei anni prima avevano risparmiato per quattro mesi per regalarle la bambola che tanto desiderava.

Non essere triste, Ginevra: è ancora pomeriggio, giusto?
La giornata non è ancora finita e vedrai che entro stasera i gufi di Bill e Charlie arriveranno.
Su, non piangere che rendi triste anche me…

Scusa tanto Tom, non volevo bagnare le pagine…
Forse hai proprio ragione, in fondo i gufi vengono dall’Egitto e dalla Romania, ci deve per forza volere molto tempo per arrivare.
E quell’incantesimo dei fiori, è difficile?
No, perché quel mazzo di fiori è bellissimo ed è un peccato che resta in una pagina, no?

Non è difficile, anzi, è uno dei primi incantesimi che insegnato a Hogwarts.
Non è pericoloso se lo provi: è lecito che una figlia amorevole desideri offrire dei fiori alla propria madre.
La formula è “Orchideus”.

Ginny fissò le parole che pian piano svanivano, quindi con foga improvvisa aprì il cassetto della propria scrivania e prese la vecchia bacchetta di Charlie: la agitò imitando il movimento di polso che aveva visto fare da sua madre innumerevoli volte, ripetendo l’incantesimo. Margherite e piselli odorosi, fiori di lino azzurri e papaveri rossi, ma quel bouquet di rose e tralci d’edera non aveva alcuna intenzione di materializzarsi.

Uffa, perché non ci riesco?

È normale che le prime volte non si riesca a far comparire neanche una pratolina: ricordo che riuscii solo a fine lezione.

Veramente mi vengono fuori solo fiori di campo, ma io voglio tanto il mazzo che mi hai “regalato”.

Davvero? Allora devi essere molto più abile di molte altre streghe della tua età!
In ogni caso, devi solo visualizzare in ogni minimo dettaglio il bouquet che vuoi ottenere e il gioco è fatto.

E Ginny si esercitò per giorni e giorni, ma tutto quello che riuscì ad ottenere, furono pratoline e rose selvatiche.

 

b { a

 

Note dell’autore

Come annunciato nell’introduzione, questa fanfiction partecipa al contest “E così, con un bacio, io muoio” di Ielma e, per non smentirmi, questa storia è un po’ la gemella di “Inchiostro rosa dall’odore artificiale di fragola”: gli eventi raccontati sono più o meno gli stessi, solo visti dal punto di Ginny e un po' più in dettaglio e non vi nascondo che mi ha rattristato tagliare un dettaglio rispetto alla sua sorella. Inoltre questa volta ho curato particolarmente la parte visiva del racconto, soprattutto per rendere al meglio l'effetto "chattata" del diario e, al tempo stesso, caratterizzare i personaggi non solo attraverso lo stile di scrittura (per Ginny ho cercato di imitare quello di un'undicenne, ma non sono certa d'esserci riuscita) ma anche attraverso i font e i colori utilizzati da ciascuno (anche se per Tom avrei preferito usare lo storico Herman Decanus, ma è un font che non ho installato sul nuovo pc - veramente sono molti i font che devo reinstallare ù.u ...)

Non nascondo che, molto probabilmente, questa storia sarà un po' borderline, dati i personaggi, e forse a prima vista potrebbero anche risultare un po' OOC: per Tom il discorso è semplice, sta solo cercando di accaparrarsi la fiducia di Ginny ed io l'ho sempre immaginato come un ottimo attore; quanto a Ginny... beh, lei è un po' autobiografica, dato che quando avevo la sua età mi presi una cotta per un sedicenne - stendiamo un velo pietoso su quest'elemento, please - per cui nell'ultimo capitolo ho cercato di ricalcare il suo atteggiamento nei controndi di lui sul mio dell'epoca. Gasp! Mi sono appena resa conto che è successo vent'anni fa O.o

 

Grazie a chi leggerà queste righe e a chi lascerà un commento.

 

Cordialmente,

 

D. Rose

   
 
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