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Autore: Bash    03/03/2014    1 recensioni
Le ultime sensazioni, pensieri, dolori e speranze della piccola Mel: sacrificata ingiustamente al Dio Elos per una colpa non sua, per un crimine non commesso.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La situazione era tesa, non si trovava nessuno per le vie del villaggio, e in automatico le serate attorno al fuoco sono cessate. Mi mancava Ishvar,  mi mancava da stare male. In casa andavamo a letto appena buio, per fare economia di legna. La situazione č andata avanti cosė, fino a quando- al decimo mese, quando dovrebbero iniziare a fiorire le piante e a rinverdire i prati- c'č stata una nevicata senza pari. č stata la nevicata la causa di tutto questo. Una settimana dopo- ricordo quel giorno come se fosse ieri- hanno bussato alla porta. Papā ha aperto e insieme all'aria gelida sono entrati gli insulti velenosi  e le parole rese ghiaciate dalla miseria dei miei compaesani. Non capivo cosa dicessero esattamente, ma le parole " mandata dal demonio", gridate dalla vecchia signora dei vasi, mi hanno colpita come una pugnalata. Sapevo a chi si riferivano. si riferivano a "Mel dal popolo degli elfi". Si riferivano a me. Mamma č scoppiata in lacrime e papā ha chiuso la porta con un catenaccio dopo aver gridato con foga alle persone che conosce da una vita " Se avete qualcosa da rinfacciarci, esigo che sia per mezzo del capo." I piccoli non capivano esattamente cosa stesse succedendo e Ishvar li ha trascinati nella camera dei letti. Sono rimasta con la mamma disperata e papā sconvolto. Li ho guardati, ero incapace di spiccare parola. Anche respirare mi costava uno sforzo immane. Vedendoli cosė ho capito che loro non avrebbero potuto fare assolutamente nulla per salvarmi; ho capito per la prima volta il peso che gravava sulle loro spalle dalla mia nascita e che hanno cercato con abilitā ed amore di tenere segreto. Ho provato dispiacere per loro: era davvero un grosso peso.


" Mel, figlia di Horgik, nata nell'anno del sole nero, accusata di stregoneria. Dopo un processo durato due giorni siamo giunti a un verdetto".
E qui l'anziano del villaggio si era interrotto, guardandomi con un misto di pietā e di sospetto. Io non osavo sollevare lo sguardo, sapevo che cosa avrebbe detto, dentro di me sapevo che sarei morta il giorno dopo. Sapevo quanto tutti mi odiassero. Ma c'era un piccolo, minuscolo, maledetto e fiocco barlume di speranza. Speravo che papā fosse riuscito a convencere tutti della mia innocenza, che le signore del villaggio ricordassero quante volte le ho sostituite al telaio mentre loro chiacchieravano, ricordassero che sono stata una compagna di giochi dei loro figli. Anche se non lo volevo, io speravo di viviere. Speravo nella pietā e buonsenso delle persone che conosco da quando ho memoria.



Il giorno dopo l'assalto alla nostra casetta č arrivato il capo del villaggio segiuto dall'anziano signore, da due uomini grandi e grossi che conoscevo di vista e da Ishvar. Dopo aver confabulato alla porta per qualche tempo, papā si č voltato verso di noi- che eravamo accucciati nell'angolo opposto alla porta e aspettavamo- dicendo: " Mel, tesoro, verresti qui un secondo?"
Non so come ho fatto ad alzarmi e a raggiungerlo, come ho fatto a guardare il capo mentre mi spegava la situazione, come sono riuscita a rimanere lucida malgrado non dormissi e non mangiassi da un giorno intero. Mi limitavo ad annuire cercando di assumere un'espressione tranquilla e sicura, mentre mi sentivo vuota. Cercavo anche di trattenermi dal guardare Ishavar, e quello č stato lo sforzo pių estenuante. Non vedevo la persona della quale pių mi importava da settimane. Che sorte crudele, che destino infausto! Ho potuto vederlo il giorno della mia accusa! 
Lui teneva il capo chino, era evidente che fosse stato trascinato dal padre per " imparare a fare il capo". Anche in quell'odiosa situazione il mio cuore si č ricordato di saltare un battito alla sua vista. Quando ho incontrato il suo sguardo sono riuscita a sorridergli. Sembrava stupito del mio sorriso. Probabilmente si aspettava occhiate di odio. Io non sarei mai riuscita ad odiarlo... Perchč non capiva?



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Salve a tutti! Questo č il terzo capitolo della mini-serie che sto cercando di scrivere. Non mi sono presentata prima perchč volevo dare uno stampo "impersonale" al tutto, ma ho cambiato idea (:
Non credo che qualcuno mi conosca da queste parti perchč č la prima volta che scrivo qui. Sono Bash e contrariamente a quello che il mio nick puō suggerire sono una ragazza e ho 16 anni. Ho sempre amato scrivere ma non permettevo quasi a nessuno di leggere i miei racconti. Mi auguro che questa serie possa essere di vostro gradimento. Critiche e commenti sono molto bene accetti. Grazie dell'attenzione, passo e chiudo!
  
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