Anime & Manga > Lupin III
Ricorda la storia  |      
Autore: Sokew86    05/03/2014    3 recensioni
-Dimmi Arsène, sai che porti il mio nome?- domandò il nonno mentre spezzava il biscotto e lentamente masticò uno dei pezzi.
Il bambino annuì.
-Ti piace?-
La risposta del bambino fu semplice, sincera e lapidaria- No, è brutto- e poi aggiunse un sorriso aperto un po’ canzonatore, l’anziano a vedere quel sorriso rimase stupito … era il sorriso che quando era stato giovane, era diventato il simbolo della strafottenza.
Lupin I e il futuro Lupin III si erano incontrati per la prima volta.
Un tributo sia a Maurice Leblanc che Monkey Punch.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lupin III, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il nonno dei re dei ladri

Il nonno dei re dei ladri

 

Un bambino guardò il padre preoccupato, i suoi grandi occhi neri erano confusi e continuava  a stringere la mano del padre con tutta la forza che gli era possibile.

Il padre era un uomo dai capelli scuri e ricci, il naso era aquilino e il mento fiero, i suoi occhi erano di un inteso verde mare,  lo stesso colore del mare del sud della Francia in cui il bambino aveva giocato fino a poche ore prima.

-Papà-pronunciò il bambino quella parola con fare incerto mentre il padre gli sorrideva amorevole.

-Su Arsène, non fare i capricci. Non vorrai fare attendere il nonno? Ricordati che è un uomo che ama far aspettare ma non attendere- disse l’uomo al figlio.

Il bambino negò con la testa ma in realtà non voleva andare dal nonno, ne aveva paura e sapeva soltanto che portava il suo pesante nome.

Il giovane Arsène se lo immaginava come un vecchio arcigno e cattivo.

Il padre parve intuire il turbamento del bambino e lo caricò sulle sue spalle dicendogli- Coraggio, così spaventiamo il nonno- e da quella posizione l’uomo solleticò i fianchi del piccolo, provocandogli ilarità.

 I due camminarono lungo una tipica città marina del sud della Francia, ovunque il piccolo Arsène poteva scorgere il mare.

Il bambino felice ridacchiò e mostrò un po’ troppo la sua gioia, iniziando a calciare così forte sul petto del padre che quest’ultimo fu costretto a sgridarlo.

Arsène si calmò subito, nonostante che il padre fosse molto dolce con lui era comunque riuscito ad insegnarli la disciplina.

La casa del nonno era una palazzina elegante che riusciva a distinguersi in qualche modo dalle altre.

Appena furono davanti alla porta, il padre d’Arsène bussò al capannello, ad aprirli accorse una bella domestica dal sorriso simpatico che fece un commento divertita a vedere il bambino sulle spalle del padre.

Subito dopo che gli ospiti entrarono in casa, la domestica li guidò verso il soggiorno: una stanza ariosa e confortevole con dei bei divani di stoffa verde.

Il soggiorno aveva una grande vetrata che permetteva di osservare il mare e appena il bambino la vide, volle scendere dalle spalle del padre e le corse incontro entusiasta.

Sia la domestica che l’uomo sorrisero a quella reazione.

-Accomodatevi pure, signor Lupin. Vostro padre arriverà a breve(1)- spiegò la domestica e uscì dalla stanza.

Poco dopo, un rumore secco si sentì lungo il corridoio.

Arsène si voltò ,distraendosi dal panorama,  sentendo quel rumore rimanendo  vicino alla vetrata, finalmente avrebbe conosciuto quel nonno di cui aveva tanto sentire parlare.

Comparve infine alla porta, Arsène Lupin, il principe dei ladri, ormai invecchiato.

Si reggeva su un bel bastone  di legno e fu aiutato a sedersi dalla sua domestica.

-Grazie signora Martine - le sussurrò sincero- Può andare adesso- le ordinò tranquillo e la donna si affettò ad ubbidire.

Nella stanza rimassero i due uomini e il bambino.

Un sorriso d’amore comparve sul vecchio viso del anziano-  Henri (2),figlio mio!- disse il nonno aprendo le braccia e il figlio si affrettò a chiederle in un abbraccio.

Padre e figlio rimassero abbracciati per un profondo attimo mentre il piccolo Arsène li osservava rapito ma anche intimorito.

Sciolto l’abbraccio, Henri  indicò al bimbo d’avvicinarsi e questo, seppure titubante, si avvicinò.

Il nonno lo scrutò a lungo e commentò- Sei cresciuto tanto-

Il bambino rimase in silenzio, lui non ricordava per niente quel anziano dagli occhi verdi e il naso aquilino come suo padre.

-Aveva due anni quando l’hai visto l’ultima volta- spiegò Henri e il nonno apparve soddisfatto della risposta.

-Puoi sederti, caro- disse l’anziano al bambino e questi si sedette sul divano opposto a quello del nonno.

-E’ un po’ timido- il padre di Arsène giustificò il comportamento del figlio - Ma è molto bravo. Pensa che ha costruito già la sua prima maschera.

Il nonno guardò ammirato il nipote e gli domandò- Quanti anni hai?-

-Sei anni- rispose il bambino sentendosi nuovamente scrutato dall’anziano, eppure non aveva più paura dei suoi occhi, avevano qualcosa di infantile (3).

Il nonno rimase stranamente in silenzio, dopodiché guardando il figlio e poi rivolgendosi, dolcemente, al nipote disse- Ti andrebbe un biscotto, Arsène?-

Al cenno di assenso del più giovane, l’anziano si alzò con un po’ di fatica dal divano e intervenne il figlio allarmato.

-Non sarebbe meglio chiamare la domestica?- domandò.

-Non essere sciocco, Henri. Sono invecchiato ma non sono decrepito. Andiamo Arsène- rivolse l’ultima frase al nipote e, senza farsi vedere da questo, fece un occhiolino complice al figlio.

 Il vecchio Arsène e il giovanissimo si incamminarono verso la cucina, il più giovane saltellava  davanti al nonno allegro e incosciente.

La cucina era un luogo spazioso dove vi era un piccolo tavolo rettangolare di legno chiaro con delle sedie dai cuscini a strisce rosse e bianche: era una cucina casareccia e molto mediterranea nello stile, un tempo avrebbe stonato con il gusto impeccabile del principe dei ladri ma non adesso.

Rapidamente il bambino si arrampicò su una delle sedie in attesa.

L’anziano lo guardava con la coda dell’occhio mentre apriva una delle credenze di legno chiaro della cucina e ne estrasse un bel barattolo dai colori vivaci.

Il nonno poggiò il barattolo sul tavolo e lo aprì con più forza del necessario, il bambino avido infilò subito una mano in esso  estraendone  un classico biscotto al burro e , altrettanto avidamente, lo portò alla bocca.

L’anziano Arsène ridacchiò alla scena- Secondo tuo padre, saresti timido?- domandò scherzoso- Quello non è l’atteggiamento di un bambino timido- continuò e poi prese un biscotto anche lui mentre il nipote si riserviva.

-Dimmi Arsène, sai che porti il mio nome?- domandò il nonno mentre spezzava il biscotto e lentamente masticò uno dei pezzi.

Il bambino annuì.

-Ti piace?-

La risposta del bambino fu semplice, sincera e lapidaria- No, è brutto- e poi aggiunse un sorriso aperto un po’ canzonatore, l’anziano a vedere quel sorriso rimase stupito … era il sorriso che quando era stato  giovane, era diventato il simbolo della strafottenza.

-Vedo che la tua “ timidezza” non ti blocca a dire la verità- commentò ironico il nonno e ,appoggiando una mano su una guancia, domandò al bambino come avesse costruito la maschera di cui aveva accennato l’esistenza il padre in soggiorno.

Al piccolo Arsène si illuminarono gli occhi e iniziò un resoconto dettagliato.

L’entusiasmo del bambino si leggeva nel movimento frenetico delle mani e dalla voce che ogni tanto aumentava di tono.

Finito il resoconto, l’anziano ladro si congratulò con il bambino e gli chiese come mai avesse voluto indossare la maschera a scuola, la risposta lo lasciò piacevolmente sorpreso.

-Per fare colpo su una bambina- dichiarò candidamente il piccolo continuando a sorridere.

Il nonno si unì al suo entusiasmo con una risata.

-Buon sangue non mente. Devi sapere che ci sono due cose che caratterizzano i Lupin: l’amore per le donne e per il furto-

Il bambino annuì.

Il nonno continuò- E che siamo precoci, il mio primo furto è avvenuto a  sei anni, tuo padre a sei anni già volteggiava con una farfalla e rubò per scherzo un prezioso libro dalla sua scuola. Tu ,invece, già sai costruire le maschere, è una tecnica molto difficile da realizzare quindi sii fiero di te-

Arsène aveva gli occhi illuminati e domandò entusiasta al anziano come avesse rubato la collana della regina Maria  Antonietta(4).

-Non era più la collana di Maria Antonietta, apparteneva a una donna che conoscevo. Magari un’altra volta ti racconterà tutto, ci sono molto punti che dovrei spiegarti prima- tagliò a corto, stranamente, il nonno- Perché non vieni più vicino a me  Arsène?-  domandò facendogli  cenno d’avvicinarsi.

Il bambino spostò la propria sedia  verso il nonno incuriosito, quest’ultimo lo stava nuovamente osservando profondamente e non proferendo più parola: questo mise in agitazione il nipote.

Con molta delicatezza, l’anziano prese il viso del bimbo tra le mani continuandolo a scrutare, un piccolo sorriso imbarazzato comparve sulla bocca del più giovane Lupin.

Non sapeva cosa stava facendo il nonno e improvvisamente gli sembrava nuovamente cattivo come aveva sospettato in precedenza.

Con un dito l’anziano accarezzò  il lato del viso dove un giorno si sarebbero pronunciati gli zigomi di Arsène, il mento e il naso.

Il nonno osservava i lineamenti del piccolo come l’esperto di fisionomia che era, altrimenti come avrebbe potuto costruire quelle incredibili maschere che l’avevano quasi portato alla follia di non riconoscere il proprio volto?(5)

Infine lo sguardo verde mare dell’anziano si incrociò con quello nerissimo  del giovane, un guizzo infantile passò negli occhi del più adulto dei due.

-Hai lo sguardo dei Lupin- dichiarò  l’adulto e poi ripassò nuovamente il dito sugli appena accennati zigomi del più piccolo – Non avrai dei lineamenti marcati, hai preso chiaramente dalla famiglia asiatica di tua madre(6). Lo sguardo però è francese-

Il bambino stava ormai guardando perplesso il nonno e questi lo liberò dalla sua stretta, si tirò un po’ indietro con la schiena ,come per ammirare meglio un dipinto, e commentò- Sì, diventerai un bel uomo. Non quanto  me- scherzò.

-Ad essere sinceri, tuo padre non ha neanche ereditato metà del mio fascino- un sorriso giocherellone comparve sul viso dell’anziano e con lo stesso tono scherzoso continuò- Non dirglielo però , potrebbe offendersi-

Il piccolo Arsène ridacchiò e complice dichiarò che non avrebbe detto mai nulla.

-Bene, allora andiamo di là. Papà si starà domandando che fine abbiamo fatto- l’anziano porse la mano al piccolo e l’accettò con gioia e insieme tornarono in soggiorno, accompagnati dal rumore secco  del bastone dell’inafferrabile Lupin I.

Lupin I e il futuro  Lupin III si erano incontrati per la prima volta.

 

 

Note dell’autrice

Ho adorato scrivere questa storia. In questo periodo sto leggendo le avventure di Arsène Lupin di Maurice Leblanc (lo scrittore originale) e mi hanno ispirato per scrivere questa ff.

Volevo scrivere qualcosa sia sul originale Arsène Lupin che il nipponico Lupin III ed è uscita questa storia.

Ecco le altre note.

(1)Quando scrivo di personaggi francesi preferisco che usino il “voi”, perché in francese è la forma formale al posto del “lei”

(2) Il nome di Lupin II lo inventato io, sia Maurice Leblanc che Monkey Punch non parlano rispettivamente degli eredi e degli avi dei loro protagonisti. Ad ogni modo ho scelto questo nome perché la madre adorata di Arsène Lupin originale si chiamava Henrietta e Henri  è corrispettivo maschile.

(3) Il carattere del personaggio di Maurice viene descritto come un uomo giocherellone, orgoglioso e con qualcosa d’infantile negli occhi: chiaramente Monkey Punch ha preso molto dal personaggio, si può dire che il nipote sia molto simile al nonno, ad esclusione della  sua classe che è ineguagliabile. 

(4)Questo avvenimento c’è dei racconti di Maurice Leblanc. Ho voluto rendere l’età di sei anni, un’età sacra per la famiglia  Lupin  in cui ,per la prima volta, fanno qualcosa di sensazionale legata all’arte del furto.

(5) Maurice non descrive mai completamente la fisonomia del viso  il suo personaggio, anzi dice che lui stesso ,con tutte le maschere e ruoli che interpreta, a  volte ha difficoltà a riconoscere il suo vero volto.

(6) Lupin III è mezzo francese e mezzo giapponese. E’ confermato nella II serie la 118 puntata ( Wikia power inglese versione)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: Sokew86