Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Piperilla    05/03/2014    5 recensioni
L'ennesimo strano incontro vissuto dal Narratore, ma stavolta sarà diversa dalle altre... gli si prospetta una gran brutta giornata! Perché? Ma è ovvio! Perché... perché... insomma, non vorrete che mica che vi rovini la sorpresa!
Leggete e lo scoprirete!
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Incontri ravvicinati di uno strano tipo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sembra che in questo periodo nulla vada come deve.

Sì, so cosa state pensando: credete che il mio sia un terribile attacco di vittimismo, che il mio intento sia quello di piangermi addosso in modo da suscitare le vostre simpatie… ma non è così.

Di questi tempi, non ce n’è una che mi vada dritta.

Prendiamo l’altro giorno: avevo in programma un viaggio di lavoro, una cosa breve a un paio di centinaia di chilometri da qui, del tipo che parti al mattino e torni a casa alla sera. Ero già pronto, avevo fatto il pieno di benzina alla macchina… solo che la fedifraga ha deciso di abbandonarmi. Di nuovo.

Comincio seriamente a credere che la mia auto sia in combutta con l’Universo.
Insomma, quando ho capito che la mia auto non voleva proprio saperne di partire, mi sono rassegnato a usare i mezzi pubblici. E così mi sono trovato, alle sette e mezzo del mattino, alla Stazione Termini, pigiato in mezzo a centinaia di altri pendolari in arrivo e in partenza.

Fare il biglietto è stato il meno se non consideriamo il prezzo, che gridava vendetta al cielo – o meglio, che ha fatto gridare me vendetta al cielo (e a Trenitalia).

Raggiungere il binario è stato un po’ più complicato. No, non era lontano o chi sa cos’altro: ma di fronte a me c’era una muraglia compatta di persone che controllava il tabellone delle partenze e degli arrivi, schierati meglio di una formazione a testuggine spartana, e farmi largo in quel marasma è stato tutt’altro che facile.

Ma comunque.

Alla fine sono arrivato al binario giusto, il biglietto stretto in mano e la borsa del portatile a tracolla, con ancora addosso i segni della battaglia appena combattuta. Ormai ero pronto a qualsiasi cosa: ritardi del treno (più che scontato), malfunzionamenti (possibile), bambini schiamazzanti, chiacchieroni…

Ma a quello non ero preparato.

Un dolore improvviso e lancinante al piede mi costrinse ad abbassare lo sguardo.

NARRATORE (guardando verso terra con aria confusa): Ahia!

Davanti a me non c’era nulla: solo un piccione – uno dei tanti che girano per la stazione alla ricerca di briciole - che zampettava avanti e indietro proprio accanto al mio piede.

VOCE SCONOSCIUTA: Biglietto!

NARRATORE (sempre più confuso): Ma chi parla?

VOCE SCONOSCIUTA (stizzita): Io!

Abbassati di nuovo lo sguardo, e di nuovo i miei occhi non incontrarono che il piccione: possibile che…?

PICCIONE: Allora, vogliamo fare notte? Mi mostri il biglietto!

…sì, era possibile: era il piccione a parlarmi. La mia reazione fu scontata, chiunque avrebbe reagito come me.

NARRATORE: Perché dovrei mostrarti il mio biglietto?

PICCIONE: Perché sono il controllore!

(Il Narratore fissa il pennuto con aria scettica, e quello gonfia le penne con aria offesa)

NARRATORE: Come faccio a sapere che dice la verità? Magari vuole solo rubarmi il biglietto!

PICCIONE (più offeso che mai): Non mi crede? Ecco, guardi qui! (PICCIONE alza l’ala destra e mostra con aria d’importanza una macchia non chiaramente definibile, dopodiché guarda soddisfatto il Narratore). Soddisfatto?

NARRATORE: Che cosa dovrebbe essere?

PICCIONE: Il mio tesserino!

NARRATORE (dubbioso): A me sembrava solo una macchia di sporcizia.

PICCIONE (sempre più offeso, gonfiando le penne fino a sembrare un piumino per la polvere): Ma come si permette? Guardi bene! (Alza di nuovo l’ala). Lo vede che c’è scritto?

NARRATORE (chinandosi e strizzando gli occhi): Sembrerebbe una… c, forse? E dopo… uno scarabocchio strano, e una… una linea verticale?

PICCIONE (estraendo carta e penna da sotto l’ala sinistra): No! C’è scritto C#1!

NARRATORE: E sarebbe?

PICCIONE (estremamente fiero di sé): C come controllore… #1 perché sono il controllore numero 1!

A quel punto iniziai a dubitare seriamente della sanità mentale di PICCIONE, ma decisi di non ribattere.

NARRATORE: E quale sarebbe il suo nome?

PICCIONE: Gli amici mi chiamano Pic.

(Trascorre un minuto in cui il Narratore e PIC-C-#ONE si scrutano a vicenda, poi il Narratore scarta a destra e tenta la fuga lungo il binario)

PIC-C-#ONE: Ma che fa? Prova a scappare? (Insegue il Narratore e lo becca ripetutamente sulla testa). Si fermi subito!

Dopo alcuni metri cedetti, anche a causa dello stordimento causato dalle beccate feroci di PIC-C-#ONE. Lui tirò fuori un blocchetto per le multe e una penna – no, non una delle sue, una di quelle normali con l’inchiostro – e si appollaiò in cima a una bacheca per i cartelli pubblicitari.

NARRATORE (in tono lamentoso): Ma che fa?

PIC-C-#ONE: Le commino una multa per tentata fuga!

NARRATORE: Tentata fuga? Ma non esiste una sciocchezza del genere!

PIC-C-#ONE (severo): Silenzio! Le sue generalità. Nome e cognome?

NARRATORE (rassegnato): Narratore Di Storie…

PIC-C-#ONE: Indirizzo?

NARRATORE: Via C’era Una Volta…

PIC-C-#ONE: Numero civico?

NARRATORE: Tantotempofa.

PIC-C-#ONE: Altro?

NARRATORE: Scala I-n, interno Un Regno Lontano Lontano.

PIC-C-#ONE (soddisfatto, staccando la multa): Ecco qua. Ha dieci giorni di tempo per pagare…

(Il Narratore sbircia la multa)

NARRATORE: Otto sacchi di becchime? Si può sapere che razza di multa è?

PIC-C-#ONE: La mia! E adesso mi faccia vedere il biglietto!

NARRATORE (esasperato): Ancora con questo biglietto? Lei è una piaga, una spina nel fianco, un fastidio insopportabile! (Sventola il biglietto) Eccolo, il biglietto!

PIC-C-#ONE (ormai irrimediabilmente offeso): Ah sì? Ora le faccio vedere io!

(PIC-C-#ONE spalanca le ali, parte in picchiata e becca furiosamente il biglietto, sforacchiandolo)

PIC-C-#ONE (molto fiero di sé): Il suo biglietto non è valido!

(Negli occhi del Narratore si accende una luce maniacale. PIC-C-#ONE esita, poi fa un passetto indietro)

NARRATORE (ghignando in modo poco rassicurante): Nella mia famiglia siamo tutti ottime forchette, e da generazioni ci tramandiamo una certa ricetta…

PIC-C-#ONE (deglutendo vistosamente): Qua-quale ricetta…?

NARRATORE (con un ghigno più ampio e malvagio che mai): Quella del piccione al sugo!

(PIC-C-#ONE svolazza via tentando la fuga, inseguito da un Narratore urlante. La gente fa largo al passaggio dei due, schierandosi a favore dell’uno o dell’altro. Qualcuno inizia un giro di scommesse, e allibratori improvvisati girano prendendo le puntate dei pendolari)

Quella sera, al mio ritorno a casa, mi sono dovuto consolare con una cena vegetariana; ho però portato con me quattro piume, ambito trofeo di una vittoria sofferta. E anche quattrocento euro, donati gentilmente dagli allibratori, partiti per andare al lavoro e ritrovatisi con le tasche inaspettatamente piene.

Anche se la giornata si è poi conclusa in modo positivo, datemi ascolto: se siete alla stazione dei treni e incrociate un piccione all’apparenza innocuo, non fatevi ingannare: nascondete bene il vostro biglietto, girate i tacchi e allontanatevi più veloci che potete.
 
A meno che non siate degli appassionati di piccione al sugo.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Piperilla