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Autore: AlexEinfall    11/03/2014    1 recensioni
Salve, tu-che-leggi. Questa raccolta di flash nasce esattamente così: una raccolta di flash, di vita, di sentimenti non proprio romantici e di idee non proprio politicamente corrette. Ogni pezzo che troverai qui ha qualcosa di insano, qualcosa che non è puramente amore ma neanche tanto lontano da esso. Qualcuno sarà più umano, qualcuno più disumano. Voglio solo tagliare a metà il concetto di relazione, come si fa ferocemente con i cuori dei bovini, e scavare in mezzo ai ventricoli.
Tutto questo, senza pretese, ma con amore.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota introduttiva: Salve, tu-che-leggi. Questa raccolta di flash nasce esattamente così: una raccolta di flash, di vita, di sentimenti non proprio romantici e di idee non proprio politicamente corrette. Ogni pezzo che troverai qui ha qualcosa di insano, qualcosa che non è puramente amore ma neanche tanto lontano da esso. Qualcuno sarà più umano, qualcuno più disumano. Voglio solo tagliare a metà il concetto di relazione, come si fa ferocemente con i cuori dei bovini, e scavare in mezzo ai ventricoli.

Tutto questo, senza pretese, ma con amore.




Titolo:
#1 Un cappio e le sue labbra.
Coppia: Slash
Rating: Giallo
Note: Nel testo è presente una citazione tratta dal film Signori si nasce, per la precisione si tratta della frase mi volevo impiccare, ma senza corda.
Detto questo, non aspettatevi l'amore felice e genuino, e neanche un personaggio lodevole.
Ogni feedback sarà enormemente gradito.
Alex.





Un cappio e le sue labbra


   Questa è la storia...
   No, non va bene. Non mi piacciono gli incipit costruiti a priori, incastrati a forza nella trama. Non pensate che io sia uno scrittore, sono solo un visionario senza valore, un po' di carne e ossa che non si può vendere a nulla.
   Ecco, come dicevo, questa non è la storia, quella con la S maiuscola che ti fa trattenere il respiro. Non vi racconterò la storia di come mi volevo impiccare, ma senza corda. Non c'è storia da raccontare, ma vi riporto l'esempio della mia vita, quell'episodio che ognuno di noi ha e che, diciamocelo, riassume tutto. Quel momento in cui siamo stati un po' più meschini, un po' più fessi e deboli e ci siamo spinti così oltre che a guardarci allo specchio ci sentivamo nudi a noi stessi.
   Insomma, ero lì a fissarmi gli occhi nel vetro e pensavo che avrei dovuto sistemare le cose prima che l'odore svegliasse i vicini. Ve li immaginate, i miei vicini religiosi, a svegliarsi di notte e sentire il puzzo della putrefazione? Solo Gesù Cristo muore profumando di rose del deserto, signori.
Ecco, ero lì e mi sentivo la gola bruciata come se avessi ingoiato benzina. Forse il pomo d'adamo cercava di strozzarmi. Non chiamatemi pazzo, l'ho pensato davvero.

   Stop, dovrei tornare un passo indietro.
   Forse al sangue che schizzava...No, rewind, ancora un passo.
   Oh, sì, quella mattina.
   Mi svegliai con il sudore sulla nuca e lui era sopra di me, nudo e bello come un animale selvaggio. Non immaginate come mi sono eccitato. Non è che sono uno che si smuove così facilmente, ma lui era davvero troppo anche per me. Aprì un occhio ambrato e mi guardò con quelle cispie agli angoli che mi piacevano tanto.
   «Uhm...Che ora è?» chiese con la voce impastata.
   «La mia ora.»
   Mi baciò con le labbra secche e già quello mi fece sentire il sangue raggomitolarsi nel ventre e sciogliersi come in eruzione. Gli accarezzai quei capelli lucidi come acqua nera e tirai su il suo viso, delicatamente, come una madre amorevole. Lo bacia e lasciai che le sue mani mi raggiungessero il membro e, ragazzi, che mani! Non vi sto a raccontare delle doti di Marco nella masturbazione, non credo sia così indispensabile ai fini della trama. Ma vi dirò che con la bocca era anche meglio. E questo è essenziale per la mia storia. Mentre venivo nella sua gola mi sentii la trachea serrata. Stavo affogando nella mia stessa saliva e nella sua che mi avvolgeva.
   Ricadendo sul materasso guardai il soffitto e bisbigliai: «ti amo così tanto che potrei scoppiare.»
   Lui rise.

   Per questo gli ho affondato il coltello nello stomaco, credo undici volte. Come i mesi che abbiamo compiuto, strano eh?
   Andiamo, ragazzi, era chiaro che volesse farmi impazzire. O lo uccidevo o mi lasciavo uccidere. L'amore è un'arma pericolosa e non è un peso da mettere su una bilancia delicata come l'anima
   Ma, soprattutto, una bocca così può solo portarti al suicidio.
  
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