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Autore: Albascura_    14/03/2014    10 recensioni
Ti guardi intorno. Cerchi di dedurre, per ritrovare la calma.
Soggetti noiosi in tutte le direzioni. Noioso, noioso, noioso.
Proprio davanti a te, però, a pochi metri di distanza, c'è un ragazzo.

Sheriarty. Teenlock. AU.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, John, Watson, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran, Sherlock, Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I taste you on my lips and I can't get rid of you so I say damn your kiss and the awful things you do




“Per favore Sherlock... Vieni con me stasera! Non voglio andarci da solo!”

John mette in pausa il videogioco, e si rigira il joystick tra le mani nervosamente.

Alzi svogliatamente gli occhi dal microscopio. “Ma non puoi andarci con Gavin?”

Ottieni in risposta solo uno sguardo confuso.

“Geoff? Graham?”

“Oh, intendi Greg! No, stasera deve studiare.”

“Anche io.”

John alza un sopracciglio talmente tanto da farlo sparire sotto un ciuffo di capelli troppo lunghi.

Scrolli le spalle.

“Ti offro il pranzo per una settimana.”

“No.”

“Ti compro un nuovo microscopio!”

“No.”

“Ti faccio i compiti di astronomia per una settimana!”

“...”

“Per un mese!”

“...”

“Per tutto il semestre!”

“...Ok.”

“Ok?”

“Ok. Devo ripeterlo una terza volta?”

John ti fa un gran sorriso. Rispondi con una smorfia.

“Vengo a prenderti alle 10!” Preme start e ritorna a sparare con entusiasmo contro una massa di zombie virtuali.

“Ciò implicherebbe il tuo tornare a casa tua.”

“Stronzo. Adori avermi qui!”

“Adoro stare da solo.”

“Balle!”

Torni sbruffando al tuo microscopio, mentre John si stravacca ancora di più sulla tua poltrona.

 

 

 

E' come un incubo. La musica è troppo alta, copre qualsiasi altro suono. Non puoi sentire i rumori. Male, pensi. I rumori sono importanti. Si possono dedurre molte cose grazie ai rumori. Pulsazioni, respiro, tic nervosi delle dita contro le cosce, dei piedi sul pavimento. Palpebre che si chiudono. Saliva che scende lungo la gola. Unghie che graffiano la pelle. Non puoi sentire nulla, solo musica assordante, e non puoi vedere nulla, accecato dalle luci stroboscopiche, se non corpi accaldati che ondeggiano a ritmo. I bassi fanno vibrare le pareti del bicchiere che hai in mano, ancora pieno. La birra che ti ha preso John si sta lentamente riscaldando al contatto con le tue dita.

Ti appoggi con la schiena ad uno dei pali che sorreggono il soppalco sopra la tua testa. Le persone passando ti sfiorano. Ti senti come se il calore ti stesse schiacciando. Devi assolutamente uscire di lì.

John al tuo fianco sorride e segue rapito il gruppo che si sta esibendo sul palco.

Stai per dirgli che hai bisogno di uscire quando una ragazzetta bionda si sbraccia nella sua direzione.

“Mary!” John esclama a gran voce.

Ti da una pacca sulla spalla e corre verso di lei. Resti solo. Ti senti soffocare.

Ti guardi intorno. Cerchi di dedurre, per ritrovare la calma.

Soggetti noiosi in tutte le direzioni. Noioso, noioso, noioso.

Proprio davanti a te, però, a pochi metri di distanza, c'è un ragazzo.

Non è molto alto. Indossa una sciupata maglietta bianca con lo scollo a v, l'intimo di colore fluo spunta oltre il bordo dei jeans ogni volta che muove i fianchi seguendo il ritmo della musica.

Ai piedi ha un paio di anfibi slacciati. Nonostante questo si muovono con grazia.

I capelli spettinati sono l'evidente risultato di ore passate davanti allo specchio. Le sue ciglia sono così folte e scure, anche da quella distanza, che pensi siano probabilmente dipinte. I suoi occhi scuri sono grandi e rotondi. E ti stanno fissando.

Distogli lo sguardo. Prendi un piccolo sorso dal bicchiere, così per dissimulare. La birra è amara e tiepida, inghiotti a fatica.

Torni a guardarlo. Mentre balla tiene gli occhi fissi su di te e le labbra piegate in un sorriso sghembo.

Un paio di braccia gli circondano il collo. Oh, non l'avevi notato.

E' insieme ad un ragazzo alto, forse più grande. Capelli biondi, mandibola pronunciata, torace muscoloso strizzato in una maglietta nera di parecchie taglie troppo piccola. Muove il bacino contro quello del ragazzo che tiene tra le braccia. Quello gli posa le mani sui fianchi. E continua a fissarti.

La musica ti martella la testa. Passi una mano tra i capelli. C'è caldo, odore di sudore. Tutti questi corpi...

Il ragazzo alto ora è da solo. Le luci intermittenti fanno sembrare i movimenti interrotti e scoordinati. Il ragazzo dagli occhi neri sta camminando. Buio. Verso di te. Buio. Nove passi. Buio. Sette passi. Buio. Oh dio. Buio. Tre passi. Buio. Ti è davanti. Buio. I denti brillano azzurri tra le sue labbra. Buio. Appoggia la guancia contro la tua, in punta di piedi. Buio. “Ti piace quello che vedi?” ti strilla all'orecchio. La sua voce squillante supera appena il frastuono della musica. Il suo respiro caldo è anche troppo rumoroso contro il tuo orecchio. Buio. Ti poggia le mani sulle spalle. Buio. Ti guarda negli occhi. Buio. Tremi. Buio. La sua lingua è umida sulle tue labbra. Buio. Non respiri. Buio. Tiene una mano sulla base del tuo collo. Buio. Resti immobile. Buio. I suoi denti ti graffiano il labbro inferiore. Buio. La sua mano sinistra scende e si infila nella tasca posteriore dei tuoi jeans. Buio. La punta della sua lingua ti scorre contro il palato. Buio. Un brivido ti scorre lungo la schiena. Buio. Poggia le labbra sulle tue un'ultima volta e le allontana con uno schiocco. Buio. Non fai in tempo a riaprire gli occhi – non ti eri neanche accorto di averli chiusi - che è già sparito.

 

“John, guarda!” L'indice di Mary indica un punto alle sue spalle.

John si volta. “Ma cosa cazzo...” Corre verso Sherlock facendosi strada in mezzo alle persone, mentre il ragazzo a cui era avvinghiato svanisce tra la folla.

La birra che aveva in mano è per metà sparsa sul pavimento. Ha le labbra rosse e un'espressione sconvolta.

“Chi diavolo era quello?!”

“Io non...”

“Ma che cazzo, non posso allontanarmi un minuto che...” John si passa una mano sulla fronte, esasperato. “Cosa ti ha fatto? Cosa ti ha detto? Cosa voleva?”

Sherlock scrolla le spalle. Si mette una mano in tasca e ne tira fuori un bigliettino spiegazzato. Lo apre.

“...Darmi il suo numero.” Dice tossendo una risata.



***
Ahahahahahah. Bhahauhauhah!
Scusate, scusate. Per tutto. Ho mille progetti in mente e mille cose da fare nel mondo reale (?) e nessunissima voglia/ispirazione per portare a termine nessuna di queste cose. Ma questa è tutta colpa de I Cani
, che sono stati bravi e belli e mi hanno fatto venire voglia di prendere penna e bloc notes e iniziare a scrivere in mezzo alla pista.
E' da una vita che sogno di scrivere una teenlock e questo mi sembrava proprio il pretesto giusto.
Io non so scrivere le long - metto le mani avanti - infatti non ho la più pallida idea di cosa succederà nei prossimi capitoli e quando/se li scriverò. Mal che vada rimarrà una piccola shot teenlock C:
Ah, il titolo è una frase di Nicotine dei Panic! at the disco.
Spero vi sia piaciuta almeno un pochino!
Bisous :-*

 

   
 
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