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Autore: Lushia    15/03/2014    2 recensioni
Finalmente le battaglie di Tsuna sono finite, anche Reborn è salvo e la maledizione è stata spezzata. Felice di tornare a vivere come un normale ragazzo, si ritroverà invece a doversi prendere cura di una bambina senza memoria, trovata per caso svenuta per strada.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Intro: Avevo in mente questa storia già da alcuni giorni e ho deciso di buttarne giù qualcosa. Non so quante volte aggiornerò, non ho nemmeno una scaletta precisa, deciderò con calma. I capitoli sono volutamente più scorrevoli e corti, non voglio farne qualcosa di complesso. Il mio desiderio è di farne una slice-of-life con toni divertenti, ovviamente mischiati al mistero del "cosa cavolo è successo". Piccolo appunto, la storia è volutamente molto simile alla seconda serie di Sailor Moon. L'idea dell'AU è basato proprio su questa trama particolare! XD

 

- Capitolo 1 -

 

Correva rapidamente disperata lungo i corridoi, alla ricerca di aiuto.
Piangeva, guardandosi intorno, con urla che giungevano alle sue orecchie da qualsiasi parte del castello e le mura che lentamente sembravano oscurarsi, come il cielo all'esterno.
Correva, alla ricerca di qualcuno. Dov'era il suo papà? Dov'era la sua mamma? Dov'erano tutti?
Giunse nella sala, fermandosi di scatto, osservando spaventata una figura avvolta completamente in uno scuro mantello.
Si era voltato, l'aveva individuata, poteva percepire il suo malefico sorriso.
- Non ne resterà nessuno. - aveva detto, la sua voce quasi rauca era di sicuro quella di un uomo.
Si stava avvicinando alla bambina, spaventata, che aveva iniziato a stringere il suo medaglione e quasi non piangeva.

- NO! - urlò un'altra voce, un uomo per poco non colpì la losca e inquietante figura. - NON TOCCARE MIA FIGLIA! - aveva aggiunto, emanando un'intensa luce arancione.
Dal corpo dell'oscura figura iniziò a manifestarsi del forte vento freddo, il pavimento aveva iniziato a congelarsi e tutto, attorno a loro, era ormai di cristallo.
La bambina indietreggiò di qualche passo, ma la glaciazione l'avrebbe presto avvolta.
Pianse.
- NOZOMI! - urlò l'uomo, che si era lanciato verso di lei e l'aveva spinta con violenza – VA VIA! SALVATI! -
- PAPA!! - la bambina non riusciva a frenare le lacrime, non riusciva davvero a muoversi, e il ghiaccio avanzava attorno a loro. Non potevano più salvarsi, ormai.
L'uomo dai capelli castani era furioso, il suo corpo tremava, ma la sua mano si allungò senza indugi verso il petto della figlia, l'anello che aveva al dito era illuminato di una intensa fiamma, che risuonò al contatto con il medaglione che la bimba portava al collo.
Mentre il ghiaccio avanzava, congelando il suo mantello, l'uomo cercò di non perdere la calma e lasciò uscire fino all'ultima goccia di energia, che dall'anello aveva creato un vortice attorno alla bambina, con il ciondolo come nucleo.
Tutto svaniva, all'improvviso, cancellando la sala e il ghiaccio, l'ultimo sguardo agli occhi di suo padre che, infine, sospirava di sollievo.
- Ti voglio bene. - disse, prima che il ghiaccio lo avvolse completamente.
- PAPA!! PAPAAAA!! - urlò lei, chiamandolo invano, tra le lacrime, mentre la figura nemica imprecava.

- Ti troverò! - urlò.

E infine il buio.


***


- Perchè devo per forza fare la spesa?? Non può pensarci mamma? - chiese il giovane, sbuffando – Oggi è domenica! -
- Maman sta facendo il bucato, renditi utile piuttosto che sbuffare inutilmente, DameTsuna. - l'infante apostrofò il suo allievo e gli tirò un calcio sulla nuca, facendolo volare qualche metro più avanti.
- REBORRRRN!!! Perchè mi hai dato quel calcio???? - urlò il brunetto, arrabbiato e anche un po' spaventato dai modi rozzi del suo tutore, mentre si alzava con fatica.
- Perchè sei stupido e gli stupidi vanno presi a calci. - disse l'assassino, con nonchalance.
- Juudaime!! - un albino dallo sguardo sorridente si avvicinò all'amico – Buon giorno! -
- Oh, Gokudera-kun, buongiorno. - Tsuna sospirò, massaggiandosi il punto in cui Reborn l'aveva colpito – Stavo andando a fare un po' di spese per mia madre. -
- Sì, Reborn me l'aveva detto! - disse lui, annuendo – La accompagno! -
- Mh, grazie. - sorrise - Certo che andare a fare compere di domenica... volevo dormire e poi giocare ai videogiochi... -
- Giocherai dopo, devi anche studiare. - disse Reborn, serio. - I tuoi voti sono i peggiori del Giappone. -
- Ma nooo! - sbuffò nuovamente, lamentandosi, finchè la sua attenzione non si posò davanti a lui, su una piccola figura stesa per terra sull'asfalto.
- Oh, Juudaime! C'è qualcosa laggiù! - Gokudera sforzò la vista per cercare di capire cosa fosse, ma fu Reborn ad avvicinarsi per primo.
- E' una bambina. - disse.
- Oh? E' svenuta? Sta male?? - Tsuna si avvicinò lentamente, spaventato. Non sapeva cosa fare, e se fosse morta?
- Possibile, dobbiamo portarla in ospedale. - disse Reborn, rivolgendosi ai due. - Muoviamoci, potrebbe essere grave. Non vorrete lasciarla qui. -
- Certo che no! - Tsuna si massaggiò il capo, confuso sul da farsi, tuttavia l'idea del suo tutore era la migliore.

 

Aiutato da Gokudera, trasportarono la bambina verso l'ospedale di Namimori, dove venne prontamente visitata da un medico.
I tre, invece, erano rimasti fuori in attesa, speranzosi che la piccola non avesse qualche grave problema.
A rispondere alle loro richieste interiori ci pensò il dottore, appena uscito dalla stanza.
- Voi siete i suoi soccorritori? - chiese, curioso - Sapete qualcosa di questa bambina? A quanto pare non ricorda nulla eccetto il suo nome. - spiegò.
- No... l'abbiamo trovata svenuta... - rispose Tsuna, perplesso – Soffre di Amnesia? Com'è possibile che non ricordi niente? -
- Evidentemente è successo qualcosa e ha perso la memoria. - affermò Reborn, serio.
- Di sicuro non ha problemi, nessun colpo né trauma. E' in perfetta salute, solo un po' provata. - spiegò il medico, invitandoli ad entrare per constatare di persona, dopotutto erano loro ad averla trovata.

Il piccolo gruppetto avanzò incerto nella stanza e Reborn si avvicinò alla bambina dai capelli castani, già sveglia e confusa, che si voltò ad osservare i tre con perplessità.
- … Chi sei? Chi siete? - chiese lei, confusa – Siete voi che mi avete salvata? -
- Sì. - rispose il tutore, salendo sul mobiletto bianco accanto al letto – Qual'è il tuo nome? -
- Io … Nozomi... - disse lei, volgendo lo sguardo verso il muro dinanzi a sé - … Ricordo solo questo... un uomo mi ha chiamato così... forse il mio papà... - spiegò.
- Ricordi quanti anni hai? - chiese ancora, quasi come se volesse scoprire tutto il possibile su di lei.
- Uh... no... - scosse il capo, triste.
- Mh... Ad occhio e croce non avrai più di otto anni. - l'assassino si voltò verso il suo allievo, serio. - Forse è meglio andare alla stazione di polizia e cercare i suoi genitori. -
- E-EH?! Devo andarci io?! - il brunetto sembrava abbastanza confuso, di sicuro non avrebbe potuto passare una domenica tranquilla, eppure finalmente tutte le battaglie si erano concluse ed era anche riuscito a spezzare la maledizione di Reborn, perchè mai avrebbe dovuto sprecare l'unico giorno di riposo per fare compere, studiare e cercare i genitori di una bambina smemorata?
Anche se, in effetti, che colpe poteva avere quella povera bambina?
- Juudaime, non si preoccupi! La accompagnerò io! - esclamò l'albino, energico – Sono il suo braccio destro, dopotutto! -
- G-grazie, Gokudera-kun... - il brunetto sospirò nuovamente.

Mentre i due parlottavano, Reborn si era seduto di fronte alla bambina e la stava osservando con interesse, come se il suo aspetto gli ricordasse qualcuno.
- Non ricordi proprio nulla? Anche un piccolo indizio sarebbe utile. - chiese – Per esempio... un luogo, o qualcosa dell'uomo che ti chiamava. -
- L'uomo... che mi chiamava... - la piccola cercò di sforzarsi, continuando ad osservare la parete bianca dinanzi a sé. All'improvviso sembrò ricordare qualcosa, poiché portò d'istinto la mano al petto, sfilandosi dalla maglia un bianco pendente. - Questo... lo aveva toccato... - disse, mostrandolo al bambino. - Era tutto... arancione... e poi … non ricordo più... -
L'espressione di Reborn era impossibile da decifrare, i suoi occhi erano fissi sullo stemma dorato dei Vongola e il numero undici inciso in basso.
- … Capisco. - disse, alzando il capo – Mettilo dentro e non mostrarlo mai a nessuno. E' di valore, può essere pericoloso. - spiegò.
La bambina annuì, eseguendo il suo ordine, mentre Reborn si era alzato ed era saltato in testa al suo allievo.
- EH? Cosa c'è? - chiese lui, confuso – Stiamo andando, un attimo! -
- Non c'è più bisogno. - disse lui, osservando i due ragazzi – Nozomi starà con noi per un po'. - concluse.
- … EHHHH???! -

   
 
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