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Autore: SomeOctoberAgo    16/03/2014    3 recensioni
"Vedi, Hermione, tu sei sempre stata il mio punto fermo. Non siamo mai stati amici, ma eri la persona più intelligente che conoscessi (...) so che non sono il meglio che puoi avere, ma so che io saprei come trattarti, a differenza di quelli là. Io so quanto sei straordinaria e quanto ti devo. Sei sempre stata così forte."
(...)
"Draco?"
"Sì?"
"Per tutti questi anni tu mi hai sempre stimolata a dare il meglio. Eri una delle ragioni per cui mi svegliavo ogni mattina e decidevo di essere migliore del giorno precedente, volevo dimostrarti che ti sbagliavi. Sei stato uno dei miei veri motivi di crescita interiore. Non siamo mai stati amici, è vero, ma in un certo senso sei sempre stato meglio di un amico. Ed è anche grazie a te se oggi sono quella che sono".
Ci fu un attimo di silenzio.
"Può rimanere nell'acqua, se vuoi" le disse all'improvviso Draco.
"Cosa?"
L'acqua, la scogliera, la Cattedrale, il mondo intero. Tutto smise di esistere quando Draco la baciò.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Mamma Bellatrix

Now I see her in my daughter,
the same unending energy,
that quick mind,
that hand, open and extended to the world.

"Vuoi un po' di dolce di patate? Mamma mi ha guardata come se fossi pazza, quando gliel'ho offerto la prima volta, ma poi se n'è innamorata e ogni volta che poteva, ne mangiava a quintali".
Faceva un po' strano sentir parlare di Bellatrix Lestrange come una mamma che si abbuffa di dolci. Del resto era anche incredibile essere seduti a un tavolo, ospiti prigionieri, con una ragazza identica a Bellatrix che parlava del più e del meno e rideva allegramente.
Draco ancora non riusciva a capacitarsi di come accidenti fosse riuscita Hermione a cambiare radicalmente la situazione. L'ultima cosa che ricordava, era Hans che lo Schiantava per averlo visto cosciente, e ora lo scimmione distribuiva piatti carichi di dessert, lanciando occhiate colpevoli al segno violaceo sul viso di Hermione.
Una fitta di rabbia sbocciò come un fiore incandescente nel ventre di Draco, ripensando al modo in cui la sua mezzosangue era stata ferita. Serrò la mano sulla sua coscia, affondando le nocche nella sua stessa carne. Respirò profondamente e bevve un sorso di succo di zucca ghiacciato, cercando di fare chiarezza in quel turbinio di ricordi e sogni che era la sua mente.
Che cos'è successo? Ricorda. Ricorda.
Ricordava abbastanza bene l'arrivo alle prove per la serata organizzata da sua cugina. C'erano tendoni attorno ai quali diversi maghi si affaccendavano sistemando bancarelle e sedie. Un gruppo di anziani berciavano suggerimenti a quelli che stavano montando un grosso palco con un'ampia pedana da ballo. Delle lanterne di carta bianca sfrecciavano allegramente in mezzo agli ospiti, inseguendosi come bambini e illuminando allegramente la serata.
Di Alhena non c'era traccia, ma Draco iniziava a sentirsi irrequieto e una tristemente familiare sensazione si stava facendo strada in profondità nella sua carne. Il Marchio si stava scurendo e muovendo sotto la sua pelle, assumendo espressioni minacciose. Alhena doveva essere vicina. 
"Draco, stai bene?" chiese Hermione, fissandolo con gli occhi spalancati. Spaventata.
"Sì. Sto bene. Deve essere nei paraggi"
"Senti qualcosa?"
Draco riflettè
"Non io, il Marchio. Percepisce la sua presenza e ..." s'interruppe di botto, una fitta alla tempia lo aveva ammutolito. Il terreno si stava facendo instabile, o era solo una sua impressione? Ebbe l'impressione di essersi tuffato in acque più profonde di quanto si fosse aspettato: era senza fiato, le orecchie si erano tappate e un lieve fischio era l'unico suono nitido sopra molti suoni ovattati, non c'era nulla di stabile sotto o attorno a lui.
"Draco!"
Hermione l'aveva abbracciato prima che le gambe potessero cedergli, lo stava sorreggendo. Non davano nemmeno nell'occhio, sembravano una coppia normale.
"Hermione"
"Stai bene?"
"Ora sì... sì. Deve essere vicina, la sua presenza fa reagire il Marchio e mi offusca la mente". Inspirò a fondo. Il corpo caldo, sudato, morbido e stabile di Hermione l'aveva trainato fuori da quell'incubo. Rimase stretto a lei per qualche istante, godendosi la realtà che tornava lucida e i fianchi della ragazza sotto le sue mani. Mosse lentamente le dita, accarezzandola. Lei arrossì.
"Stai bene quindi" sussurrò senza guardarlo negli occhi. Lui non rispose, la guardava con dolcezza, intenerito dall'imbarazzo compiaciuto con cui la ragazza abbassava lo sguardo ed evitava di guardarlo negli occhi.
"Senti... è meglio muoversi" pigolò Hermione.
Malfoy sospirò e staccò lo sguardo dalla ragazza, guardando oltre la sua spalla, ignorando l'istinto di piegarsi e baciarle il collo. Ciò che vide oltre Hermione non gli piacque per nulla. Si sentì un idiota.
Mentre loro si godevano il loro momento di dolcezza, qualcosa di strano era successo.
L'eterogenea folla allegra si era unita in un'unica azione, tutti guardavano con apprensione e curiosità un capannello di persone che si era formato vicino al palco, poco distante da Draco ed Hermione.
Una ragazza si staccò da quel capannello. Era alta, dai lunghi capelli mossi color mogano, con occhi verdi che brillavano di acutezza e malizia. Era bellissima, ma non aveva un'aria amichevole. Portò la bacchetta alla gola e parlò, con voce argentina e ferma. Disse qualcosa che fece sussultare Hermione, poi si allontanò e la folla, parlottando ancora concitata e incuriosita, riprese i preparativi per la serata.
"Che è successo? Cos'ha detto?"
"Ha detto che Alhena, come in tanti hanno visto, ha avuto uno svenimento, ma è tutto sotto controllo e ora la portano nell'infermeria là dietro" e indicò con un cenno del capo un tendone su cui aleggiava un'enorme croce di luce azzurra "per farla rifocillare. Invita a non interrompere i lavori. Draco, credo che anche lei percepisca la tua vicinanza"
"Perché dovrebbe? Non sono nessuno. Lei è l'essenza di lui, è ovvio che il mio Marchio reagisca, ma non ha senso che anche lei abbia le stesse reazioni avvicinandosi a me"
"Non lo so, Draco. Ho una brutta sensazione. Che facciamo?"
"Andiamo. In un modo o nell'altro ce la caveremo. Non abbiamo tempo, non ha senso aver fatto tutto quello che abbiamo fatto per ignorare tutto e andarcene ora che l'abbiamo trovata"
"Hai ragione, però..."
Hermione si mordicchiava nervosamente le labbra, riflettendo. Draco non poteva più farci nulla. Le mise una mano dietro la schiena, affondandola nei suoi capelli castani, stringendola a sé. La guardò negli occhi per un istante, in quegli occhi castani, spalancati, sorpresi, meravigliosi. La baciò.
"Andrà tutto bene, Hermione".
Lei annuì e sorrise, confusa.
Si presero per mano e si avvicinarono al luogo in cui avevano portato Alhena. Hermione stringeva forte la mano di Draco e quel contatto era l'unica cosa che gli impedisse di affondare di nuovo in quella sensazione di annegamento, via via che si avvicinava alla figlia di Voldemort e Bellatrix.
Ma qualcosa andò storto. Una volta arrivati al tendone, si accorsero che non c'era nessuno. La brutta sensazione di Hermione si acuì.
"Draco, andiamocene via subito" sussurrò allarmata "ho una brutta sensazione, credo sia una trappola". Draco non rispose, era impallidito e non sembrava averla sentita.
"Draco...?"
Sentì dei movimenti di qualcuno che si avvicinava di corsa a loro, ma non vide nulla.
"Chi c'è? Protego!" strillò Hermione, ma scagliò l'incantesimo di protezione nella direzione sbagliata. I nemici invisibili erano alle sue spalle. Non li vide quando due voci, una femminile e una maschile, urlarono all'unisono "STUPEFICIUM!" e "INCARCERAMUS!".
Poi non vide più nulla.
*
Due figure apparvero dal nulla, annullando l'incantesimo di Disillusione. Una era la ragazza dagli occhi verdi e i capelli color mogano, l'altro era un ragazzo alto e dalle spalle larghe, con capelli corti rosso rame e occhi verdi.
"Li abbiamo presi, ci sono caduti come delle pere mature da un albero" disse lei, rivolta al nulla alle spalle del ragazzo.
"Che idioti, credevano che non li avremmo notati?" disse con superbia un'altra voce, appartenente a una ragazzina che apparve in quel momento.
"Chissà che cosa vogliono. Bel lavoro, Hans. Brava anche tu Mila" fece una ragazza bionda che apparve accanto al ragazzo. Mila scosse le spalle.
"Come sta Alhena?" chiese con un grugnito Hans.
"Sta bene, si è solo graffiata quando è svenuta" rispose la ragazzina.
"Già" le fece eco la ragazza bionda "Martina ha avuto una grande protenzza di riflessi, l'ha afferrata per la schiena. Non è riuscita ad evitare che cadesse" aggiunse divertita "ma almeno è riuscita ad evitare che battesse la testa".
Hans sorrise alla ragazzina, che rispose con un'espressione di orgoglio e disse alla bionda:
"Almeno io ho fatto qualcosa, Stella"
"Finitela. Portiamoli a casa e vediamo cosa dice Alhena" ringhiò Hans, ponendo fine alla discussione. Mila e Stella presero Hermione, Hans si caricò in spalla Draco e Martina prese le bacchette dei due e si smaterializzarono.
*
Hermione si svegliò. Era legata ad una sedia ed era stata disarmata. Draco era ancora svenuto.
Oh no. Era davvero una trappola.
"La strega si è svegliata" disse Martina, dando una gomitata a Stella "chiama Alhena!". Le due ragazze erano sedute a un tavolino davanti ai due.
Stella guardò Hermione e si alzò, uscendo dalla stanza. 
"Chi siete?"
"Siamo amici! Lui è cugino di Alhena, dobbiamo sposarci e volevamo..."
"Bugiarda!" tuonò Martina, agitando la bacchetta. Il taglio sulla guancia di Hermione si riaprì e lei tacque.
"Perché appena lui" e indicò Draco "si avvicina, Alhena sta male? Cosa volete? Come la conoscete? Di' la verità!"
ma l'interrogatorio della ragazzina venne interrotto dall'apparizione di un drago argentato. Hermione sgranò gli occhi. Il drago non era delle dimensioni di uno vero, per fortuna. La ragazza ricordava ancora l'ansia durante il torneo Tremaghi e anche, e soprattutto, la fuga dalla Gringott. Era molto più piccolo di un drago vero e non sembrava minaccioso, era bello come tutti i Patronus. Il drago parlò, con un'elegante voce femminile.
"Chi siete?" il suo tono era autoritario ma pacato.
Hermione prese un respiro profondo. Sta' calma. Andrà tutto bene, Hermione.
"Mi chiamo Hermione Granger. Sono fidanzata con lui. Lui è Draco Malfoy, figlio di Lucius e Narcissa. Narcissa Black, la sorella di Bellatrix. Siete cugini! Siamo qui solo perché Draco ha saputo di avere una cugina e ha voluto conoscerla. Non abbiamo nessuna cattiva intenzione!".
Il drago splendeva ma rimase in silenzio. Dopo qualche istante scomparve.
Si sentì un tramestio e la porta della stanza si spalancò. Alhena era sulla soglia, bellissima e pallida, affaticata. 
"Cugini?"
"Sì"
Le due ragazze si fissarono negli occhi. Poi Alhena sorrise.
"Ma è meraviglioso!" si avvicinò a Draco e lo fece rinvenire. Li liberò immediatamente e quando Draco la guardò negli occhi, lo abbracciò. Entrambi assunsero un'espressione sofferente.
"Mamma mi ha fatto vedere le foto di Narcissa. In alcune c'era anche tuo padre e in una c'eri tu da bambino. Sì, sei proprio tu! Draco!"
"Sono felice di averti trovata" sussurrò Draco, senza fiato.
"Medicateli subito e scusatevi. Soprattutto tu, Martina. Vergognati! Sono tremendamente costernata! Sapete, è un periodo che non sto molto bene e questa sera siete apparsi voi due, ogni volta che guardavo Draco mi sentivo peggio e quando si avvicina a me, mi gira la testa. Ma insomma, penso solo di avere una qualche influenza. Draco. Draco, mio cugino Draco, è tutta la vita che sogno di conoscere la mia famiglia. Mamma diceva che sei molto intelligente, un ottimo ragazzo. Sono così felice che tu sia qui, non riesco a crederci! Venite, mangiamo, ci faremo perdonare per questo vergognoso trattamento. Hans è molto apprensivo, sapete. Oh, Hans è il mio fidanzato, ci sposiamo l'anno prossimo" aggiunse indicando il ragazzone.
Era successo tutto molto rapidamente, sembravano tutti confusi tranne Alhena.
In un batter d'occhio si erano trovati seduti al tavolo, mangiando del dolce di patate. Dopo il pasto, durante il quale Alhena aveva raccontato della sua vita, li aveva invitati a fare il giro della sua enorme magione.
"Me l'ha lasciata mamma" spiegò
"Sì, è in perfetto stile Black" sorrise timidamente Hermione
"Cosa sai dello stile Black?" chiese incuriosita Alhena
"Non molto, ma ho visitato la casa degli zii di tua madre"
"Quali?"
"Ehm... Walburga e Orion Black"
Alhena strinse le labbra
"I genitori di Regulus"
"Sì, loro"
"Mamma ha detto che Regulus è morto da molto tempo, perché eri a casa sua?"
Draco guardò Hermione. 
"Ero ospite del fratello di Regulus".
Alhena la guardò intensamente per qualche istante. Non parlò, ma sapeva che Sirius Black era legato alle persone che avevano ucciso sua madre.
Draco ed Hermione si chiesero fino a che punto Alhena conoscesse le sue origini. Sapeva di essere figlia di Voldemort?
"Le guerre non sono mai una bella cosa" mormorò Alhena, continuando a fissare Hermione
"No, infatti"
"Mamma è morta in quella guerra"
"Anche Sirius" ribattè Hermione, accalorandosi. Mamma è morta in quella guerra? Oh, cara! Mi dispiace! Andrò a riferire a Molly che avrebbe dovuto permette a quella pazza di tua madre di assassinare Ginny e chissà quanta altra gente, per non lasciarti orfana!
"Già. Mi dispiace" disse lentamente Alhena. Una lacrima le rigò il bellissimo volto e abbracciò Hermione.
"Lo so che cosa un inglese potrebbe aspettarsi da me. Ma io non sono mia madre. Amo troppo la vita per poter pensare di morire per uccidere qualcuno. Sono felice di averti conosciuta, Hermione. Sono felice" disse, abbracciando anche Draco "di aver trovato un pezzo della mia famiglia. Hans e gli altri sono stati buoni con me, ma non è come avere una famiglia".
Al di sopra delle spalle di Alhena, Draco ed Hermione si guardarono, atterriti. Alhena li strinse ancora più forte e fu in quel momento che i due ragazzi lo videro, appeso a una lunga catenella nera.
Hermione lo conosceva molto bene, visto che un suo sosia le aveva inciso la parola "mezzosangue" nella carne. Draco aveva assistito a quella scena e comunque conosceva molto bene la collezione di pugnali di sua zia Bellatrix.
Alhena portava al collo un piccolo pugnale di Bellatrix.
Aveva trovato l'horcrux di sua madre.
"Che carino, Alhena" aveva detto Hermione con la stessa voce tremante di quando, fingendosi un'impiegata del Ministero, aveva notato il medaglione di Serpeverde al collo di Dolores Umbridge.
"Cosa, questo? Sì, è molto bello. L'ho trovato non molti giorni fa, frugando tra i cimeli di famiglia. Credo fosse di mamma"
"Sì, è sicuramente suo. Tua madre amava i pugnali" mormorò Draco, fissandolo. Il Marchio bruciava come fuoco.
Alhena gli sorrise.
"Siete miei ospiti, vero? Stanotte dormite da me. Ho una stanza fantastica per voi due! Ve la mostro, venite"
Hermione e Draco si scambiarono un'occhiata.
______________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Ebbene sì, a quasi un anno di distanza, ho finalmente aggiornato. Gaudete!
-Ero indecisa se proseguire la storia spiegandovi cos'è successo a Hermione e Draco o se fare uno zoom su Lucius e Narcissa, che avranno il loro ruolo in questa storia, alla fine ho optato per chiarire la situazione
-Non so, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, recensitemi per farmi sapere cosa ne pensate!
   
 
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