Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Stella cadente    17/03/2014    7 recensioni
"La paura stava avendo la meglio su tutto il resto. I suoi stessi timori la stavano annientando, stavano distruggendo la sua vita. Era inutile, il mostro era dentro di lei.
Lei stessa era il mostro."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella ragazza perfetta




 
Elsa aveva paura.
– Elsa, puoi aprirmi per favore?
Anna.
La ragazza strinse forte gli occhi in un disperato tentativo di trattenere le lacrime.
Avrebbe voluto spaccare tutto. Sentire la voce di sua sorella e non poterle rispondere era la peggiore delle torture.
Ma la sensazione di inadeguatezza la teneva ferma lì, a terra.
Sentiva le mani formicolare e la paura assalirle il cuore, come un mostro dai lunghi artigli pronto a divorarla.
Voleva con tutta se stessa essere la sorella che Anna meritava di avere. Ma non lo era.
E questa consapevolezza le faceva così male che faticava persino a respirare.
Lei non andava bene.
Aveva tentato invano di non deludere nessuno, di essere quella che gli altri volevano vedere.
Quella che lei voleva vedere.
Ma non ci era riuscita, non ci era riuscita davanti agli occhi di tutti, ai suoi per primi.
E ora era troppo tardi. Ormai non era che un nome per Anna. Era solo un nome.
Per lei non c’era, non era una sorella, non era neanche una persona se per questo.
La paura stava avendo la meglio su tutto il resto. I suoi stessi timori la stavano annientando, stavano distruggendo la sua vita. Era inutile, il mostro era dentro di lei.
Lei stessa era il mostro.
Elsa pianse silenziosamente, come sempre faceva.
Non sopportava l’idea che qualcuno potesse percepire anche solo da lontano la sua sofferenza.  Specialmente se quel qualcuno era Anna. Come avrebbe reagito se avesse saputo che la sua sorella perfetta, che in teoria avrebbe dovuto essere forte, stava in realtà crollando?
Elsa non sarebbe riuscita a camuffare le sue emozioni, lo sapeva.
Non poteva fare altro che nascondersi, nella speranza che nessuno la notasse, celare i suoi stati d’animo come faceva con il suo potere.
Sentì il freddo annidarsi sulla punta delle sue dita, e subito dopo una lastra di ghiaccio prese forma sul pavimento.
Elsa prese a tremare, scossa da singhiozzi che nessuno avrebbe mai udito.
Sentì che Anna sospirava, dall’altra parte della porta.
Poi il rumore dei suoi passi, sempre più lontani ad ogni secondo.
La ragazza si passò stancamente una mano tra i lunghi capelli chiari.
Non ci sarebbe mai riuscita.
Non sarebbe mai riuscita a tornare per lei.
Sarebbe rimasta per sempre chiusa in quel suo gelido gomitolo di dolore, senza mai guardare in alto.
Senza mai poter vedere la luce.
Scusa Anna. Scusami.
Il ghiaccio era diventato la sua trappola.
Perché io? Che cosa ho fatto per meritarmi questo?
Non si ricordava come si faceva a stare bene.
Tutti quegli anni chiusa in quella stanza le avevano solo procurato un profondo dolore.
Ad Elsa sembrava di morire ogni giorno. Ogni giorno il freddo era sempre più potente, e invece di andarsene si ammucchiava sempre più dentro di lei.
La lasciava sempre più priva di forze.
Era stata sola troppo a lungo. Ormai della bambina che giocava e rideva spensierata con la sorella più piccola non era rimasto più nulla.
Io non la voglio questa cosa...
Ora era stata sostituita da una ragazza con gli occhi vuoti, perennemente cerchiati da segni violacei e abitati da terrore. Una ragazza innocente, fragile e ormai non più padrona del suo destino.
Qualcuno mi aiuti, non ce la faccio più.
Elsa era stanca, talmente stanca che ultimamente non ce la faceva più neanche a piangere.
– Elsa? Ti prego Elsa, apri questa porta.
Di nuovo la sua voce.
Sembravano passate ore da quando l’aveva sentita.
Non si era nemmeno accorta che era tornata, che era lì di nuovo, dall’altra parte.
Sorrise debolmente: era strano. In genere, quando arrivava, Anna faceva sempre un gran chiasso.
Lacrime calde le scivolarono sulle sue guance pallide.
Ormai aveva perso anche la cognizione del tempo; non si era resa conto di quanto tempo fosse passato da quando aveva risentito la voce di sua sorella. 
Strinse i pugni per impedire a se stessa di fiondarsi tra le sue braccia.
– Va’ via Anna – disse, con il tono più autoritario che le riuscisse in quel momento.
– Non ci penso nemmeno! Per favore Elsa, perché non vuoi stare con me? Ho così tante cose da dirti... – ribatté la sorella.
Anna aveva solo quattordici anni.
Aveva solo quattro anni in meno rispetto a lei, eppure sembrava così lontana.
Così irraggiungibile.
Così piccola.
Ti scongiuro Anna. Smettila di farmi questo.
Ormai piangeva a dirotto. Aveva sentito qualcosa squarciarle il cuore, non appena aveva sentito la disperazione nella voce della sorella.
Dall’altra parte sentì un singhiozzo.
Oh mio Dio, no. Dimmi che non è vero.
Anna stava piangendo.
La sua tenera sorellina stava piangendo, ed era tutta colpa sua.
La sentì sedersi e appoggiarsi alla porta.
No, ti prego.
Lasciami sola.
Elsa si strinse le braccia attorno al corpo.
Sta’ zitta Elsa. Devi stare zitta, così se ne andrà.
È per il suo bene.
– Scusa Elsa.
Per cosa si scusava?
Tacque.
– Scusa se non sono la sorella che vorresti.
Elsa non sentì nemmeno che si allontanava.
– Anna...
Ma lei non c’era più. Non sentiva più nulla attraverso quella barriera di legno laccato di bianco.
Si portò una mano alla bocca per soffocare un singhiozzo che si preannunciava troppo rumoroso.
Iniziò a tremare e la temperatura calò improvvisamente.
Sul soffitto si formarono stalattiti di ghiaccio, fredde e appuntite.
Anna credeva fosse colpa sua.
E lei avrebbe voluto spiegarle che non era così, ma non poteva.
Una violenta raffica di grandine colpì la stanza, mentre uno spesso strato di brina invadeva la mobilia.
E lei lì, immobile, mentre intorno c’era il putiferio.
Gelida.
D’altronde, lei aveva l’inverno nel cuore.
Si nascondeva dietro una maschera di calma e compostezza, ma in realtà non c’era una cosa che fosse a posto in lei.
– Scusami – disse al vuoto – non sono quella ragazza perfetta che credi che sia.

 


Ciao a tutti *saluta timidamente*
E' con questa OS che mi azzardo ad apparire nel fandom di Frozen.
Sono impazzita per quel film. Dire che ci sono fissata è... estremamente riduttivo.
Spero vi sia piaciuto ciò che ho scritto... il fatto è che mi ha colpita molto il personaggio di Elsa,
la sua sofferenza e il suo amore verso la sorella Anna. E' stata principalmente lei a farmi innamorare del film, perché è come se in lei vedessi me stessa. E così mi sono affezionata. 
Mi piace perché non è un personaggio banale, anzi è molto umana e ricca di sentimenti. E' sensibile e incredibilmente trasparente, anche se si sforza di non esserlo.
Ho voluto quindi rappresentare tutti questi sentimenti in una
semplice One Shot, sperando di aver reso bene l'idea.
Mi auguro che questa sia stata una buona lettura :D

Stella cadente




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