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Autore: AsfodeloSpirito17662    19/03/2014    6 recensioni
Si sente una sciocca. Si sente una scolaretta in preda alle sue prime crisi esistenziali. Sente come se stesse lottando contro dei mulini a vento, perché se c'è una cosa che l'essere umano non può contrastare... quella è il tempo che scorre.
E Mordred è anche più giovane di lei. Di ben tre, abbondanti anni.
Morgana Pendragon ed Insicurezza fanno parte di quelle parole che la legge impedisce di pronunciare nella medesima sentenza. Non è normale per lei sentirsi in quel modo e questo la confonde. Le fa chiudere la gola dalle domande che premono per uscire.
***SPIN-OFF di: 'Di principesse, dichiaratori compulsivi e disadattati sociali'***
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mordred, Morgana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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WILL YOU STILL LOVE ME?

-when I'm no longer young and beautiful






Morgana si risveglia al suono del canto degli uccelli che entra dalla finestra aperta; le tende vengono smosse dolcemente da una delicata brezza calda che, scivolando lungo il pavimento di legno, in breve la raggiunge per accarezzarle le braccia pallide e scoperte. Schiude le palpebre appesantite dal sonno, quel tanto che basta per scoprire che fuori c'è il sole.

Chiude le mani a pugno e mugugnando si stiracchia come un gatto, strusciando con soddisfazione la faccia contro il cuscino: è la prima volta, non ricorda nemmeno da quando, che si sveglia spontaneamente -e non al suono della sveglia.

E' magnifico.

Giace ancora per un po' tra le lenzuola che profumano di pulito e di lui, osservando la parte vuota del letto accanto a sé; le sarebbe piaciuto svegliare Morderd buttandolo giù dal materasso o prendendolo a cuscinate, ma non si può avere tutto dalla vita. Stamattina non lo ha nemmeno sentito alzarsi ed in quel momento dovrebbe trovarsi ad un noiosissimo seminario di aggiornamento -questo è già abbastanza per farla sogghignare perfidamente.

Quando il sole si muove a tal punto da arrivare ad illuminare le lenzuola color lilla, Morgana le scosta e decide finalmente di alzarsi; ha tutta la giornata davanti a sé e si sente elettrizzata come quando, da bambina, le capitava di saltare la scuola. Ovviamente ha già pensato a tutto: ne approfitterà per prendersi cura di sé come non fa da parecchio tempo. Da quando ha finito l'università ed ha iniziato a lavorare, il tempo a disposizione da poter dedicare a se stessa è diminuito sempre di più, raggiungendo dei minimi storici che, in altre circostanze, l'avrebbero fatta diventare isterica.

Inutile negarlo: è sempre stata una vanitosa narcisista ed in quanto tale, ha sempre posto un'attenzione particolare per il suo aspetto.

A piedi nudi raggiunge la cucina invasa dalla luce e nota che Mordred le ha già apparecchiato il tavolo per la colazione: una tovaglietta bianca, una tazza ancora vuota -'buongiorno!', recita una frase incisa sul coccio, un termos per mantenere caldo il caffè, i suoi biscotti preferiti ed un girasole accanto alle posate.

Morgana tenta di evitarlo, ma non può impedire alle sue labbra di arricciarsi in un sorriso gongolante: le piace, le piace da morire essere viziata e ricoperta di attenzioni. Tutte le donne dovrebbero essere trattate così, pensa, mentre si avvicina al tavolo e scosta la sedia; solo quando guarda in basso, nota che Mordred le ha lasciato anche un breve messaggio su un post-it.


'Ben svegliata, fragolina. Questa sera non aspettarmi alzata, farò tardi. Divertiti alla spa, ma non troppo. Ti adoro.'


Certo che mi adori, pensa con sufficienza. E' ovvio. Mentre apre il termos e versa il caffè nella tazza immacolata, passa il resto della colazione a crogiolarsi in pensieri di auto glorificazione ed onnipotenza. Mordred sa perfettamente cosa le piace e cosa invece la fa letteralmente sciogliere e non perde mai occasione per sfruttare tutto ciò che sa -che ha capito- a suo vantaggio.

Dopo tutti quegli anni, stanno ancora giocando a chi è che manipola l'altro.

Non ha mai smesso di essere divertente.


*

Morgana si lascia scivolare l'asciugamano dalle mani senza neanche volerlo ed avvicina il viso allo specchio, che è ancora un po' appannato; passa sulla superficie fredda la manica dell'accappatoio, per asciugarlo bene, e finalmente può incrociare alla perfezione lo sbigottimento dipinto sul suo volto. Non può essere, pensa, mentre con le mani inizia a frugare tra i capelli scuri e bagnati. Non è possibile, aggiunge, e le sue dita si muovo con cautela, temendo di trovare ciò che stanno cercando.

E alla fine succede.

Lì, ben nascosto tra gli altri suoi fratelli e fino a qualche secondo prima anche riparato dalla sua vista da falco, c'è un capello bianco. Se ne sta tranquillamente sulla sua testa come se niente fosse, lungo esattamente tanto quanto gli altri e sottile come un alito di vento.

Morgana rimane immobile a fissarlo, ma quello resta sempre lì -non sparisce, neanche dopo due interi minuti di silenzioso sguardo assassino.

Improvvisamente pervasa da quella che definirebbe come rabbia, afferra il capello tra l'indice ed il pollice della mano destra e lo strappa con un movimento secco e deciso del polso. Quando guarda la sua cute, ora, vede soltanto un mare scuro e morbido che profuma di pesca.

Il capello bianco giace tra le sue dita come un caduto in guerra, ma lei non è mai stata famosa per la sua capacità di provare pietà e così, quando lo lascia cadere dentro il water prima di tirare lo sciacquone, non sente niente se non una certa liberazione.

Morgana fissa la sua immagine riflessa nello specchio, tentando di guardarsi per la prima volta con gli occhi di qualcun altro che non sia lei -magari quelli di Mordred.

Sarebbe da pazzi pensare che non sia bella.

Ha trentotto anni, ma le stanno indiscutibilmente bene addosso.

Oserebbe definirsi una di quelle donne che, con il passare del tempo, invece che perdere fascino lo acquisiscono... ma non lo fa, perché sta provando ad osservare il suo corpo da un punto di vista che non sia il suo.

Il volto ha dei lineamenti morbidi, gli stessi che aveva ai tempi dell'università, forse solo leggermente più definiti; la pelle del viso è ancora liscia, laddove le rughe di espressione non sono arrivate; gli occhi sono ancora chiari e penetranti, le ciglia sono ancora scure, la pelle del collo è ancora perfettamente tesa, così come quella delle mani. Labbra ben disegnate, naso che più dritto di così non si potrebbe; apre l'accappatoio e scosta il tessuto, lasciando cadere lo sguardo sul seno, sui fianchi, sulle cosce... le sembra di aver messo su qualche chilo, forse dovrebbe mettersi a dieta.

Anche se, deve ammetterlo, quel seno che le pare più pieno non è che le dispiaccia poi tanto. Lo osserva con più attenzione e corruga leggermente la fronte. C'è qualcosa di diverso. Prima stava più su di così. Adesso pare quasi che voglia assecondare la forza di gravità. Chi ti ha dato il permesso di fare una cosa del genere?

D'accordo, sta diventando paranoica.

Trentotto anni non sono tanti, forse la sta rendendo più tragica di quel che è.

Con uno scatto richiude l'accappatoio e si arma di phon e spazzola.

Mentre si prepara per passare una lunga, rigenerante giornata alla spa, sente l'eccitazione di quella mattina scivolarle via dalle dita.


*


Morgana ha una roba strana spalmata sulla faccia. Le prude da morire, ma le hanno detto che è tonica per la pelle. Il significato dei cetrioli sugli occhi, invece, resta un mistero. Il lettino su cui è sdraiata è caldo e molto piacevole e sarebbe tutto quasi perfetto, se solo non ci fossero le chiacchere delle altre clienti in sottofondo. Cerca di concentrarsi sull'odore esotico dell'incenso e sulla leggera musica zen che esce dagli altoparlanti posizionati strategicamente.

Quasi ci riesce, a dire il vero, ma poi la tipa sdraiata sul lettino accanto al suo dice qualcosa che manda a farsi benedire tutti i suoi propositi di rilassarsi.

"Ieri George è tornato di nuovo tardi. Dice sempre che è colpa del lavoro, ma ultimamente lo fa un sacco di volte. E ogni volta che viene a dormire si gira dall'altra parte e mi ignora. Da quando ho superato i cinquanta quasi non mi guarda più".

"So che cosa intendi" risponde l'amica sdraiata al suo fianco, sussurrando -o credendo di farlo; "Terry l'altro giorno mi ha chiamata in lacrime! Ha scoperto che da circa tre mesi il marito frequenta una donna più giovane!"

"No!" esclama esterrefatta l'altra e Morgana può quasi sentire i suoi occhi diventare grandi come due palline da golf.

"Sì! Era così disperata, mi si è stretto il cuore, povera donna!"

"George non farebbe mai una cosa del genere. E' solo un periodo, ne sono sicura. Lo conosco".

"Bé, anche Terry era convinta di conoscere il marito..." replica la seconda, lasciando intendere un proseguio poco piacevole. L'amica non risponde, preferendo cambiare soggetto dell'argomento.

"Sai, l'altro ieri ero al supermercato ed ho incontrato Ellen-"

"Ellen?"

"Ma sì, Ellen, quella ragazza che lavora in quel negozio di acconciature giù in centro!"

"Ah, sì, ho capito!"

"Ecco, l'ho incontrata e ci siamo fermate a fare due chiacchiere. Non puoi neanche immaginare cosa mi ha detto!"

"Che cosa?" chiede l'altra, pendendo avidamente dalle sue labbra.

"Hai presente Marge, la mamma di Thomas? Il ragazzo che fa il chirichetto in Chiesa la domenica?"

"Sì, Marge, certo che la conosco! La incontro ogni lunedì dall'estetista".

"Ecco, Ellen mi ha detto che Marge le ha detto che due mesi fa è andata a farsi fare una mastoplastica additiva!"

Morgana sente il respiro di una delle due essere bruscamente trattenuto.

"Non ci credo!" dice quella allora, alzando involontariamente il tono della voce.

"Invece puoi farlo, perché da quanto so lei ed Ellen sono piuttosto amiche".

"E perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?"

"Il motivo è sempre lo stesso, Delia. Lo stesso per il quale tutte le settimane andiamo dal parrucchiere, dall'estetista... sono sempre loro. Gli uomini. Quando ti vedono invecchiare vanno subito a cercare altrove della carne più fresca di te. Non puoi distrarti un attimo, devi essere sempre bella, sempre ben vestita, sempre in forma! Dopo aver partorito ed allattato, Ellen mi ha detto che il seno di Marge si è tutto rinsecchito e secondo lei è stato a causa di quello, se il sesso tra lei e suo marito è diminuito tanto".

"Non lo facevano più?" domanda Delia, con apprensione.

"Non come prima".

Morgana si agita sul lettino con un insistente principio di irritazione. E' lì per rilassarsi, non per lasciarsi distrarre dalle chiacchiere assurde di due pettegole frustrate. Non sa che razza di uomini abbiano conosciuto durante la loro vita, ma deve supporre che non sia andata bene visto il modo in cui ne parlano.

Mordred è totalmente estraneo a quelle considerazioni.

Lui non è così, pensa, mentre si alza per andare a togliersi dalla faccia quella roba dall'odore nauseabondo. Lui mi adora.


*


Guardi la sveglia elettronica sul tuo comodino: l'una e venti minuti del mattino. Tra circa cinque ore dovrai alzarti. Dando le spalle all'altro lato del letto, senti Mordred muoversi nel bagno; è rientrato circa mezzora fa e tu eri già a letto. Quando è entrato nella vostra camera, hai finto di dormire e non sai nemmeno perché. La porta del bagno si apre e Mordred, il passo felpato, fa il giro del letto per venire a sdraiarsi accanto a te -come ha fatto ogni notte da quando avete deciso di vivere insieme. Lo senti sospirare con stanchezza e muoversi in cerca di una posizione comoda; tu, invece, rimani perfettamente immobile, gli occhi aperti a fissare la stanza in penombra, illuminata fiocamente dalla luce dei lampioni in strada.

Dopo un paio di minuti finalmente lui smette di rigirarsi e, anche se non ti tocca, puoi avvertire il calore del suo corpo accanto al tuo. Senza un motivo preciso il cuore inizia a batterti più velocemente ed una strana ansia improvvisa striscia sotto la tua pelle, rendendoti inquieta e facendoti venire la pelle d'oca. Stringi le labbra tra loro e controlli il tuo respiro, temendo che Mordred possa udire il bumbumbum che ti sconquassa la cassa toracica. I minuti passano con una lentezza esasperante e quando guardi di nuovo la sveglia, ti accorgi che ora segna le due e cinque del mattino. Sospiri, infastidita dal fatto che non riesci a prendere sonno.

"Mordred?" sussurri, come fossi indecisa se svegliarlo oppure no. Il silenzio è l'unica risposta che ti viene data.

"Mordred?" chiami di nuovo, con un po' di convinzione in più; lui mugugna debolmente, ma non dà segno di averti veramente sentita. Ti giri dall'altro lato e lo guardi: è sdraiato a pancia in su, una mano è abbandonata sullo stomaco, l'altra è nascosta sotto il cuscino ed il viso è rivolto verso la finestra, così riesci a vederne solo il profilo; osservi il modo in cui il suo petto si alza e si abbassa ad ogni respiro: è calmo, lento, ritmico, rassicurante. E' quello di qualcuno che sta inequivocabilmente dormendo.

Fai affondare la guancia nel tuo cuscino e tieni gli occhi ben aperti, lasciandoli liberi di guardare l'uomo sdraiato accanto a te. Fino al giorno prima hai dato per scontato che quel lato del letto sarà sempre occupato da lui.

Ora non ne sei più tanto sicura.


*


Quando Mordred si sveglia, è sorpreso dal ritrovarsi nel letto da solo; corruga la fronte e guarda la sveglia, credendo di averla settata male.

Le sei.

In perfetto orario.

Con la mente ancora confusa di sonno scosta le lenzuola e si alza, sentendo dei rumori provenire dalla cucina; prima di andare a fare colazione, si chiude in bagno per darsi una lavata.

"Ehy" lo accoglie Morgana, quando lo vede apparire sulla soglia della cucina con aria arruffata.

"Ehy" risponde lui, abbozzando un sorriso; si avvicina al tavolo e quando si siede, prende il bricco del caffè e la tazza già vuota di Morgana. "Come mai già in piedi?" chiede, sentendosi subito meglio all'odore della bevanda scura che si diffonde nell'aria; poggia il bricco ed avvicina la zuccheriera, abbondando con le dosi di dolcificante.

"Non riuscivo più a dormire" dice lei e le occhiaie che spiccano sulla pelle chiara le danno ragione. Mordred corruga la fronte e la guarda da sopra il bordo della tazza che ha avvicinato alle labbra.

"Potevi svegliarmi" esclama, mandando giù il primo sorso di caffeina. Che meraviglia.

"Non ho bisogno della balia, Mordred" commenta lei, alzando gli occhi dal giornale che sta leggendo; è già vestita e truccata, quindi può prendersela con calma. "E poi eri stanco".

Mordred mugugna un assenso. Abbassa la tazza e si lecca le labbra. "E' vero, zucchero. Però, per una buona causa, sarei rimasto volentieri sveglio". Piega la bocca in uno di quei sorrisi che, sin dai tempi dell'università, ha sempre fatto ammattire Morgana su come un individuo dall'aria tanto angelica, quando ci si mette, possa risultare profondamente diabolico. Lei rotea gli occhi verso il soffitto, benché il sorriso che le appare sulle labbra sia genuino. Mordred non le ha mai nascosto il desiderio che prova per lei, anzi! Ci sono volte in cui glie lo dimostra in modi un po' assurdi e socialmente non accettabili. Ma va bene così. Fa parte dello stesso gioco che, dopo tutti quegli anni, li tiene ancora insieme.

"Che cosa ti ha tenuta sveglia, questa notte?" chiede lui, continuando a bere il suo caffè; si sporge in avanti, buttando un'occhiata al giornale di Morgana; lei si stringe nelle spalle, mostrandosi piuttosto vaga al riguardo e vorrebbe in realtà non dire niente. E' sicura che, se aprirà bocca, perderà la faccia.

Si sente una sciocca. Si sente una scolaretta in preda alle sue prime crisi esistenziali. Sente come se stesse lottando contro dei mulini a vento, perché se c'è una cosa che l'essere umano non può contrastare... quella è il tempo che scorre.

E Mordred è anche più giovane di lei. Di ben tre, abbondanti anni.

Morgana Pendragon ed Insicurezza fanno parte di quelle parole che la legge impedisce di pronunciare nella medesima sentenza. Non è normale per lei sentirsi in quel modo e questo la confonde. Le fa chiudere la gola dalle domande che premono per uscire.

"Secondo te..." esordisce ad un certo punto, cercando di usare un tono di voce casuale, "Chi ha inventato la parola 'vecchiaia'?"

Mordred arcua le sopracciglia scure ed alza gli occhi chiari su di lei, osservandola con una vaga aria di perplessità.

"Umh... non saprei. La Regina, forse?"

"Stupido!" Morgana gli dà un colpo sul braccio; "Sto parlando seriamente!"

"Anche io" replica quello, nascondendo dietro la tazza un sorriso da imbecille. "Perché ti interessa?"

Lei si stringe nuovamente nelle spalle, non sapendo come rispondere. Non vuole destare sospetti, non vuole che capisca il suo bisogno di sentirsi rassicurata. E' semplicemente inconcepibile.

Poi, Mordred allunga una mano verso di lei e le tocca i capelli. Morgana non fa in tempo a spostarsi infastidita che quello le strappa via qualcosa.

"Ahi!" esclama, grattandosi la testa nel punto offeso; l'altro avvicina la mano al volto ed osserva quello che è chiramanete un...

"Capello bianco" sentenzia, con tono incolore. Morgana sgrana gli occhi e sente le viscere accartociarsi per la paura.

Ecco, adesso non può più nasconderlo.

Adesso Mordred sa.

Sa che sta accadendo.

Sa che sta invecchiando.

Morgana sposta gli occhi sul suo volto e si scontra con il sorriso che è apparso sulle labbra dell'altro. Stride totalmente con ciò che lei sta provando in quel momento.

"Il tuo primo capello bianco!" dice lui tutto eccitato, sventolandoglielo sotto il naso. "E' successo! E' una roba che rientra nella categoria degli 'io c'ero'! Hai avuto il tuo primo capello bianco ed è successo con me!"

Morgana lo guarda con le sopracciglia che quasi raggiungono l'attaccatura dei capelli. Oh mio Dio, è infermo. E' mentalmente infermo. Come e quando è successo? E come ho potuto non accorgermene prima?

"Che meraviglia" continua lui, giocando con il capello come un bambino.

"Meraviglia?" sputa Morgana, incapace di trattenersi un minuto di più. "Sto invecchiando! Non è meraviglioso, è terribile!"

A quel punto, Mordred si cristallizza per qualche istante, come se fosse a tanto così da realizzare qualcosa di importante.

E infatti succede.

"Non è il primo" esclama, spostando lo sguardo attento su di lei -e chiaramente quella non è una domanda. Morgana fissa il giornale con insistenza, rifuggendo gli occhi dell'altro -ha il terrore di cosa potrebbe scorgervi dentro. "Quando è successo?" sente Mordred domandare e lei incrocia le braccia al petto.

"Ieri" sentenzia con tono di voce asciutto, azzardandosi a spiarlo velocemente. Mordred la sta ancora guardando in modo indecifrabile.

"Quindi questo è il...?"

"Secondo".

Silenzio. Nel frattempo il sole si è mosso e la cucina è leggermente più luminosa. Da fuori proviene il rumore delle macchine che passano sulla strada e l'abbaiare di un cane. L'atmosfera sarebbe pure tranquilla, con le particelle di polvere che galleggiano pigramente sotto i raggi del sole... se solo lei non si sentisse tesa come una corda di violino.

"Quindi niente categoria 'io c'ero'" dice ad un certo punto Mordred, suonando piuttosto deluso. Con un sospiro lascia cadere il capello sul tavolo e lo osserva come se lo stesse accusando di qualcosa. Morgana francamente non capisce.

"Hai afferrato il senso di quello che ti ho detto?" chiede un po' troppo aspramente, sulla difensiva. Mordred appoggia il mento sulla mano e le indirizza uno sguardo pigro, celato appena sotto le ciglia scurissime.

"Quindi... chi ha inventato la parola vecchiaia, eh? Domanda estremamente casuale, non c'è che dire".

Morgana è già arrabbiata. Il fatto che quell'osservazione la faccia avvampare come una ragazzina la fa infuriare ancora di più. Lo guarda come se i suoi occhi potessero strozzarlo. Mordred torna a sorridere diabolicamente.

Lo odia.

Sapeva che avrebbe fatto la figura della stupida.

Non può sopportarlo.

Con uno sbuffo si alza in piedi, cercando di raccattare e salvare quel poco di dignità rimastale. Anche se ha ancora a disposizione qualche minuto, decide di uscire prima. Ha bisogno di aria.

"Morgana" la chiama Mordred, quando la vede dirigersi verso la camera da letto. Lei non si ferma e quando entra va subito verso l'armadio, per recuperare una leggerissima giacca a vento; trattandosi dell'Inghilterra, non si può mai sapere quali temperature riserverà la giornata.

Fa un respiro profondo: per uscire di casa dovrà per forza passare dalla cucina. A meno che non decida di calarsi dalla finestra... getta un'occhiata all'esterno, ritrovandosi a valutare i rischi.

Direi di no, conclude, piegando le labbra verso il basso.

Quando torna in cucina, vede Mordred appoggiato contro il lavello -le braccia incrociate, l'espressione pensierosa. Nel momento in cui la vede entrare alza lo sguardo su di lei, ma sembra piuttosto sereno.

"Aspetta un attimo" dice, facendole cenno di avvicinarsi.

Quanto infantile sarebbe da uno a dieci tentare di lanciarsi attraverso la porta come in fuga da una mandria di buoi?

Morgana decide per un bell'undici, quindi si mette in testa che la situazione va affrontata, in un modo o nell'altro ed è certa che non ce la farebbe mai a passare l'intera giornata a rimuginare su un discorso lasciato a metà. Si ferma davanti a lui e Mordred continua a guardarla con la stessa espressione pensierosa; quando scioglie le braccia dal petto, le afferra i lati del collo con le mani fresche. Il tocco è morbido, delicato.

"A volte dimentico quanto tu sia narcisista, quindi non ho capito subito perché questa cosa ha così tanta importanza per te".

Morgana assottiglia le palpebre. Sta per lanciargli un calcio sugli stinchi e Mordred lo vede.

"Aspetta!" si affretta infatti ad aggiungere, "Va bene che tu lo sia, lo sai che adoro tutto di te. Non solo il tuo narcisismo, anche la tua acidità e la tua aggressività".

"Stai cercando la rissa, Duirvir?"

Lui ride e si zittisce solo per qualche attimo. "Non dovresti temere la possibilità di non poter più approvare ciò che vedi allo specchio, quando ti guardi. Mi vedresti sbucare subito lì a fianco, a dirti che sei sciocca e che non è vero. Che qualsiasi cosa tu starai pensando in quel momento, non sarà vera".

Morgana vorrebbe distogliere lo sguardo, ma le mani di Mordred glie lo impediscono.

Dio, come fai a essere così imbecille? pensa. O forse lo dice davvero, perché lo vede corrugare la fronte con confusione.

"Stavolta cosa ho fatto per meritarmi i tuoi insulti?"

Morgana stringe le labbra e lo fissa con intensità. Non è mai stata palesemente affettuosa o romantica, né con i gesti, né con le parole. E' sempre stato Mordred quello che, tra loro due, ha fatto scorrere fiumi di amore misto a diabete, in quella casa.

Per questo ciò che dice non le risulta molto naturale, ma si sforza di farlo, perché quella è una cosa importante.

"Non è questo che mi... preoccupa" inizia, sentendosi a disagio nei panni di quella che confessa i suoi timori. Mordred continua a guardarla. "E se fossi tu quello che non approverà più il mio riflesso nello specchio?"

Lui arcua le sopracciglia, schiude le labbra e resta imbambolato davanti a lei. Ci vuole un po', prima che il suo cervello realizzi quanto maledettamente delizioso possa essere il significato di quelle parole. Non è abituato a ricevere quelle carinerie dalla Banshee -carinerie che lui sa interpretare come un asso.

"Fiorellino..." mormora quasi commosso, incredulo, prima di sommergerla immediatamente di baci sparsi per tutto il volto; Morgana si irrita, tenta di scollarselo di dosso e gli ficca una mano sulla faccia per allontanare le sue labbra appiccicose dal suo fantastico, meraviglioso e delicatissimo viso.

"Mordred! Piantala! Mi fai venire il mal di testa!"

Lui preme il viso contro le sue mani, come se la bocca tentasse di passarci attraverso e le labbra continuano a schioccare baci a rotta di collo. La scena è a dir poco comica.

"Pasticcino-" biascica, la voce soffocata dai palmi di Morgana.

"Non chiamarmi pasticcino!"

"Farfallina!" rincara la dose lui, prima di afferrarle i polsi e tirarglieli giù. Morgana lo guarda malissimo. Lui sorride estasiato.

"Ma allora mi ami!"

"No!" ringhia lei. "Se potessi metterti le mani alla gola, ah! Capiresti, quant'è che ti amo esattamente!"

"Mi ami!" ripete Mordred, come non avesse sentito una parola. I suoi occhi brillano selvaggiamente, mentre avvicina le sue mani alla bocca. "Volevi sapere cosa ne penso?" prosegue, parlando direttamente contro la pelle calda delle sue dita; il respiro di Mordred le accarezza lievemente e per un istante -un brevissimo, infinitesimale istante, lei si distrae. "Non me ne importa un accidente di sapere chi diavolo ha inventato la parola 'vecchiaia'! E' chiaro quanto sia sbagliata!"

Morgana sfarfalla le ciglia con stupore. "In che senso?" chiede, ritrovandosi suo malgrado ad essere incuriosita.

"Le persone non invecchiano. Le persone crescono. Crescono fino al giorno in cui muoiono. Perché quando siamo bambini dobbiamo sentirci dire che stiamo 'crescendo' e poi, superata la soglia di una determinata età, dobbiamo sentirci dire che stiamo 'invecchiando'? Cos'è cambiato? Le cellule che non si rigenerano più come prima? La comparsa degli acciacchi? O dei capelli bianchi? Chi ha deciso che questo processo debba essere chiamato invecchiamento?"

Come accade raramente, Morgana non ha la più pallidea idea di cosa rispondere. Continua a guardarlo con una faccia un po' inebetita.

"Non si invecchia, Morgana. Piuttosto si cresce. Tu stai crescendo. E sto crescendo anche io. Guarda!" esclama, indicando il lieve accenno di barba che ha sulla mascella; deve praticamente appiccicarglisi per vederli: dei minuscoli, piccolissimi peletti bianchi.

"Li avevi mai notati prima?" le chiede Mordred.

"No" deve ammettere lei, domandandosi come sia possibile che non l'abbia fatto. Ma lui annuisce come se in realtà lo sapesse.

"Certo che no" dice, con semplicità. "Vivi con me tutti i giorni. E' difficile notare i cambiamenti nelle persone, quando ti sono sempre accanto -come lo siamo io e te. Pensi che io ti ami solo per il tuo aspetto? Poco fa ti ho elencato alcune delle cose che adoro di te e non mi sembra che tra queste ci sia stata la bellezza -è ovvio che abbia contribuito, il fatto che tu sia abbondantemente gno-coff, attraente. Io non riesco a vedere quali cambiamenti possano esserci stati in te da quando abbiamo finito l'università. Mi sembri sempre uguale a come eri quando ti ho conosciuta. Per te non è lo stesso?"

Morgana osserva il volto il Mordred, il modo in cui i capelli gli ricadono sulla fronte, le sopracciglia scure e folte, la linea del naso, la curva delle labbra e scopre che no, non c'è niente di diverso da quel ventenne che le ha fatto andare in corto circuito il cervello. Assolutamente niente.

Mordred sa ben interpretare il suo silenzio e, sorridendo, si stringe nelle spalle con non chalance.

"Appunto" esclama, rubandole un bacio sulla punta del naso. "Quindi fammi il sacrosanto favore di crescere qui, con me, visto che proprio non puoi evitarlo. Dopo tutta la fatica che ho fatto per entrarti nelle mutan-"

Morgana gli spalma una mano sulla faccia, la solita irritazione tornata al suo consueto posto. "Sei un cretino" esclama, rendendosi conto che quel peso all'altezza dello stomaco è improvvisamente sparito.

Svanito nel nulla.

Lui ride e, con ancora la sua mano sul viso, la abbraccia.

"Lo so. Dammi tempo di imparare, sto ancora crescendo".




Will you still love me when I'm no longer young and beautiful ?

Will you still love me when I got nothing but my aching soul?

I know you will, I know you will

I know that you will

Will you still love me when I'm no longer beautiful?

*

Mi amerai ancora quando non sarò più giovane e bella?

Mi amerai ancora quando non avrò più nient'altro che la mia anima dolorante?

So che lo farai, so che lo farai

Io so che tu lo farai

Mi amerai ancora quando non sarò più giovane e bella?















NOTE DELL'AUTORE: Aaaawww. Ma quanto sono COSA, questi due? CIOE'. Se non l'avete ancora capito, questo spin off è liberamente ispirato alla canzone di Lana Del Rey: Young and beautiful. Qui il link: http://www.youtube.com/watch?v=o_1aF54DO60

Ah, e ovviamente lo è anche alla mia long 'Di principesse, dichiaratori compulsivi e disadattati sociali'. Qui il link: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1493486&i=1

Ero indecisa se sfruttare il tema della canzone per l'altra long che ho pubblicato (fandom Harry Potter), ma poi ho pensato che Morgana sarebbe stata a dir poco perfetta per affrontare questo argomento e così... eccoci qui. Spero abbiate gradito.

Per chi se lo sta chiedendo, la long che sto scrivendo su Merlin procede benissimo, sono a cinque capitoli dalla fine, dopodiché inizierò a pubblicare ;)

Come sempre io sono per il commento libero e spontaneo, per cui... se vi va, recensite, altrimenti... godetevi semplicemente questo sprazzo di vita su Mordred e Morgana.

Baci baci,

Asfo






   
 
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