Storie originali > Noir
Ricorda la storia  |      
Autore: Rakshasa    19/03/2014    0 recensioni
Un ragazzo che dopo una terribile esperienza non riesce a ripartire.
Genere: Dark, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ero in taxi, pioveva, avevo il capo appoggiato al finestrino e fissavo le gocce d'acqua che scorrevano velocemente sul vetro, sembravano quasi fare a gara per vedere chi arrivasse per prima al fondo del finestrino, ogni tanto buttavo uno sguardo all'orologio e qualche volta mi veniva di guardare quelle grandi nubi che avvolgevano il cielo. Non sapevo perché, eppure sentivo come un nodo allo stomaco, forse era solo fame. Il tassista di punto in bianco si fermò, accostò vicino ad un edificio vecchio e malandato, poi mi disse “scendi”, io, anche se perplesso, scesi dal taxi, vidi un uomo avvicinarsi a me frettolosamente, appena mi raggiunse mi disse “ah! E così sei tu il tipo di cui mi parlavano, coraggio seguimi!” Naturalmente non mi fidai a primo impatto, allora gli chiesi “mi scusi... Ma lei chi è?” L'uomo senza rispondermi mi prese per il polso e mi portò all'interno dell'edificio. All'interno c'era una puzza tremenda,sembrava odore di carne andata a male. Mi guardavo attorno, era pieno di porte,tutte chiuse, tranne una alla fine del corridoio, quella era spalancata. Entrammo nell'ultima stanza, c'era una sedia con delle manette ai braccioli e  sullo schienale c'era un collare, l'ambiente era cupo, le lampadine si spegnevano e si riaccendevano in continuazione, il pavimento era tutto impregnato di sangue, infondo alla stanza potetti notare una porta semichiusa, in basso avanzava fuori un sacco, sempre sporco di sangue, incominciai davvero a preoccuparmi. L'uomo mi fece cenno di sedermi, io mi rifiutai, ma lui insistette, dopo diversi miei rifiuti, mi prese per i capelli e mi sbatté con violenza sulla sedia, chiudendo le manette ai miei polsi e il collare al collo... Ero spaventatissimo, il tipo si avvicinò a me con una tronchesina, e mentre mi diceva “tranquillo sarà una cosa veloce, non sarà indolore, ma sarà veloce” mi prese la mano destra e mi agganciò il dito con l'arnese, poi strinse forte, fortissimo, io urlai dal dolore, iniziai a urlare “perché?? Perché??? Per quale motivo? Che cosa ho fatto di male? Chi era quel tipo del taxi? Chi ti ha parlato di me?” L'uomo non rispondeva, pensava solo a strapparmi il dito, facendomi urlare dal dolore. Quando il dito cadde a terra, l'uomo mi fissò negli occhi e mi sussurrò “Perché? Non ho motivo, solo per divertimento. Che cosa hai fatto di male? Non lo so, nemmeno ti conosco io e come potrai intuire da questa mia ultima risposta nessuno mi ha parlato di te, il tipo nel taxi è solo un mio complice, lo pago per portarmi gente da torturare!” Tremavo dal terrore, sudavo, non sapevo cosa fare, non sapevo neanche se fossi uscito vivo da quel posto, poi l'uomo si allontanò, dopo pochi secondi si riavvicinò con un'accetta, mi tagliò di netto un altro dito, poi un altro e poi un altro ancora. L'individuo si allontanò nuovamente, sentivo che stavo morendo, morendo dissanguato, la mia vista pian piano si stava offuscando, ebbi solo la forza di liberare la mano, dalla quale mi aveva amputato le dita,, afferrare con il pollice e l'indice l'accetta che aveva lasciato per terra accanto a me e tagliare a furia di accettate la manetta che legava l'altro mio braccio, slacciai il collarino, iniziai a cercare l'uscita barcollando. Ero arrivato alla porta dell'uscita, ma per mia sfortuna l'uomo mi vide correndomi incontro, urlai, urlai più forte che potessi fare, per mia fortuna un'auto stava passando di lì e il tizio alla guida mi sentì, si accorse che stava succedendo qualcosa di anomalo in quell'edificio chiamo la polizia... Nonostante fossi libero e salvo da quel folle, non ero più in grado di stare tranquillo, pensavo ogni singolo giorno della mia vita a quei tremendi istanti, quando entravo in un taxi e appoggiavo la testa al finestrino mi tornavano in mente a fotogrammi quei momenti, quei momenti di terrore di ansia... E ora? Ora non è cambiato nulla, sono qui... intrappolato in un triste passato che non riesco a dimenticare, in un terribile passato dal quale non riesco ad uscire per poter ripartire e andare avanti, come se fossi ancora in quello stanzino legato da quelle manette, con quel collare al collo... mi sento IBERNATO NEL PASSATO.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Rakshasa