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Autore: agnalasagna    22/03/2014    2 recensioni
Jasmine e Samuel, due amici d'infanzia, si ritrovano alla fine dell'estate per caso in un vecchio parco, cominciando a parlare della propria vita per poi finire a sparare battute squallide su elefanti e leoni.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percorro le strette vie del mio paesino di montagna, dopo aver passato una delle ultime serate con gli amici: l’estate ormai è agli sgoccioli, e tra due settimane ricomincerà la scuola. Sono le undici e mezzo ma non fa per niente freddo, anzi: si sta bene. Arrivo alla piazza, dove uno scroscio di risate raggiunge le mie orecchie, sfortunatamente senza cuffie. Volgo lo sguardo verso la fonte di quelle risate e vedo un gruppo di ragazzini giocare con dei petardi. Idioti. Scendo ancora e mi dirigo verso le vecchie scuole elementari; scavalco il cancelletto sempre chiuso e cammino incerta verso le altalene in fondo al prato, quando noto una figura seduta su una di esse; sento la musica proveniente dalle sue cuffie anche a una decina di passi di distanza. Vedo un puntino arancio-rossastro accendersi per poi perdersi in una nuvola di fumo: capisco subito chi è. Con più sicurezza percorro quei pochi metri che mi dividono dal mio amico Samuel e, dopo essermi assicurata che mi abbia riconosciuta, mi butto tra le sue braccia, contenta di sentire ancora il suo profumo; mi tornano alla mente i ricordi dell’estate passata con lui e sorrido, alzando lo sguardo verso di lui. Vedo un sorriso aprirsi sul suo viso, illuminato a stento dalla debole luce del suo cellulare. Lo vedo armeggiare con le cuffie, portandosele al collo, poi mi guarda.
-Jasmine, quanto tempo!- esclama passandosi una mano tra i capelli. L’estate scorsa li aveva tinti di mogano, ma al buio non saprei dire se ha continuato a tingersi o meno. Si porta la sigaretta alla bocca e fa un abbondante tiro, chiudendo gli occhi.
-Allora piccola, che mi racconti di nuovo?- chiede curioso, col suo solito fare allegro e spensierato, schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Niente.. solita merda.- rispondo sedendomi sull’altra altalena. Lui ridacchia, gettando il mozzicone di sigaretta dall’altra parte della rete che delimita il prato.
-Vedo che non sei cambiata, sempre la solita pessimista!- commenta con fare scherzoso.
-Tu invece come stai?- domando io, sciogliendomi la coda di cavallo fatta il pomeriggio. Comincio a sentire i brividi, vestita con pantaloncini e maglietta. Samuel nota il mio tremore e mi passa la felpa appesa alla struttura che regge le altalene. Non me lo faccio ripetere due volte e mi infilo il felpone, sentendomi subito più calda: evidentemente l’ha tolto da poco. Borbotto un “grazie” mentre mi sistemo il cappuccio dietro alla nuca.
-Bene, direi. Sono contento di vederti, pensavo che ti fossi trasferita!- Afferra il pacchetto di Marlboro rosse e ne sfila una, per poi porgermi il pacchetto. Scuoto la testa, decisa. –Tanto prima o poi avrò la soddisfazione di vederti con una sigaretta in bocca!- esclama spavaldo, ridendo appena. Si accende la sigaretta e scende dall’altalena, prendendo a camminare per il prato, come suo solito.
-Non ti darò mai questa soddisfazione!- borbotto, trattenendo un sorriso.
-Eh già, io lo so che fumi ma non ti fai vedere.- mi guarda, una nota di sarcasmo nella voce, per poi riprendere a camminare.
-Comunque no, non mi sono trasferita, anche se mi sarebbe piaciuto.- spiego giocherellando con una ciocca di capelli castani.
-Perché? Questo è un così bel paese, è tranquillo..-
-Appunto per quello non mi piace. E’ troppo tranquillo, sembra un cimitero.- “E forse lo è.” Penso, riferendomi al fatto che ogni anno muoiono minimo dieci persone. E che il paese comincia proprio con il cimitero. Che sia un avvertimento? O semplicemente un modo per dare il benvenuto ai turisti?
-Ti ricordo che noi dobbiamo ancora andare a fare il picnic nel cimitero.- scherza lui, alludendo ai nostri progetti passati. Di quei progetti ne abbiamo realizzati forse due: ritrovarci le estati successive e cominciare a scrivere un libro. Samuel ha iniziato a scrivere qualcosina, ma come al solito al terzo capitolo non sappiamo già cosa scrivere. Che fantasia.
-
Già, e dobbiamo invitare anche il prete!- concordo, ridendo.
-Vuoi sentire un indovinello?- si siede sull’altalena, guardandomi.
-Uno dei tuoi stupidi indovinelli?-
-Precisamente. Come fai a mettere un elefante in frigorifero?-
-Lo spezzetti e lo metti nei vari scomparti.-
-No, non si fa così.- scuote la testa.
-Lo pieghi in stile maglietta.-
-No.- sorride.
-Mhmh.. lo sciogli e lo metti nei bicchieri o nelle bottiglie.-
-No. E’ facile: apri il frigo, ci metti l’elefante, e richiudi il frigo.- conclude, un sorriso beffardo stampato in faccia. Non è possibile. Mi schiaffo una mano in fronte, pensando “ma quanto è stupido”.
-Dai, te ne faccio un altro, più serio. Il leone fa una riunione di tutti gli animali della savana. Ci sono tutti: giraffe, zebre, scimmie.. ne manca solo uno. Chi?-
-Il tucano, è stato dirottato dai terroristi.- Lui scoppia a ridere, probabilmente immaginandosi la scena del tucano che prende fuoco e vola in picchiata, ma scuote la testa.
-Il bradipo, è troppo pigro per andarci.- scuote ancora la testa.
-E’ facile: l’elefante, era in frigorifero!- conclude, per poi scoppiare in una sana risata.
-Lo sai che verrai picchiato presto?- lo avverto io, ridendo. 


-SPAZIO AUTRICE-
E rieccomi qui con una delle mie one shot prive di senso. Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente voluto. lol 
Questa one shot mi piace più delle altre perché parte con un senso di tristezza e malinconia con un finale demenziale. (ho fatto la rima, yee!) 
Lasciate una recensione se vi va, e se avete qualcosa da dire riguardante questo testo non esitate per niente a scriverlo, le critiche sono sempre ben accette se costruttive. ^^ 
Alla prossima!
-Agnalasagna. 

 
  
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