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Autore: Rave_Ross_16194    25/03/2014    0 recensioni
[Coppia Jordana Brewster|Paul Walker]
« La nostra vita girava intorno al condizionale: "Se un giorno ci incontrassimo. Se un giorno ci innamorassimo. Se un giorno ci sposassimo. Se un giorno…" fu il modo peggiore che avevamo di vivere la vita sfrenata e frenetica che ci portò solo a un mare di sofferenza. »
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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If one day we met...


Non era certamente la prima volta che avevo il compito di trasportare enormi pesi da un piano all’altro dell’edificio senza usare l’ascensore, ma quel giorno mi sentivo particolarmente stanca e assonnata che neanche lo stesso peso del mio corpo riuscivo a trasportare. La testa mi girava e i muri incominciarono ad essere tondi, le scale persero forma e colore e mi fecero rotolare al secondo piano. Avevo sbattuto un paio di volte la testa, ma in quel momento non volevo e non avevo voglia e ne la forza di alzarmi. Rimasi sdraiata li priva di sensi per un periodo a me ignoto. Ricordavo solo qualcuno che mi prendeva in braccio, una figura maschile e forzuta probabilmente, con dei bei capelli biondi, ma oltre a questo non ricordo più nulla.         
Rimasi basita e confusa quando mi svegliai nel letto dell’ospedale con la testa e il braccio fasciati.           
Un’infermiera entrò a farmi un prelievo, mi guardai attorno, ero sola, non c’era nessuno.
 
« Sa per caso dov’è il ragazzo che mi ha salvata? » domandai sicura che lo sapesse.
 « Il signor Wa… » guardò dalla porta e si fermò di colpo « Non sono informazioni che posso concederle!”
 « Ma ho bisogno di ringraziarlo! » supplicai
 « Lasci allora un biglietto nel reparto informazioni! » rispose secca conficcandomi un ago nell’avambraccio.
 « Ma io voglio ringraziarlo di persona! » insistetti
 « Ha avuto un calo di pressione! » cercò di cambiare discorso
 « Sì, ma lei è molto brava ad alzarmela anche senza medicinali! » mi fulminò con lo sguardo disinfettando il punto in cui aveva conficcato l’ago e mettendomi un cerotto.

Lasciò la stanza senza dire una parola. Spinsi indietro la testa nel cuscino e cercai di farmi male, non sapevo per quale motivo mi nascondessero la persona che mi aveva salvato.  Non avevo intenzione di indagare oltre, ma provavo una specie di vergogna nei confronti del mio salvatore,  anche se ero confusa, ero grata al mio salvatore di avermi salvata.      
Lasciai perdere, fin che  un giorno, qualche mese dopo il mio incidente, non fu lui stesso a venire a cercarmi.  Ero nel mio ufficio a sistemare gli ultimi documenti delle aziende quotate in borsa, quando un uomo alto, biondo e con occhi di un azzurro oceano entrò nel mio ufficio. Erano le 9 di sera e ormai tutti erano fuggiti nelle loro case. Rimasi bloccata solo a vederlo riflesso nei miei occhiali, sembrava un angelo sceso in terra, con quei lineamenti perfetti, gli occhi di un azzurro profondo che ammaliavano nel buio della stanza .

 « Buona sera! » disse per primo
 « B-B-Buona Sera! » balbettai sistemandomi gli occhiali, ammaliata da tale bellezza.
 « E’ un pò tardi per le presentazioni, vero? » domandò avvicinandosi alla mia cattedra, mentre tenevo un pacco di fogli stretti a me. « Il mio nome è Paul! » mi porse il palmo della mano aperto.
 « Jordana! » risposi porgendo la mano cercando di trattenere i documenti nell’altra, ma finirono tutti da per terra.
 « Oh, no! Dannazione!!! »
 « Lascia che ti aiuti! » si precipitò ad aiutarmi a raccogliere i documenti e i fascicoli. L’istinto mi diceva di guardarlo negli occhi, ma il cervello diceva Non farlo!  Cercai di evitare il suo sguardo anche se lo percepivo su di me.
 « Ce la faccio anche da sola, grazie! » presi di corsa i fogli stropicciandoli e evitando il suo sguardo.
 « Sei sempre così scontrosa con la gente biondina? »
 « Non sono bionda! » diventavo sempre più nervosa. « E poi il mio nome è Jordana! Non biondina! »
 « Ma sei bionda! » scherzò
 « Di cos’ha bisogno? » domandai scontrosa
 « Mi dai del lei? Interessante! »
 « Di cos’ha bisogno? » ripetei
 « Stavo cercando un’agenzia di cinema e teatro, LEI – enfatizzò – ne conosce qualcuna? »
 « Non molte a dir la verità! Dovrei avere qui qualche biglietto da visita… » frugai per i cassetti.
« Eccolo qua! » esclamai.

Quel biglietto da visita rappresentava uno dei miei sogni, qualche mese prima dell’incidente un uomo era venuto a farmi visita e a chiedermi se volevo partecipare al suo nuovo film, ma io non ne ero sicura, perciò mi aveva lasciato un biglietto da visita.

« Questa è la INTERNATIONAL STUDIOS, qui ha l’indirizzo e-mail e il numero del responsabile. » Glielo porsi guardando le sue mani e non il suo sguado.
« Grazie! » esclamò e abbagliò la stanza con il suo sorriso, io risposi con un sorriso veloce e trattenuto, quasi imbarazzato.
« E’ stato un piacere conoscerti… Jordana! »



 
  
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