Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Snow_Queen    25/03/2014    2 recensioni
Lotto 666 un lampadario con parti mancanti alcuni di voi forse ricorderanno la strana vicenda del Fantasma dell'Opera, un mistero mai del tutto chiarito ci dicono che questo sia l'autentico lampadario della famosa catastrofe, i nostri laboratori sono riusciti ad inserire i fili per la moderna luce elettrica, forse riusciremo a spaventare il fantasma di tanto tempo fa grazie all'illuminazione.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Quando la Carlotta decise di andarsene e di non cantare più l’Annibale quella sera, gli unici a essere preoccupati, erano i nuovi proprietari dell’Opera. Ovunque si posasse il mio sguardo notavo solo visi sorridenti e gente che pagava le scommesse, oramai puntare su quando la grande Carlotta Giudicelli, la prima donna dell’Opéra Garnier, avrebbe minacciato di andar via, era una fonte di guadagno sicura.
-Elsa potrebbe cantare al suo posto...- la voce di Madame Giry mi fa trasalire.. come poteva pensare che potevo sostituire la Carlotta?
-Ha preso lezioni da un grande maestro coraggio cara mostra ai nuovi direttori le tue qualità- mi spronano.
-Coraggio dai!- Anna sembrava ancora più entusiasta.
-E ditemi cara come si chiama questo maestro?- il direttore vuole un nome che però non possiedo.
-Non conosco il suo nome.- ingoio a vuoto saliva che non ho.. non credevo di essere pronta per poter riuscire..
-Coraggio...- mi sprona Anna un ultima volta..
Un bel respiro profondo mi aiuta a stendere i nervi “Forza e coraggio fallo per lui..”
 
Pensami
Pensami mentre sei lontano ormai
Rammentami
Mi penserai prometti proverai
 
Mantengo i tempi, le note sono perfette, nulla stona, la mia voce è assolutamente perfetta. Lui ne sarà orgoglioso. Osservo il Maestro Reyer sembra molto sorpreso e soddisfatto anche lui, ciò non può che rendermi felice. Ciò che amavo di più al mondo era cantare, cantavo sempre accompagnata dal violino di mio padre, ma dopo la sua morte era raro che cantassi, finché una sera nella cappella dell’Opéra non sentì una voce, l’Angelo della Musica era arrivato da me, come promesso da papà sul suo letto di morte. Lui mi chiama in sogno, riesce a incantarmi con le sue note celestiali.
 
Se vedrai
Il vuoto fra di noi
la libertà respirerai
ma se sognerai d'amarmi
mi ritroverai
 
La sera era arrivata troppo in fretta per poter realizzare che sarei stata io a cantare nel ruolo di Elissa nell’Annibale. “Puoi farcela Elsa, hai studiato tanto per tutta la vita per arrivare a questo momento.
L’abito bianco da principessa mi dava un’aria solenne, con la mia carnagione chiara, i capelli biondo platino e gli occhi azzurri come il ghiaccio potevo quasi sembrare la fantomatica Regina delle Nevi.
 
Pensami
Pensami mentre io non dormirò
Tu pensami
Vorrei scordarti ma non potrò mai
 
Hans è proprio lì nel palco numero cinque, il palco destinato al fantasma, non deve avermi riconosciuto ma dopotutto è normale sono passati molti anni dall’ultima volta che ci siamo visti da piccoli potevamo definirci fidanzatini, veniva ad ascoltarmi cantare molto spesso. Lui però era un Visconte mentre io solo la figlia di un violinista svedese, non poteva esserci futuro tra di noi.
 
Rimpiangerai tutte le cose che
Tu non hai fatto insieme a me
ogni ora che vivrò io penserò a te
 
L’opera fu un successo, fui investita di fiori bianchi e dovettero scortarmi per farmi arrivare incolume al camerino della Giudicelli, che per quella sera era il mio.
-Sei stata bravissima mia cara, lui è molto fiero di te. - Madame Giry è l’unica a credere all’Angelo della Musica.
-La dolce Lottie pensava, mi piacciono di più le bambole, gli gnomi o le scarpette?-
Non credevo alle mie orecchie Hans... dopotutto quel tempo... lui davvero si ricordava ancora di me? E della storia che mio padre ci raccontava sempre?
-Hans... quel che amo di più disse la dolce Lottie è ascoltare l’angelo della musica che canta solo per me.-
-Sei stata fantastica sta sera... - mi stringe a se e non posso fare a meno di sorridere, era come se tutti quegli anni non fossero mai trascorsi. Mi sembra ieri quando noi due facevamo merenda in soffitta, erano i ricordi più preziosi che avevo.
-Hans mio padre mi ha mandato davvero l’angelo della musica!-
-Me ne sono reso conto, ora cambiati ti porto a cena fuori- sorride mentre mi da un bacio sulla guancia.
-Hans non posso l’angelo della musica è severo non vuole che esca-
-Oh andiamo non ti farò far tardi prima di mezzanotte saremo di nuovo qui Cenerentola- quel suo sorriso così sicuro mentre va via per un secondo mi fa davvero credere di poter andare con lui, ma so bene che non è così, io dovevo restare lì. Mi alzai e andai dietro al separé per cambiarmi, dovevo andare a letto presto dopotutto.
 
Quell'insolente damerino
Brama la tua gloria!
Sciocco viveur, adulatore!
Guasta la mia arte!
 
Una voce angelica riempì la stanza, sembrava nascere dalle pareti stesse del camerino, come se quell’eco, quel ritmo lontano, fosse cantato dalle pareti, ovunque ti voltassi riuscivi a sentire la voce melodiosa con la stessa intensità. Era lui, l’angelo della musica. Era tornato da me. Le candele si spensero all’unisono guidate da un vento nato dal nulla.
 
Tu non mi conosci
Vivo nell'oscurità
Guardati dentro lo specchio
Che io sono là...
 
Mi voltai d’istinto verso lo specchio ma vedevo solo la mia figura riflessa tant’è che chinai lo sguardo delusa, non c’era nessuno riflesso, ma quando rialzai il viso ecco che lo vidi, era alto e portava il viso coperto da una maschera, non sapevo perché la portasse, ma ero intenzionata a scoprirlo, come guidata da fili invisibili, mi avvicinai incantata allo specchio. Non sentii neppure la voce di Hans che mi chiamava dall’altra parte della porta, mi ero dimenticata anche di lui e dell’invito a cena che avevo rifiutato a prescindere.
 
Bramo la dolce mia musa,
Dammi la mano mia musa...
 
Tesi la mano verso lo specchio e fu come attraversarlo, l’angelo mi prese la mano e mi fece passare oltre raggiungendolo mi condusse per i sotterranei dell’Opéra, ero incantata, rapita da quella melodia.
 
Fantasma dell'Opera tu sei insieme a me
 
I cunicoli erano inquietati ma al suo fianco non notai neppure quelli, ero affascinata dall’Angelo della Musica. Camminammo per molto e a un certo punto mi fece salire a cavallo di uno stallone nero come la notte, scesi da cavallo solo una volta raggiunta la riva del lago, come se non comandassi il mio corpo salii sulla barca e iniziai a cantare. Cantai con quanta forza avevo in corpo, cantavo solo per lui.
 
Canta, mio Angelo della musica,
canta mio angelo.

Canta per me!
 
Quasi non mi resi conto del luogo in cui ci trovavamo, ero rapita da lui, dai suoi movimenti, dalla sua voce. Non mi aveva mai portato lì, o meglio, se è per questo, non si era mai fatto vedere, durante le nostre lezioni ero sempre sola nel camerino e la sua voce mi arrivava come se fossero le pareti a parlare.
 
Ti ho sentita
Era un palpito il canto tuo e ho voluto portarti con me.
Ho voluto te qui per cantarmi così
le mie note, mia musa.
 
Erano anni oramai che l’Angelo della Musica m’impartiva lezioni, ero sempre puntuale e non potevo desiderare di meglio, Angelo che mio padre aveva promesso di mandarmi ora era lì con me. Dopo la sua morte, non riuscivo più a mettere il cuore nelle canzoni che cantavo, ma lui era riuscito a ridare vita al mio essere, mi aveva insegnato a mettere l’anima nella mia arte.
In sogno molte volte provai a immaginare il suo aspetto, ma la realtà era diversa dalla mia fantasia, ciò che credevo essere un angelo, era in realtà un uomo misterioso che nascondeva il suo viso dietro una maschera bianca, quando tolse il mantello nero che indossava, notai che aveva un fisico asciutto, poteva sembrare ancora più alto di ciò che era in realtà, era più alto di me di una spalla o due. I capelli ricordavano delle fiamme vive e alla luce delle poche candele, che illuminavano la stanza, donavano ai suoi capelli uno strano colore azzurrino. L’angelo cantava per me e più cantava più mi perdevo per l’ennesima volta, mi guidò per quella che era la sua casa, svenni alla vista di una mia perfetta riproduzione che indossava un meraviglioso abito da sposa.
 
Dammi, ama, prendi ogni carezza
Resteremo qui, lascia nascere così
Quell'immagine d'amore che tu vuoi
Può tutto questa musica per noi
 
Evochi, mia musa, se lo vuoi
Sempre immensa musica per noi
 
Lontano da noi nei dormitori, le ballerine non dormivano, Joseph Buquet le terrorizzava raccontandogli storie sul Fantasma che da tre anni terrorizzava l’Opèra. Raccontava di come avesse visto un teschio indossare un frac e andare in giro senza fare rumore.
 
Un mezzo buco fa da naso e niente più
Aprite gli occhi attente a voi
O finirete prese al cappio suo laggiù!
 
«E’ prodigiosamente magro e il suo frac volteggia sopra una impalcatura scheletrica. I suoi occhi sono così profondi che le pupille, immobili, non si distinguono bene. Insomma, si vedono soltanto due grandi buchi neri come nei crani dei morti.» Era così che il macchinista descriveva il fantasma dell’Opera, il tenente dei pompieri invece, Papin, lo descriveva come un cranio di fuoco puro che vagava senza meta. Una testa di fuoco senza corpo.
 
Una barca galleggiava, e poi candele, oscurità
E nella barca c'era lui...
 
Al mio risveglio mi ritrovo stesa in un letto a forma di cigno nero, su lenzuola di seta scarlatte, intorno al letto delle tende di pizzo nere, poco distante un carillon suona una melodia familiare accompagnata dal suono dei cimbali. “L’Angelo della Musica è qui..” chiudo meglio la vestaglia di seta bianca e mi alzo osservandomi intorno, come se tutto quello non fosse altro che uno strano sogno, e poi lo vedo..  è seduto all’organo intento a comporre.. le candele che illuminavano la grotta creando una strana magia, perché nascondeva il suo viso? Volevo vederlo. La curiosità è donna e io avevo atteso anni di poter essere così vicina a lui.. Mi avvicino piano e mi fermo dietro di lui, l’opera che sta componendo è davvero meravigliosa, l’Angelo mi osserva con un vago sorriso e poggia il capo contro di me rilassandosi.. non resisto e mentre gli carezzo il viso gli sfilo la maschera.
 
Donna! Pericolosa Pandora!
Tu sei un demonio... giusto per vedermi così!
 
Non avrei mai dovuto togliergli la maschera, ciò che credevo un angelo era un mostro, il viso era allungato e la pelle aveva un colore grigiastro, infine i capelli erano davvero fiamme che da blu divennero rosse, mi spinse facendomi cadere a terra, ero terrorizzata eppure non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Sembrava agitato, spaventato, come un cucciolo separato dalla madre.
-Perché hai dovuto essere così curiosa!- le sue grida sono capaci di ghiacciarmi il sangue nelle vene.
-Io.. Io volevo soltanto vedere com’eravate.- le parole escono quasi per miracolo dalle mie labbra e non riescono a nascondere la paura che sento..
 
Se l'angoscia tua fai diventare affetto poi
poi dietro al mostro
tu vedrai un cuore che sembra il mio
ma dentro sé vuole amare
dentro sé, dentro sé...
 
-Come potresti mai amarmi ora che hai visto come sono realmente?-
Quelle parole furono pronunciate velocemente, ma non abbastanza per non farmi capire l’infinita tristezza che vi nascondevano  dietro. Si definiva un mostro e voleva essere amato, e aveva scelto lei, per compensare l’amore che, forse, non aveva mai avuto in vita sua. Rindossò velocemente la maschera e mi aiutò ad alzarmi da terra, dove mi aveva scaraventato.
–Come potete dire questo? Io, canto soltanto per voi!-
Il mio cuore perse un battito nel vedere quegli occhi gialli scrutarmi nel profondo della mia anima. Sembravano interrogarmi.
-Dovrete essere stanca, è ora che vi riporti indietro, quei due stolti che dirigono il mio teatro ti cercheranno come pazzi-
-Sta sera ho dato la mia anima sul palco solo per voi..-
-La tua anima è così bella bimba mia.. questa sera anche gli angeli hanno pianto..-
-Posso avere l’ardire di chiedere il vostro nome?-
I miei occhi erano fermi nei suoi, in quella specie d’incanto che la musica aveva creato. Non avevo paura, solo un vago timore.
-Oh Elsa..- l’angelo si avvicinò di nuovo a me e mi prese le mani portandosele alle labbra per baciarne i palmi.
-Potete chiamarmi..Ade..-
 

 
 
 
--FINE PRIMA PARTE--
 
 
  
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