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Autore: tylersanchor    25/03/2014    2 recensioni
"Una vocina però, una soave e dolce vocina che, se Stiles fosse stato più sobrio avrebbe capito appartenere alla vodka, gli disse:“Perché non le racconti tutto? Sei ubriaco, penserà che tu sia fuori di testa e basta. Almeno ti toglierai un peso dalla coscienza. Tanto non la rivedrai mai più.” E le diede retta.
- Allora, da dove cominciare, cara mia …
- Bethany.
- Bethany! Allora, tutto è cominciato quando mio padre …
E le disse davvero tutto. Di Scott, dei lupi mannari, di Allison e la sua famiglia, di Lydia, Isaac, Erica, Boyd e, soprattutto, di quanto fosse irrimediabilmente e assolutamente cotto di Derek Hale."
[Sterek, maddai?] [Non tiene conto della terza stagione]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera il villaggio vacanze in cui Stiles era stato trascinato da suo padre aveva deciso di organizzare una festa per i giovani, ovvero aveva ficcato in una stanza una trentina di adolescenti e della birra analcolica. Ovviamente la birra analcolica si era magicamente trasformata, e Stiles era quasi sicuro fosse colpa dei due fratelli coi rasta, in una varietà di alcolici di fare invidia alla nave pirata di Jack Sparrow e la festa, più che una noiosa festa organizzata dagli adulti, sembrava sempre di più un rave. E dopo essere stato spintonato, aver calpestato qualcosa dalla dubbia consistenza che preferiva non sapere cosa fosse, aver bevuto un bicchiere di vodka di colpo credendo fosse acqua, Stiles aveva deciso che bastava così.
Si era trascinato fuori e con andatura oscillante aveva raggiunto un piccolo molo e si era seduto lì. Forse era la vodka, ma si sentiva di pessimo umore. Aveva sperato di fare qualcosa di interessante durante l’estate, magari non esattamente rischiare la pelle dietro a qualche lupo mannaro come faceva durante l’anno scolastico, ma anche solo fare quello che un normale adolescente farebbe: andare in piscina, passare del tempo con il suo migliore amico, trovare un amore estivo …
Ecco, era il terzo punto il problema. L’amore di Stiles, per quanto si sentisse ancora strano ad ammetterlo, non era assolutamente estivo, anzi. Se proprio bisognava definirlo con un aggettivo, quello era “impossibile”. E per colpa di quello, probabilmente, adesso era seduto su un molo alle due del mattino, con la testa pesante e la vista confusa, a pensare che se avesse avuto un po’ di amor proprio, avrebbe dovuto ritirarsi in convento e fare il monaco a vita.
Prima Lydia, che non lo aveva guardato nemmeno di striscio per i dieci anni in cui era stato innamorato di lei, ora quell’altra persona con cui aveva ancora meno probabilità che con Lydia. Tanto valeva diventare monaco.
Alzò un pugno al cielo, come per dire “bella, sei uno sfigato Stiles” ma si sentì così patetico che lo abbassò subito.
Se avesse avuto un minimo di decenza si sarebbe annegato, ci avrebbe fatto una figura migliore, ma persino quell’idea gli faceva venire in mente ricordi su quella dannatissima persona.
- Come mai sei qui tutto solo? – domandò una voce e appena si voltò, nonostante la vista sfocata e il gran mal di testa, Stiles riuscì a distinguere una ragazza di qualche anno meno di lui che si sedeva accanto a lui. L’aveva già vista prima, ma non riusciva a ricordare dove.
- Perché mi va. Penso di aver bevuto un po’ troppo, anzi, ne sono quasi certo. Ed è così deprimente stare qui.
La ragazza lo guardò e alzò un sopracciglio: - Allora entra.
- Non mi va, voglio deprimermi. È quello che ho fatto nella mia intera esistenza, deprimermi per persone a cui non ne fregherà mai un accidenti di me. Sembra che io voglia complicarmi per forza la vita.
- Ma sei ubriaco! Puzzi in modo allucinante di alcool!
Stiles alzò le spalle: - Capita, - disse, come se passasse tutta la sua vita a ubriacarsi per sbaglio.
- Dai, che succede? Se vuoi parlare ti ascolto.
Facile a dirlo. Cosa poteva raccontarle, che andava a spasso con i lupi mannari, degli alpha e tutto il resto? Come se già la persona che gli piaceva non fosse già complicata di suo.
Una vocina però, una soave e dolce vocina che, se Stiles fosse stato più sobrio avrebbe capito appartenere alla vodka, gli disse: “Perché non le racconti tutto? Sei ubriaco, penserà che tu sia fuori di testa e basta. Almeno ti toglierai un peso dalla coscienza. Tanto non la rivedrai mai più.” E le diede retta.
- Allora, da dove cominciare, cara mia …
- Bethany.
- Bethany! Allora, tutto è cominciato quando mio padre …
E le disse davvero tutto. Di Scott, dei lupi mannari, di Allison e la sua famiglia, di Lydia, Isaac, Erica, Boyd e, soprattutto, di quanto fosse irrimediabilmente e assolutamente cotto di Derek Hale.
 



 
*



 
Stiles era partito la mattina dopo in compagnia di un orribile mal di testa, senza più rivedere Bethany. Grazie al cielo, pensava, sarebbe stato complicato inventarsi qualcosa. Aveva passato il resto dell’estate a mettersi in pari coi compiti e a sentire Scott lamentarsi del trasferimento di Allison e, a lungo andare, si era dimenticato dell’episodio, perlomeno finché un camion dei traslochi, proprio la mattina del primo giorno del nuovo semestre, parcheggiò di fronte alla casa dei vicini. All’inizio non ci aveva fatto nemmeno tanto caso, la casa era vuota da una vita, era anche ora di avere qualcuno di nuovo. Non era riuscito, però, a vedere i nuovi inquilini della casa, solo dei fattorini che portavano dentro mobili e scatoloni.
- Stiles, farai tardi! – gli urlò suo padre e lui, di malavoglia, si staccò dalla finestra.
Scese a prendere la jeep, quando una voce che sapeva di aver già sentito, ma non ricordava dove, chiamò il suo nome.
- Stiles!
Si voltò, e vide i suoi incubi con addosso un vestitino giallo a scacchi bianchi e le converse in tinta fargli ciao con la mano dalla casa di fianco.
E allora ricordò. Ma certo. Bethany era la figlia dei vicini.
Avevano giocato insieme quando lui aveva cinque anni e lei tre, poi il padre di Beth aveva ricevuto un’offerta di lavoro a New York e i pomeriggi passati a litigare per lo scivolo – Bethany era una bambina crudele – erano finiti. Ma era lei, senza ombra di dubbio: capelli castani, pelle abbronzata, occhi scuri e nasino all’insù.
Fu in quel momento che Stiles volle buttarsi sotto una macchina. Gli sarebbe anche andata bene una motocicletta, un triciclo, qualunque cosa. Da ubriaco, in uno stupido villaggio vacanze, aveva rivelato la verità a quella che era appena tornata ad essere la sua vicina di casa. E se non era sfiga quella, non sapeva come chiamarla, proprio. Insomma, quante probabilità c’erano che la sua ex vicina di casa fosse al mare ne suo stesso posto e che, pochi giorni dopo il loro strano dialogo, tornasse a trasferirsi nella casa accanto? Ecco, qualcuno lassù doveva avercela con lui, altroché. C’erano più probabilità che Derek si arrampicasse sulla sua finestra e gli facesse una toccante dichiarazione d’amore in versi accompagnandosi con la chitarra che accadesse quello. Eppure, eccola lì. Bethany Noel, ora ricordava.
Stiles alzò la mano, le fece un sorriso falsissimo e, dimenticatosi della jeep, corse in direzione della scuola più veloce che poteva.

 
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Okay, oggi, dopo aver studiato come una matta, visto la puntata, ricevuto l'ultimo cd (e intendo ultimo ultimo ultimo) dei mychem e essere stata seguita da Bethany Mota ho avuto questa idea di una Sterek assolutamente scema. Non so cosa mi sia saltato in testa, sarà una cosa carina di qualche capitolo, niente di che, ma spero vi piaccia! E' ambientata dopo la seconda stagione, Allison, come si intuisce, si è trasferita (I know, Scallison ç_____ç ma mi serviva per esigenze di trama), Lydia è lontana da Stiles, cioè dove dovrebbe essere, ancora insieme a Jackson (li shippavo ç___________ç) e penso che abbiate idea della situazione di Stiles.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho cercato di essere originale ma non so quanto possa essere piacevole per voi lettori, se avete qualche suggerimento non esitate a farvi avanti :)
Al prossimo capitolo! <3

ps: figo eh il testo centrato?
 
  
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