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Autore: sunshinej_    30/03/2014    2 recensioni
“Padre,come si fa ad andare avanti? Perché io non ci riesco. Nonostante siano passati mesi, nonostante a lui non importi più nulla. E per quanto io possa uscire, possa ridere con chiunque altro, lui è sempre lì. Come mi libero della sua presenza?”
“Uccidilo.”
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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                                                                                     KILL HIM.

“Padre, come si fa ad andare avanti? Perché io non ci riesco. Nonostante siano passati mesi, nonostante a lui non importi più nulla. E per quanto io possa uscire, possa ridere con chiunque altro, lui è sempre lì. Come mi libero della sua presenza?” sussurrai con i pugni stretti e la mascella contratta, fissando negli occhi color oceano come i miei, mio padre.
Uccidilo.” sussurrò mio padre con sguardo neutro, sistemando delle armi in una valigetta nera di pelle. Lo guardai, con sguardo perso e con quella parola rimbombarmi in testa.
Ucciderlo?
Davvero, uccidere quel ragazzo potrebbe essere una soluzione? Eppure, la mia impulsività mi spingeva a farlo.
Volevo davvero ucciderlo. Ho desiderato la sua morte in un modo così malsano, anormale. Non sono mai stata una ragazza aggressiva. Eppure ora ho quasi il bisogno di sfogarmi in un modo tutto meno che tranquillo. Ho bisogno di uccidere qualcuno. Ne sento la necessità. Prendere una pistola in mano, puntarla alla sua tempia e colpire. Vederlo cadere a terra, senza vita e con gli occhi sbarrati in un espressione impaurita.
Dio, cosa mi succede? Quello che faceva questi pensieri poteva essere mio padre che uccide persone da anni, non io.
Non sono un serial killer.
Ma forse.. forse esserlo fa parte di me. D'altronde io e mio padre, eravamo molto simili.
"Papà, nuova missione. Uccidere Daniel Macklone." sussurrai, infilandomi gli occhiali da sole e mi sciolsi la coda, lasciando i capelli neri mossi, ricadere sulle spalle.

Daniel Macklone.
Questo era il nome del mio peggior nemico. Il nome di quello che anni fa, era il mio migliore amico.
Ma lui, poi, ha deciso di seguire i suoi amichetti stronzi, che mi prendevano per il culo, che mi picchiavano.
Lui mi ha distrutto e gliel'ho lasciato fare. Ma ora, sono io a volerlo distruggere, e ci riuscirò, tanto è vero che il mio nome è Alexis Wayden, figlia del famoso serial killer Adam Wayden.
"Alexis più aggressività nei pugni. Metti più forza possibile nelle tue braccia, i muscoli li hai, devi solo usarli. Destro, sinistro!" Mi urla mio padre vicino al mio orecchio, fissando ogni mio singolo movimento mentre continuo a sferrare pugni veloci e sempre più forti contro il sacco da boxe davanti a me.
Sento diverse gocce di sudore scendere dalla mia fronte. Il top attaccato alla pelle dal sudore tanto da formare quasi una seconda pelle. I pantaloncini stretti alle cosce e alla vita.
Nella parte opposta della stanza ci sono diversi colleghi di papà che sparano contro dei bersagli.
Continuo a sferrare pugni e calci al sacco per poi sentire un suono acuto che da la fine dell'addestramento.
I colleghi e papà escono dalla stanza velocemente per finire il progetto della missione.
Mi fermo, buttando la testa indietro,chiudendo gli occhi, rimanendo sola in quella stanza, nel silenzio totale spezzato dall'unico rumore del mio respiro irregolare. Schiudo gli occhi e mi asciugo la fronte sudata con l'asciugamano sul sacco da boxe, mi guardo intorno e vedo la valigia nera con le arme dentro, sulla sedia vicino la porta.
Mi avvicino velocemente a piedi scalzi, verso la sedia e apro la valigia silenziosamente, estraendone una pistola nera lucida. Me la portai da una mano all'altra, studiandone ogni minimo particolare, per poi girarmi di scatto, impugnandola con la mano destra, puntandola poi in un punto qualsiasi nel vuoto, come pronta a sparare.
Spezzai il silenzio con la mia stessa risata, divertita da quel momento di gioco, come se stessi giocando a fare la poliziotta. Come quando ero piccola. Tenei la pistola impugnata nella mano destra e corro verso il tavolo attaccato al muro. Con un balzo ci salì sopra, in piedi, accucciandomi in modo quasi selvaggio, puntando la pistola davanti a me.
"Mani in alto!" urlai quasi al vuoto davanti a me. Per puro gioco.
"Ho detto, mani in alto." sibilai convinta, scandendo parola per parola.
Una risata spezzo il mio gioco. Una risata che conoscevo bene. La sua risata.
"Ti diverti, Alexis?" disse, quella voce irritante, percorrendo quasi l'intera stanza, avvicinandosi lentamente a me.
"Non è giornata Daniel. Non ti conviene stare qui." ringhiai quasi, rimanendo accucciata sul tavolo, con la pistola puntata in basso, stretta in mano, mentre lo fissavo in cagnesco.
"A te non è mai giornata Alexis, non ti va mai bene niente. Sei così superficiale." disse, ridendo di gusto, guardandomi con quegli occhi neri come la pece. Saltai giù dal tavolo e mi avvicinai con fare minaccioso al suo viso, guardandolo dritto negli occhi,cercando di non tremare.
"Ho detto che non è giornata Macklone." Sibilai sul suo viso, marcando il suo cognome con cattiveria. Lui mi guardò divertito negli occhi, per poi rivolgermi uno sguardo malizioso.
"Sai, Wayden, il mio cognome pronunciato dalla tua voce è così... sexy." soffia sulle mie labbra, sfiorandomi con la punta delle dita il fianco, leggermente scoperto. Rabbrividì al suo contatto leggero e con uno scatto alzai la pistola, puntandola contro la sua tempia.
Puntai i miei occhi ghiaccio contro i suoi neri come la pece e strinsi con forza la pistola nella mano.
"Non mi devi mai più toccare. Mai. Mi hai sentito bene? E ora vattene se non vuoi morire in questo preciso istante, ricordando come ultima cosa il mio viso sorridente. Mi hanno detto che se sorrido al nemico fa male, tu che dici?" dissi guardandolo negli occhi, con un piccolo sorriso, per nulla divertito, tenendo la pistola ferma sulla sua tempia.
Lui rise di gusto, guardandomi.
"Dico che è una gran stronzata, anzi, fallo. Sorridi e uccidimi. Non desidero nient'altro che morire vedendo come ultima cosa il tuo sorriso. Sei così sciocca Alexis. Pensi davvero che io ti odi? Sono stato un idiota, mi sono schierato con dei coglioni e ti ho fatto del male e mi dispiace. Fai bene tu ad odiarmi ma io, davvero, non posso. Non ne avrei il motivo. Cosa mi hai fatto tu, per farti odiare? Nulla. Ho fatto tutto da solo, per puro divertimento. Volevo provare ad essere io, per una volta, dalla parte del cattivo. E mi è piaciuto così tanto piccola. E' così pura la cattiveria. Fare del male alle persone per puro sfogo personale. Ti fa sentire così bene, sai? Ma anche se mi sono schierato contro i 'cattivi', anche se ci siamo distaccati di molto, la persona che per me è più importante, rimani tu." sussurra, sorridendomi con dolcezza, guardandomi e rimanendo fermo sotto il tocco freddo della pistola contro la sua tempia.
Lo fissai, incredula, delle sue parole.
Non ci credo.
Non devi crederci Alexis. Dopo tutto quello che ti ha fatto...
Ma si sta scusando. Dice di pentirsene. Dice che sono io la persona più importante per lui.
"Come si fa ad essere, per un solo minuto, cattivo con te?" sussurrai, guardandolo, con lo sguardo perso nei miei stessi pensieri.
"Uccidimi Alexis. Ora, davanti ai tuoi occhi, a sangue freddo. Sparami in testa e lasciami morireTutti i tuoi problemi moriranno." Sussurrò, guardandomi con un piccolo sorriso, arreso, davanti ai miei occhi.
"Ucciderti, ora? E poi, tutti i miei problemi cesseranno, una volta per sempre?" sussurrai, sognando davvero una vita senza più problemi, senza più ricordi che ti tormentano la testa. Strinsi di più la pistola nella mano, spingendola leggermente di più contro la sua tempia.
"Ora Alexis. Una volta per tutte, e niente più problemi." Sussurrò,chiudendo gli occhi al tocco più forte contro la sua testa. Era davvero ciò che volevo?
"Addio, Daniel Macklone."


Parla Daniel.

Ce l'avevo fatta. Dopo mesi di sensi di colpa ero riuscito a dirgli la verità. Che non la odiavo ma che in realtà, lei per me, era la persona più importante che avevo. Lei, con i suoi capelli lunghi neri e i suoi occhi blu, dove ogni volta mi perdevo, negli abissi del suo oceano. Ma possibile che dopo anni, lei, la mia "migliore amica" riusciva a farmi quello strano effetto?
Se l'amavo? Nemmeno io lo sapevo, ma di sicuro, la sua voce, riusciva a farmi battere forte il cuore.
L'avevo fatta soffrire, fin troppo. E ora, toccava a lei essere cattiva e la morte, era tutto ciò che mi meritavo.
"Ora Alexis. Uccidi una volta per tutte, niente più problemi." Sussurrai e chiusi gli occhi, sentendo il freddo della pistola premermi contro la tempia, pronto ad essere sparato in testa. 
Pronto a lasciare questo mondo che forse, non mi voleva davvero. 
"Addio,Daniel Macklone." sentì sussurrare da lei, con voce flebile prima di non sentire più il freddo della pistola sulla tempia, un piccolo silenzio creato senza un perché e uno sparo sordo, che spezzò quel piccolo silenzio.
 Sono morto? Allora è così la morte netta e indolore? Oppure...
Schiusi gli occhi, insicuro di esserci riuscito davvero e mi si bloccò il respiro in gola, vedendo ciò che avevo davanti.
Il corpo di Alexis, a terra, con il sangue che sgorgava veloce dal petto, all'altezza del cuore.
Sentì un nodo in gola a vedere quella scena e cercai di mandarlo giù più volte senza riuscirci davvero. Le lacrime che lentamente, mi offuscavano la vista.
Lei era morta.
Forse era morta perché il suo reale problema, non era altro che se stessa.
Mi inginocchiai al suo fianco, tentando inutilmente di trattenere le lacrime che ormai, cadevano a non finire.
L’avevo persa.
Non doveva andare così.. non doveva..
Ma solo ora capisco.. solo in questo preciso istante che ripenso alle sue parole.. alle mie parole.
Quando gli dissi che morire, vedendo come ultima cosa il suo sorriso, sarebbe stata una morte perfetta.
Solo ora capivo che lei si era uccisa perché io avrei sofferto di più.
 





Salve ragazzi,
sono sempre io, Francesca.
Lo so, non è una delle migliori storie, ma avevo voglia di scrivere una cosa del genere, con un po’ di azione anche se... di azione ce n'è poco e niente ma sono dettagli.
Spero che per se, la storia, vi è piaciuta.
Con questa storia voglio farvi riflettere, come d’altronde vorrei con tutte le storie che scrivo. Ho scritto questa storia con un unico scopo. Voglio che voi, vi impersonate in ogni personaggio e continuate mentalmente la storia. Cosa succederà ora a Daniel? E cosa farà il padre di Alexis, che ha perso la sua bambina? Si vendicherà? Pensateci e recensite con i vostri pensieri. Sono curiosa di scoprire come per ognuno di voi potrebbe andare avanti la storia. 
Avvertenza: i pensieri con cui mi recensirete non andranno a finire nella storia come continuo. Rimarranno come qualsiasi recensione, nulla di più.
E come sempre, ricordo,che scrivo per il mio unico piacere di farlo, come sfogo, non per piacere a qualcuno. 

Kiss,
Francesca.xx

   
 
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