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Autore: MatitaGialla    01/04/2014    37 recensioni
Peeta e Gale sono migliori amici dall'infanzia: bellissimi, intelligenti, sexy, popolari, sportivi: i più desiderati del liceo, inutile dirlo!
Insieme fanno ogni cosa, come ad esempio scappare dal Priorato del P&G's Fan Club: un gruppo di psicopatiche adoranti e sessualmente disturbate che cercano in ogni modo di farli innamorare di loro.
Ma come succede a noi, l'adolescenza è sempre piena di amori e umori, sentimenti contrastanti e perché no, anche di una discreta dose di senso dell'umorismo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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* Attenzione: OOC, AU, What if?. TUTTO INSOMMA. GLI AVVENIMENTI DEI LIBRI SONO TOTALMENTE ESCLUSI A QUESTA STORIA.

13. Ah, il liceo!
 
Ed eccoli. Eccoli, sbucare tra le centinaia di teste della folla che avanza; eccoli che stanno venendo proprio verso di ME, raggianti con i loro visi scolpiti da una bellezza acclamata da chiunque, con i loro denti bianchi e forti, i loro occhi furbi e vispi; e non intristiti come quelli di oggi.
Sistemo il colletto e sorrido felice, quando mi sono a pochi metri, e vengono a stringermi le mani per salutarmi.
– Buona sera, Don Snow. Pronto per celebrare? –
 
Deluse che la vostra gossip girl di fiducia sia un sacerdote? Il Signore ha scelto per me questa vita, che amo come tutti i miracoli che ci ha dato. Ovviamente, tra i miracoli includo anche i P&G.
Vorrete che vi racconti la storia di come sono venuto a conoscenza di questa coppia di fratelli separati alla nascita immagino, ed eccola qui: sin da quando ricevetti il nobile incarico di Curato Parrocchiale, mi venne affidato il giro di benedizione delle case degli ultimi quartieri alla periferia del quartiere zero.
Sono passati tantissimi anni, ma ricordo come fosse stato ieri la faccina di Peeta Mellark che, confuso nel giardino della sua nuova casa quando si trasferì, giocava con delle formine di plastica di una cucina giocattolo.
Quando mi vide mi salutò, come se sperasse che io diventassi il suo nuovo migliore amico, nonostante iniziassi già ad avere la barba bianca.
Ed ecco che nel giro di pochi secondi; un bambino castano leggermente grassottello, forse di qualche anno più grande, corse nel giardino del bambino biondo con un arco giocattolo sulle spalle.
È come se tutto il tempo si fosse fermato. Si sorrisero e BAM! Senza nemmeno sapere quali fossero i rispettivi nomi, iniziarono a giocare come se si conoscessero da sempre.
E così è rimasto.
Con il passare degli anni, mi sono sempre tenuto informato su quei ragazzi; e vedendo la loro smisurata bellezza angelica aumentare passo per passo, gli chiesi di partecipare al presepe vivente.
Il resto, lo sapete già.
Cosa? Come ho fatto a sapere costantemente quello che accadeva? Figliole mie, le vie del Signore sono infinte: gli arcangeli mi illuminavano di sapienza in ogni momento della loro giornata.. Ok, non è vero.
Sae La Bidella è costantemente in confessionale, Plutarch Heavensbee passa i suoi pomeriggi a sbirciare i balconi dei P&G; persino Ranuncolo quando passeggia per i quartieri mi fa capire come si evolvono le cose, in base ai suoi miagolii che descrivono l’umore di Katniss.
Poi c’è la madre della preside Paylor, la signora Effie (il marito no, purtroppo non è molto credente; oltre ad essere vittima del peccato della lussuria) e infine Ceasar Flickerman, che ogni sera tiene alle 18.00 un corso gratuito per imparare l’arte dell’intrattenimento, ma finisce puntualmente a parlare di come quei due ragazzi disturbino in continuazione le sue lezioni.
Poi beh, ci sono un paio di cose scontate: ogni parroco è d’ufficio anche il professore di religione, e inoltre sono in collegamento diretto con Dio!
Anche se in realtà non avrei dovuto riferire ogni cosa, sono sicuro che per i P&G manterrete il segreto, vero?
 
 
 
Attualmente c’è un caldo infernale. Siamo agli inizi di luglio, e tutti gli uomini sono costretti ad abiti eleganti e di taglio lungo; mentre le signore restano fresche e libere nei loro abiti leggeri a motivi allegri.
Mi sistemo il colletto sacerdotale e continuo a guardare davanti a me, con gli occhi vagamente lucidi, seduto nella file dei professori dell’istituto.
.. Io sinceramente non credo che ognuno di noi, un giorno diventerà davvero “qualcuno”. Chi diventerà presidente, o finanziere, o teologo.. senza offesa, Don Snow – dice Gale, suscitando una risata leggera in tutta l’aula magna.
Ma se siamo qui oggi, alla nostra cerimonia del diploma, vuol dire che pur qualcosa dobbiamo valere. Cristo, questo coso di carta ce lo siamo meritato! – dice brandendo in aria il rotolo di carta scura, ed i neodiplomati fischiano e ululano allegri.
La Preside Paylor si schiarisce la voce, e con uno sguardo truce invita il rappresentante d’istituto Hawthorne a proseguire con un determinato contegno.
Comunque – riprende – Questi anni di liceo sono stati.. indescrivibili! Mi hanno permesso di conoscere persone sempre disposte a darti un consiglio – e osserva Finnick in prima fila, bellissimo con i suoi capelli bronzo che ricadono sulla fronte, e gli occhi azzurri che si confondono con il fagottino dormiente che tiene in braccio con immenso amore.
Persone che, in un modo o nell’altro, sarebbero disposte anche a dare un braccio pur di avere la tua fiducia – sorride a Mags che, con un cenno imbarazzato lo saluta di rimando. La ragazza si volta subito verso Delly, seduta nella zona destinata agli spettatori, che tiene saldamente la mano di Phil (eeh già, l’accoppiata “Sosia di Peeta in cerca d’amore” e “Malata per Peeta in cerca d’amore” ha, a quanto pare, fatto illuminare in modo giusto il cervellino del più piccolo dei Mellark).
Professori buoni e preoccupati del tuo benessere – prosegue voltandosi verso la nostra fila e facendo un elegante e scherzoso mezzo inchino, che ci fa scoppiare tutti in un applauso; causando così il pianto lamentoso del figlio ormai di qualche mese del Dott. Haymitch e la signora Effie.
Al liceo si incontrano persone che ti insegnano cosa vuol dire fermarsi un secondo, e ragionare su quali siano i sentimenti che proviamo tutto il giorno, ma che non ascoltiamo quasi mai
Johanna ammicca nel suo abito provocante, mentre stringe saldamente a sé il suo diploma; mostrando il dito medio al professor Flickerman che, disgustato, volta lo sguardo altrove.
Al liceo possiamo odiare incredibilmente i nostri genitori. Ma ora come ora, molti di noi non riescono ancora ad accettare che da settembre in poi, dovremo cavarcela da soli. Perché è anche grazie a loro se questo maledettissimo pezzo di carta ora è in mano nostra
Hazelle alza il braccio forte, fiera ed orgogliosa del suo ragazzo, mentre stringe saldamente al seno la più piccola. Vick e Rory, nel frattempo, si litigano una caramella sulle sedie affianco.
Gale prende un profondo respiro, e guarda in fondo alla sala, dove l’altra metà della sua vita lo sta guardando con occhi indecifrabili.
Il liceo non sarebbe mai “il liceo”, senza nuove compagne di scuola guasta feste o senza un amico speciale; disposto a farsi sospendere il doppio del tempo e quindi rischiare la bocciatura, pur di farti diplomare senza sgravi di condotta
Gale china lievemente il capo e mantiene lo sguardo fisso su Peeta che, in fondo alla sala diplomi, con le braccia incrociate, ricambia il capo chino sorridendo. Katniss, al suo fianco, si asciuga un angolo umido di un occhio. – Non sono nessuno per darvi insegnamenti o incoraggiamenti di vita; ho la vostra stessa età e tendenzialmente la vostra stessa media. Vi dico solo che la vita è solo una. Quindi.. spero di ritrovarvi tutti un giorno, e di non vedervi..
Gale si blocca, come se stesse cercando di trovare le parole giuste. L’ansia e la curiosità cresce nella sala, noi professori attendiamo quella che potrebbe essere una perla di soddisfazione per tutti; le studentesse preparano i fazzoletti pronte a commuoversi, mentre i maschi aggrottano le sopracciglia.
Dopo trenta secondi di silenzio e mormorii, nessuno (eccetto io, che lo conosco troppo bene) si rende conto che Gale sta facendo il suo sorriso da furbetto, e che Peeta è improvvisamente scomparso.
Il moro fa un secco cenno con la testa e, da dietro le quinte, tutti i ragazzi del consiglio studentesco (e ovviamente il presidente in carica Peeta Mellark) che non sono parte degli studenti dell’ultimo anno; lasciano librarsi in aria centinaia di palloncini colorati, scoppiano i festoni di coriandoli e stricole, mettono musica da discoteca a livelli assordanti e di gran corsa distribuiscono spumante in bicchieri di carta a tutti i gli studenti presenti, che si lasciano andare in gridolini ed esclamazioni di gioia e felicità.
.. spero di non vedervi troppo smussati a causa dell’università, gente. Divertitevi, che a studiare davvero ci penseremo più avanti! – detto questo se la fila dal palco, mentre noi professori e i genitori rimaniamo sgomenti davanti alla festa che si è appena improvvisata in mezzo alla sala.
 
14 Settembre, ore 19.00, Quartiere 12. Via S. Collins.
Gale posa le valigie al ciglio della strada, mentre carica quelle più leggere sulla macchina di Hazelle.
Peeta rimane seduto sul muretto in silenzio.
– Hai già salutato Katniss? Dovrebbe tornare a momenti – chiede il biondo, spezzando il ghiaccio.
Gale annuisce – Prima ancora che partisse per andare alle prove del coro. Ho salutato tutti, anche Glenn Jackson –
Si guardano. – Manchi solo tu –
Peeta si passa nervosamente una mano tra i capelli ricci. – Chi mi aiuterà nei compiti, ora? –
– Scommetto che te la caverai – ride Gale, in risposta. Peeta assimila, come se fosse troppo triste rispondere che in realtà si sentirà perso, senza di lui.
– Johanna per quanto si ferma da te? –
– Finché non appura che le sue coinquiline non sono delle “pazze schifose che vogliono rubarmi i vestiti”, come le ha definite lei. Poi passa letteralmente alla via accanto – spiega il moro.
Johanna e Gale frequenteranno lo stesso ateneo, seppur in facoltà diverse.
Quando Johanna Mason ha affermato, davanti alla commissione d’esame di maturità di voler frequentare l’università, il professor Flickerman si è messo quasi a piangere; pregandola di non distruggere la vita di nessun’altro insegnante.
Nonostante abiteranno nello stesso quartiere, hanno saggiamente deciso di non condividere il tetto. Non tanto per questioni sentimentali o di tempistiche, ma perché Gale ha chiaramente detto “Potrei ucciderti nel sonno, avendoti sotto mano 24 ore su 24”.
Lascio a voi interpretare cosa intende per “ucciderti avendoti sotto mano”; io sono un sacerdote e preferisco pensare che vogliano così mantenere il loro rapporto il più casto possibile, vivendo separati.
Peeta annuisce, e si stringe nelle spalle. – Chiamami appena arrivi –
– Sono ad un paio d’ore da qui, non vado in guerra – gli risponde Gale ridendo.
Hazelle chiude la porta di casa mentre sistema le ultime cose e incita il figlio a partire.
– è ora di andare – sorride Gale, ma i suoi occhi e la voce che gli si spezza tradiscono la sua compostezza.
Il biondo scende dal muretto, e senza troppa fretta gli tende la mano.
 – Ci vediamo a Natale – dice.
I P&G si abbracciano, dandosi forti pacche sulla schiena.
Non come farebbero due fratelli, due amanti o due semplici amici.
Si abbracciano come se non ci fosse null’altro a cui vale la pena aggrapparsi in quel momento.
– Ciao, moccioso – sussurra Gale.
– Ciao, scemo. Non dimenticarti dei comandamenti – gli risponde il più piccolo, dandogli un’ultima forte pacca sulla schiena e sciogliendo l’abbraccio.
– Mi manchi già – dice il ragazzo con i capelli scuri, fingendosi sconsolato: ma le guance gli si imporporano, e nonostante il suo aspetto da duro, si capisce benissimo che sta dicendo la verità, sotto sotto.
Peeta scuote la testa con energia ridendo, e gli occhi di Gale sembrano essere particolarmente lucidi, quando sale sulla macchina in silenzio.
Nel silenzio che si crea, quando il rumore del motore è ormai troppo lontano per essere udito; Peeta rimane fermo sul vialetto, con le mani in tasca e il sole che inizia a calare, creando una sfumatura arancio tenue che gli illumina le labbra che si aprono in un sorriso dolce – Anche tu – sussurra al vento.
 
– Partito? – chiede Katniss con voce morbida, comparendogli alle spalle pochi minuti dopo.
Peeta annuisce, continuando a guardare il vialetto ormai sgombero. – Ci sono io, ora – lo assicura la ragazza.
Il biondo sospira pesantemente e la guarda, sorridendole. Si china e la bacia dolcemente, assaporando il gusto delle sue labbra calde. – A chi darò ora i pasticcini? – pigola.
– Puoi darli a me – risponde Katniss. Peeta sembra pensarci seriamente, poi scuote la testa con decisione.
– Non sarebbe giusto, e poi ti verrebbe il culo a tanica –
Ridono entrambi abbracciandosi, sorridendo, facendosi il solletico e dandosi pizzicotti.
Rimangono poi in silenzio per qualche attimo, istanti nei quali Katniss siede sul muretto.
– Amerai mai me tanto quanto ami lui? – domanda sorridendo ed accarezzandogli i capelli morbidi come fili di seta. Peeta scuote la testa, e guarda con estrema profondità la mansarda ora vuota di casa Hawthorne.
– Assolutamente no. Ma tranquilla, gli stai alle calcagna –
 
 
ATTENZIONE: La storia non è, di per sé, ancora finita. Ci sarebbe infatti un epilogo. Tuttavia mi rendo conto che il modo in cui vi siete affezionati a questi personaggi, è ben oltre a quanto avevo previsto quando avevo scritto lo schema generale di questa storia, e questo epilogo potrebbe.. non piacervi, ecco.
Ergo:
se per voi è giusto che la storia  finisca così, non leggete oltre. :) Fidatevi di me!
Io ho comunque postato l’epilogo che ho sempre avuto, sin dall’inizio, in mente.
 
EPILOGO
 
Apro gli occhi, sudato e indolenzito. Alzando la testa mi rendo conto di essermi spiegazzato la pelle sopra alle penne sulle quali ho appoggiato la testa. Devo essere svenuto.
Il sapore velenoso del sangue infetto, e quello dolciastro dell’antidoto, mi si fonde ancora nella gola aumentando le mie piaghe. Quando qualcuno bussa al mio portone, mi sollevo ancora un po'; cercando di sembrare ben impostato su questa orribile sedia di velluto nero.
– Avanti – dico, e riconosco la mia voce come il filo narrante che ha riempito tutto il tempo il mio sogno.
– Signor Presidente – mi saluta il mio primo stratega, Plutarch Heavensbee, facendo un inchino – è diverso tempo che la chiamo. Si sente bene? –
– Ora sì – rispondo – Temo di essere svenuto –
– Dovrebbe smettere di prendere così tanti antidoti. Non le fanno bene – mi dice, mantenendo tutto il degno rispetto. E cosa dovrei fare? Lasciarmi morire ad ogni veleno che bevo insieme alle mie vittime?
– Siamo pronti? – chiedo, scrollandomi i pensieri di dosso ed ignorando il signor Heavensbee.
– Sì, signore – annuisce – è appena finito il servizio della Signorina Everdeen in abito da sposa. La busta dell’edizione è già al suo posto. Deve solo prenderla e leggerla in diretta –
Ora che lo guardo meglio, diversi pezzi del puzzle ricompongono voracemente il mio sogno, con una rapidità così fulminea che quasi non riesco a reprimere un ghigno, immaginando questo primo stratega ingozzarsi di paste alla crema senza glutine. Ad esser sincero, quel sogno non mi dispiaceva.
Controllo direttamente, attraverso il gigantesco monitor nel mio studio e le telecamere da intercettazione nascoste, la situazione in casa Everdeen e Mellark.
Rimango leggermente spiazzato, quando vedo Peeta sedersi sul divano con gesti nervosi e rapidi; solo ed abbandonato nel suo salotto.
– Dov’è Gale? – dico ad alta voce.
– Chi, signore? – mi domanda Plutarch leggermente stupito.
Reprimo i miei pensieri con ira, infastidito da questo turbinio continuo di sentimenti che sembrano sopraffarmi. Era uno stupido sogno. Katniss Everdeen deve morire, Peeta Mellark deve soccombere, tutti gli abitanti dei distretti devono sottomettersi a Capitol City; anche Phil e Pebble, o gli adorabili fratellini di Gale, o la signora che faceva la bidella e anche quel brutto gatto della bambina bionda.
– Bene – dico, spegnendo i monitor. Sento sulle mie dita il bruciare dei sensi di colpa.
Sarebbe così, la vita di quei ragazzi, se non ci fossi io e la mia sete di potenza?
– Signore?  La stiamo aspettando. – mi richiama Plutarch.
Mentre indosso il soprabito di seta lussuosa, e inizio a recepire il vociferare della città che attende solo la mia estrazione, una domanda mi sorge spontanea: a conti fatti, la situazione rimane tutt’ora simile.
– Mister Heavensbee? –
– Sì, signor Presidente? –
– Secondo lei la signorina Everdeen sceglierà Peeta o Gale? Il “cugino”, per capirsi – domando.
Plutarch sembra squadrarmi incredulo, come fossi ubriaco, poi torna improvvisamente serio; e non riesco a non sentire nella sua voce una tonalità di tristezza.
– Temo avremo modo di scoprirlo molto presto, signore – mi risponde.
Rimango ad assaporare quanto mi ha detto. Già. Sarebbe bello però, un mondo come nel mio sogno.
Nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita”
Ma qui non siamo al liceo. Non ci sono chiese o cellulari, amori e balli di fine anno.
Siamo a Panem, e ci sono solo gli Hunger Games.
Scritto da MatitaGialla
01/04/2014
 
 
Ebbene, termina oggi la mia seconda fan fiction multicapitolo. Spero davvero di avervi lasciato qualcosa. :) E che voi lasciate qualcosa a me, tipo un insulto, o un commento. :)
Mi sono divertita tanto, tantissimo a scriverla, e mi dispiace averla finita così. Io stessa mi sono troppo affezionata ai P&G ed al contesto libero e felice, e fino ad ora che sto per pubblicare non ero troppo convinta della scelta; ma dalle mie decisioni non transigo, e ho voluto portare a termine la storia per come era stata inizialmente creata. Spero mi capirete, ahah! :)
Eccetto l’epilogo, che potrete apprezzare o meno, spero che questa storia vi sia piaciuta e che vi abbia fatto sorridere nei più disparati casi; e spero che vi porti a leggere il resto delle mie storie.
 
Cosa ne sarà di me ora? Mi riservo del tempo per correggere Dormire Insieme, per poi scriverne il seguito. Nel frattempo però, continuerò a pubblicare disparate One – Shot, perché la mia mente è sempre in movimento! :D
 
Ultimo angolo dello spot:
- “Andrà tutto bene.. alla fine!” di Flin815
- “What if..” Una Rosa in Fiamme

Auguro a tutti voi una splendida serata, e un immenso grazie per l’infinito successo di questa fan fiction, che devo esclusivamente a voi! :) Siete state tutte carinissime! (continuo a credere che siate tutte donne.. ahah!)
Un bacione,
MatitaGialla

 
 
  
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