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Autore: Alexiel94    02/04/2014    11 recensioni
[Storia a OC | Si ringraziano i partecipanti per l'immensa pazienza]
Quell'anno le richieste di partecipazione avevano superato ogni record - centosessantadue, se ricordava bene - ma il torneo imponeva un limite di venti partecipanti, così i giudici in collaborazione coi Campioni delle varie Leghe avevano passato le ultime settimane a selezionare coloro che pensavano sarebbero stati i quattro migliori concorrenti per ogni regione.
Era quasi tangibile la sensazione che quell'anno gli Allenatori non avrebbero smentito la fama del torneo.

-Noi siamo qui per promuovere i valori dell'amicizia e dell'onestà. Sorveglieremo il torneo affinchè gli Allenatori delle nostre regioni rispettino le regole del fair play e che trattino gli avversari come amici, non come rivali. Noi Campioni ci manterremo imparziali durante tutto il torneo, omaggiando equamente i vincitori dei vari incontri a prescindere da dove provengano-.
Mai furono dette parole più false.
Gli unici Campioni imparziali furono i fondatori del Battlefield Tournment, dopo di loro ogni Campione aveva cercato di fare vincere i concorrenti della propria regione con ogni mezzo, anche se non proprio consono alle regole.
-Che il torneo abbia inizio!-.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Voglio vedere quanto in là posso arrivare

Friedrich non era affatto preoccupato per l'incontro. Anzi, era contento di essere stato sorteggiato: finalmente avrebbe potuto dare lui lustro alla regione di Sinnoh dopo ben tre sconfitte.
-Spezzerò li dardi della malasorte- disse più a se stesso che agli altri. 
Guardò con dispregio i compagni, che non erano stati in grado di arrivare alla vittoria. Lui sarebbe riuscito dove loro avevano fallito. 
Seguito dal suo Umbreon si recò nella stanza a lui assegnata, mentre veniva annunciato l'ingresso degli sfidanti in campo. 
-Akaname Fumei, concorrente sedicenne della regione di Kanto, affronterà Friedrich Douglas, diciassette anni, proveniente da Sinnoh!-.
Incedeva sicuro, ma con calma mentre invece l'avversaria, esaltata dall'idea di fargliela pagare per il comportamento tenuto in mattinata, correva verso la propria postazione. Non fece in tempo a salire sopra che inciampò, ruzzolando sulla pedana. Flareon, al suo fianco, la guardò con aria imbarazzata.
-La qui presente frivola donzelletta è seriamente persuasa di uscire vincitrice di codesto duello?- chiese Friedrich con arroganza. 
La ragazza non rispose, semplicemente si rialzò convinta che lo scontro gli avrebbe almeno fatto abbassare la cresta.  
Il campo davanti a loro si aprì, facendo spazio ad un pavimento in acciaio percorso da svariati fili di corrente. Dai fulmini che si susseguivano sulla superficie i due concorrenti compresero che il pavimento era completamente elettrificato.
-Vai, Luxray!- urlarono entrambi i concorrenti nello stesso istante, per poi guardarsi con aria perplessa.
Entrambi i Pokémon della stessa specie si materializzarono sul campo, scrutandosi torvo. 
Non ci credo... codesta donzelletta possiede un esemplare di cotanta magnificenza... non v'è più religione... pensò Friedrich. Tale considerazione però non gli impedì di ordinare l'attacco.
-Sgranocchio!-.
-Respingilo con Sprizzalampo!- urlò la ragazza.
Mentre il primo Luxray si avventò sull'avversario tentando di affondare i denti nella sua carne, il secondo si caricò di energia elettrica e vi si scagliò contro con tutta la sua potenza. Quest ultimo attacco prevalse ed entrambi gli avversari vennero respinti da due parti opposte del campo. 
-Stai bene?- chiese Akaname rivolta al proprio Pokémon, timorosa dei danni del contraccolpo.
Questi però si riscosse e ruggì con fare aggressivo.
-Bullo!- disse il ragazzo al suo compagno, che si pavoneggiò sul campo.
Il Luxray di Akaname vedendolo aumentò di molto la propria potenza d'attacco, rimanendo però confuso. 
La ragazza imprecò.
-Fulmine!- ordinò il ragazzo.
L'attacco elettrico colpì l'avversario, troppo confuso per riuscire a evitarlo.
Uno squillo di tromba da stadio impedì ad Akaname di reagire in un qualsiasi modo. Entrambi i concorrenti ritirarono i Pokémon vedendo il pavimento aprirsi, che al completo ritiro del pavimento elettrificato mostrò un'enorme vasca ricolma d'acqua. Friedrich digrignò i denti, con aria tra lo sconvolto e l'indignato.
-Qual'è la cagione di codesta iniquità?! Io non posseggo Pokémon acquatici!-.
-Sei serio?! Come fai a viaggiare senza un Pokémon d'acqua?!- fu la replica sconvolta di Akaname. 
Il ragazzo la ignorò e continuò la sua invettiva nei confronti del povero presentatore, che trattenuto dell'educazione e della finezza non potè fare altro che assistere perplesso ed esasperato.
-Non intendo accettare tali scorrettezze nei confronti della mia persona! Scriverò epistole di protesta a mio padre, che ne verra a conoscenza, eccome! Ordunque, non intendo soffrire ancora cotali iniquità: mi ritiro!-.

Chris era certo che se avesse spalancato la bocca appena di più questa avrebbe toccato il suolo. Non gli era mai capitato di vedere un concorrente ritirarsi da un incontro e tantomeno si sarebbe mai aspettato che il primo a farlo fosse proprio un concorrente della sua regione. Per un motivo idiota, per di più!
-Non ho nulla contro al modo in cui tratti i tuoi concorrenti, ma sappi che se quello fosse un ragazzo di Unima lo ammazzerei nel sonno- disse alla sua destra Hades. 
Alla sua sinistra, Jack fissava Friedrich con aria sconvolta.
-Non ci credo. Ha catalizzato l'attenzione del pubblico!-.
Difatti aveva ragione. Sulle tribune era inizialmente calato il silenzio e ora si diffondeva un leggero brusio sorpreso e perplesso.
-Conosci verbi come "catalizzare"? Non me lo aspettavo- fu la frecciatina del Campione di Unima diretta al rosso.
I due uomini cominciarono a litigare, ma Chris non se ne preoccupò minimamente. Pensò piuttosto a intercettare il ragazzo che stava lasciando il campo e afferrargli un braccio. 
-Si può sapere che ti prende? Per quale assurdo motivo ti sei ritirato?-.
-Le inique condizioni dello scontro hanno forzato la mia decisione- fu la risposta di Friedrich. -Ordunque, indicami ove posso trovare pergamena e stilografica, devo compilare lunghe epistole da far recapitare celermente a mio padre-. 
Il ventunenne pensò che quel ragazzo era fortunato ad avere lui come Campione referente, perché dubitava che gli altri lo avrebbero lasciato andare incolume dopo una risposta del genere. 
Davvero molto fortunato, pensò.

-A causa del ritiro di Friedrich Douglas, Akaname Fumei di Kanto è la vincitrice di questo incontro!- urlò il presentatore, ma Akaname non si sentiva affatto soddisfatta della vittoria. Avrebbe preferito distruggere l'ego del ragazzo di Sinnoh a quella vittoria dal sapore così amaro e frustrante. Tornò sugli spalti, dove Ayano ed Elena la accolsero trionfanti.
-Che ti importa? Hai comunque vinto- le disse la ragazza di Hoenn dopo che la rossa ebbe confidato alle amiche le sue frustrazioni.
-In fondo hai rag... aspettate- disse Akaname, avendo visto il suo avversario tornare finalmente sugli spalti. Lo raggiunse e gli si parò davanti con fare aggressivo. -Fai in modo di passare le eliminatorie, voglio stracciarti nel prossimo turno!-.
Friedrich la guardò con aria tra il divertito e il seccato.
-Una frivola donzelletta come te cogita seriamente di passare codesto girone eliminatorio?-.
Fu solo l'intervento tempestivo di Ayano ed Elena a impedire ad Akaname di prendere a pugni il ragazzo. Mentre la ragazza di Kanto urlava alle amiche di liberarla, i ragazzi di Sinnoh guardavano il compagno con astio. 
Devo soffrire anche l'ira di codesti villani. Davvero non v'è più religione, pensò Friedrich.

Lavinia Hamilton non era preoccupata di come sarebbe andato l'incontro. La sedicenne di Hoenn non era certo una novellina e di certo l'incontro con un'avversaria esperta quanto lei non la spaventava affatto, nonostante questa fosse una Domadraghi.
Darya, dal canto suo, era sicura di uscire vincitrice dall'incontro. Non per arroganza, ma perché si riteneva molto fiduciosa nelle proprie capacità e in quelle dei suoi Pokémon.
Entrambe le ragazze salirono sulla pedana e si rivolsero al maxischermo, che in breve tempo mostrò il Pokémon che avrebbero dovuto mandare in campo.
-Vai, Axl!- gridò Darya, lanciando la sfera contenente un Salamence. 
Oh, cavolo pensò vedendo che l'avversario era un Sealeo. Non si lasciò scoraggiare dalla scoperta, nonostante tutto. Ce l'avrebbe messa tutta per vincere.
-Raggioaurora- ordinò Lavinia.
-Evita e vai con Alacciaio!-.
Il possente drago si levò in volo schivando il raggio azzurro e viola, salvo poi avventarsi sull'avversario grazie alle ali diventate grigio metallico. Il Pokémon di ghiaggio non fu abbastanza lesto da schivare l'attacco e ne fu colpito, senza però riportare danni degni di nota. 
La ragazza di Hoenn non si preoccupò molto. Pensò piuttosto a ragionare sulla situazione, come era solita fare. 
Aveva dalla sua il vantaggio del tipo, mentre la penalizzava la velocità di Sealeo. Le mosse di tipo d'acqua erano precluse, dato che difficilmente avrebbero colpito un avversario in volo. Le rimaneva solo una scelta.
-Bora-.
Il freddo vento del nord con annessa la neve che lo accompagnava discese sul campo e l'effetto sul Salamence furono subito evidenti: si mostrava molto più affaticato di poco prima e riusciva ancora a lievitare sbattendo le ali a fatica.
-Axl, resisti!- urlò Darya. 
L'attacco, doppiamente efficace, aveva privato il suo Pokémon di quasi tutte le energie. Il drago, però, non andò K.O. con somma gioia della Domadraghi.
-Non credi sia ora di sciogliere quel ghiaccio? Lanciafiamme!-.
Sealeo fu colpito dall'attacco di fuoco ma non andò a tappeto.
-Ti sei scordata che Sealeo è anche di tipo acqua?-.
Allora Darya ebbe l'idea.
-Niente affatto. Ancora Lanciafiamme!-.
-Rispondi con Surf!-.
L'onda sollevata dal Pokémon d'acqua si andò a schiantare contro il potente getto di fiamme. Il drago, ben lungi dal cedere, aumentò ancora la potenza delle fiamme. Un sordo sibilio attirò l'attenzione di Lavinia, che quando si accorse cosa stava accadendo si diede mentalmente della stupida per essere caduta in una trappola così banale. Davanti a sé, Salamance insisteva con l'attacco Lanciafiamme non per respingere o contrastare il Surf del suo Sealeo, ma spemplicemente per fare evaporare l'acqua in esso contenuta. Difatti in ben pochi istanti il campo venne invaso da una spessa cappa di soffocante vapore. 
Il caldo era insopportabile, l'aria irrespirabile e la visibilità limitata, ma la ragazza di Hoenn si sforzò di mantenere la calma. Analizza la situazione, si disse. 
Ovviamente l'avversaria aveva intenzione di sfruttare il momento per colpire. Ma da dove?
Un fruscio fu il segnale che le necessitava.
-Raggioaurora alla tua destra!-.
L'attacco partì, ma Lavinia vide un'ombra scartare di lato appena in tempo e avvicinarsi inesorabilmente a Sealeo. Vide dei piccoli triangoli viola simili ad artigli fendere l'aria e colpire il suo Pokémon, che già provato dagli attacchi precedenti andò K.O..
Il drago, con potenti battiti d'ali diradò la nebbia di vapore creatasi in campo così che il presentatore potè annunciare il risultato.
-Saleo non è più in grado di combattere. Vince la sfida Darya Spencer, concorrente di Johto!-.

Ulla assistette al ritorno trionfale dell'amica sorpresa, nonostante il suo viso si mostrasse indifferente come al solito. Secondo un suo calcolo la ragazza aveva circa il cinque per cento di probabilità di vincere la battaglia, eppure ce l'aveva fatta. Era già la seconda volta, contando anche l'incontro di Philip, che i dati reali contrastavano i suoi calcoli statistici. 
La statistica non è una scienza esatta, le diceva sempre...
-Ulla!- urlò Vanessa nel suo orecchio, rischiando di distruggerle un timpano. Si voltò e vide l'amica sorridente ed euforica, che le disse -Perché non vieni a festeggiare la vittoria di Darya?-.
Non ebbe neanche il tempo di rispondere che la castana la trascinò dalla Domadraghi che si stava pavoneggiando. Ulla le disse solo un pacato e atono "congratulazioni", nonostante nel suo animo fosse contenta che Darya avesse vinto. 
Eppure, non poté fare a meno di pensare a come Vanessa, senza volerlo, le avesse impedito di immergersi in cupi pensieri.

-Ecco l'ultimo sorteggio della giornata- disse Jack. E finalmente ci si riposa, aggiunse mentalmente.
Nonostante gli piacesse il suo compito era stancante passare tutto il tempo in piedi ad assistere agli incontri fingendosi imparziale. Si lasciò però sfuggire un sorriso compiaciuto: tutti concorrenti per Hoenn avevano combattuto ed erano riusciti a portare a casa ben tre vittorie. Ottimo pretesto per festeggiare e rinfacciare ai suoi colleghi il vantaggio della sua regione per tutta la serata. Immaginandosi come avrebbe mantenuto l'attenzione su di sé vantandosi dei successi diurni, non si accorse nemmeno che era già stato effettuato il sorteggio fin quando il presentatore non annunciò -In questo ultimo match si affronteranno Fuko Samura, quindici anni, per la regione di Johto e Cailan Blake, diciannove anni, concorrente di Kanto-.
-Guarda Shiori, c'è la tua concorrente preferita- disse alla collega per infastidirla, avendo notato gli screzi che la Campionessa aveva avuto con la ragazza quella mattina.
La donna al suo fianco sbuffò, seccata.
-Primo, non chiamarmi per nome. Secondo, fai un altra battutina del genere e puoi considerarti un uomo morto-.
-Uh, come sei irascibile-.
Shiori dovette fare appello a tutta la sua pazienza per non voltarsi a prendere a pugni il collega. Si concentrò piuttosto sull'incontro, sperando che la sua concorrente - per quanto non le fosse affatto simpatica - uscisse vincitrice dall'incontro.
Ayano dal canto suo fissava l'avversario con aria di sfida, mentre questi aveva impressa sul volto un'espressione tranquilla. Appena venne dato il via all'incontro due Pokéball si aprirono simultaneamente, mandando un Torterra dalla parte di Cailan e un Gliscor da quella della ragazza.
-Aeroassalto!- ordinò subito la ragazza.
-Intercetta l'attacco con Energipalla!-.
La sfera verde generata da Torterra si schiantò contro l'avversario che si stava avventando su di lui. Gliscor ruzzolò indietro, ma riuscì a non cadere al suolo. 
-La prossima va a colpo sicuro. Visotruce!-.
Il Pokémon terra/volante rivolse all'avversario un'espressione minacciosa, che ridusse la velocità dello starter di Sinnoh.
-Frana!- ordinò Cailan.
-Evita e vai ancora con Aeroassalto-. 
Gliscor, grazie in particolare alla lentezza dell'avversario, riuscì ad evitare le rocce lanciategli contro, salvo poi colpirlo in pieno con l'attacco superefficace. Torterra però resistette all'attacco, nonostante l'Allenatore vedesse ben poche possibilità di rivalsa. Le mosse più potenti del suo Pokémon sarebbero state inefficaci contro il Pokémon volante; la cosa migliore da fare era temporeggiare fino allo scadere dei tre minuti e sperare in una combinazione migliore.
-Gigassorbimento!- ordinò.
Come si aspettava, Gliscor si scansò in fretta dall'attacco ma rimase ad una discreta distanza dall'avversario.
-Energipalla!-.
-Schivalo e poi usa Nottesferza!-.
Torterra lanciò nuovamente la sfera verdastra che stavolta venne evitata da Gliscor, il quale si smaterializzò nell'ombra creata dall'imponente avversario. Eppure, non ebbe il tempo di lanciare la sua mossa che risuonò lo squillo di una tromba da stadio e le Pokéball richiamarono i combattenti. Altre due Pokéball si aprirono e si materializzarono in campo due Scizor.
-Uno scontro ad armi pari- commentò Cailan.
La ragazza annuì come a concordare con lui, ma non perse tempo in chiacchiere.
-Malosguardo!- ordinò.
Il suo Scizor immobilizzò quello del ragazzo, che digrignò i denti.
-Semitraglia!-.
La scarica di semi potenti come proiettili colpì il Pokémon di Cailan, che con sua somma gioia non subì gravi danni.
-Usa Pugnoscarica, se riesci a muoverti- disse il ragazzo.
La dea bendata fu dalla sua parte, in quanto il suo Scizor riuscì a liberarsi dall'attacco che lo teneva prigioniero e a scagliarsi contro l'avversario con una raffica di pugni a velocità tale che rendeva quasi impossibile vederli. Il Pokémon di Ayano non andò K. O., ma la ragazza non aveva dubbio che non mancasse molto per arrivare a quel punto.
-Attacco d'Ala!- gridò, e l'attacco fu abbastanza rapido da colpire lo Scizor di Cailan.
Ormai entrambi i conbattenti erano nelle medesime condizioni e i rispettivi Allenatori decisero che era ora di chiudere l'incontro.
-Forbice X!- urlarono entrambi contemporaneamente. 
I due Pokémon, caricando il medesimo doppio colpo, si scontrarono l'un l'altro generando un enorme frastuono e sollevando della polvere dal terreno. Entrambi poi, proseguirono la loro traiettoria finendo dalle parti opposte del campo. 
Calò un silenzio carico di tensione. Nessuno dei due sembrava aver subito danni, ma gli Allenatori sapevano che non era affatto così ed erano sicuri che in pochi istanti uno dei due Scizor sarebbe crollato. Speravano solo che non fosse il proprio.
Come previsto dai due combattenti, uno degli Scizor cadde a terra esausto. Quello di Cailan.
-La vincitrice di questo incontro è Fuko Samura, di Johto!-.   

I cinque giovani Campioni radunarono i ragazzi prima che questi abbandonassero lo stadio.
-Questa sera al Paradise Hotel si terranno i festeggiamenti per l'inaugurazione del torneo. Vi preghiamo di presentarvi nel ristorante del piano terra alle otto in punto- disse Trent a nome di tutti. 
I giovani concorrenti promisero la loro presenza, prima di disperdersi. Erano appena le cinque e mezza del pomeriggio ed erano troppo curiosi di visitare l'isola. I Campioni, invece, si diressero verso il suddetto hotel per prenotare le camere: nonostante avessero la libertà di scegliere uno qualsiasi dell'isola, quell'albergo era sempre stato il favorito di partecipanti e organizzatori delle varie edizioni del Battlefield Tournment in quanto più vicino allo stadio e quello dove vi si svolgevano le cerimonie più o meno formali inerenti al torneo.
L'attenzione dei giovani verteva sul nuovo arrivato in quella cerchia, con gran rabbia e invidia di Jack. Trent si ritrovò a rispondere a molte domande su come avesse sconfitto la Lega, sulle strategie usate e su cosa avesse provato dopo aver finalmente ottenuto l'agognato titolo. Il ventenne preferì rimanere vago sulle sue tattiche e sul suo stile di lotta; evitò soprattutto di dire esplicitamente che Pokémon possedesse, lasciandone intuire solamente il tipo. Non amava particolarmente parlare di sé, inoltre nessuno dei suoi colleghi gli ispirava la benché minima fiducia. Per sua fortuna, l'interrogatorio finì quando la voce di Jack si impose su tutte le altre dicendo -Volete sapere come io sono diventato Campione? Quella è una storia interessante!-.
-Non ci interessa, Grimes- lo stroncò subito Hades.
-Ce lo hai ripetuto talmente tante volte che ormai lo sappiamo meglio di te- aggiunse Shiori.
Chris, ben consapevole che dalla replica del rosso sarebbe partito un litigio coi fiocchi, decise di intervenire cambiando argomento.
-Chi crediate possa vincere il torneo?-.
Comprese di aver fatto la scelta sbagliata quando alla sua domanda risposero contemporaneamente i Campioni di Johto, Hoenn e Unima.
-Darya-.
-Ashuros-.
-Clair-.
I tre che avevano parlato si guardarono con aria truce e cominciarono a bisticciare esponendo le caratteristiche del combattente che li aveva colpiti di più, screditando quelle degli altri proposti dai colleghi. Chris sospirò e borbottò -Io ci rinuncio-. Si avvicinò a Trent, dicendogli -A quanto pare qui tu sei l'unico normale-.
-A quanto pare...- ripetè il giovane Campione di Kanto.
Non potè fare a meno di notare che i tre litiganti avevano un modo tutto loro per cercare di far prevalere le loro tesi. Jack urlava come un dannato, attirando l'attenzione di svariati passanti, mentre Hades rispondeva con indifferenza, sarcasmo e pungente ironia, senza mai perdere il suo sorriso che tanto infastidiva l'altro. Shiori invece sembrava un intermedio tra i due: le sue urla non erano alte come quelle di Jack, ma non si poteva dire nemmeno che fosse calma come Hades.
Il pensiero che avrebbe dovuto sopportarli per le settimane a seguire fece sospirare Trent, che si sentì improvvisamente afferrare per un braccio.
-Volevi entrare attraversando il muro?- chiese ridendo Chris.
Sebbene il ventenne, immerso nei propri pensieri, non se ne fosse accorto davanti a loro stava il Paradise Hotel. Era un'imponente struttura bianco avorio, che aveva otto piani e la cui facciata esterna presentava scopliti nel marmo un Altaria e il nome dell'albergo. 
-Wow- mormorò Trent.
-Aspetta di vedere dentro prima di fare commenti- gli disse scherzosamente Chris.
Il gruppo entrò nella Hall, dove eleganti poltrone e diviani bianchi erano disposti ordinatamente, intervallati da piccoli tavolini in legno. Su un'intera parete si trovavano le fotografie di gruppo di tutti i partecipanti del Battlefield Tournment nelle precedenti edizioni e a Trent non riuscì difficile riconoscere i suoi colleghi nell'ultima, dato che erano rimasti pressoché identici a un anno prima.
Un signore in smoking accoglieva i clienti alla reception, verso cui si diresse Jack afferrando Shiori per un braccio e portandola con sé.
-Una matrimoniale per me e la fanciulla, per favore- disse con aria maliziosa.
La donna strattonò il braccio per liberarlo dalla presa del rosso, assestandogli poi una potente gomitata allo stomaco. Mentre l'uomo si piegava in due dal dolore, Shiori si avvicinò all'uomo alla reception con un sorriso sardonico e disse -Il mio collega intendeva chiedere se potevate darci due camere singole. Quanto più lontane ce lo consenta la distribuzione delle stanze, se possibile-.
L'uomo digitò qualcosa sul computer, per poi consegnare una chiave alla donna e una a Jack, che ancora si teneva una mano sullo stomaco. Quando i due sparirono in due ascensori dei cinque disponibili, Trent chiese a Chris -È normale che si comportino così?-.
-Tutto regolare- confermò il moro -è dall'edizione dell'anno scorso che Jack ci prova con Shiori, ma lei continua a respingerlo. Beh, in realtà Jack ci prova con tutte le ragazze che incontra, ma sembra provarci particolare gusto a tentare di sedurre lei-.
Trent annuì, comprendendo perfettamente l'atteggiamento della collega. Trovava davvero immaturo l'atteggiamento del rosso, soprattutto considerata la sua età. Scosse però la testa: in fondo non erano affari suoi e non avrebbe avuto motivo di impicciarsi.

-Ma è magnifico!- commentò Hoshiko alla vista che le si parava davanti. Eevee, al suo fianco, fece un verso di approvazione.
La mezz'ora di cammino lungo quel sentiero tortuoso e quasi impraticabile era valsa la pena: dall'altopiano raggiunto riusciva a vedere quasi tutta l'isola di Battlefield, dallo stadio e le attività sorte adiacenti, sino alle lontane scogliere e al porto. A poche decine di metri di distanza, il verde della natura inviolata popolava l'isola dandole un'aria vitale e accogliente, mentre il sole che stava percorrendo la sua traiettoria discendente si rifletteva sul mare. 
Si sedette, ammirando il panorama e riflettendo. Era stata l'unica del proprio girone a non combattere in giornata, ma ciò presentava un enorme vantaggio: aveva avuto tutto il tempo di osservare gli avversari e farsi un'idea di chi potesse rivelarsi un avversario ostico. Sicuramente la ragazza di Unima dagli abiti stravaganti era da tenere d'occhio e, sebbene qualche ora avrebbe ritenuto impossibile pensarlo, anche la ragazza idiota e ritardataria di Hoenn era un'avversaria da prendere con le pinze. Invece di quella proveniente da Sinnoh e del suo compagno non aveva un'idea del tutto chiara, visto il risultato dei loro incontri.
Si distese completamente sul manto erboso, con le mani dietro la testa. Un soffice peso premette contro il suo addome e lei usò una mano per accarezzare Eevee, godendosi la brezza fresca e la solitudine.

-Sapete, dovremmo chiamarci "Il Trio della Sfiga" visto che nessuno di noi ha vinto il suo incontro- disse Lavinia. 
Gli altri due non risposero, preferendo piuttosto stare attenti a dove posavano i piedi per non rischiare di ammazzarsi. Quando decisero finalmente di appostarsi si concessero il lusso di sedersi e ammirare il paesaggio. Si trovavano nella baia settentrionale dell'isola, dove una scogliera aveva attratto la loro attenzione e curiosità facendo in modo che vi si dirigessero. Poggiati ognuno su uno scoglio diverso, ma abbastanza vicini da non dover urlare per comprendere le parole degli altri, si godevano la vista delle onde che si infrangevano sotto di loro e dei Wingull e Pelipper che ogni tanto passavano sopra le loro teste. Avevano fatto davvero un'ottima scelta.
Ryu, in posizione leggermente sopraelevata rispetto agli amici si guardò intorno con un sorriso. Era un posto isolato, l'ideale per stare un po' in pace e solitudine. 
-Se non dicessimo niente a nessuno di questo posto? È tranquillo e isolato dal caos quotidiano- propose Homura.
Gli altri due accettarono di buon grado, godendosi la pace che quel posto offriva... almeno finché lo squillo di un cellulare non ruppe quel piacevole silenzio. 
Lavinia sbuffò, avendo letto il numero sul display, e rifiutò la chiamata. 
-Mia madre- disse in risposta allo sguardo curioso e interrogativo degli altri due. 
-Perché non le hai risposto?- domandò Ryu.
-Sta troppo addosso... Non che non le voglia bene, ma a volte è davvero troppo asfissiante e iperprotettiva. I vostri genitori invece come sono?-.
Dallo sguardo cupo dei ragazzi capì di aver posto la domanda sbagliata, così si limitò a guardare il mare, mortificata. 

And I, I do not dare deny 
The basic beast inside
It's right here, 
It's controlling my mind
And why do I deserve to die?
I'm dominated by this animal that's locked up inside!

Una voce roca e un tripudio di chitarra e batteria risuonavano nelle orecchie di Mei al massimo volume. Seguì un lento e inquietante rullo di batteria, intervallato di tanto in tanto dal basso. Il climax della voce e della chitarra, poi nuovamente il ritornello. 
I suoi occhi scorrevano velocemente le righe del libro, mentre seduta nella Hall del Paridise Hotel aspettava pazientemente le otto. Era talmente immersa nel suo libro e isolata dalla sua musica che non si accorse della presenza al suo fianco fino a quando un tocco al braccio non la fece sobbalzare. Si voltò e vide Cailan, che in quel momento stava ridacchiando. 
-Scusa- brobottò tra una risata trattenuta a fatica e l'altra. 
Mei, un po' stizzita si tolse gli auricolari e si spostò per permettergli di sedersi. 
-Che leggi?-.
Lei gli disse il titolo, mentre gli occhi di lui scorrevano lungo la pagina. Ogni parola che leggeva lo riempiva di orrore e sorpresa: mai si sarebbe aspettato che quella ragazza così timida e tranquilla leggesse libri a metà tra l'horror e lo splatter. Non si sarebbe affatto stupito se la pagina fosse diventata rossa dal sangue presente nella storia.
-Cailan, stai bene?- chiese la ragazza notando la sua espressione.
-Sì, sono solo un po' sorpreso. Sai, non credevo ti piacesse questo genere di libri-.
Mei sorrise; chiunque avesse la sfortuna di leggere qualche riga dei suoi libri preferiti aveva esattamente quella reazione. 
-È il mio genere preferito-.
I due passarono qualche minuto a parlare piacevolmente di libri e letteratura in generale, sino a quando alle otto in punto entrarono nel ristorante. Rimasero a bocca aperta davanti allo spettacolo che si parava loro davanti: diversi tavoli da quattro posti erano disposti a scacchiera in tutta la sala, molti dei quali già occupati da membri dello staff e operatori televisivi, mentre ai lati si presentavano lunghe tavolate con su pietanze provenienti da un po' tutte le regioni. In fondo, un tavolo su cui erano seduti i cinque Campioni era disposto in modo trasversale rispetto a loro. 
Cailan e Mei presero posto ad un tavolo non molto distante dall'ingresso e vennero quasi immediatamente raggiunti da Clair, che disse -Posso?- indicando il posto alla destra della ragazza. I due acconsentirono e lei si sedette, mentre Lucario al suo fianco si accomodava a terra. 
-Hai visto Angelika? L'ho persa un paio d'ore fa- disse la nuova arrivata.
Mei negò, ma dalla frase della mora partì un discorso sulle lotte della giornata. Cailan parlò di come nonostante avesse perso la sconfitta non lo aveva affatto abbattuto; anzi, era semplicemente un ulteriore stimolo per dare il meglio di sé nella battaglia successiva. Clair invece era emozionata ed esaltata all'idea di aver vinto l'incontro di apertura del torneo, tanto che agli altri due ricordò molto una bambina.
Mentre il trio era immerso nella discussione, pian piano anche gli altri partecipanti entrarono nel ristorante e uno in particolare si guardava intorno indeciso sul dove sedersi. -Phil! Vieni al nostro tavolo!-. Un urlo lontano da una voce a lui ben nota lo fece sobbalzare e per evitarla si sedette al posto vacante del tavolo di Mei, Cailan e Clair. Questi tre lo guardarono con aria sorpresa e scettica, mentre il Lucario della ragazza di Unima alzò la testa, in guardia. Come inizio non uno dei migliori. 
-Ehm... ciao- esordì, un po' imbarazzato dagli sguardi degli altri.
L'accoglienza non fu particolarmente fredda, come invece il nuovo arrivato si aspettava. Il discorso tornò sulle battaglie, e Philip scoprì di essere noto come "il ragazzo del Pidove". Non disse molto, anzi, non parlò nemmeno se non interpellato. Anche i suoi compagni del resto non sembravano dei gran chiacchieroni, difatti dopo che si esaurì l'argomento battaglie calò il silenzio. 
Non vi era tensione né altro, e ai quattro non dispiacque affatto. 

-Olé, un altro brindisi alle nostre vittorie!- esclamò Akaname, sollevando il bicchiere pieno di vino rosso.
Elena alzò il proprio e lo fece cozzare con quello dell'amica, rischiando di far debordare la bevanda. Entrambe mandarono giù il vino con pochi sorsi e riempirono nuovamente il bicchiere.
-Non state esagerando un po'?- chiese Ayano.
Secondo il suo conto quello che le altre due stavano per trangugiare era il quarto bicchiere e contando che avevano mangiato pochissimo, la quindicenne di Johto era decisamente preoccupata per le amiche. 
-Ma va'- fu la replica un po' superficiale di Elena.
Ayano sbuffò e guardò verso la sua destra, dove un ragazzo biondo a lei ben noto aveva scelto di stare solo ad un tavolo vuoto, nonostante ci fossero molti, come il loro, che avevano dei posti vacanti. Posò lo sguardo sulle amiche, che al loro quinto o sesto bicchiere stavano cominciando a fare discorsi senza senso e decise che la sua presenza lì non era necessaria. Si alzò e andò verso Nils, che mangiava tranquillamente un piatto di ramen. 
-Perché stai da solo?- gli chiese. 
Il ragazzo non si era accorto della sua presenza, ma quando questa si sedette al suo fianco posò diligentemente le bacchette al fianco della ciotola per conversare con lei.
-Preferisco consumare i pasti per conto mio- disse, ma non fu acido o sarcastico. Era quello strano misto di gentilezza e cortesia che Ayano non riusciva a comprendere se fosse autentico o meno. Il ragazzo però le era simpatico e decise di sorvolare sulla questione. 
-Perché hai lasciato le tue amiche?- domandò lui, incuriosito.
Ayano gli indicò il loro tavolo, dove Elena e Akaname ridevano incontrollabilmente, reggendo in equilibrio precario un bicchiere pieno di spumante. 
-Ho davvero bisogno di risponderti?-.
Nils ridacchiò, divertito da quella strana ragazza. 

Trent versò una generosa quantità di vino rosso nel suo bicchiere. Non che volesse ubriacarsi come vedeva fare ad altri presenti in sala, ma era una sua abitudine e non aveva affatto intenzione di rinunciarvi. Mangiò con calma la bistecca che aveva davanti cercando di ignorare i pavoneggiamenti di Jack sul risultato ottenuto da Hoenn in giornata. Quando sia il piatto che il bicchiere furono vuoti alzò lo sguardo verso un gruppo di tre ragazze che si stavano alzando in piedi. Non se ne sarebbe importato se non avesse riconosciuto una chioma castana e degli occhi viola. Borbottò qualcosa su un mal di testa per congedarsi dai compagni, che in fondo non era del tutto una bugia. Era sicuro che se avesse ascoltato ancora per pochi secondi il suo collega di Hoenn, l'emicrania gli sarebbe venuta per davvero. Cercò di non abbandonare di corsa il ristorante, ma quando fu nella Hall si diresse in fretta verso la porta d'ingresso, dove stavano uscendo le ragazze. Si avvicinò a loro e disse -Hei, ciao!-.
-Noi andiamo- disse Darya. 
Prese con sé Ulla, lasciando Vanessa da sola col Campione di Kanto. Questi però si sentì incredibilmente stupido in quel momento, non sapendo esattamente cosa dirle nonostante avesse voluto raggiungerla a tutti i costi.
-Sai, oggi non hai combattuto affatto male-.
La ragazza, senza alcun motivo logico, si ritrovò ad arrossire.
-Lo pensi sul serio?-.
-Largo- disse una voce con tono acido.
Marceline non si fece alcuno scrupolo ad allontanare i due giovani per passare, beccandosi occhiatacce dai due.

Shiori era sicura di non avere mai invocato la morte con tanta intensità. Era da quasi un'ora che Jack continuava ininterrottamente a vantarsi delle vittorie dei suoi concorrenti e non ce l'avrebbe fatta a reggerlo un altro minuto.
-Qualcuno mi uccida- mormorò.
-Sai che se morissi potrei parlare col tuo spirito?- le disse Hades.
Aveva la sua solita aria indifferente, ma a Shiori vennero i brividi. Ricordava fin troppo bene di quando, l'anno prima, le aveva raccontato di riuscire a vedere gli spiriti e delle storie macabre su di loro. Non ci teneva ad avere altre esperienze del genere.
Lo sguardo dell'uomo si fece vitreo, e sussurrò -Li sto vedendo-.
Per sua fortuna, in quel momento squillò il cellulare. Shiori si alzò dal tavolo, contenta di avere una buona scusa per andarsene. Uscì da una delle porte-finestre del ristorante per chiacchierare in giardino, nello stesso momento in cui anche Hades abbandonò i presenti. 
-Tutto sommato come primo giorno non è andato male- disse al suo interlocutore in videochiamata, un bambino di dieci anni.
-Ti vedremo lottare anche quest'anno?- chiese lui, entusiasta.
Shiori abbassò lo sguardo imbarazzata; l'anno prima si era ritrovata coinvolta nella ormai tristemente classica rissa di fine torneo e il fatto era ormai divenuto celebre in tutta Johto.
-No, Ren. Se tutto va bene, s'intende-.
-Che terribile disgrazia- si intromise una terza voce. 
Riconoscendo quella dell'odiato Grimes, Shiori chiuse la videochiamata. Si voltò e vide l'uomo che dall'occhio azzurro faceva trasparire la più totale incredulità.
-Non avrei mai potuto immaginare che una fanciulla così giovane e dolce avesse già un figlio. Chissà quante difficoltà hai dovuto affrontare per crescerlo da sola- disse Jack in tono melodrammatico.
-Ma... ma...- balbettò la donna, spiazzata. Poi ebbe la meglio l'ira per la stupidità del rosso, e si ritrovò quasi a urlare -Io non ho figli! Quello al telefono era mio fratello!-.
-Mi sembrava un po' strano effettivamente, il tuo bellissimo corpo non sembra rovinato da una gravidanza...-
-Perché?- lo interruppe Shiori, esasperata.
-Perché cosa?-.
-Per quale motivo continui a provarci con me?!-.
Lo sguardo di Jack divenne serio, come probabilmente non lo era mai stato in tutta la sua vita. 
-Sai benissimo perché. Io ti amo- disse.
Shiori lo guardò, carica di collera.
-Tu ami qualsiasi donna sia disposta ad aprire le gambe per te- disse con freddezza.
Fece per tornare nell'albergo e quando passò di fianco a Jack provvide a scansarlo sgarbatamente. L'uomo, quando fu solo, sfogò la propria sfrustrazione tirando un pugno all'albero più vicino, inconsapevole di essere fissato da una presenza che aveva assistito a tutta la scena.

Nella quiete del bosco anche il più piccolo rumore sembrava amplificato di almeno mille volte, quindi Hades non si stupì quando dopo aver calpestato un ramo i Pokémon selvatici presenti attorno a lui fuggirono via o si nascosero. L'uomo sollevò la lanterna, illuminando la via davanti a sé con quella fioca luce. Il suo sguardo gli restituì solo la fitta vegetazione, ma era sicuro che nei dintorni ci dovesse essere uno spirito. Si diresse verso destra, sicuro che entro la mattina lo avrebbe visto.

Al sesto piano del Paradise Hotel l'ascensore si aprì, facendo uscire Akaname, Elena e Ayano. Le prime due non erano in grado di camminare seguendo una traiettoria dritta, difatti si reggevano a vicenda mentre Ayano raccontava loro dei suoi viaggi. 
Avevano cominciato a parlare delle rispettive avventure mezz'ora prima di salire per andare in camera e ora era il turno della quindicenne, che, stizzita, dovette subire le risate stupide delle altre.
-Ragazze, io non sono ubriaca! Vi assicuro che Mew mi seguiva per davvero!-.
-Questa qui sta messa peggio di noi due- disse Akaname.
Elena dal canto suo non se la sentì di aprire bocca, ma annuì energicamente per fare intendere all'amica che concordava in pieno.
-Stronze!- urlò Ayano.
In fondo però, nonostante facessero le idiote, le trovava simpatiche.
-Maledizione, non trovo la chiave della stanza!- esclamò Elena.
Molto, molto in fondo.

Nils, nella sua ingenuità, era convinto di non doversi guardare dai pericoli mentre scendeva per fare colazione. Invece non riuscì neanche a percorrere metà corridoio che una porta venne spalancata con furia, rischiando di finirgli contro il naso. Ne uscì un furibondo, seguito come un'ombra dal suo fedele Umbreon. 
-V'è mai possibile che i magnati di questo albergo non posseggano accappatoi di seta con le iniziali degli ospiti sovra ricamate?! Qual razza di straccioni!- si lamentò, andando come una furia verso gli ascensori.
Se il biondo non avesse già trovato questa scena alquanto immatura e sconcertante, fu nulla in confronto a cosa lo aspettava davanti agli ascensori. 
Sebbene ce ne fossero ben altri quattro liberi, due persone stavano litigando per il posto su uno di essi. 
-Vattene Chris! L'ho visto prima io questo ascensore!-.
-Eh no cara Darya, io non ti cederò il posto per le tue teorie campate per aria-.
-Parli in rima? Mi stai per caso prendendo in giro?-.
Il povero Nils non aveva alcuna voglia di assistere a quello che sembrava un battibecco da bambini, per cui chiamò uno degli ascensori liberi e scese al piano terra. All'interno del ristorante, dove ora servivano la colazione, prese posto Angelika vicino alle sue compagne di squadra. Indossava una camicetta bianca con sopra un corpetto nero, una minigonna nera bordata di viola e degli stivaletti bassi di questo ultimo colore. I capelli erano raccolti in un basco nero e al collo indossava una collana con un ciondolo a forma di falce. Ciò che colpì di più Clair e Mei fu però la totale assenza di emozioni nel suo viso, come se l'esuberanza e la simpatia del giorno prima fossero completamente sparite.
-Ehm... Angelika, stai bene?- le chiese una preoccupata Clair.
-Come ti sembra che stia?- fu l'acida risposta. 
Le due si guardarono perplesse, ma non fecero ulteriori commenti. 

Black Hell raggiunse il tavolo di Ashuros e si sedette di fronte a lui. 
-Pronto per le sfide di oggi?- chiese il ragazzo di Hoenn.
L'altro annuì, per poi bere un lungo sorso di caffè. 
-Sappi che voglio incontrarti nel prossimo turno, ma stavolta voglio vincere- disse Black Hell.
Ashuros fece un sorriso furbo.
-Non ci giurerei troppo-.
Al tavolo di fianco al loro Vanessa urlò -Ho capito! Tu sei come il motore immobile!-.
Ulla la guardò un po' di sottecchi.
-Idiota- le disse dolcemente, -Aristotele intende tutt'altro con l'espressione "motore immobile"-.
-Cosa, allora?-.
Darya sbuffò un po' seccata quando la sua compagna di squadra cominciò a fare una veloce lezione di filosofia alla ragazza di Sinnoh. Non che le fosse antipatica, ma i suoi modi di fare la infastidivano, specialmente il fatto che usasse parole come "scemo" o "idiota" per rivolgersi a qualcuno. Lo faceva con gentilezza, ma la Domadraghi non poteva fare a meno di sentirsi infastidita. In particolare, reduce da un litigio con un certo Campione di sua conoscenza, non era in grado di riuscire a sopportare con la dovuta pazienza il comportamento degli altri.
Lanciò un'occhiata al uno dei tavoli in fondo, dove Chris stava parlando col vincitore della Lega di Hoenn. Come aveva fatto un idiota del genere a ottenere l'ambito titolo, solo Arceus poteva saperlo.

Philip ebbe l'impressione di essere seguito sin da quando mise piede fuori dalla sua stanza. Questa sensazione fu confermata quando entrò in ascensore e immediatamente dietro di lui entrò Marceline, pochi secondi prima che si chiudessero le porte. 
-Cosa vuoi?- chiese senza troppi preamboli.
Lei non rispose, ma si concesse un'occhiata con cui squadrarlo da capo a piedi.
-Come mi trovi?- gli chiese, suadente.
Il ragazzo si trovò spiazzato dalla domanda, ma non potè dire nulla perché lei gli si avvicinò ad avere il suo volto a pochi centimetri di distanza. Marceline avvicinò le labbra all'orecchio del ragazzo e sussurrò -Ricordati di darmi una risposta quando sarai mio-.
-Non ci giurerei- replicò freddamente Philip.
L'ascensore si fermò e prima che si aprissero le porte la ragazza gli disse -Cadrai ai miei piedi come fanno tutti-. 
Marceline uscì dall'ascensore con disinvoltura, e il ragazzo comprese di avere una nemica contro cui sarebbe stato difficile uscire vincitore. 

  






Fine.
Scusate per l'enorme ritardo ma ho avuto diversi problemi universitari e personali che hanno rallentato molto la stesura del capitolo. 
Passiamo però ai crediti: la canzone ascoltata da Mei è "Evolution" dei Korn, mentre il titolo è la citazione di una famosa canzone italiana (un mazzo di fiori a chi azzecca quale).
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Infine una mia curiosità: tifate qualche coppia particolare?
Alla prossima
Alexiel94
   
 
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